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Autore: HarrynHermione    04/09/2005    21 recensioni
Hermione non si sente per nulla bene...qualcuno riuscirà a convincerla a smettere di studiare?E chi si prenderà cura di lei...?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non si sentiva per niente bene

Decisamente una PWP (traduzione: plot? what plot?) nel senso che non esiste una trama...solo pura e semplice tenerezza della peggior specie firmata come sempre Harry+Hermione...Premetto: non ho nulla contro la povera Hermione, solo che ero davvero DEPRESSA l’altra sera, e allora ho sfogato tutta la mia sofferenza su di lei....tanto lei ha Harry per sentirsi meglio...LO VOGLIO ANCH’IOOOOOO!!!! Uhm uhm...*si ricompone*...buona lettura! Recensite che ne ho tanto, tanto bisogno...=)

Ancora un appunto: NO SPOILER. Ho scritto questa ff senza ALCUN RIFERIMENTO al sesto libro, nè a quello che è successo...ovviamente l’ho letto, e so cosa succede, ma per ora voglio evitare qualsiasi spoiler per chi non l’avesse fatto! Farò lo stesso per le altre due ff che avevo già iniziato prima di HBP.

Ovviamente se ne scriverò altre che si riferiranno agli avvenimenti del 6°, avvertirò con ‘pericolo spoiler’ !

 

 

*JUST HARRY*

 

 

Non si sentiva per nulla bene.

Proprio per nulla.

Sentiva la testa scoppiare, sentiva un caldo insopportabile che all’improvviso diventava un brivido fastidioso.

Sbattè gli occhi qualche volta, ma così facendo una vertigine la colse e fu costretta a prendersi la testa tra le mani, appoggiando i gomiti al tavolo. Quando riaprì lentamente gli occhi, la vista era annebbiata. Le parole del libro di Pozioni si sovrapponevano le une alle altre, vorticavano davanti ai suoi occhi...ehi...guarda che carine...ora sembrano un bell’elfo domestico...

‘Hermione, hai le allucinazioni...le parole dei libri NON si muovono nè prendono le sembianze di Dobby...accidenti! Basta basta basta! DEVO concentrarmi, domani c’è il test!’

Provò di nuovo a leggere qualche frase, ma una fitta alle tempie l’avvertì che non era una buona idea.

‘Ahi...devo essermi presa una bella influenza...nonono FORZA! Non posso smettere di studiare ora! Ho ripassato tutto solamente DUE volte! E’ la terza e devo arrivare ad ogni costo alla fi..fin..e..eeee...etciùùùù!’

Starnutì sonoramente e fece cadere la testa sull’enorme libro.

La biblioteca, ovviamente, era deserta.

‘Certo, nessuno si preoccupa di studiare la sera prima di un test...per fortuna Madama Pince mi ha dato questo permesso speciale per restare in biblioteca dopo cena...in Sala Comune non avrei potuto concentrarmi di sicur..ee....eeeeee...etciù!’

Tirò fuori dalla borsa un fazzoletto e soffiò il naso. La testa le pulsava, sentiva dolori ad ogni singolo muscolo. Cercò ancora una volta di guardare verso il libro, con la testa tra le mani...

‘Non ce la faccio più...non riesco a concentrarmi, maledizione! Perchè! Perchè proprio a me?! La testa mi scoppia...non ho più forze...magari...magari posso dormire qui...non riuscirò mai  a trascinarmi fino in dormitorio...non ne ho la forza...ecco, ora mi appoggio qui...sul libro...faccio solo un pisolino...così mi sentirò meglio.., potrò continuare a studiare più tardi..sì..più..tardi...MA COSA DIAVOLO STO FACENDO?!?’

Tentò malamente di rimettersi dritta, si diede due schiaffetti sulle guance e strinse gli occhi più che potè per mettere a fuoco le lettere...gli occhi le bruciavano da morire.

‘NON POSSO DORMIRE ORA! Non se ne parla! Io devo studiare, chissà cosa penserebbero gli altri se mi vedessero qui a dormire su un libro...già mi pare di vedere la faccia di Ron...mi prenderebbe in giro per mesi...se almeno fossero qui, lui e Harry...magari potrebbero tenermi sveglia con le loro continue chiacchiere o lamentele...o magari potrebbero obbligarmi ad andare a letto...Harry lo farebbe di sicuro, lui si preoccupa sempre per me..Harry...sì sarebbe di sicuro dolce e premuroso come sempre...QUESTO NON E’ IL MOMENTO DI PENSARE AD HARRY!’

Rimase paralizzata, gli occhi spalancati, accorgendosi di aver detto le ultime parole ad alta voce, ma soprattutto accorgendosi che la persona a cui erano dirette era proprio lì, davanti a lei, e la fissava con una strana espressione, tra il curioso e il divertito.

“Oh...Harry...ciao...uh..hum..sì, dicevo...mi chiedevo..insomma..se avevi già studiato tutto per il test...perchè sai..hai sempre avuto dei problemi in Pozioni...e così pensavo... eeee ...etciù!...coff..coff...dicevo...che NON DOVEVO DISCONCENTRARMI...ecco.. sì..insomma...che m’importava di te..n-no, non nel senso che non m’importa di te, nel senso che ORA non dovevo stare a pensare a te...ma a studiare..io, intendo...ohhhhhh al diavolo!”

E con un sonoro ‘tonf’ fece crollare la testa sul libro, la faccia contro le pagine.

Harry era rimasto in piedi, immobile e un po’confuso. Si avvicinò al tavolo senza togliere gli occhi dall’amica e le si sedette accanto:

“Ti fa male studiare, lo sai? Ho visto che non eri ancora tornata, sei sparita subito dopo cena...volevo vedere se avevi bisogno di qualcosa...ehm...Hermione..? Ti senti bene?”

Hermione senza sollevare la testa mosse una mano sperando di rassicurarlo e poi bofonchiò in modo incomprensibile: “Mmppf..defo...sftudiare...fsfto bfene...”

“Hermione, se magari tu alzassi la testa riuscirei a capire quello che hai detto...non mi sembri molto...in te...”

Hermione tirò su la testa stancamente, ora aveva il volto ancora più rosso, gli occhi lucidi.

“...Harry...devo studiare...capisci? S-t-u-d-i-a-r-e! Quindi, sì, sto bene...- Harry sollevò un sopracciglio con un’espressione non convinta- e ANCHE SE io non stessi proprio benissimo, anche in questo caso non m’importa, posso benissimo farcela, e comunque –respirò e chiuse gli occhi resistendo alla fitta di mal di testa-...dicevo, comunque STO BENE...e ora se non ti dispiace dovrei continuare..grazie per la visita, ma non ti devi preoccupare...susu, torna pure con gli altri...Ha...Harry...? Ma che...!”

Harry si era alzato con un movimento fulmineo e le si era avvicinato, molto avvicinato, le aveva scostato alcuni capelli dal volto e...e le aveva appoggiato il mento sulla fronte, per sentire se era calda.

‘Tu-tum..tu-tum...oddio cosa sta facendo...non così vicino...oh, santo cielo...non riesco a muovermi...ora mi scoppia il cuore...ma perchè diavolo mi fa quest’effetto...è Harry...SOLO Harry...Ok, Hermione...con calma...è solo Harry...e si sta solo preoccupando per me...’

Quando Harry si staccò da lei, Hermione rimase qualche secondo con gli occhi chiusi, quasi a voler custodire quella sensazione, il volto di Harry così vicino al suo, il calore che emanava...

‘Caldo...ho davvero troppo caldo...’

“Hermione?”

Si ridestò dai suoi pensieri, riaprendo gli occhi a fatica, le palpebre pesanti come macigni. Lo guardò timorosa, sapeva quello che l’aspettava. Lo sguardo di Harry era tra il preoccupato e il contrariato. Tentò di parlare: “Harry, so quello che...” ma Harry non la lasciò finire.

“...Santo cielo Hermione, scotti! Cosa credi di fare qui, a quest’ora, con la febbre alta e un libro di Pozioni? Tu devi essere totalmente impazzita, a cosa ti serve studiare se rischi di finire dritta filata in infermeria?” e così dicendo, iniziò a raccogliere i suoi appunti e a sistemarli.

Hermione iniziò “Harry...” ma lui la fulminò con lo sguardo: “Ora vai immediatamente a dormire, io andrò a chiedere a Madama Chips qualcosa per far scendere la febbre, sperando che funzioni, e che tu riesca ad addormentarti- vide Hermione che si mordeva nervosamente il labbro inferiore, la testa appoggiata ad una mano e lo sguardo non convinto- ...Hermione mi stai ascoltando?” si avvicinò a lei per toglierle il libro da davanti, ma lei prontamente lo afferrò “Harry per favore! Togliti pure di dosso il tuo atteggiamento da eroe e lasciami decidere cosa fare della mia salute! Non sto così tanto male! –accorgendosi dell’espressione preoccupata di Harry, aggiunse con più calma- Te lo prometto, rimarrò soltanto qualche altro minuto. Lo so che ti preoccupi per me, ma davvero, quando non ce la farò più smetterò e verrò a dormire...ahi!” Si portò una mano alla tempia, un’altra fitta di mal di testa.

“Accidenti!” mormorò, gli occhi lucidi.

Harry la guardò scuotendo la testa in segno di disapprovazione, prese il libro di Pozioni e lo mise con gli altri appunti

“Forza, prendo io la tua borsa, andiamo di sopra”

Hermione lo guardò, ormai rassegnata.

‘Forse Harry ha ragione...il mal di testa è insopportabile...ora è meglio smettere...vuole occuparsi di me a tutti i costi...? D’accordo, mi arrendo...andiamo...oh...gira tutto...ohhhh’

Cercò di alzarsi dalla sedia, ma una vertigine la fece sbilanciare e sarebbe crollata di sicuro a terra se due braccia forti non l’avessero afferrata in tempo. Thud. Atterrò contro il petto di Harry, mentre lui la sorreggeva dalla vita e inarcando leggermente il corpo all’indietro per restare in equilibrio. Harry restò un attimo immobile, quasi paralizzato dalla nuova sensazione, il piccolo corpo di Hermione tra le sue braccia, così caldo e fragile, così debole. Era bello sentirla totalmente abbandonata a lui, era bello proteggerla...

Hermione restò ferma, quasi senza forze, stretta a lui, il viso nascosto nell’incavo della sua clavicola. Si sentiva bene, in quella posizione, cullata dal battito del suo cuore. Non voleva muoversi, non voleva perdere il contatto.

‘E’ così bello qui...vorrei rimanere così per sempre...è come se tutto fosse al posto giusto...come se tutto andasse bene...mi sembra quasi di sentirmi meglio...se Harry mi tiene accanto a sè...Harry...EH? HARRY?!? Oh mioddio..cosa mi prende..SOLO Harry...è SOLO Harry...concentrati, Hermione, è solo Harry...’

Sollevò un po’ la testa e balbettò “S-scusami...io...era solo una vertigine..ora riuscirò a...” Cercò di staccarsi da lui, ma vacillò pericolosamente. Harry la guardò con occhio critico, e lasciando cadere a terra la borsa la resse per le spalle, poi senza pensarci due volte e con un movimento fulmineo la sollevò da terra e la prese in braccio. “Andiamo”.

Hermione non riuscì ad opporre resistenza, quindi gli mise le braccia attorno alle spalle e appoggiò la testa, il suo respiro caldo e un po’ ansimante che gli sfiorava la pelle del collo, provocandogli brividi che gli correvano lungo tutta la schiena.

Harry fece qualche movimento di assestamento e poi si mosse verso l’uscita della biblioteca.

Harry a quel punto parlò, ma nella sua voce non c’era più un tono di rimprovero, invece sembrava sollevato e dolce.

“Dimmi, cosa avresti fatto se non fossi arrivato? Ti avremmo trovata lì domani mattina, agonizzante? Beh, senza dubbio saresti stata felice, tutta la notte in biblioteca, a soffrire circondata dai tuoi libri, sempre pronti a tenerti compagnia...”

Spiò la reazione di Hermione, e vide che sorrideva leggermente, il volto ancora più rosso di quanto già era.

La ragazza si strinse ancora di più a lui. No, non stava per nulla bene. Il corpo era totalmente indolenzito, e tremava per i brividi. Sentiva gli occhi lucidi che bruciavano.

Harry parve accorgersi di quello che provava, perchè affrettò il passo lungo il corridoio, dirigendosi verso le scale dell’entrata.

‘Non sento più nulla...è come se fluttuassi lontana dal mio corpo...mi sento inebriata di mille sensazioni...mi sento...in pace...ora voglio solo dormire...protetta...da lui...’

“...Scusami...” disse Hermione in un soffio, la voce sottile e sussurrata.

“Non volevo farti preoccupare...io non mi ammalo mai...volevo solo studiare...”

Harry percepì chiaramente qualcosa di umido sul suo collo. Erano lacrime. Avrebbe voluto fermarsi, capire perchè stava piangendo, ma ora era importante arrivare in Sala Comune. Hermione continuò, la voce leggermente rotta:

 “...Io non posso fallire...devo sempre essere pronta, capisci...? Devo...devo studiare di più degli altri....coff...coff...così potrò sempre aiutarti...-sobbalzò a causa di un singhiozzo-...sempre aiutarti...”.

Sollevò la testa pigramente, fino a raggiungere la sua guancia, e vi lasciò un piccolo bacio. Poi sorrise tra sè e tornò a stringersi a lui. Non notò Harry arrossire e perdere per un attimo l’orientamento.

“Lo sai Harry...hai un buon profumo...te l’ho mai detto...? Profumi di buono...” disse con aria trasognata.

Harry pensò che forse stava parlando nel sonno.

“Ci siamo quasi Hermione, tra poco sarai a letto e prenderai la medicina...”

“Non voglio nessuna...medicina...mi sembra di sentirmi meglio...e poi...ci sei tu...sono così stanca...”

Erano quasi arrivati al ritratto. Quando Harry ci si trovò davanti, pronunciò la parola d’ordine e dopo alcuni incastri e movimenti, riuscì a passare dalla stretta fessura con lei ancora in braccio.

“Hermione, temo di non poterti aiutare ad arrivare fino nella tua stanza...lo sai, è vietato...credi di riuscire a camminare?”

La sentì mugolare qualcosa in segno di protesta, poi parlò:

“Non..non voglio andare in stanza...voglio restare qui...non lasciarmi da sola...resta qui...eeee...”

“No...Hermione...no...-eeetciù!-...fantastico”

“Sniff...sniff...Scusami...”

Harry la portò fino al divano e la stese sopra con grandissima delicatezza. Hermione rimase a guardarlo dolcemente, accucciandosi sul cuscino.

“Grazie...”

Harry le scostò alcune ciocche di capelli dal viso e si inginocchiò accanto a lei.

Hermione non riusciva a smettere di fissarlo, con gli occhi lucidi e un po’ persi. La testa le fluttuava, come fosse staccata dal corpo, e si sentiva così debole, così abbandonata a lui...la mano di Harry indugiò sulla sua fronte, e lo vide corrugare le sopracciglia.

Era preoccupato per lei.

‘E’ così bello...è come se lo scoprissi per la prima volta...i suoi occhi sembrano più verdi e più intensi qui, solo alla luce del fuoco...come ho fatto a non notarlo prima...e quell’espressione un po’ triste, un po’ dispiaciuta, un po’ contrariata lo rende così...incantevole...forse non so neanche quello che penso...è come se la realtà fosse ovattata...mi sento quasi ebbra...non riesco a ragionare...è come se sentissi di potergli dire qualsiasi cosa, una strana forza che mi sale dallo stomaco e mi infonde nel corpo questo desiderio di abbracciarlo...averlo vicino...più vicino...’

“Ti stai prendendo cura di me” disse Hermione, abbozzando un sorriso.

Harry sorrise a sua volta, in visibile imbarazzo.

“Certo che mi prendo cura di te...a quanto pare non sei in grado di farlo per te stessa...” e sorrise ironicamente.

Hermione gli diede scherzosamente un colpetto sul braccio, fingendo di essere offesa.

“Harry James Potter, ti ricordo che fosse stato per me sarei potuta tranquillamente restare in biblioteca, ma sono stata costretta da te con la forza a venire fin qui....” –si portò una mano alla testa che aveva iniziato a girarle-

“...e a rischiare di cadere svenuta a terra per il mal di testa e le vertigini, giusto?” finì Harry, sempre più sarcastico, con una luce di sfida e presa in giro negli occhi.

“Tsk!” replicò Hermione mettendo su il broncio.

“Beh allora, mio salvatore, puoi lasciarmi qui e tornare alle tue occupazioni, e non dimenticare di portare con te il tuo insopportabile sarcasmo...”

Harry scoppiò a ridere e anche Hermione non riuscì a trattenersi per molto, benchè la sua debole risata si trasformò in uno starnuto misto a un attacco di tosse.

Harry si alzò.

“Vado a prenderti un bicchiere d’acqua e cerco di recuperarti qualcosa per la febbre in infermeria...non muoverti di lì!”

“Sì, mamma...” rispose Hermione annoiata alzando gli occhi al cielo, ma non potè fare a meno di ridacchiare non appena Harry fu fuori dal suo campo visivo.

‘E’ davvero così dolce...non ho potuto studiare quanto volevo, ma devo ammettere che non è male essere accudita da lui...oh...per la barba di Merlino, a cosa sto pensando...ecco, dev’essere la febbre...sto delirando...ovvio...ONESTAMENTE, per quale motivo dovrei desiderare a tal punto la compagnia di Harry...lui è il solito Harry...sì, sono sicuramente nel delirio più estremo...non connetto più...domani andrà tutto bene...sarà tutto passato ... è... è...eeeeeeeetciuuuuuuuuu ..sniff,sniff...è solo Harry...so ...lo...Harr..y...yyy...zzzz....’

Immersa nei suoi pensieri, si addormentò, con un sorriso sulle labbra.

Qualche minuto più tardi Harry tornò, con in mano un bicchiere d’acqua e una boccettina di vetro verde che Madama Chips gli aveva consegnato.

Si avvicinò al divano e si accorse che la sua amica si era addormentata. Anche se Hermione aveva il respiro leggermente affannato e le guance molto rosse per via delle febbre, Harry rimase a fissarla immobile come fosse un capolavoro che ammirava per la prima volta. Sembrava così fragile e piccola, rannicchiata sul grosso divano color porpora. I lunghi capelli mossi erano sparsi tutt’attorno, alcuni le incorniciavano il bellissimo volto ricadendo in boccoli morbidi sulla fronte e sulla guancia. Il fuoco del camino creava strani giochi di luce donando alla sua capigliatura riflessi ambrati e d’oro. In quella calda atmosfera le ombre create dalle fiamme danzavano sul suo viso e sul suo corpo, mettendo in risalto i tratti dei suoi zigomi, il piccolo naso, le labbra rosa che mai ad Harry erano parse tanto morbide ed invitanti...e poi la sua figura magra e snella, la camicia della divisa un po’ stropicciata, con le maniche arrotolate fino ai gomiti, i primi bottoni del colletto slacciati e la cravatta allentata e morbida che le ricadeva sul petto, la gonna grigia e le sue lunghe gambe piegate...Harry deglutì, avrebbe potuto restare a guardarla per ore, ma allo stesso tempo era terrorizzato dai suoi stessi pensieri. Forse era perchè non si era mai trovato in una situazione del genere...non l’aveva mai vista dormire lì sul divano...e poi sicuramente il fatto che fosse malata gli faceva sentire dentro il bisogno di stare con lei, aiutarla, occuparsi di lei...certo, era per forza così...Hermione era sua amica, e aveva la febbre, era debole...solo per questo provava un moto di tenerezza incredibile nei suoi confronti...solo per questo...forse...

Scosse la testa con decisione e si avvicinò a lei. Il cuore gli batteva all’impazzata, ma cercò di nn farci caso. Doveva svegliarla, doveva assolutamente darle la medicina. Posò bicchiere e boccetta sul tavolino lì accanto, e si piegò su di lei, sfiorandole la guancia e sussurrando “Hermione...ehi... svegliati ... 

Hermione mormorò nel sonno e si rigirò verso Harry, portando così i loro visi ancora più vicini. Harry sussultò, prese fiato e chiuse gli occhi per calmare la miriade di pensieri che gli vorticavano in testa e quella strana sensazione in fondo allo stomaco...decise di arrivare ad un compromesso, si avvicinò a lei e le baciò in un soffio la guancia, assaporando quell’incredibile calore che sentì salire in tutto il corpo.

Hermione sempre nel sonno mormorò

“Mmmm...Harry...non lasciarmi...resta..con me...”

Harry sorrise e accarezzò il punto in cui l’aveva baciata. Questa volta Hermione sussultò e iniziò ad aprire gli occhi, tentando di mettere a fuoco la situazione.

“Oh...Harry...stavo...uhm...sognando...ho detto qualcosa..?” aggiunse con un tremolio nella voce, una nota di panico negli occhi.

Harry sorrise e si voltò per prepararle la medicina da bere e disse con aria di mistero

“A parte aver confesssato il tuo amore eterno per Ron..? No, direi nient’altro d’importante”

“Harry! Piantala! Io non avrei mai detto nulla del genere, neppure in sogno!”

Harry sorrise maliziosamente, ma quando incontrò gli occhi di Hermione esitò un istante, e qualcosa passò nel suo sguardo, qualcosa di istantaneo e quasi illeggibile...

Cos’era quello...? L’ho visto, nel suo sguardo...era...tristezza?

“Forza, ti aiuto a metterti seduta così puoi bere...”

Detto fatto, la sollevò dalle spalle e le si sedette accanto, facendola appoggiare al suo corpo, e le offrì il bicchiere. Hermione bevette, contorcendo la bocca in una smorfia e chiudendo gli occhi “Phua...bleah...terribile...”

Harry le prese il bicchiere di mano e lo appoggiò a terra.

“Domani ti sentirai meglio, e potrai prendere il massimo dei voti al test...come sempre”

Hermione sorrise e lo guardò.

“Grazie, Harry...”

“Oh, non cercavo di consolarti, era un’affermazione e anche piuttosto carica d’odio...”

Hermione lo colpì sul braccio, ma poi tornò seria.

“...coff..coff...no, dicevo GRAZIE per tutto...per essere venuto a cercarmi quando non mi hai vista...per avermi obbligata a riposarmi...per avermi trasportata fin qui...e poi la medicina...e...ohhh”

“Hermione? Ti senti male?”

“No...mi...mi gira la testa...” e con assoluta naturalezza si appoggiò alla spalla di Harry, girando il corpo per mettersi più comoda.

Harry sentì il respiro fermarsi in gola, ma si accorse che il suo braccio si stava quasi muovendo senza controllo...e si stava sistemando dietro alle spalle di Hermione, cingendola e avvicinandola a sè.

Hermione sorrise contro il suo torace, non del tutto cosciente.

“Ora...ora va meglio...”

‘Vorrei abbracciarti per sempre...’

“...cosa..?”

Hermione spalancò gli occhi, improvvisamente conscia di quello che aveva fatto.

“N-no...niente...io...”

‘Non è possibile...non posso averlo detto ad alta voce...oh, accidenti...’

Arrossì  violentemente  e si staccò da lui, mettendosi a sedere dritta. Rimase in silenzio per almeno un intero minuto, e sentiva che anche Harry era immobile, stava fissando il fuoco con lo sguardo perso, forse col preciso intento di non rivolgerlo verso di lei.

‘Ecco...ben fatto Hermione. Davvero una bella mossa. Ora non avrò più il coraggio di guardarlo in faccia...E adesso cosa faccio...potrei arrivare fino alla mia stanza senza mai incrociare il suo sguardo...certo, che idea brillante...come pensi di riuscirci? Passandogli DAVANTI ed ignorandolo come fosse un fantasma? Geniale...coff...coff...’

Harry sentendola tossire non potè trattenersi dal voltarsi verso di lei, e l’incrocio di sguardi fu immediato, magnetico. Hermione sentiva il volto avvampare per il caldo e il rossore, ma non riusciva a sottrarsi ai suoi occhi.

Harry aveva sul volto un’espressione indecifrabile. La guardava, ma non la vedeva realmente. Quello che vedeva era confusione. Anzi, la sentiva, sentiva le mani formicolare, la testa leggera, fluttuante, una morsa allo stomaco...

La sua migliore amica, lì, perplessa, forse non del tutto in sè – ovvio che non è in sè, deve  essere totalmente delirante per aver pronunciato quelle parole poco fa...- e tra loro un silenzio strano, di attesa, di paura, e di una consapevolezza negata con ostinazione...

Fu allora che un leggero movimento lo riscosse dai suoi pensieri...era Hermione, che pur continuando ad essere rivolta verso di lui, aveva chiuso gli occhi e ora stava corrugando la fronte, e il suo volto sembrava cambiare espressione...

‘Oh no...ti prego non piangere...è stato già ampiamente dimostrato che non me la cavo PER NULLA bene con le ragazze in lacrime...ti prego...’

“Her..Hermio...?”

“EEEEETCIUUUUUUUUUUU!”

Prima Harry cercò di soffocare la risata con uno strano verso gutturale, ma poi non potè farne a meno e scoppiò sonoramente a ridere. Hermione si soffiò il naso fulminando Harry con uno sguardo omicida, ma poi si arrese alla comicità della scena e rise anche lei.

Hermione lasciò passare l’euforia, ma si accorse che Harry continuava a ridere, aveva gli occhi lucidi e tentava di respirare a fatica.

“Harry! Smettila immediatamente! Non c’è nulla da ridere! Non è molto carino da parte tua, ridere delle mie disgrazie!” e gli saltò quasi addosso assestandogli schiaffetti sulle braccia, poi iniziò a picchiarlo con un cuscino.

“Ahahah...Herm...’Mione smettila...ahah..ahi...scusa...è che...ahaha...eri così buffa...un attimo prima quel silenzio...ahahah...e poi subito dopo ho visto la tua faccia contorcersi...e non..ahahah...non capivo...”

“La mia faccia CONTORCERSI? Ma come osi...? Stavo solo starnutendo...!” e gli assestò un’altra cuscinata in pieno volto, mentre Harry iniziava a riprendersi con enorme fatica.

“E inoltre, io...coff...NON sono buffa!” e fece per avventarsi contro di lui, ma questa volta Harry le fermò in tempo il braccio che brandiva il cuscino, sorridendole con un’espressione soddisfatta.

Hermione tenne il broncio e tutta rossa in viso, scaldata dalle lotta, cercò di liberarsi dalla presa.

“Harry! Lasciami subito, voglio andare a dormire! La tua compagnia mi ha stancato, ritiro tutto quello che ho detto – e arrossì ancora di più pensando a tutto quello che aveva detto – sulla tua gentilezza! Non vedo l’ora di mettermi a letto e magari...- sorrise maliziosamente con aria di sfida- sognare di dichiarare il mio amore eterno a Ron!”

Rimase a guardarlo aspettando la sua reazione, ma invece di ricevere una risposta a tono, vide il volto di Harry farsi stranamente serio, quasi ferito. Restò paralizzata.

“Non voglio che tu faccia sogni del genere”

“Oh, avanti, Harry, credi davvero che potrei...” iniziò a dire Hermione, cercando di sdrammatizzare, ma lui continuò a fissarla con decisione.

“No...non scherzo...io non potrei sopportare che tu pensassi a Ron...uhm...in quel senso...”

‘Cosa sta dicendo...cosa c’entra adesso tutto questo...era solamente uno scherzo...e poi...cosa importa ad Harry di quello che io sogno, o a chi penso...’

Hermione non si accorse quasi della sua posizione, sempre protesa verso Harry, con una gamba piegata su quelle di lui, il polso ancora stretto nella sua mano. Gli era quasi in braccio, ma ora tutto ciò che le interessava era il suo strano sguardo, i suoi occhi così profondi e stranamente scuri, che la penetravano...

Sorrise amaramente e disse abbassando lo sguardo.

“A te cosa importa di quello che sogno, e che riguardi Ron o chiunque altro!”

“Mi...mi importa” rispose prontamente Harry, senza mai smettere di guardarla.

Hermione alzò il volto, stupita. La testa le pulsava, e sentiva anche le lacrime salire e riempirle gli occhi per poi scenderle lungo il viso.

“Non ho mai pensato ti importasse” gli ritorse contro e nervosamente si asciugò le lacrime dalle guance.

Non voleva farsi vedere così, non capiva neanche perchè all’improvviso si sentisse così ferita, imbarazzata...

‘Perchè sto piangendo...lui odia vedere una ragazza piangere...è come se...come se io abbia sempre sperato che a lui importasse...di me...è questo che voglio? Che lui sia...geloso di me...? E’ assurdo...è il mio migliore amico...perchè dovrei desiderare una cosa simile...’

Quando cercò il suo sguardo, capì che era già troppo tardi. Harry aveva un’espressione ferita mentre osservava con paura il punto in cui poco prima le lacrime le avevano rigato il viso. Hermione non riuscì a sopportare quello sguardo.

“Io...perdonami...sono stata una stupida a piangere...solo...non mi aspettavo...non credevo che...” ma non riuscì a concludere la frase e sospirò sconfitta, abbassando lo sguardo.

“Non so se sarei in grado di spiegarti il perchè...”

Hermione alzò immediatamente lo sguardo. Non si aspettava che parlasse.

“...non so spiegarti perchè l’ho detto, ma è la verità. Mi importa di te, di quello...quello che fai, di chi...ti interessi...e non voglio che tu soffra...nè che tu pianga...”

Hermione sorrise debolmente. La stanchezza si faceva sentire, uno strano torpore la invadeva completamente, però c’era anche qualcos’altro, in fondo...c’era un calore prepotente che non smetteva di infiammarsi, e sembrava avvampare ad ogni parola di Harry, ad ogni suo sguardo o respiro...

Fu allora che ritrovà la parola.

“Vorrei abbracciarti per sempre”

Harry sussultò a sentire pronunciare nuovamente quella frase. Ma questa volta non era trasognata, non era delirante. Questa volta era calda, dolce...reale. Non riuscì ad articolare alcun suono, mosse la bocca, ma ne uscirono solo boccheggi muti che a considerare dall’espressione divertita di Hermione dovevano apparire piuttosto ridicoli.

“Non scherzavo, prima, quando te l’ho detto... – arrossì violentemente- ...io...neanch’io saprei dirti cosa significhi tutto questo...ma è quello che sento...forse sono la febbre, o la medicina, o la stanchezza a fami parlare, ma...da quando sei arrivato, questa sera, in biblioteca, io...io volevo solo averti vicino e...e...eee...eeeetciuuuuuuu!”

‘Maledetto raffreddore...sniff...che figura penosa...starà ridendo di me, non mi prenderà mai sul serio...forse è meglio così...devo essermi totalmente fumata il cervello...non avevo previsto tutto questo, non era programmato...ora lui penserà che stavo solamente scherzando...certo, andrà così...e non dovrò preoccuparmi di quello che ho appena detto...’

“E...?”

Hermione lo guardò e si accorse che Harry non stava ridendo. I suoi occhi erano penetranti e profondi, la scrutavano per non perdere neppure un suo più piccolo movimento. Stava aspettando. Un segnale, un’esitazione, una parola...

‘Accidenti! Accidenti, accidenti, accidenti! Cosa ho fatto...e perchè mi guarda così...è così...così...bello...No. Aspetta. E questa da dove è uscita? BELLO? Oh no. Nonononono. Questa non sono io. Io non penso queste cose. E NON di Harry...’

Lo guardò ancora e capì che non aveva vie d’uscita. Non poteva fargli questo, non poteva vedere il suo volto così ansioso e...strano. Doveva proteggerlo, rassicurarlo. Proprio come lui aveva fatto con lei, come aveva fatto sempre. Prese fiato e continuò.

“...E...eroCosìFeliceQuandoMiHaiDettoCheTiImportaDiMeEnonVuoiCheIoPensiARonInQuelSenso...”

Parlò velocemente e poi si nascose il volto tra le mani.

‘Ok, ora non ruscirò più a guardarlo in faccia. Io resto così. Ma...cos...?!?’

Sentì all’improvviso un calore avvolgerla, e il suo cuore battere all’impazzata, e la testa pulsare per l’emozione, la faccia in fiamme.

Harry. Harry la stava abbracciando, la stringeva a sè fermamente, ed Hermione sentì che nulla poteva toccarla in quell’abbraccio. Si sentiva bene e allo stesso tempo terrorizzata al pensiero di desiderare così tanto questo contatto.

Di desiderarLO così tanto...

Era così vicino, così forte, riusciva a percepire il suo respiro caldo sul collo. Il profumo che emanava era intossicante tanto la pervadeva e inebriava...sentiva il cuore esploderle nel petto, e la temperatura corporea sempre più elevata, ma non riusciva a capire se fosse la febbre o la vicinanza dell’amico.

‘Il mio migliore amico. Non si provano queste sensazioni per il proprio migliore amico. Ma lui...mi sta abbracciando...e io sono talmente agitata che non riesco a muovermi...forza, ora mi allontano...ce la posso fare...devo uscire di qui...e farmi una bella doccia gelida...io NON sto bene...mmm...ancora...2 minuti...’

Fu Harry a staccarsi. Fu quasi uno shock sentirsi allontanata da quel calore, da quella stretta tanto semplice e complicata al tempo stesso. Si era staccato da lei e non aveva il coraggio di guardarla negli occhi. Sembrava estremamente interessato al ricamo dorato di un cuscino appoggiato tra di loro, e lo fissava come fosse la più bella cosa al mondo.

Hermione si alzò di scatto e lui la seguì con lo sguardo, preso in contropiede. Non voleva che se ne andasse, ma non capiva quello che stava accadendo e non aveva il coraggio di fermarla.

“Io...sì...vado a dormire...sì è fatto tardi...beh...buonanotte Harry e...grazie –fai finta di niente...non è successo niente...- ..grazie per la medicina e per...per avermi tenuto compagnia...”

Si girò e si diresse sicura verso il dormitorio, ma si bloccò poco prima del primo scalino.

‘Al diavolo!’

Si voltò di nuovo, per tornare da lui. Non era da lei scappare, e non intendeva lasciare questa situazione penosa tra loro.

Si voltò e non dovette fare molta strada.

Harry era lì, a pochi passi. Si era alzato e l’aveva seguita, evidentemente.

Gli sorrise, e lui ricambiò, uno di quei sorrisi che le scioglievano il cuore e che avrebbe voluto vedere molto più spesso sul suo volto.

Hermione prese coraggio e fece per parlare.

“Harry io...”

Si ritrovò sbilanciata all’indietro, finchè due braccia la strinsero e sostennero. Ma la sua attenzione non si focalizzò troppo sull’equilibrio, bensì sul motivo per cui stava per perderlo.

Harry la stava baciando. Così, senza preavviso, non le aveva permesso di parlare e le aveva coperto le labbra con le sue. D’improvviso, quasi disperatamente, come se non potesse più aspettare.

In fondo, gli era grata che non avesse aspettato.

Dopo il primo attimo di stupore si rilassò, e ricambiò quel soffice contatto quasi trattenendo il fiato e mettendogli le braccia attorno al collo. Assaporò la sensazione unica e intima di essere tra le sue braccia e solo dopo si accorse che le mancava il respiro.

Ho già maledetto abbastanza questo raffreddore...?!?’

Cercò di respirare rumorosamente col naso, non voleva interrompere quel bacio magnifico. Sentì Harry sorridere contro la sua bocca e si staccarono, lui che la guardava, e stava ancora sorridendo.

Hermione arrossì mordendosi il labbro inferiore, mentre Harry estrasse dalla tasca un fazzoletto e glielo offrì.

Si passò una mano tra i capelli, guardandola con leggero imbarazzo mentre si nascondeva per soffiarsi il naso.

“Sniff...sniff...grazie...” porgendogli il fazzoletto appena usato.

“Uhm...tienilo pure, te lo regalo...”

Hermione scoppiò a ridere tirandogli in fazzoletto il pieno volto, ma poi lo abbracciò lasciandogli un soffice bacio sulla guancia e sussurrandogli all’orecchio:

“E’ stata la più bella serata tra tutte le serate in cui sono stata male”

Harry sorrise e la lasciò andare, senza mai perderla di vista. No, non bastava.

“Hermione! Aspetta...”

“Sì?”

“Ecco...magari potremmo cercare di...insomma...passare qualche altra bella serata...anche quando non starai male...”

Hermione finse di pensarci su, un sorrisetto diabolico sulle labbra, e disse:

“Potrei considerare l’idea...d’altronde sei sempre tu...”

“Già...solo Harry”

Hermione spalancò gli occhi, e si rese conto che era proprio così. Era solo Harry...e voleva averlo accanto, così, semplicemente. Come l’aveva sempre avuto, ma...più vicino. Come nessun’altro.

Annuì e si diresse veramente verso la stanza, con un leggero senso di vertigine al quale non prestò molta attenzione.

Poco prima di aprire la porta, distinse chiaramente un rumore, giù nella Sala Comune.

“E...ee....eeeeetciuuuuuu!!!”

Sorrise tra sè.

Domani Harry avrebbe avuto il raffreddore.

 

  
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