Il mio nome è Nari Arajuku ed ho sedici anni. Beh in verità quindici, ma fra un paio di mesi sarà il mio compleanno. Frequento il secondo anno di liceo qui a Tokyo. La  mia vita fino ad ora è stata.. come quella di tante altre adolescenti. Credo.

Vivo con mia madre, un’adorabile infermiera, in una casa modesta in uno dei quartieri più tranquilli  di Tokyo. Mio padre è dentro. E un drogato, un drogato violento. Ma passiamo al motivo per il quale la mia vita prese una tale piega…

Siamo nella mia scuola, davanti a qualcosa di consueto. Oh no! Non mi sto riferendo alla macchinetta! D’accordo, sono di fronte al distributore di bibite, ma questo è irrilevante! Mi riferivo alla scena: un uomo di mezza età, quasi calvo con indosso un grembiule celeste, trascina un ragazzo (e che ragazzo) per un braccio verso l’aula di presidenza. Quel ragazzo è niente meno che Nagato Sabaku, un diciannovenne dagli occhi grigi e dai capelli di un colore vicino al rosso, il quale, intenso, domina invece i capelli di suo fratello Gaara, sedicenne frequentante la mia classe.. Ma torniamo alla scena: il bidello è finalmente riuscito a chiudersi la porta alle spalle dopo aver buttato dentro l’ufficio presidenziale il vivace ragazzo. Il suo sollievo durò poco, dato che come al solito Nagato ha liquidato la preside Tsunade con un gesto che lascio immaginare e con il quale saluta ancora una volta il bidello, che sconsolato scuote la testa. Io? Ero solo alla macchinetta a prendere una bottiglia d’acqua. Non sono mica una pettegola che segue il ragazzo più popolare della scuola in ogni luogo! In verità mi incute anche un po’ di paura..insomma con quei suoi piercing e quell’atteggiamento che sembra urlare “posso fare quello che mi pare, nessuno mi impedisce niente”...e quel suo sguardo... per non  parlare del “soprannome”. I suoi amici lo chiamano Pain e quanto è vero Iddio, non oso immaginarne il motivo. Da quando sono in questa scuola ho sentito dire cose alquanto negative sul suo conto. Dal canto mio mi sono sempre fatta i fatti miei, sono una ragazza tranquilla, non voglio casini. Frequento le migliori persone di questo posto, nessun drogato, nessun maniaco, nessun alcolizzato, come invece si dice dei ragazzi che formano l’Akatsuki, il gruppo di amici di Nagato. Ma contro ogni aspettativa la mia vita cambiò: non mi ero mai considerata una ragazza tanto bella da essere considerata da uno di loro… eppure Sasori, un ragazzo dagli occhi di un bruno intenso e i capelli di un rosso spento iniziò a guardarmi in modo diverso quel giorno. Ripeto: ho sempre vissuto una vita tranquilla e in quanto mi lusingasse avere l’interesse di un ragazzo così popolare fui costretta a troncare la storia sul nascere. Stupida stupida stupida! Avrei dovuto immaginare che ragazzi come lui non accettano rifiuti.

È una settimana che mi segue. Mi fissa, mi studia. Cerca il modo di restare solo con me. Meno male che abito vicino Sasuke! è il fratello di uno di loro, ma così diverso da mettere i brividi. È una persona ragionevole, educata, sano. E non è ripetente, elemento comune dei ragazzi dell’Akatsuki. Ogni giorno vado a scuola e torno a casa con lui. Ma la mia fortuna, ovviamente non può durare per sempre.