Nonostante il caos e le macerie, quelle mani, a prima vista così delicate e avvolte da una brillante energia verde, erano l'unica cosa a cui riuscisse a prestare realmente attenzione.
Sentiva o, più che altro, vedeva il flusso del chakra riprendere lentamente vigore, la ferita richiudersi come un fiore vermiglio sbocciato al contrario.
La consapevolezza di non essere riuscito a fare ancora nulla di concreto – a parte localizzare un medico – lo colpì in pieno, trasmettendogli una strana sensazione, qualcosa di simile ad un’irritante coscienza dei propri limiti.
Del resto lui era stato addestrato alla perfezione per fermare cuori. Farli ripartire sconfinava in qualcosa di ben più misterioso dell’apprendimento delle tecniche segrete del suo clan.
Qualcosa a cui poteva avvicinarsi semplicemente come spettatore.
Neppure tu puoi essere il primo in ogni cosa, Neji.
Ripensò alla precisa frase con cui il maestro Gai l’aveva apostrofato in passato, dopo averlo visto a terra – per la prima e ultima volta – in seguito ad uno speciale colpo di tajutsu di Rock Lee.
Le sue labbra si piegarono in una smorfia sottile, un cambiamento appena accennato che probabilmente solo i suoi compagni di squadra avrebbero potuto interpretare correttamente, per rispondere al sorriso di sollievo della kunoichi che aveva appena sottratto sua cugina da morte certa.
Un verde di tipo diverso ma dotato della stessa intensità di quello precedente lo spiazzò all'improvviso, senza che riuscisse a rendersene pienamente conto.
Un secondo, due secondi; al terzo, Neji Hyuuga decise di guardare risolutamente da un’altra parte, tentando di trovare una spiegazione logica che giustificasse quella piccola esitazione.
Che si trattasse di stupore per aver assistito così da vicino alle capacità di un ninja medico? Improbabile, visto che non era di certo la prima volta che assisteva a scene del genere.
Ammirazione nei suoi confronti, sorpresa rispetto al blando ricordo che aveva di lei del periodo in cui tutti loro erano solo dei semplici genin? Possibile.
Sigillò quelle domande inopportune, quei dubbi insensati che non li avrebbero di certo aiutati a uscire vivi dalla battaglia, scandagliando l’intera area alla ricerca dei due contendenti.