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Autore: Yu_Kanda    06/06/2010    2 recensioni
Tra la vita e la morte, Kanda ricorda la sua infanzia dopo essere stato portato all'Ordine Oscuro, e le tappe salienti della sua vita che lo hanno reso ciò che è adesso.
[Shounen-Ai LaviYuu, basata sugli ultimi capitoli del Manga.]
[Fanfiction Classificata 1° al Contest "Time of Dying" indetto da amimy sul Forum di EFP]
[Fanfiction Classificata 1° al Contest "Mourir por toi n'est pas Mourir" indetto da Eliezer. sul Forum di EFP]
[Fanfiction Classificata 2° e Vincitrice dei premi "Miglior Aderenza ai Personaggi" e "Coraggio di Partecipazione" al Contest "Mi basta il paradiso (la vendetta)" indetto da cdmyy sul Forum di EFP]
[Fanfiction Classificata 2° al "What If" Contest indetto da Geruko__ sul Forum di EFP]
[Fanfiction Classificata 3° al "Contest delle Doujinshi II° Edizione" indetto da My Pride&Valeria90 sul Forum di EFP]
[Fanfiction Vincitrice del premio "Miglior Fandom" al Contest "Fleur du mal" sul Forum di EFP]
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su D.Gray-man, è tutto in mano ad Hoshino sensei... Se fosse stato altrimenti... Lavi e Kanda sarebbero assieme da un bel pezzo! E tre quarti del cast sarebbe stato sostituito in perfetto stile Dr. House...


ATTENZIONE YAOI - se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!



6 GIUGNO 2010, BUON COMPLEANNO KANDA!!!




E con il compleanno di Kanda anche quest'anno ha inizio il Festival!

Benvenuti al LaviYu Festival, evento giunto alla sua seconda edizione!

Organizzato dalle fan di tutto il mondo, il Festival si colloca a cavallo dei compleanni di Lavi e Kanda, iniziando il 6 Giugno, data del compleanno di Kanda, e culminando nel LaviYuu day, che è stato scelto esattamente a metà fra le due ricorrenze, l'8 di Luglio, per terminare il 10 di Agosto con il compleanno di Lavi.

Quest'anno l'evento ha un programma con anche contest legati alla coppia, trovate il link alla discussione ufficiale nel mio profilo, e nella discussione il link al sito ufficiale Inglese dell'evento con il programma completo.





NON GUARDARMI CADERE


* Parte 2 *


Dov'era?

Si stava premendo il petto, proprio sopra il tatuaggio che governava la sua abilità di guarigione. Era... ferito? Non sembrava, e... Ricordò all'improvviso: era il giorno in cui gli aveva detto della sua maledizione. E Lavi era scappato fuori dalla baracca dove si erano rifugiati durante quella missione.

Non avrebbe mai creduto che il giovane Bookman potesse restarne tanto sconvolto, dopotutto lui era solo inchiostro per Lavi. Inchiostro su un pezzo di carta che registrava la storia.

Forse...

Lentamente ricordò la battaglia con gli Akuma, la città deserta, le carcasse dei mostri appena abbattuti tutto intorno a loro... e Lavi che gli si avvicinava sorridendo. Sollevò la mano afferrandosi la sciarpa e pulendogli con essa uno schizzo di sangue dal volto tirato.

Che significa? No, non si poteva permettere di godere di quelle false premure, altrimenti si sarebbe tradito. Così scacciò quella mano gentile in malo modo, cercando di assestare al povero Bookman Jr. una ginocchiata al ventre, e magari anche un pelo più in basso, se capitava.

Lavi fu molto sorpreso, ma parò il colpo, restando attonito nel vederlo voltargli le spalle gridando irato "Non giocare con me!".

Entrarono in una delle case per riposare e rifocillarsi, e Kanda sedette in terra, lasciandosi sfuggire uno dei suoi "CHE". Era arrabbiato con sé stesso per non essersi sottratto a quel gesto prima che si compisse e non dopo, e soprattutto per essere scattato a quel modo dicendo cose che non avrebbe dovuto rivelare.

Lavi sembrava non darvi peso, intento a cucinare la loro cena, ma lui sapeva che l'altro giovane si stava domandando che cosa avesse per comportarsi in modo così strano. Quando gli si era seduto accanto porgendogli la ciotola con il cibo poi, aveva iniziato uno strano discorso sulla guerra, su quanto fosse stupida e quanto fosse stanco di trovarvisi in mezzo, di documentarne una dopo l'altra...

E dopo gli aveva chiesto se anche lui non fosse stanco di combattere senza fine contro il Conte ed i suoi servitori. Continuando ad evitare di guardarlo in viso, lui aveva finto di non aver sentito, ma Lavi non si dava per vinto, no, mai, come sempre doveva insistere.

"Non pensi che se questa guerra finisse tutti noi potremmo tornare alle nostre vite, e fare quel che desideriamo?" Lo sguardo di Lavi si era fatto sognante, quasi malinconico, mentre il suo era diventato duro e tagliente.

- Io sono nato per combattere gli Akuma. La mia vita non ha altro scopo. Sono solo un'arma. - aveva risposto contemplando il vuoto davanti a sé, il volto inespressivo ma la voce colma di amarezza nel pronunciare quelle parole. - E tu sei qui solo per osservare gli Esorcisti e la guerra.

Sapeva che Lavi lo stava fissando, poteva vederlo con la coda dell'occhio, l'espressione sorpresa e lo sguardo triste che gli rivolgeva. "Non puoi esserne davvero convinto!" gli aveva risposto, ma lui aveva continuato a mangiare in silenzio, ignorandolo.

Il giovane sembrò riflettere a lungo, quindi si alzò in piedi, portandoglisi davanti in modo che non potesse evitare ancora di guardarlo in viso. Le parole che gli udì pronunciare suonarono così false alle sue orecchie che sollevò la testa ad incontrarne lo sguardo.

"Yuu, tu non sei una cosa, sei un essere umano come tutti noi..." Il giovane Bookman blaterò poi frasi insensate su come lui non fosse solo qualcosa da osservare, su quanto fosse importante, tanto da avergli fatto ritrovare il suo cuore...

Ma Kanda sapeva bene che Lavi un giorno avrebbe preso il posto di Bookman, abbandonando tutti loro insieme al nome attuale ed ai ricordi ad esso collegati. Sostenne quello sguardo con durezza.

- Che ne sai tu di cosa sono? Io non posso scegliere. - il tono sarcastico nella sua voce fece scattare Lavi, che lo affrontò chinandosi su di lui e piantando le mani sul muro ai lati della sua testa.

Gridò. Qualcosa che Kanda non avrebbe mai creduto potesse uscire dalle labbra del giovane Bookman.

"Tu sei importante per me! Perché ti rifiuti di accettarlo... Io non ti abbandonerò mai, lo vuoi capire? Ti porterei con me..."

- Sei tu a non capire, Lavi. - aveva affermato con calma, unico segno dello shock che provava le iridi leggermente dilatate. - Il mio destino non può essere cambiato.

Lavi lo fissò senza parole per un lungo istante, e Kanda non poté fare a meno di desiderare che le cose tra loro fossero diverse.

Qualunque cosa io faccia, non potrò mai averti. Qualunque cosa io sia per te, Lavi, per noi non ci sono speranze. Dimenticami, Lavi...


Chino su di lui, Lavi cercava disperatamente il modo di esprimere i sentimenti che provava senza compromettere quel rapporto tanto difficilmente conquistato con Kanda, perché anche se così tormentato, era tutto ciò che aveva.

"Perché... Io non..." mormorò infine il giovane Bookman, probabilmente confuso dalla sua assenza di reazioni.

Si aspettava che lui lo allontanasse da sé con violenza, invece lui si limitava a guardarlo.

Sospirò nuovamente, chiudendo gli occhi per un momento, per poi tornare ad incontrare lo sguardo di Lavi, un velo di tristezza nelle iridi scure.

- Vuoi sapere perché non puoi restare al mio fianco? Sono io che non posso restare al tuo, Lavi. - gli disse quindi in tono assente, come se la sua mente fosse altrove. - Ti sei mai chiesto come mai il mio corpo guarisce così in fretta? - l'unico occhio di Lavi si dilatò per la sorpresa e l'orrore al pensiero di cosa implicassero quelle parole. - Non vuoi sapere a cosa mi hanno sottoposto? Sei un apprendista Bookman, dovresti esserne curioso.

"No. Solo di te mi importa, Yuu. Di te." I loro volti erano così vicini che potevano sentire l'uno il respiro dell'altro lambire le rispettive labbra, gli sguardi incatenati in un misto di shock e desiderio.

Oh, quanto avrebbe voluto che fosse possibile.

- Non farlo, Lavi. Non peggiorare le cose. - gli disse invece rompendo l'incantesimo, la voce appena un po' malferma.

"Fare... cosa?" chiese il giovane improvvisamente imbarazzato, fingendo di non essere stato sul punto di baciarlo pochi attimi prima.

Non c'era soluzione. Non c'era speranza. Per quello aveva dovuto dirgli che la sua vita era appesa ad un filo, che la morte si avvicinava a lui sempre più ad ogni battaglia. Spiegargli perché non poteva avere legami.

Non posso dirti quello che provo per te. Non potrò mai.

Portò le mani al petto, iniziando a sbottonarsi la divisa sotto lo sguardo attonito di Lavi, passando poi alla camicia bianca che indossava sotto, per mostrargli il tatuaggio che spiccava crudele sul lato sinistro del suo torace, all'altezza del cuore.

Lentamente, gli rivelò il segreto che aveva così gelosamente custodito con tutti all'Ordine Oscuro, la condanna di cui solo Komui e pochi altri della sezione scientifica erano a conoscenza, e del Loto che teneva in camera sul piccolo tavolo dall'altro lato del suo letto.

- La mia vita è segnata, Lavi. - gli aveva detto spiegando il significato dei petali caduti, confessando di come ogni ferita che riceveva consumasse la sua energia vitale succhiandogli pian piano la vita. Lavi aveva ascoltato in silenzio, lo shock dipinto a chiare lettere sul volto. - Vuoi ancora restare al mio fianco? - gli aveva domandato coprendo di nuovo quel marchio di morte.

Sperava di averlo dissuaso, ma non era così.

"Sì. Resterò comunque accanto a te qualsiasi cosa accada." aveva prontamente risposto Lavi, sorridendo in modo così triste che Kanda si era sentito dilaniare il cuore.

L'aria ugualmente affranta, il giovane Bookman aveva borbottato una scusa ed era uscito dalla casa, lasciandolo solo con il suo dolore. Ma lui sapeva che forse l'altro stava provando un dolore anche più grande.

Lasciò ricadere il braccio a terra, abbandonato, incapace di riabbottonarsi, seguendo Lavi con infinita tristezza mentre spariva oltre la porta. Istintivamente, portò l'altra mano al petto, stringendo spasmodicamente il tessuto della camicia contro il tatuaggio, il capo chino, una scia bagnata che gli solcava le guance pallide.

Era stato il giorno in cui aveva pianto per la prima volta nella sua vita di Esorcista.

Quando poco dopo Lavi rientrò, le nocche della mano destra erano coperte di sangue ed il suo unico occhio verde era vacuo, spento. Kanda non ebbe dubbi che anche l'altro Esorcista avesse pianto, giudicando da quanto quell'occhio appariva arrossato.

Avrebbe voluto chiedergli della mano, ma temeva la risposta, quindi pretese di non essersi accorto di nulla.

Però da quel giorno in poi, ogni tanto guardando Lavi iniziò a cogliere per un attimo l'ombra di un profondo dolore dietro quell'occhio verde, e la sincerità di quell'emozione lo spaventava e lo riempiva di speranza allo stesso tempo.

Ciò nonostante, Kanda non permetteva a niente di tutto questo di trapelare, soffocando i suoi sentimenti nell'indifferenza. E Lavi non insisteva, quasi ci fosse un tacito accordo. Amarsi in silenzio senza mai rivelarlo all'altro, senza mai avere il coraggio di affrontare quei sentimenti.

Le voci continuavano a chiamare attorno a lui, anche se non poteva vedere a chi appartenessero; gli sembrava di riconoscerle, ma non riusciva a ricordare i nomi... Non riusciva...



Edo. Era a casa? La guerra era finita? Oh, no, affatto... La distruzione arrivò inesorabile a ricordargli quando il Conte aveva cancellato la sua patria, quando erano stati risucchiati nell'Arca.

Quando aveva creduto finalmente di morire, ed invece si era di nuovo risvegliato, incolume. Oh, aveva dato fondo a tutte le sue energie per permettere che Lavi uscisse indenne da quel posto, anche se ufficialmente avrebbe negato di aver combattuto per quella ragione.

Quanto era stato sorpreso di riaprire gli occhi dopo che il mondo gli era crollato addosso, quanto ansiosamente aveva percorso il tragitto che lo separava dagli altri Esorcisti, temendo e sperando...

Ma Lavi era lì che lo chiamava, vivo, correva verso di lui a braccia aperte. No, non gli permise di abbracciarlo, perché sapeva che non l'avrebbe più lasciato andare altrimenti, perché tra le sue braccia la morte cedeva il passo all'oblio...

Perché con te non è morire... Sorridi ancora per me...



Un tonfo. La testa gli ronzava, le orecchie gli dolevano, si ritrovò disteso a terra, prono. Un altro salto? Dov'era adesso, e soprattutto, quando ciò stava accadendo?

Raccolse le forze portandosi carponi, e fu allora che lo vide. Dapprima la sua mente si rifiutò di collegare ciò che gli occhi inquadravano al suo cervello, ma poi la consapevolezza si fece strada: era lui.

Quella cosa era viva? Gli avevano detto che l'aveva ucciso, perchéera lì? E perché anche lui era lì?

Un flash dell'incontro col Noah dagli occhi tatuati in fronte al posto delle stigmate gli balenò nella mente, mentre il dolore delle orecchie sanguinanti pian piano si placava, e la testa smetteva di pulsare.

I Noah lo avevano trascinato lì, apposta per metterlo a confronto con colui del quale credeva di aver causato la morte, perché? Ma cosa ancora più importante, gli esperimenti erano continuati a giudicare dalle condizioni del suo ex-compagno di prigionia.

Gli scienziati dell'Ordine Oscuro non conoscevano la vergogna, accanirsi su un vegetale - perché tali apparivano le condizioni di quella cosa che di umano ormai conservava ben poco - che avrebbe dovuto essere lasciato pietosamente alla morte anni addietro!

Dette una rapida occhiata intorno a sé, contando amici e nemici. Quale ironia; di tutti i presenti, che lui davvero potesse considerare 'amici' vide solo due persone. Un ghigno sarcastico gli incurvò appena gli angoli della bocca; emise un'esclamazione sprezzante al pensiero che gli si affacciò alla mente.

"L'inferno è vuoto... tutti i diavoli stanno qui."

Si alzò in piedi, aveva preso la sua decisione. Poi però il Noah rivelò di voler svegliare quel corpo inanimato che giaceva ora sul pavimento del laboratorio, poco distante da dove si era ritrovato, e che avrebbe usato lui per farlo.

"CHE", come se fosse stato possibile viste le condizioni in cui era. Ma all'improvviso si ritrovò immerso nei propri ricordi, quegli stessi che aveva seppellito con cura per tutti quegli anni...

Per tutto c'è una stagione;

Rivivere di nuovo quel momento lo fece infuriare, contrariamente alla reazione che gli sgherri del Conte si aspettavano da lui, perché lui odiava che ci si immischiasse nella sua vita privata. Brandì la spada pronto a colpire, nuovamente cosciente e furioso: avrebbe scritto la parola fine su quella maledetta faccenda, dando la pace a ciò che restava del suo ex-compagno di torture.

Ma non ne ebbe il tempo. Il Noah era riuscito a risvegliarla, ed ora la cosa si difendeva usando i condotti di energia del laboratorio, ed erano davvero troppi da respingere!

Schivò e colpì, chiedendosi se l'altro fosse cosciente di sé, mentre i Noah lo incitavano all'uccisione di tutti i presenti... E poi gli parlò, come se potesse davvero vederlo.

- Mi ucciderai di nuovo, Yuu? - cantilenò il corpo di fronte a lui, la voce vagamente impastata con un suono metallico.

Kanda non era certo se fosse una domanda oppure una supplica, ma di certo lui l'avrebbe accontentato in ambo i casi.

- TCH! - il suono sprezzante lasciò le sue labbra prima che se ne rendesse conto. - Riposa in pace. Come doveva essere dall'inizio. - ribatté in tono gelido preparando il suo colpo migliore.

Evitò la guardia di quello che ora era un semplice nemico, incurante della propria incolumità giunse corpo a corpo e sferrò un terribile affondo con Mugen. Centro.

- Yuu... Hai... ucciso... il pettirosso... - mormorò quello che un tempo si autodefiniva suo amico. - ...un'altra volta...

Poi il volto devastato si contorse in un ghigno maligno, e Kanda non riuscì ad estrarre la spada: invece udì le grida di qualcuno che gli diceva di stare attento a qualcosa, e dopo di ciò fu colpito senza pietà. Uno dei cavi lo trapassò, ricongiungendosi al corpo del suo bersaglio, che ancora si rifiutava di lasciar andare Mugen.

- Kanda! - qualcuno esclamò, e lui si disse che avrebbe dovuto ricordare quella noiosa vocetta... E l'altra che trattenne quel qualcuno dall'interferire.

- Il tuo nuovo amico sembra ansioso di aiutarti... - disse il suo avversario, e lui si voltò per vedere chi fosse: capelli bianchi. Oh, sì certo... L'altra seccatura. E la piccola Noah, Road Camelot, gli penzolava appesa al collo.

- Lui non è mio amico. - sibilò tossendo appena, ignorando le proteste di quest'ultimo riguardo le sue condizioni. - Chiudi il becco moyashi, questa è la mia battaglia!

- Certo... allora finiamola. - concluse colui che lo teneva intrappolato trattenendo la sua Innocence in sé.

Appena ebbe finito di pronunciare quelle parole, il cavo che ancora gli attraversava il corpo prese a muoversi, aprendo ulteriormente la ferita, e Kanda ringhiò per il dolore e la rabbia: se non liberava Mugen era impotente, e l'altro lo sapeva. Solo, aveva la sua stessa forza, quindi era una situazione di stallo.

ed un tempo per ogni proposito sotto i Cieli...

Poi un'altra voce gridò, e qualcosa di grande colpì la creatura che lo imprigionava; il cavo si sganciò e lui fu scagliato via, vide solo un guizzo di capelli rossi prima di impattare con il pavimento del laboratorio, ma fu abbastanza per farlo subito risollevare nonostante la ferita.

Cosa significava quella voce, che apparteneva a... Lavi? Come poteva essere lì? Ma c'era, e si era sostituito a lui, e la creatura appariva agitata dalla sua presenza.

Forse aveva reagito al nome che era stato invocato, perché Lavi aveva gridato il suo nome, vero? Non ne era sicuro, il dolore gli offuscava i sensi. Sentì il Noah, Tyki Mikk dare il benvenuto al giovane Bookman con qualcosa di irriverente, sottolineando che era la persona più vicina a lui...

- Ha ancora la mente di un moccioso di nove anni! - rantolò Kanda puntellandosi con Mugen per stare in piedi. - Che vuoi fare?

- Liberare la gelosia di un bambino per il suo unico amico. - le labbra di Tyki si piegarono in un sorriso sardonico, mentre l'altro Noah lo guardava annuendo con un'aria da "mi hai tolto le parole di bocca". - Sarà uno spettacolo divertente! - affermò convinto.

Lavi spostò lo sguardo dall'uno all'altro, pensieroso e preoccupato, ma non mise bocca nell'alterco limitandosi a tenere alta la guardia contro l'avversario e sotto controllo le sue condizioni, notò Kanda dall'occhiata che il giovane Bookman gli rivolse.

- Non sono mai stato suo amico! - puntualizzò con astio pulendosi il sangue dal mento.

- Ma lui pensa di sì... - sottolineò l'altro Noah, Wisely, appoggiandosi a Tyki.

- Così sapete meglio di me cosa sto pensando. - li interruppe la loro supposta arma segreta. - Vi state divertendo con noi... Come quegli altri. - indicò gli scienziati. - Vi ucciderò tutti. Tutti quanti, lui per primo!

Lavi ruotò su sé stesso, schivando il primo attacco, e poi il secondo, tra l'apprezzamento dei Noah. Non poteva che guardarlo, intervenire non sembrava una buona idea nelle sue attuali condizioni, forse tra qualche minuto, il tempo di guarire un minimo...

Ma Lavi si voltò verso di lui, e dannazione, sapeva che l'idiota si sarebbe distratto per preoccuparsi per lui! I suoi occhi si dilatarono mentre un brivido lo percorse al pensiero di ciò che poteva accadere.

Il grappolo di cavi saettò nell'aria, emettendo un suono bizzarro nel momento in cui l'energia iniziò a percorrere ciascuno di essi, il crepitio sempre in crescendo man mano che si avvicinava al bersaglio. Sapeva che Lavi non poteva usare i suoi sigilli dentro il laboratorio, avrebbe fatto crollare tutto, quindi stava esitando per assicurarsi che qualunque cosa avesse tentato lui sarebbe stato al sicuro...

Quello sciocco! Kanda vide l'intreccio degli enormi fili, che sembravano tanti tentacoli, sovrastare Lavi e poi separarsi come le estremità di una rete lanciata sulla preda, e capì che l'avrebbero ingabbiato; e poi quell'energia...

Scattò avanti senza pensarci un istante, frapponendosi fra Lavi e la cosa, spingendo il giovane di lato e bloccando con Mugen metà dei condotti, mentre... Lavi aveva fermato l'altra metà estendendo il suo martello anche se giaceva in terra, deviandoli verso il basso.

La ferita sul ventre di Kanda zampillò copiosamente per lo sforzo sostenuto, e due dei cavi piantati al suolo si liberarono colpendolo nuovamente, questa volta da dietro. L'elettricità fluì attraverso di lui, Lavi non fece in tempo a rialzarsi per impedirlo e rimase paralizzato da quella visione, e lui si voltò appena a guardarlo, leggendo il suo nome su quelle labbra spalancate per lo shock.

L'aveva urlato? Non sapeva dirlo, i suoni che gli arrivavano erano così confusi... Guardò davanti a sé, il responsabile dei suoi problemi si era avvicinato e sembrava fissarlo con quegli occhi ciechi...

- ...per LUI? - udì il frammento di parole uscire dalla bocca dell'avversario, ed il suo viso si contorse in una smorfia amara. Oh, sì l'aveva fatto per Lavi, anche se adesso non aveva più importanza. Non reagì, né proferì parola, ma i suoi occhi dicevano 'Sì, per lui.' mentre un'onda di sangue gli fuoriusciva dalle labbra. - Ma sono io il tuo amico! - il suono metallico di quel lamento colpì le orecchie di Kanda, che scosse il capo con decisione. "No", mimarono le sue labbra intanto che raccoglieva le ultime forze per colpire, approfittando del momento di confusione dell'altro, che stava invece richiamando le appendici acquisite per colpire anch'egli, di nuovo.

...un tempo di guerra ed un tempo di pace. Ora era guerra, e lui uccideva per donare la pace.

Mugen questa volta finì il suo lavoro separando in due quel corpo che avrebbe dovuto essere già morto da dieci lunghi anni. Il ritorno di energia attraverso i cavi causò un'inquietante tremore nel sottosuolo, e Kanda vacillò, la vista che gli si offuscava ed il corpo che perdeva completamente la sensibilità; la spada gli cadde di mano e lui si afflosciò a terra subito dopo, le grida di Lavi che gli echeggiavano nella testa furono l'ultima cosa che udì prima che il buio lo inghiottisse.

"Mi dispiace, Lavi... ma ho dovuto... farlo. Dargli... la pace... Perdonami se a causa di ciò ti lascio solo..." I suoi pensieri si persero nell'oblio.

Per la seconda volta avrebbe distrutto la follia di quegli scienziati.



L'incredibile rombo che scosse tutto dalle fondamenta, quando il riflusso di energia attraversò gli innumerevoli macchinari presenti nel laboratorio, fece serpeggiare il panico fra gli scienziati, che già presagivano...

Ci fu un'enorme esplosione.

- Lavi! - chiamò l'irritante moccioso, liberandosi infine della stretta di Road. - Svelto portalo via! - incontrò lo sguardo attonito del giovane Bookman, e lesse il dolore nel suo unico occhio. - Lavi... - mormorò posandogli una mano sulla spalla. - Non c'è tempo per piangere ora...

"Che ne sai tu di quando è il tempo per fare cosa?" avrebbe voluto rispondergli Lavi, ma tacque e sollevò Kanda con estrema attenzione, pronto a prenderlo in braccio.

- Credevo che i Bookman non avessero un cuore. - commentò Tyki Mikk affiancandolo, l'ironia che traspariva dal tono della voce.

- Sta zitto! - scattò Lavi, per nulla incline al sarcasmo del Noah in quella situazione.

Ricevette in risposta un'alzata di spalle ed un sorriso sardonico, velato di quella che il giovane classificò come comprensione. Quel Mikk sapeva essere molto strano a volte.

- Questo posto sta crollando, vi consiglio di andarvene come stiamo facendo noi. - scambiò un'occhiata significativa con Road e Wisely, uno degli altri Noah presenti. - Ci rivedremo ancora, ragazzo! - gridò poi rivolto ad Allen. - La guerra non è finita anche se avete mandato in fumo il nostro piano!

Lavi si alzò stringendo il corpo di Kanda, entrambi coperti di sangue, ma lui non era ferito, apparteneva tutto a Yuu... Mentre Allen si preoccupava di mettere in salvo gli scienziati il giovane Bookman cercava disperatamente di bloccare l'emorragia.

La stanza in cui si erano rifugiati sembrava stabile per il momento, ma dovevano contattare Komui perché li portasse via di lì.

Dopo che gli scienziati ebbero confabulato un po' fra loro, Reever si avvicinò a Lavi per rassicurarlo che presto il Gate sarebbe stato aperto e Kanda avrebbe avuto tutte le cure necessarie, ma il giovane scosse il capo: forse era troppo tardi.

Yuu era così freddo tra le sue braccia, così immobile nel suo estremo pallore...



Kanda socchiuse lentamente le palpebre. Delle braccia lo stringevano convulsamente, e qualcosa gli gocciolava sul viso. Qualcuno singhiozzava intorno a lui, ma non poteva vederne il viso, non riusciva a distinguere niente in quella nebbia... E...

- Perché non mi vede? - ancora quella voce, la stessa di prima... Ma ora la riconosceva.

Ah, ecco cos'era. Stava davvero morendo, ora ricordava tutto. Era una sensazione così strana, la vita che scivolava via dal suo corpo lentamente, ma le braccia che lo stringevano rendevano il tutto così sereno...

Perché era tra le braccia di Lavi, e finché restava con lui non sarebbe mai veramente morto. Le sue labbra si incurvarono in un impercettibile sorriso. Finalmente.

Si abbandonò all'oblio, ma quella voce non voleva lasciarlo andare, continuava a mormorare al suo orecchio frasi senza senso. Poi d'improvviso colse il senso tutto in una volta. 'Non lasciarmi', supplicava la voce, 'Resta con me...'.

Kanda riaprì gli occhi, questa volta davvero cosciente; a fatica mise a fuoco e vide il viso di Lavi chino su di lui, le lacrime che gli bagnavano la guancia corrispondente all'occhio sano.

- Che hai da piagnucolare, idiota! - non poté fare a meno di rimproverarlo, anche se il suo tono non risultò così duro come lui avrebbe voluto che fosse.

- Yuu-chan! - esclamò Lavi quasi soffocandolo con un abbraccio a sorpresa. - Sei vivo!

- Lasciami subito, dannazione, se non vuoi assaggiare Mugen! - protestò energicamente Kanda, ma era ancora troppo debole per ottenere dei risultati, o per apparire lontanamente minaccioso.

- Non sei in condizioni di dare ordini. - replicò Lavi facendo il broncio, tra le risate generali.

- CHE.



Giorni dopo, quando Kanda si fu quasi completamente ripreso, Lavi decise che era tempo di fargli qualche domanda su quanto era accaduto ed andò a cercarlo nella sua stanza. Sapeva bene che sarebbe stato assai difficile che l'altro giovane gli permettesse di entrare, eppure bussò ugualmente con decisione a quella porta, pensando alle parole da dirgli. Non ottenendo risposta provò ad aprirla lentamente, sbirciando all'interno quasi con timore: Yuu era in piedi accanto alla finestra, immobile.

Cosa stesse guardando Lavi non ne aveva idea, i vetri erano colorati e non permettevano di vedere attraverso, eppure Kanda li fissava come rapito. Entrò, chiudendo l'uscio dietro di sé ma rimanendovi davanti, in attesa della reazione violenta che era sicuro Yuu avrebbe avuto per quell'intrusione non autorizzata. Invece non disse nulla né si mosse dalla sua posizione, così Lavi decise di parlare per primo.

- Perché l'hai fatto? Mi hai protetto. Mi hai salvato la vita. - domandò con la voce piena di speranza, ma Kanda distolse lo sguardo, serrando i pugni lungo i fianchi.

- Idiota, è stato solo perché mi stavi tra i piedi... - replicò cercando di mantenere stabile il tono della voce, conferendole una sfumatura seccata.

- Non ti stavo tra i piedi, stavo cercando di... - insistette il giovane, ma l'altro non gli permise di terminare la frase.

- Non provarci nemmeno a dirlo. - gli intimò lapidario, voltandosi d'improvviso e sostenendo il suo sguardo triste.

"...salvarti." Quelle parole non dette rimasero sospese nell'aria come una barriera fra loro.

Lavi gli rivolse un sorriso mesto, uno di quelli autentici che riservava solo per lui. Per lui soltanto. Quel sorriso sincero che gli spezzava ogni volta il cuore.

- Mi racconti almeno cosa è successo? - il tono del giovane Bookman era quasi implorante, come se conoscere gli eventi che avevano condotto le loro vite a quel punto fosse più importante di qualunque altra cosa, in quel momento e per il futuro.

Ma Kanda non voleva essere compatito, no, non da lui. Mai da lui...

- No. - un'altra risposta secca, chiaramente intesa a troncare la discussione sul nascere, ma Lavi non riusciva a darsi per vinto, non stavolta, non dopo essere andato così vicino a perderlo.

- Yuu, io voglio sapere... cosa ti hanno fatto. - il giovane Bookman fece un passo avanti e poi si bloccò, come se fosse timoroso delle conseguenze, ma la luce nel suo unico occhio diceva a Kanda quanto profondamente gli ultimi eventi lo avessero colpito.

Lo sguardo che gli rivolgeva era colmo di disperazione, la sua espressione lasciava trasparire senza più controllo il dolore che stava provando. Una dimostrazione di sincerità che Kanda non sapeva accettare. Non era in grado di vederla o di credervi. Non poteva concedere fiducia a nessuno tranne che a sé stesso.

- Non voglio parlarne. - dichiarò con voce vuota.

Desisti... Vattene... Ma Lavi non poteva; no non era esatto, Lavi non voleva più fingere di non essere ferito da quelle parole sprezzanti.

- Tu sei...

- Sta zitto, maledizione! - scattò Kanda brandendo un pugno contro il giovane Bookman, tremando.

Nessuno dei due seppe dire se fosse di collera o d'angoscia.

- Perché, Yuu-chan, perché non vuoi che io ti dica come mi sento... - mormorò Lavi quasi si aspettasse che se l'avesse detto troppo forte l'altro sarebbe svanito.

Non indossava più la sua maschera, si accorse Kanda, questo Lavi non stava fingendo. Davvero teneva così tanto a lui?

- Perché non posso... - disse semplicemente, un velo di rammarico appena distinguibile nella voce.

- Non puoi cosa, Yuu? - ora il tono di Lavi era quasi un'accusa.

- Non posso. E' tutto.

- Non mi importa. - dichiarò Lavi, serio.

- Cosa? - la sorpresa si dipinse sul volto del giovane Giapponese, che lo fissò confuso.

- Non mi importa di ciò che può accadere, fintanto che tu sei al mio fianco. - Lavi esitò un istante, temendo le conseguenze della rivelazione che stava per fare. - Io ti amo.

- Non ti credo. - fu l'immediata risposta di Kanda, quasi ferito da quella che era certo essere una plateale menzogna.

- Ciò non toglie che ti amo. - confermò Lavi, sorridendo debolmente.

- CHE. - Kanda si strinse le braccia al petto, per nulla persuaso da quelle parole.

- So cosa mi aspetta, conosco il tuo destino e tu il mio. - il giovane Bookman sospirò e lo prese per le spalle, costringendolo ad affrontare la situazione. - Yuu, guardami. - era sincero, eppure era così difficile da credere.

Avvicinò i loro visi posando le labbra sulle sue, stringendolo a sé mentre gli dimostrava con quel bacio quanto profondi fossero i sentimenti che provava per lui. Abbandonarsi a Lavi sembrava così semplice adesso, dopo che aveva passato quella che gli sembrava ora tutta una vita a soffocare l'amore che provava per il giovane, a convincersi che si sbagliava, che si trattava solo di quegli stupidi sentimenti di amicizia di cui Lavi andava sempre cianciando.

Ma l'effetto di quelle labbra premute sulle sue, della lingua che gli esplorava la bocca, e soprattutto delle braccia che lo stringevano, era prova inequivocabile di ciò che sentiva verso il suo personale idiota, e che lo possedeva come una febbre.

Lentamente iniziò a ricambiare quel bacio, con la disperazione di chi è consapevole che ogni volta potrebbe essere l'ultima, che ad ogni incontro avrebbero potuto essere scoperti, che in ogni momento uno dei due avrebbe potuto dover lasciare l'altro.

Ma nessuno dei due poteva fare a meno dell'altro, nessuno dei due voleva rinunciare all'altro. Finché avessero avuto una sola scintilla di vita avrebbero continuato a lottare per restare insieme. E Kanda decise di affidare la sua vita a Lavi, perché quando era con lui dimenticava che il suo destino era segnato.

"Perché con te non è morire..."






@redseapearl: E lo so, sono prevedibile... Devono uccidere me prima che io scriva qualcosa che separa Lavi e Kanda *annuisce convinta*
Bè, ovviamente poichè la storia è stata scritta i primi di Marzo, non potevo pretendere di azzeccare tutto, mi ritengo già molto soddisfatta di aver indovinato parecchie cose, anche se per alcune preferivo di no u_u
Ed ho totalmente sottovalutato la possibilità che la cosa diventasse un Akuma, lo ammetto... Avrebbe reso molto più interessante il combattimento, già. Pazienza, mi sono già rifatta ampiamente XD
Ad ogni modo, i miei complimenti, lei è l'unica ad aver recensito questa storia XD
Devo ancora capire se ho sconvolto mezzo mondo con le mie illazioni, o se ha fatto schifo a tutti XD
Non so, forse dovrei andarne fiera, come per i film, prendi il premio della critica, e incassi zero al botteghino XDDDDDDD
   
 
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