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Autore: minimelania    04/06/2010    3 recensioni
Inghilterra, 1880. Una ragazza bella e intelligente. Un disastro improvviso. Un uomo che sarà la sua salvezza.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Capitolo Primo -
seconda parte


Eileen sorrise di piacere quando vide che la sua camera da letto era ampia, comoda ed arredata con gusto. Un bel fuoco scoppiettava nel camino, uccelli colorati risaltavano sui ricami delle tende e lei era giusto così fradicia di pioggia che sarebbe stata grata per molto, molto meno di quell'accogliente stanza.
- Che meraviglia!
Si abbandonò su una poltrona davanti al fuoco, e cominciò ad armeggiare con le stringhe degli stivali zuppi di fanghiglia. I grandi vetri della finestra accanto a lei erano livemente appannati e davano sul cortile in cui erano arrivati poco prima. Di là le ali del palazzo sembravano ancora più tetre e decadenti nella pioggia che aveva ricominciato a scendere, e facevano uno strano contrasto con quella stanza allegra e ben tenuta.
- Meno male che siamo dentro e non fuori! Sta tornando un temporale coi fiocchi ... fa piacere una stanza da letto così accogliente!
Elizabeth era rimasta sulla porta, a guardarla di sottecchi. Quando vide che l'ambiente le piaceva, sorrise appena e le guance le presero fuoco.
-  Davvero vi piace, signora?
- Certo che sì, Elizabeth, è davvero molto bella. Chi l'ha arredata doveva avere molto gusto. Questi ricami di uccelli, sono magnifici.
In effetti i ricami delle tende sembravano usciti da un libro di fiabe. Su un fitto bosco di canne azzurrine spiccavano pettirossi e nidi, cicogne e piccoli fagiani iridescenti.
A sentire tutti quei complimenti, Elizabeth girò gli occhi da un'altra parte. Eileen la guardò senza capire, poi si accorse che era arrossita  dalla testa ai piedi.
- Non mi dire che le hai ricamate tu! 
L'altra fece una specie di sorriso mentre le orecchie le andavano a fuoco.
- Ma sei bravissima! Non ho mai visto dei ricami così belli ... io non sarei neanche capace di cucire una riga diritta!
Un risolino confuso balenò sulle labbra pallide della cameriera. Mentre l'aiutava a liberarsi dai complicati lacci del busto, Eileen riuscì a scoprire che il ricamo era la grande passione di Elizabeth.
- Di solito ricamo cose mie. Non mi permetto con quelle del padrone … ma questa stanza era così bella, e era un peccato che rimanesse vuota. Ci ho messo tutto l'inverno, per le tende. Ma dovreste vedere che bello quando c'è il sole e la luce filtra dalle finestre!
Eileen fu d'accordo, doveva essere proprio uno spettacolo. Ma ancora di più fu felice perché era riuscita a far parlare Elizabeth. Adesso sembrava essersi un po' riconfortata, e nell'entusiasmo della descrizione si era anche dimenticata di tenere gli occhi fissi al grembiule. L'aiutava  a disfare i bagagli.
- Che bel vestito, signora - momorò quando Eileen tirò fuori dal baule da viaggio un busto di seta rosso cupo allacciato ad una gonna che fasciava la prima metà della vita, scendendo poi sempre più ampia fino a terra. Aveva come una piccola coda, ed era davvero molto bello.
- Questo? L'incubo color melagrana, lo chiamo io! Oh, intendiamoci, è meraviglioso, ma non sai com'è scomodo il busto. Lo porto sempre in viaggio perché è un regalo che papà mi ha comprato non mi ricordo dove. E il tessuto è bellissimo, però mi strizza da tutte le parti.
Elizabeth non la stava più ascoltando. Passava le mani sulla seta come se stesse accarezzando un bambino o stendendo una tovaglia sull'altare. Le sue dita fragili e sottili scivolavano lievi sulla stoffa, e il biancore delle mani faceva uno strano contrasto con il rosso.
- E' una stoffa di grandissimo pregio, credo. Non ho mai visto una seta così lucida.
E in effetti la seta color sangue si accendeva di riflessi bizzarri nella luce tremolante del tramonto.
- Se permettete, voglio dire … forse potrei …
Elizabeth piantò di nuovo gli occhi a terra, forse sorpresa dell'audacia di quello che era stata sul punto di dire.
- Parla pure, Elizabeth, dimmi. E per favore, chiamami Eileen, o Linny, se preferisci. Sarei davvero molto più a mio agio.
La cameriera fece un sorriso incerto.
- Volevo dire, signor… Eileen, forse potrei farci qualcosa, se vi stringe. Basterebbe prendere le misure e dare un'occhiata alle stecche cucite dentro al busto. Forse sono un po' troppo rigide. Se ci fosse bisogno di allargarlo - ma non lo credo, avete un vita così sottile ! -  si potrebbe comprare un'altra stecca, le hanno dal merciaio dietro l'angolo, e vedere se riusciamo a piegare un po'le altre. Ecco, così.
E fece vedere ad Eileen come si poteva fare con le stecche. Eileen sorrise.
- E' un peccato che non possiate metterlo - continuò la cameriera  - questo vestito è semplicemente un sogno!
Eileen stava per rispondere che le sarebbe piaciuto davvero ma non credeva che avrebbero fatto in tempo, visto che doveva ripartire la mattina successiva; ma quando aprì la bocca per farlo, un suono sferragliante giù in cortile la distrasse. Andò a guardare alla finestra, e nel cortile di sotto arrivare vide una carrozza elegante, laccata di nero e bagnata di pioggia. Si fermò proprio davanti all'ingresso.
- Di chi è quella carrozza? - chiese. Ma la risposta la sapeva già.
- E' quella del padrone, il Signor Thompson.
- E' molto bella.
- Sì.
- E quello è il padrone?
Dalla carrozza stava scendendo un uomo.
Eileen provò a sollevarsi sulle punte dei piedi per vedere se riusciva a scorgere qualcosa del loro misterioso ospite. Ma tutto quel che riuscì a vedere prima che il portico lo inghiottisse fu un cappello di foggia moderna, e un mantello coi risvolti di pelliccia.
- E' il signor Thompson, quello? Mio padre me ne ha parlato poco, mi piacerebbe sapere se ...
Ma Elizabeth stava di nuovo rimirando rapita il vestito disteso sul copriletto. Eileen sentì un brivido di freddo e si accorse che in tutto quel trambusto era rimasta solo in sottoveste. E in quello stato si era affacciata alla finestra! 
Si vestì in fretta, da sola, e solo quando si mosse verso la porta Elizabeth sembrò ritornare sulla terra.
- Dove andate, signora? - chiese sbiancando.
- Giù da basso - sorrise Eileen senza capire il motivo di tutto quello spavento improvviso - a presentarmi al signor Thompson, penso.
- Senza farvi annunciare al padrone?
- E' necessario?
Certo, anche Eileen sapeva che una donna doveva farsi annunciare ai suoi ospiti, e non comparire loro davanti all'improvviso. Non stava bene presentarsi da sole. Ma aveva pensato che non ci fosse bisogno di tutta quella formalità davanti a un vecchio amico di suo padre. Evidentemente si sbagliava.
- Il padrone non ama le persone che non  fanno come dice lui. E in questa casa è sempre meglio chiedere se si ha il permesso di fare qualcosa - mormorò Elizabeth.
Eileen la guardò sorpresa. Sembrava vagamente spaventata.
- D'accordo, allora - sospirò - andiamo a cercare Foster. Lui di sicuro mi potrà annunciare come si deve.
Ma non aveva ancora aperto del tutto la porta, che si trovò davanti il vecchio maggiordono.
- Ci facevate la guardia, signor Foster?
Quel che non le piacque neanche un po' fu l'espressione tetra che il vecchio aveva in volto. Non sembrava neanche lo stesso di poco prima.
- Il padrone chiede che abbiate la compiacenza di trattenervi nelle vostre stanze finché lui e vostro padre non avranno teriminato di sbrigare il loro affare. Non appena il signore farà squillare il campanello, sarà mia cura personale condurvi fino alla sala da pranzo.
Come a dire che era intrappolata lì fino a che quei due non avessero finito di fare i loro comodi probabilmente con sigari e biliardo, pensò Eileen. Non credeva molto a questa storia dell'affare urgente. Suo padre le aveva detto che si sarebbero fermati da un amico giusto per passare la notte, non per trattare di commercio. Aveva forse bisogno di qualche ingente partita di vino, il Signor Thompson? Eileen sorrise: probabilmente stavano solo cercando di farsi una partita a carte in santa pace. O magari di fare quattro chiacchiere senza averla tra i piedi, chi lo sa.
Ma allora perché farla guardare a vista nella sua camera da Foster come una prigioniera?
C'erano domande e proteste che a una ragazza beneducata non sarebbero mai dovute uscire di bocca. Eileen le inghiottì tutte una per una, prima che una qualunque di esse potesse farla passare per sfacciata o sciocca. In fin dei conti era solo un'ospite.
- Ma certo, Foster. Avvertitemi quando i signori sono pronti.
Sospirò, fece una riverenza e richiuse la porta alle sue spalle. 
- Dimmi di queste stecche per il corsetto, Elizabeth. - sospirò vagamente sconfortata - Ho l'impressione che ne avremo ancora un po', prima di avere il permesso di scendere.
 
  
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