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Autore: sonounaspugna    05/06/2010    2 recensioni
Ad Alma.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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O sto impazzendo io,

oppure stiamo crescendo.

 

 

 

Lunedì 10 maggio, 8.42 secondo l’orologio di classe.

Sono in classe e la Rifo spiega.. già, che cosa?

Non credo che sia così importante, non per la mia esistenza almeno. La lascio ciarlare, credo che non ci sia un modo per tapparle quella ciabatta che si ritrova.

Nelle ore di matematica mi sento sempre un vuoto allo stomaco.

Noia.

Ma non è quello che provo adesso.

Una cosa positiva di tutta questa storia è che non mi annoio, mai.

È difficile trovare un momento in cui posso pensare in santa pace a quello e le ore di matematica sono una delle mie poche occasioni.

Non ne posso parlare con nessuno perché in mano non ho niente, sono solo sospetti, i miei. O forse mi immagino tutto. Spesso faccio così.

Ma questa volta è diverso, non c’è posto per la mia irrefrenabile fantasia. Magari la vita fosse come un libro, magico. In un certo senso spero sempre che ci sia qualcosa di sovrannaturale nascosto dietro l’angolo che rivoluzioni la mia vi-

[..]

Scusate, ma la mia adorata professoressa mi ha interrotta. Mi ha posto una domanda che Nicola non ha saputo rispondere.

Neanche io sono stata capace. Non perché non ne fossi in grado, ma perché non sapevo qual’era la domanda! Per forza, sto scrivendo qui..

Adesso, però, ritorniamo e noi.

Diciamo le cose come stanno: Lui è un bel ragazzo, biondo, alto e occhi azzurri (a parte le gambe paurosamente storte da “cavallerizzo”). Un sogno per una ragazza.

Ci tiene alla sua immagine ed essere alla moda: la prima cosa che fa alla mattina è accendere la piastra per i capelli. Nemmeno mia cugina è ossessionata così!

Lui è il tipico belloccio alla vista di tutti, ma se lo conosci ti rendi conto che c’è molto di più. Basta osservarlo.

Ed io ultimamente lo sto facendo spesso, per capire cosa diavolo nasconde!

Non sono interessata a lui, mettiamo bene i puntini sulle I, ma vorrei scoprirlo (non denudarlo!).

Il problema è che tutte le volte in cui lo guardo me lo trovo lì, con la faccia da ebete, che ricambia lo sguardo. Cavoli! Gira quella dannata testa, chiudi quei dannati occhi che devo cercare di capire come sei! Non guardarmi!! Vuoi una foto? (Il suoi occhi sono profondi, strano per degli occhi blu che li avevo sempre considerati superficiali.)

Non è che lui si diverte a passare il suo tempo libero su di me, ma il caso vuole che io alzo il capo quando anche lui lo alza, così che faccio una bella figura di merda! È divertente a volte non distogliere le sguardo, come sfida, ma non posso mica farlo sempre!! Ci manca solo che salta a strane conclusioni!!

Lui non mi piace, assolutamente no!

Non a me.

Alla Francy.

E alla Veronica.

Ma non so se sono le uniche.

Forse è meglio che non lo scrivo il nome, Tara, di fianco a me, cerca di leggere quello che scrivo. (che nervi!)

Meglio non rischiare, ma io so a chi mi riferisco.

Tanto questo foglio non lo darò mai a nessuno, giusto?

Già. Quello che scrivo finirà probabilmente dimenticato come tanti altri, ed è proprio così che deve essere.

Scrivo per liberarmi di questi pensieri che mi frullano in testa cercando in qualche modo (si fa per dire) di dimenticarli. Questo perché non posso di certo condividerli!

Alessandra.. no, meglio di no.

Marika mi prenderebbe per una scema e non sarebbe d’aiuto. -.-

Susanna sarebbe pronta ad ascoltarmi ma è troppo lontana da questa storia.

Francy è troppo vicina, troppo coinvolta.

Alba.

Forse solo questa sarebbe la persona adatta.

Forse sarebbe solo lei la soluzione. Ma no. Non posso farle questo. Non posso spingerla a dirmi cose che non è ancora pronta a confessare.

La mia in fondo è solo curiosità, vorrei solo vederci chiaro, per lei magari è un tormento e non mi sembra proprio il caso di alzare anche una bufera.

Io non centro.

Non devo centrare.

È vero è mia amica.. ma non centro.

Devo restarne fuori e, se davvero voglio capire qualcosa, devo scoprirla da dietro le quinte, restandomene da parte.

Senza farmi vedere e sentire.

Ed è così che farò.

Non posso arrendermi, non ne sono capace.

Scoprirò se tu sei diverso da quello che dai a vedere e se tu provi qualcosa per lui.

Uffa!! Sono tutte parole contorte!!

 

Quattro giorni dopo.. quindi venerdì 14 maggio, alle ore di ieri a quest’ora: 22.14

Oggi Alma mi ha confermato il fatto che alla Veronica non è passata la sua famosa passione per Lui.

C’è sempre di mezzo Lui.

Adesso ci dobbiamo quindi preoccupare che la Francy non lo venga a sapere. Certo la Veronica non è certo d’aiuto è sempre appiccicata a quel tizio e fa di tutto per farsi notare. Ha sempre un protagonismo che mi fa venire i nervi, e se a me urta il sistema nervoso chissà alla Francy, e non solo con tutte le ammiratrici che ha!

Non so perché ho il sospetto che non sia l’unica ad avere un interesse per Lui. (Ecco, detto così si capisce meglio, è inutile continuare strani giri di parole.) Forse perché quando vedo la persona sospetta parlare di “occhi blu” si trasforma. Non radicalmente, è chiaro. È molto brava a mascherarlo.

Nel suo sguardo vedo l’ombra di compiacimento, forse ammirazione o magari lo confondo con semplice curiosità. Ma qualcosa c’è. Qualcosa di diverso.

Indecisione? E chi può dirlo.

Una cosa certa è che da quando ho iniziato a scrivere riesco meglio a leggere le persone, trarre delle piccolezze che prima non percepivo. Riesco anche a vedere il meglio, mettere in risalto i lati positivi. Forse mi fa bene. scrivere.

Spero di riuscire a capirla davvero e se quello che penso è vero non ci trovo assolutamente nulla di male.

È una cosa che succede, d'altronde!

Prima o poi toccherà a me. Tutti cascano nell’amore, prima o dopo.

Credo che però parlare già di “amore” sia una cosa esagerata. È una cosa più grande di noi!

Una parte di me mi continua a dire che mi sto facendo i film, e probabilmente non ha tutti i torti!! Mi sto immaginando tutto, come se non avessi altro di meglio da fare!

 

Lo stesso giorno di prima! Ore: 23.42

Perché tutte le volte che guardo qualcuno, magari anche senza pensarci, si accorge del mio sguardo? Io tutte le volte ci faccio delle figure! E non mi riferisco solo a Lui con la L maiuscola. Tutti. Qualsiasi persona fisso puoi star certo che nel giro di pochi secondi anche lui alza lo sguardo su di me. Mi faccio sempre beccare.

Tolta questa parentesi (umiliante a volte) della mia vita posso parlare di case più importanti.

 

Questo documento di Word è l’unico che rispecchia la mia realtà come è davvero e  non è difficile che continuerò a scrivere a lungo.. è già tanto quello che ho fatto fino ad ora! Trovo inutile trascrivere la mia vita, e poi, detto fra noi, a chi può interessare? Ho i problemi che ha qualsiasi stupida quattordicenne.

Ultimamente sto scrivendo tutto quello che non posso dire a voce, è questo lo scopo di queste pagine.

Credo che da domani o quando avrò qualcosa da dire di importante, magari trascriverò anche dei dialoghi. Così, per rendere un po’ più avventurosa questa mia registrazione di vita.

Non so che altro dire, adesso.

Notte.

 

Domenica 16 maggio. Ore 21.35

Bene, magari provo a raccontarvi la mia giornata (visto che è stata “ricca” ho scelto oggi) e scrivo anche i dialoghi. Mi fa strano riscrivere le cose che ho detto, mi sembrano tanto stupide..

 

Erano le dieci e mezza circa quando mamma e papà sono andati dai nonni. Io non ne avevo voglia e, con la scusa dello studio, sono rimasta a casa. Mi stavo facendo la doccia quando suonò il campanello. –no, proprio adesso?- feci finta di nulla, mamma non vuole che apro la porta agli estranei se loro non ci sono.

Poi suonò di nuovo.

Ancora.

E ancora.

Spazientita spensi il getto d’acqua, mi infilai l’accappatoio e raggiunsi lo spioncino della porta d’ingresso.

Mio cugino. Che diamine ci faceva lì?

Spalancai la porta e con fare scocciato gli dissi: “come mai da queste parti?”

“anch’io sono molto contento di vederti!” mi sibilò contro sarcastico.

“ciao” replicai modo lagna.

“mi spiace, non sapevo stessi facendo la doccia” si scusò. Sincero.

“Non fa nulla, aspetta solo che mi metto qualcosa” girai i tacchi e mi chiusi in camera mia. Perché mai era venuto a farmi visita? Io e lui andavamo d’accordo, discretamente almeno. Passavamo insieme gran parte delle vacanze estive ed era una vera palla. Trascorrevamo interi pomeriggi a rincorrere sua sorella da un negozio all’altro carichi di sacchetti, tutti sudati (Odio lo shopping.) oppure stavamo sdraiati per ore in giardino, a casa di mia nonna. I ricordi che avevo con lui non erano dei migliori.. battibeccavamo, chiacchieravamo, ci mettevamo nei guai, troppi guai, o mi aiutava a studiare. Alla fine ci volevamo bene ma il perché di quella apparizione non riuscivo a spiegarmelo.

Bussò alla porta.

“apri quella porta e sei finito!” gli ringhiai.

“Calmati!” urlò in difesa. “volevo solo sapere dov’è il telecomando.. non lo trovo..”

“bho! Sarà imboscato tra i cuscini.. non puoi vivere almeno trenta secondi senza tv?” la risposta non arrivò. Probabilmente se n’era andato. Patetica avrà detto, spesso mi considera così.

Vestita, anche se con i capelli gocciolanti lo raggiunsi in sala e lo trovai con lo sguardo perso nel vuoto.

“che pensi di così importante?”

“ho scoperto un nuovo modo per trovare la radice quadrata senza le tavole. È banale. Basta analizzare il numero preso in considerazione e-“

“dacci un taglio” lo fermai. “Sei un genio, ok? Ma per favore non parlare di scuola.”

“questa non è scuola” affermò. “non sei curiosa di saper-“

“io sono curiosa” e pensai a tutta la faccenda che avevo in testa e a quello che avevo scritto. “fin troppo. Ma non in questo campo.”

Annui. “hai qualcosa da fare, adesso?”

“niente di emozionante. Valentina mi ha chiamato e mi ha detto che andavano in oratorio, ma io non ne ho voglia.”

“perché non passi mai il tempo con loro?”

“per la stessa ragione per cui vado a scuola a Milano. Non sono simpatici questi qua!”

“se lo dici tu..”

“perché sei venuto qui?” chiesi.

“Ale usciva con Emilio, papà è al lavoro e io sarei dovuto andare dalla nonna con mamma, poi ho incontrato i tuoi e mi hanno detto che eri a casa a studiare. Così ti ho raggiunto, non avevo voglia di passare un’intera giornata a parlare di malattie.”

“siamo in due” sospirai. “come sei arrivato qui?”

“motorino.”

“ah, già. Me n’ero dimenticata. Nonna ancora non sa niente?”

“è inutile preoccuparla.”

“basta che non ti fai scoprire.. già me la ci vedo in preda a un collasso!” risi. Nonna è sempre stata molto protettiva.

“nah, non giro mai a Villa in motorino..”

“allora? Perché sei venuto da me?” gli domandai di nuovo. Qualcosa doveva essere successo..

“te l’ho già detto: Ale è con il suo tipo, Mamma è d-“

“cosa vuoi?” lo interruppi.

“cosa ti fa pensare che io abbia bisogno di te?”

“al fatto che da casa tua sei venuto fino a qui. In macchina ci vogliono quarantacinque minuti, chissà con quella scurengina che ti ritrovi!”

“troppo sveglia per i miei gusti. Sei irritante sai?”

“ne sono orgogliosa” sorrisi beffarda.

“mi devi spiegare come funziona con le ragazze.” Disse dopo un attimo di silenzio.

“oh.” Fu l’unica cosa che riuscii a dire.

“allora?”

“mmm..  dunque.. direi che sono come tutte le altre persone.” Conclusi semplicemente. “sei mai stato insieme ad una ragazza?” non avevo mai parlato in particolare con lui questioni amorose.

“si e no..” lo guardai interrogativa. “una volta sono stata insieme ad una, ma non ci parlavo neanche.”

Risi. “non credo di essere così comico..” sbottò.

“no è solo che.. lascia perdere..” ripensai alle uscite che la mia “ex amica” mi costringeva a fare. Io ero il terzo incomodo, a volte il quarto, perché anche tutti i ragazzi con cui era stata si portavano dietro degli amici. Che cosa ridicola.

“te? Con i ragazzi?”

“mai stata.”

“Mai?” chiese stupito.

“Mai” risposi semplicemente. “perché così sorpreso? Non sono certo il tipo di ragazza a cui tutti corrono dietro! Guardami!”

“probabilmente non ti guardano perché non ti trucchi.. anche solo un po’ di matita sugli occhi colpisce molto.”

“e a me non interessa. Se qualcuno imparerà ad aprire gli occhi si accorgerà di me anche senza che io mi mascheri!”

“concordo.” Sospirò.

“spara, su. Non posso mica cavarti le parole di bocca.”

“non so come ci si comporta con voi.”

“comportati come sempre. semplice, no?”

“per nulla.”

“perché non chiedi aiuto ad Ale? Lei è più grande, ha più esperienza.”

“no.”

“perché?”

“la persona che mi piace è più simile a te che a una come mia sorella. Odia la moda, legge ed è sempre distante, come se fosse su un altro mondo.”

“e qual è il problema?”

“sono il contrario di lei, non centriamo niente.”

“e forse è per questo che dovete stare insieme. E poi anche tu sei sempre in un mondo tutto tuo. Pensi, pensi.. rilassati!”

Sospirò.

“meglio se ci diamo un taglio.” Dissi.

“assolutamente!” disse soddisfatto, molto più a suo agio.

“se ne vuoi discutere ancora.. dopo. Un po’ alla volta!”

Non mi piaceva parlare con mio cugino, quello con cui avevo fatto il bagnetto, dormito nello stesso letto e ballato sotto la pioggia, di cose così grandi, più grandi di noi. Io non ne sapevo nulla, non ero capace in questo campo.

Aiutarlo mi era impossibile, ma forse ci avrei provato. Non subito, non in quel momento.

“usciamo?”

Feci spallucce.

“e dai!”

“va bene, ma dove?”

“cinema?”

“è mattina, Albi!”

“Giusto.. ho visto un posto, vicino a casa mia.”

“Non ci sono mezzi che ci portano fino a Legnago.”

“Te lo devo sempre ricordare? Ho il motorino.” Sbarrai gli occhi.

“che?” mi sorrise. “no. No. No.” Avevo paura di andare sul motorino, e poi con lui. È sempre stato un incosciente, intelligente a scuola, ma fuori.. era caduto almeno tre volte da quando aveva comprato con motociclo! Non che non volessi provare ad andare in moto..

“andremo piano, non fare la lagna!! Alza il culo e andiamo.”

“fine come sempre il signorino, e non c’è il casco.” Puntualizzai.

“non avevo previsto che saremmo usciti. Scusa!”

“appunto, perché dobbiamo uscire?”

“niente motorino ma un giro me lo fai fare? Almeno mi sgranchisco un po’!”

Mi convinse a fare due passi con lui, tanto non avevo niente di meglio da fare.. forse la tesina, ma.. no.

“davvero non ti piace nessuno?” ma è così difficile da capire il fatto che non mi sono mai innamorata? Non mi sembra così incomprensibile!

“si.” Annuii semplicemente.

 

Poi, capii finalmente il perché era venuto proprio da me. Sapeva che non avrei raccontato nulla a nessuno di tutto quello che mi chiedeva, perché io ero fatta così. Sulle cose stupide adoravo “spettegolare” ma se una cosa era davvero importante me la tenevo per me, sempre. E lui lo sapeva. Come io conosco lui, lui conosce me.

“senti, posso raccontarti una storia?”

“fantastica?” mi chiese preoccupato di dover ascoltare uno dei miei monologhi su tutti i libri o sulle storie che leggevo. Anche a lui piace leggere.

Appunto, leggere, non ascoltare.

“no, è una storia vera.”

Annuì e gli raccontai tutto, tutte quelle cose che non potevo dire a nessuno. Lui si era confessato con me? E ora ero io a chiedergli cosa fare, anche se il mio problema era diverso dal suo.

“sei sicura che a.. come hai detto che si chiama?”

“alma.”

“che Alba sia interessata a quel tipo?”

“non 100% ma ci sono ottime probabilità..”

“allora non chiederle niente, se credi che sia vero.”

Non mi era stato d’aiuto, ma almeno avevo detto ad alta voce tutto quello che sospettavo. Mi sentii più leggera.

Alla sera tutta la mia famiglia si riunì, mamma, papà, nonni, zii e cugini.

Nessuno saprà mai che sono andata sul motorino con mio cugino (non mi piace assolutamente parlarne! Quindi è come se non l’avessi scritto) e di quello di cui abbiamo parlato.

 

Oggi è oggi

 

Tutto è a posto, normale.

È mercoledì e ho letto uno dei racconti di Alba, è uno nuovo.

Parla dell’indecisione di una ragazza che non sa se è innamorata di un tipo.

Dietro a questa immagine credo che ci sia lei, ma il silenzio è la cosa migliore.

 

Oggi è oggi, ma non ieri!

Qualche giorno che non scrivo.. ma sarei ripetitiva e basta!

Sono partita per il mare, due giorni soltanto perché poi mamma lavora, ma non è questa la cosa eccezionale della giornata!

Avevo ragione, anche se non mi sembra più una cosa tanto straordinaria il fatto che pensavo la cosa giusta!

Comunque sono felice che me lo abbia detto, lei si fida davvero di me, e non posso deluderla.

Alba è “interessata” in qualche modo a lui. Si.

 

Lunedì 31 maggio

Oggi ho accompagnato mia nonna all’ospedale..

“vado al bar, aspetta tu qui la nonna, io rimango fuori. D’accordo?” mio papà.

Io annuii in risposta, concentrata sul mio libro. Rimasi sola, ma solo dopo due secondi qualcuno mi si sedette accanto, appiccicato. Quanto odio le persone che ti si siedono di fianco, la sala d’aspetto è grande, cavoli!

mmm.. però! Che buon profumo!

Dolce, ma non nauseante.. ricordava le albicocche, quando a casa dei nonni di mio cugino le andavo a raccogliere. Buono!!

Era lui, il tipo che si era seduto vicino a me. Feci un respiro profondo per respirare quell’odore maggiormente.

Sarebbe stato scortese chiedere quale Bagno schiuma usava? Decisamente..

“leggi?” disse una voce.

Ce l’aveva con me? Nah, impossibile. O forse..

Alzai lo sguardo e mi trovai davanti il viso del ragazzo dal “buon profumo”. Sì, ce l’aveva con me.

“si” gli risposi poco convinta, ho sempre trovato strana la gente che cerca di socializzare anche con il primo che passa. Lui era alto, per quando potevo vedere, visto che era seduto, biondo e riccio, con un taglio corto ai lati. Avrà avuto diciassette anni al massimo e mi guardava come se stesse analizzandomi.

Ma che vuole questo? Tornai con lo sguardo sulle pagine.

“cos’è?” insistette.

“un.. libro?” dissi.

“il  titolo.” Specificò senza fare una piega.

“Wings”

 “oh. Sai cosa vuol dire?”

“no” breve.

“dovresti cercarlo.”

“perché tu lo sai?”

“si.”

“e.. cosa vuol dire?”

“devi cercarlo tu.” Che tipo strano. Forse aveva qualche problema, problemi di cromosomi.

Non gli risposi e chinai nuovamente il capo, al di la di tutto sono molto timida, troppo timida. È una delle cose che cambierei di me.

“quanti anni hai?” Ancora!!

Chiusi il libro sbattendolo e lo fissai.

“quattordici.”

“oh. Fai la terza media o la prima superiore?”

“la terza media.” Sospirai. Ma i cavoli suoi? Solo che sinceramente non avevo il coraggio di mandarlo a quel paese. piuttosto mi sarei inventata le risposte.

“io ho sedici anni.” E a me?

Mi sforzai di sorridere. “wow”

“tutti mi dicono che sembro più grande..”

Sei davvero la persona più interessante che io abbia mai incontrato pensai sarcastica.

“mmm..” mi limitai a dire.

“sono Daniel”

“piacere.”

“te..”

“Marzia.”

“anche mia cugina si chiama Marzia.”

“che coincidenza!” cercai di sorridere, ma l’unica cosa che risultò fu una smorfia.

“che problema hai?” oddio si era accorto che non lo apprezzavo molto. A parte il suo profumo!

“io.. cosa?”

“perché sei qui?”

“oh. No, non sono qui per me.”

“beata te, odio fare le infiltrazioni, io le devo fare alla caviglia. Mi sono fatto male in bici.. sono caduto e sono andato a sbattere contro un muricciolo.”

Vi prego liberatemi da questooooo!!

“Marzi!” mio papà si era affacciato alla porta. “Nonna si deve fermare ancora un’oretta, vieni nella sala d’aspetto in fondo al corridoio, lì ci sono le finestre almeno!”

“arrivo.” Dissi con entusiasmo.

“vado” mi congedai.

“va bene” come se dovessi aspettare il suo permesso! “ci si vede!”

Se.. tua madre!! So che non centrava nulla, ma l’ho pensato proprio perché non centrava nulla!!

Raggiunsi papà.

“chi era?” chiese curioso.

“bho! Mi si è seduto di fianco e non si schiodava più!”

 

Arrivammo nell’altra sala d’aspetto, molto più luminosa effettivamente.

Mangiucchiai i TUC che mi aveva comprato nonna e poi mi rituffai nella lettura.

“mi ha fatto male, ma non così tanto infondo.” Ancora lui. Lo riconobbi dal profumo.

NO!

Si era posizionati accanto a me, tanto per cambiare.

Ero schiacciata tra lui e mio papà.

Ragazzi fa caldo!  

“leggerò qualcosa anche io, così non ti disturbo” te ne sei accorto, finalmente!

Nel frattempo fece irruzione un tipo basso, capelli brizzolati e ricci. Era grassoccio, sulla cinquantina circa.

Rideva come un pazzo e si grattava, non proprio grattava, il naso con le dita. Davvero spettacolare.

Guardai mio papà alla mia sinistra e, dopo un gesto di intesa, scoppiammo a ridere nel vedere quell’uomo.

“eccomi!” la nonna ancora un po’ dolorante. “mi accompagni tu?” mi chiese indicandomi.

“ovvio!” dissi tra le risate che aveva scatenato quel tizio.

“papà, finalmente.. pensavo che ti fossi perso nel parcheggio.” O mio Dio! Era stato lui, il chiacchierone a parlare. Lui era suo figlio e noi.. mi bloccai.

Che figura di merda! Poi feci spallucce, mi voltai verso il ragazzo e gli urlai un saluto che lui ricambiò. Forse non aveva sentito niente.

 

 

Non scriverò più qui.

Mai.

Non c’è ne bisogno, e non esiste più motivo.

La vita va vissuta, non scritta.

Però queste pagine mi sono state d’aiuto.

Grazie.

Perchè ti fidi di me.

   
 
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