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Autore: Fuyu    04/06/2010    4 recensioni
E se Sanji fosse un ladro, e Zoro il poliziotto che lo deve pescare, ma senza saperlo sono due amici d’infanzia?; come cambierebbe la vita di Sanji sapendo che il suo miglior amico adesso è la legge da qui difendersi?, naturalmente è liberamente ispirato a Kaito Kid di Gosho Aoyama, Autore di ‘Detective Conan’, anche se in quel caso era il padre dell’amica a doverlo catturare, ma io ho cambiato, altrimenti sarebbe stato troppo uguale.
Genere: Commedia, Demenziale, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Undine

E se Sanji fosse un ladro, e Zoro il poliziotto che lo deve pescare, ma senza saperlo sono due amici d’infanzia?; come cambierebbe la vita di Sanji sapendo che il suo miglior amico adesso è la legge da qui difendersi?, naturalmente è liberamente ispirato a Kaito Kid di Gosho Aoyama, Autore di ‘Detective Conan’, anche se in quel caso era il padre dell’amica a doverlo catturare, ma io ho cambiato, altrimenti sarebbe stato troppo uguale.

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1° Capitolo: THE UNDIN SING 

L’estate era finita e da quella mattina sarebbe ricominciata la routine di sempre tra il lavoro diurno, quello notturno e le pause, trascorse a parlare, con Zoro per sapere le sue prossime mosse, che sarebbero servite per catturarlo. Infondo gli faceva pena, poveraccio passava tutto il giorno a trastullarsi per cercare una nuova tattica onde prenderlo e lui gliele mandava bellamente a quel paese, prendendolo di contro piede, però era divertente vederlo arrabbiare così, gli sembrava di essere tornato al liceo tra i banchi, quando ancora Zoro aveva i suoi sogni e gli occhi gli brillavano di una luce meravigliosa ogni volta che ne parlava.

Stava appunto andando al suo solito lavoro di barista nel Bar sotto la centrale quando lo vide entrare negli uffici della polizia, aveva optato per quel posto, di proposito almeno non avrebbe avuto problemi nello scoprire le intenzioni del suo rivale/amico.

“Ehi, Zoro, che fai di già a lavoro?” li chiese fermandolo davanti alla scalinata che ogni mattina salivano insieme

“Secondo te?!” fece ironico lui, guardandolo male “Stavolta lo devo prendere quel ladro da strapazzo, ne va del mio onore!” esclamò convinto ma assonnato, Sanji presuppose che fosse stato alzato tutta la notte per il nuovo ‘piano segreto’ il quale sarebbe servito per prenderlo

“Non mi sembra tanto da strapazzo se non sei ancora riuscito a prenderlo!” punzecchiò il barista arrivato all’ultimo gradino, seguito dal poliziotto

“Senti non è giornata per le tue battutine!” lo zittì prima di sparire dietro alle due grandi porte degli uffici polizieschi, lasciandolo lì da solo

“Ma guarda, neanche un buon giorno, scorbutico!” eslamò verso le due porte come se potessero sentirlo, ”Ma non importa tanto per la pausa pranzo verrà nel mio bar!” si disse camminando verso il suo lavoro,

 

Nel mentre Zoro, camminava inesorabile verso il suo superiore, il Generale Smoker, uomo alto come una montagna con tanto di neve sopra, visto i capelli brizzolati. Per carità era un buon capo e un saggio oratore ma quando superava i limiti, non lo sopportava nessuno, soprattutto la sua segretaria Tashiji, ragazza in gamba con qualche anno in più di lui, ma talmente goffa da pensare che il generale l’avesse assunta più per compassione che per effettivo bisogno o per la bravura della ragazza, ma a parte la donna per il Generale c’era un’altra mina vacante che rispondeva al nome di

“RRRRRUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUFFFFFFYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY” urlò il Generale facendo tremare le scrivanie di tutti i poliziotti presenti, che furono costretti, come la maggior parte delle volte (praticamente a ogni colloquio con Smoker), a fermare tutte le pratiche e le tazze per non combinare disastri, comunque; Rufy appunto era ciò che si soleva chiamare un IDIOTA, nel senso letterale del termine: oltre a essere un disastro sul campo faceva casini anche tra i documenti e addirittura a portare il caffé, compito fra l’altro non suo, ma assegnatoli onde evitare danni permanenti al cervello del Generale.

“Si può sapere come diavolo hai fatto a rovesciare nel caffé della carne, da dove sei passato per prenderlo alla macelleria, forse?!”  gli chiese ironico Smoker cercando di riderci su, il ragazzo preso in causa dal canto suo rideva felicemente spiegando il perché del pezzo di carne, non lo avesse mai fatto, nello stesso momento in qui Zoro varcò la soglia, il corpo di Rufy veniva scaraventato fuori dall’ufficio, costringendo Zoro ad accovacciarsi per evitarlo; naturalmente quella era la prassi quindi il poliziotto non ci fece poi più di tanto caso entrando cercando di ostentare tranquillità la quale non sembrava neanche aleggiare tale era la paura di una ramanzina

“Ah, Zoro accomodati, è arrivato un altro invito dal tuo bel principe!”

“La prego, capo, non dica così, sembra che sia il mio ragazzo” supplicò Zoro, felice dell’aver ricevuto un ordine e non una lavata di capo

“E perché, se scartiamo il fatto che non vi conoscete, sareste perfetti come coppia, e poi dalle foto e dai video non sembra per niente male, come uomo!”

“Allora, diventi lei il suo amante, almeno lo acciuffa!”

“Nah, non è il mio tipo! comunque io ho altri casi per la mano, in più scommetto che è diventata una questione personale, dico bene?”

“Si, infatti, non vedo l’ora di metterlo in gatta buia!”

“Bene allora questo è tuo!” disse tirandogli un biglietto scritto con quella che sembrava la calligrafia di una donna, dalla finezza del tratto, in effetti, Zoro aveva qualche problema a definire quel ladro uomo, soprattutto da due mesi a quella parte perché proprio due mesi fa era riuscito seppur per pochi secondi ad acciuffare quell’essere per la vita ma gli era sembrata troppo sottile per un uomo e tanto fu lo stupore che se lo lasciò sfuggire, perso nei suoi pensieri non si era accorto che il Generale era uscito dal suo ufficio per andare a ripescare Rufy ancora spalmato sulla parte opposta all’ufficio, capì allora che il colloquio era finito; quindi decise di andare alla sua scrivania e cominciare a decodificare il messaggio; si perché il bastardo di ladro oltre ad essere furbo e farlo infuriare nel vano tentativo di prenderlo, lo faceva anche scervellare con indovinelli e frasi in rima, finendo il biglietto di preavviso con una faccina in stile bambinesco che faceva la linguaccia.

 

Al bar Sanji stava prendendo le ordinazioni della mattinata pregustando di già il malumore di Zoro quando sarebbe entrato da quella porta; era sicuro che il suo capo gli avesse già recapitato il biglietto che lui stesso aveva spedito il giorno prima alla polizia, e quindi doveva solo aspettare

“SANJI; un caffé doppio al tavolo 5!” gli disse la voce di Usop, il fifone del suo collega, non c’era al mondo persona più paurosa di lui, urlava per qualsiasi inezia, ma purtroppo per lui non era il suo unico torto, oltre alla fifoneria difatti era anche un gran bugiardo e ogni giorno doveva sorbirsi le sue storielle di un ipotetico pesce rosso che lui aveva ipoteticamente sconfitto a solo 4 anni, ormai però aveva fatto il callo e in fondo facevano anche ridere, la persona che invece non ne poteva più e dalla quale Usop si vedeva bene dal farsi sentire era Nami, la loro contabile nonché capo, Donna assai crudele ma di bel aspetto, alla quale piacevano i mandarini a colazione; il campanello della porta d’ingresso messo da Nami trillo facendo entrare una donna dai capelli neri con un sorriso gentile, che nascondeva più di quanto lasciasse intendere, la donna si sedette davanti a Sanji, il quale diede l’ordinazione del tavolo 5 ad Usop per poter servire la donna

“Allora, Robin, il solito?!” chiese alla loro cliente abituale, più apprezzata

“Si grazie” rispose lei gentile come al solito, Robin era l’unica persona che riusciva in una qualche maniera a calmare Nami, Sanji non aveva ancora capito come ma quando c’era lei, Nami sembrava un'altra persona, non che fosse un mostro intendiamoci, per lui tutti gli esseri femminili di questa terra erano degli angeli da proteggere, ma non si poteva negare che alle volte era pesante con gli ordini, Robin era l’esatto opposto: Gentile, pacata, sempre sorridente e pronta a spargere parole di saggezza per chiunque avesse avuto il tempo di ascoltarla, era anche l’unica persona a conoscenza del suo doppio lavoro e ogni tanto andava al bar anche per farsi raccontare come andava la carriera di ladro, Sanji era contento di non dover mentire almeno a lei anche perché mantenere un segreto con Robin equivaleva ad averlo con la propria coscienza, e anche perché ogni tanto era bello poter parlare con qualcuno delle sue ‘visitine notturne come amava chiamarle.

“Allora niente da raccontare?!, signor ladro gentil uomo?” chiese affabile, Sanji rise si appoggiò al  bancone pronto a raccontare della lettera

“Ho mandato un altro biglietto!”

“Davvero?, e cosa ruberai stavolta?” domandò curiosa, in fondo gli piaceva il secondo lavoro del biondino che aveva di fronte era ispirazione per molte delle sue storie di fantasia, archeologia e gialli, infatti lei era una scrittrice molto nota tra i giovani dai 20 anni in su per la sua fantasia sfrenata e la scrittura fluida e veloce, quindi non disdegnava affatto sapere qualcosa su delle pietre magari leggende che non conosceva o ignorava, non si era mai posta domande sul come e quando il barista potesse essere venuto a conoscenza di quelle informazioni, ma con il suo andare avanti della vita, ne aveva viste di cose strane quindi perché stupirsi?

“Stavolta ruberò un’acqua marina, pietra famosa e di grande valore” disse Sanji

“Ma come di solito prendi delle pietre con nomi alti sonanti e ora una comune acqua marina che puoi benissimo trovare in una gioielleria?” si stupì la donna

“Sarà comune come pietra, ma questa è speciale vedi, si dice, che dentro; sia rimasta intrappolata la voce di una sirena, per questo è esposta nel museo più sicuro della città e solo fino a domenica!”

“E quando hai intenzione di fare il colpo?”

“Domani sera, sabato” rise Sanji sicuro del suo operato

“E Zoro?, non hai paura di quel poliziotto, due mesi fa a rischiato di prenderti!”

“Ma non c’è riuscito, quindi, sono tranquillo, e poi praticamente mi dice le sue mosse per prendermi!” scherzò vedendo la persona dei loro discorsi entrare dalla porta.

 

 

Al contrario di Robin, Zoro per Nami era un vero e proprio incubo, tutte le volte che si incontravano succedeva un cataclisma, e non si sapeva neanche il motivo, sin da quando andavano a scuola erano nemici per la pelle, Sanji una volta molti anni fa aveva provato a chiedere ai due il motivo di tale odio ma loro avevano risposto in una maniera talmente assurda che il barista si ripromise di non fare più domande ai due sulla questione

“Zoro, buon giorno!” salutò Robin, e il poliziotto rispose con un grugnito che fece stizzire Sanji

“Un po’ di galanteria, Idiota, sei davanti a una signora”

“Oh, scusami, non lo avevo notato” fece l’altro acido, lasciando Sanji a bocca aperta, per carità conosceva le sue finezze, e qualche volta gli rispondeva a tono ma mai gli aveva rivolto la parola in maniera così acida

“Scusalo Robin, non conosce il bon ton” si rivolse alla donna che si stava alzando per andare da Nami onde evitare scontri demolitori tra i due “Si può sapere cos’hai, non ti ho mai visto così acido?, anche prima non sei stato tanto gentile, con Robin, ti sapevo buzzurro ma fino a questo punto” puntualizzò lui, ma non ricevette risposta allora gli venne un brutto presentimento “Ti hanno licenziato?” chiese con una spaventosa enfasi, Zoro lo guardò male per poi asserire

“Licenziare, me?, e poi a chi darebbero il caso?, a Rufy ma per favore” esclamò ironico, gustandosi l’espressione imbronciata che si dipinse sul volto del barista dopo la sua uscita

“Oh, mi scusi tanto signor, ‘super poliziotto’ se mi sono preoccupato” in realtà Sanji non era preoccupato per Zoro tanto per lui, visto che se l’altro veniva licenziato, lui non avrebbe più potuto sapere le mosse della polizia per prenderlo, ma dopo la risposta acida che aveva avuto si era altamente offeso, e stava per andarsene a servire ai tavoli lasciando Zoro in balia di Usop e le sue bugie, quando il poliziotto si sporse oltre il bancone afferrandolo per il polso

“Dove, vai?, non vorrai lasciarmi, con quello scalmanato!?” chiese impaurito

“Anche fosse!, che ti importa?, o forse non lo vuoi tra i piedi?”

“Preferirei 100 volte Farnki al bugiardo di turno” sputò serio; già Franki un altro scalmanato che non raccontava bugie ne era un fifone, ma se ne andava in giro sempre con gli slip e una camicia awagliana aperta; ora visto il lavoro da bagnino che faceva era normale vederlo conciato così per le spiagge, ma quando lo si vedeva girare in città, si poteva intuire che normale non era, Sainji a quell’affermazione rise tornando davanti a Zoro

“Allora cosa vuoi?”

“Un bel bicchiere di rum!”

“Te lo scordi!”

“Che, ma se mi hai chiesto, l’ordinazione?”

“Si, ma il rum alle 11:00 del mattino te lo levi dalla testa!” proclamò girandosi verso la caffettiera stile bar, cominciando a fare del caffé

“Ma chi sei il mio medico?” sputò acido Zoro appoggiando il meno sul palmo della mano il cui gomito era posto sul bancone, Sanji stette zitto almeno finché non si girò porgendogli la tazza fumante

“No, non sono il tuo medico, ma se mi bevi il rum di primo mattino, la sera che fai ti scolo un intera botte di sckoch ?” chiese ironico chiedendosi poi se non lo facesse davvero, ne sarebbe stato anche capace, sapendo del suo amore per gli alcolici, forse era per quello che non riusciva ad acciuffarlo “Allora mi vuoi dire che cosa c’è che non va?” continuò sapendo già la risposta

“Il mio capo, mi ha dato un altro biglietto di: Mister Prince” tombola, Sanji non aspettava altro, ora si sarebbe divertito.

“Ma davvero, e stavolta che dice? chiese felice come un gatto davanti a un pescie dentro a una boccia di vetro in agguato, con tanto di coda scodinzolante

“Beh, le solite cose: che ruberà una pietra, con l’orario, il giorno e il luogo dove intende arrivare” spiegò indifferente; il barista lo guardò male; ma come lui rimuginava tutte le sere per rendere interessante ogni  suo biglietto e quello stupido marimo gli stroncava la felicità così?, gliela avrebbe fatta pagare, l’indomani sera al furto su questo non ci pioveva, ma per il momento voleva solo sapere come avrebbe agito l’uomo davanti a se

“E come avresti intenzione di agire?”

“Come sempre; preparerò una trappola con pochi agenti in maniera tale che non si possa travestire, scambiando il gioiello con uno falso”

“Che gioiello è?” chiese ostentando curiosità

“Si tratta dell’acqua marina ‘Undin Sing’*, dove si dice che una sirena abbia lasciato la sua voce!,  verrà esposta al ‘Tokyo Dome’ fino a domenica, e visto che quel ladro da quattro soldi ha scritto che Sabato, cioè domani la ruberà io domani mattina sarò a sgobbare a quel cavolo di museo per impedirglielo” si sfogò Zoro esasperato, mentre Sanji se la rideva sotto i baffi pensando alla maniera più divertente per gabbarlo

“Zoro, avrei una domanda!” esclamò all’improvviso ricordandosi di una cosa

“Dimmi!”

“Per caso, sarà presente pure Rufy?”

“Ma ti pare che me lo porto dietro quel deficiente?!” Sanji tirò un sospiro di sollievo, visto che due mesi prima aveva quasi rischiato di essere preso proprio per colpa sua, la sua unica consolazione era quella di essersi divertito durante la ronda nel vedere uno Zoro sconsolato correre dietro a un recalcitrante Rufy che distruggeva tutto quello che aveva intorno, e trattandosi di un museo, si potevano capire i soldi persi “Ma perché me lo chiedi?” chiese, Zoro vedendolo perso nei suoi pensieri

“Così, tanto per sapere” si difese  “Ma tu non dovresti tornare a lavoro ora?” fece lui di rimando accorgendosi di stare andando un po’ oltre con le domande

                               “Mi stai mandando via?”                               

“No, semplicemente non ti voglio più tra i piedi” rispose da finto ingenuo, vedendo il poliziotto uscire di gran carriera.

La sera stessa dopo la chiusura del bar, Sanji stava già rimuginando su come andare vestito all’appuntamento, se così si poteva chiamare, con Zoro: naturalmente il nero era dovuto ma forse qualcosa di appariscente come una collana in metallo era l’ideale; poi le armi si doveva portare dietro dei diversivi, e infine le varie maschere che era diventato bravissimo a fabbricare in quei due anni di ladroneria; e non solo quello, in quel lasso di tempo era riuscito ad esercitarsi tanto in maniera tale da poter riprodurre ogni singola voce; maschile, femminile, o da bambino/a e anche anziani con il solo ausilio delle corde vocali; ormai non contava più le volte che aveva dovuto; più per divertimento che per effettivo bisogno, riprodurre la voce del caro poliziotto, dando ordini agli agenti, nei vari musei, scatenando un casino di massa, visto gli ordini contrastanti dei suoi contro quelli di Zoro; ma comunque ora era il momento di dormire, l’indomani  aveva chiesto il giorno libero a Nami in previsione dei preparativi, e infatti la mattina dopo, era già pronto per fare un sopralluogo, andando da Zoro al museo.  

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*Undin viene da UNDINE che nella tradizione alchemica  incarna l'acqua come spirito elementare Sing invece è cantare, me la sono inventata di sana pianta come anche tutte le pietre che compariranno in futuro; anzi se qualcuno ha qualche idea da propormi sarò lieta di prenderla in consedirazione con i dovuti copiright.

È una storia che mi è venuta in mente mentre leggevo Kaito Kid, che per chi non lo conosce è un fumetto di Gosho Aoyama Famoso autore di  Detective Conan, e subito dopo ho letto per la 100° volta l'ultimo volume uscito in Italia di One Piece e da quì è partita l'idea, all'inizio Sanji sembra comportarsi come Fay (Tsubasa reservoir Chronicle © Clamp) ma vi assicuro che poi cambia; il capo di Zoro è Smoker per ovvie ragioni, conosciute a che ha letto il manga, mentre il capo del Generale Smoker è il nonno di Rufy, Naturalmente appariranno anche Broock, Chopper, Ace e altri ma per ora finisco quì scrivete per dirmi che è una cavolata tanto lo so di mio, oppure per complimenti che non guastano mai ciao ciao ^^ 

Naturalmente One Piece e i personaggi quì citati sono © di Eiichirō Oda

   
 
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