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Autore: lazyl    04/09/2005    10 recensioni
Ginny Weasley è una ragazza perfettamente normale...non fosse che alla veneranda età di 22 anni si è ritrovata sola e con un bambino di cinque anni...nato per errore da una storia mai esistita e concepito all'oscuro della sua famiglia e del suo ragazzo...ma la sua vita è destinata a cambiare... mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate, e se vi sembra che qualcosa coincida al sesto libro vi assicuro che non c'è nessuno spoiler, è tutto semplicemente come nella mia testa volevo che fosse...!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny, Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ginny chiuse la porta dietro di se, cercando di fare il minor rumore possibile, per non svegliare gli altri occupanti della ca

Il destino fa strani scherzi…

 

Prologo

 

Ginny chiuse la porta dietro di se, cercando di fare il minor rumore possibile, per non svegliare gli altri occupanti della casa, dal momento che a quell’ora era probabile che tutti dormissero. Aveva avuto un’emergenza al S.Mungo, cinque minuti prima che il suo turno finisse, e la faccenda si era sistemata solo a mezzanotte e mezza; e tra una cosa e l’altra era riuscita a smontare solo all’una, e a materializzarsi davanti alla porta della Tana.

Lentamente si tolse il cappotto, e si sfilò guanti, sciarpa e berretto, godendosi appieno il tepore della casa. In quei giorni stava facendo un freddo davvero eccezionale, ed era una vera impresa passeggiare all’aperto anche solo per dieci minuti, specialmente di notte. Ora l’unica cosa di cui aveva bisogno era un bel bagno caldo, seguito a ruota da una meritata dormita. Il giorno seguente cominciavano le ferie natalizie, e quindi avrebbe potuto dormire fino a tardi.

Famiglia permettendo.

Silenziosamente salì le scale e si infilò nel bagno, aprendo i rubinetti per far riempire la vasca, ed iniziando a svestirsi. Nell’attesa che la vasca si colmasse d’acqua, la ragazza, armata solo di accappatoio e pantofole, uscì dal bagno e si incamminò verso l’ultima porta in fondo al corridoio, per controllare che tutto fosse a posto. Ruotando delicatamente la maniglia, aprì l’uscio il minimo indispensabile per infilarsi dentro, per poi chiuderlo dietro di sé. La stanza era lievemente illuminata da un’abat-jour posata sopra al comodino, così che chiunque volesse avventurarsi lì dentro al buio non rischiasse di inciampare nella moltitudine di giocattoli sparsi per terra.

Meno male che suo madre spesso vi mettesse le mani, se no sarebbe stata totalmente impraticabile anche di giorno. Tutti continuavano a ripeterle che era l’età, che presto gli sarebbe passata…bhè, se lo augurava vivamente, perché ormai non sapeva più dove sbattere la testa. Era sicuramente un bambino adorabile, ma in quanto ad ordine…non aveva certamente preso da lei…ma a pensarci bene, neanche da suo padre…probabilmente i suoi fratelli ci avevano messo lo zampino…

Cercando di non inciampare in qualcuna delle diavolerie babbane che il nonno regalava al bambino, si andò a sedere sul bordo del lettino,per rimboccare le coperte al suo occupante.

Naturalmente di notte non era meno agitato che di giorno, e di conseguenza, nonostante la temperatura, era totalmente scoperto, il pigiamino completamente in disordine e il cuscino a terra. Delicatamente gli rimboccò le coperte, sollevò il cuscino da terra posandoglielo accanto e si soffermò ad osservare la sua espressione stranamente rilassata durante il sonno. Dolcemente gli scostò la frangia bionda dalla fronte, che gli copriva totalmente gli occhi; il bambino continuava a rifiutarsi di andare a tagliare i capelli, perché diceva che gli piacevano molto di più lunghi…ma lei sapeva perfettamente che li teneva così solo perché in quel modo, quando piangeva, nessuno se ne sarebbe accorto. E sinceramente anche lei odiava specchiarsi in quegli occhi azzurri, così identici ai suoi, quando erano pieni di lacrime. Occhi che in quel momento si spalancarono, terrorizzati.

-mamma?-

-Sono qui tesoro…c’è qualcosa che non va?- la ragazza prese ad accarezzare i capelli del bimbo per tranquillizzarlo.

-Oh, mammina, è stato terribile! Un coso enorme e orripilante mi ha detto che verrà a spaventarmi tutte le notti per farmi fare la pipì a letto, e poi lo andrà a raccontare a Tommy Hetkins e agli altri, che mi prenderanno in giro davanti a tutta la scuola…mamma ti prego, fammi dormire per sempre nel lettone con te, perché se succedesse sarebbe la cosa più bruttissimissima della mia vita!- esclamò sconvolto.

-D’accordo Danny, tranquillo, per stanotte puoi dormire con me, e nel frattempo io farò due chiacchiere con questo brutto soggetto, e vedrai che ci penserà due volte prima di tornare- lo rassicurò, continuando ad accarezzargli la fronte.

-Non ce la faresti mami, tu sei una femmina, e le femmine non possono combattere con i mostri degli incubi- il bimbo scosse la testa scoraggiato.

-Oh, no, amore, io sono la persona più adatta, non immagini quanti mostri del genere ho dovuto scacciare per lo zio Ron quando aveva la tua età…e pensa che io avevo solo quattro anni!-

-D’accordo mammina, ma stai attenta, perché dopo potrebbe arrabbiarsi anche con te, e non è una cosa molto carina che una mamma si faccia la pipì addosso- assentì il bimbo, preoccupato.

-Tu non temere per me, vedrai che saprò risolvere la situazione perfettamente. Ma ora fila a letto, che è tardi, e domani abbiamo un sacco di cose da fare assieme- si alzò in piedi, e aspetto che il bambino, armato di cuscino e coperta uscisse dalla stanza.

Quel bambino era la sua ancora di salvezza.

Anche se a causa del suo arrivo “non proprio previsto” aveva perso quello che sua madre continuava a chiamare l’”amore della sua vita”, Harry. Ricordava perfettamente quando Daniel era nato ed Harry l’aveva visto per la prima volta. Di certo i capelli biondo chiarissimo non erano una caratteristica che aveva previsto da una coppia come loro.

Sinceramente per lei non era stata una gran sorpresa …anche se dopotutto le leggi della probabilità dicevano che il bimbo poteva averli biondi, neri o rossi…ma la sua fortuna anche in quell’occasione le aveva voltato le spalle, e naturalmente aveva trovato divertente complicare ancora di più la vita già abbastanza incasinata di Ginny. Se solo fossero stati rossi avrebbero potuto darla a bere ad Harry, presentandoglielo come figlio suo; ma no! Naturalmente Danny era saltato fuori perfettamente identico a suo padre…ed Harry non era uno stupido.

Almeno…non quanto suo fratello.

Non aveva fatto nessuna scenata, semplicemente era uscito dalla stanza dell’ospedale senza dire una parola, e lei non l’aveva rivisto per più di tre anni.

L’occasione di riconciliarsi si era presentata in una bella serata di fine febbraio, quando lei, in preda alla disperazione più totale l’aveva incontrato per strada e praticamente gli era saltata addosso, in lacrime. E lui l’aveva consolata, portandola in un bar a prendere un caffè.

Dopotutto il brutto incontro di quella giornata era valso un’amicizia ritrovata. Ma non avevano neanche preso in considerazione l’idea di mettersi insieme di nuovo, perché nonostante fossero nuovamente amici, tra loro due rimaneva sempre un certo bambino con scritto in fronte: “salve, sono il frutto delle corna che mia madre ha messo al suo ragazzo!”. E lei era certa che se Harry avesse saputo per certo chi fosse il soggetto di quel tradimento le avrebbe tolto il saluto per il resto dei suoi giorni.

Ma dopotutto un’idea se la doveva essere fatta, e come lui molte altre persone, dal momento che il bambino assomigliava terribilmente al genitore, e quelle particolari caratteristiche erano comuni a pochissime persone che lei conoscesse. Di certo Ron, ottuso e testardo come era, probabilmente non ci aveva fatto caso, ma era praticamente certa che Hermione lo sapesse da sempre, e nonostante tutto non ne aveva mai fatto parola, neanche con lei.

 Anzi, aveva aiutato moltissimo Harry a superare lo shock, e ci era riuscita così bene che ora aspettava un bambino da circa due mesi. Lei era l’unica a saperlo, per ora.

Era stata una sorpresa per tutti il fatto che loro due i fossero messi insiemi, circa un anno prima.

Erano certi che Hermione prima o poi si sarebbe sposata con Ron. Ma poi lui era partito per la Francia per aprire una filiale dei Tiri Vispi, offertagli dai gemelli, e praticamente non si riuscivano a vedere più, tanto che alla fine avevano deciso assieme di rimanere solo amici.

Lei lavorava come insegnante di trasfigurazione a Hogwarts, dal momento che la McGranitt ora era preside, ed Harry stava frequentando uno stage a Hogsmeade per diventare Auror, così tra una cosa e l’altra avevano preso a frequentarsi amichevolmente, ma poi era nato Danny e…entro l’anno successivo si sarebbero sposati.

 E Ginny era incredibilmente felice per loro, perché entrambe si meritavano tutto questo. Però…forse anche lei si sarebbe meritata di essere veramente felice, di avere una famiglia tutta sua…ma le cose non erano andate per il verso giusto, e così lei si era trovata ragazza madre a diciotto anni, senza lavoro e soprattutto senza un padre per suo figlio…col tempo però le cose si erano aggiustate, lei aveva terminato il corso per diventare curatrice specializzata in pediatria e Danny era cresciuto circondato da persone che lo adoravano, quindi non aveva sentito particolarmente la mancanza di una figura paterna. E così lentamente la ferita si era cicatrizzata…

 

-Accidenti!- si era dimenticata la vasca!

Ginny corse in bagno giusto in tempo perché l’acqua non traboccasse, e con un incantesimo la rese più calda e diminuì il livello. Tutte le volte che si perdeva nei suoi pensieri capitava un disastro…l’ultima volta aveva quasi dato fuoco a Pimkie, la scimmietta giocattolo di Daniel. E un’altra volta non si era accorta che Daisy, la bimba che George e Angelina avevano avuto l’anno precedente, si stava strozzando con uno yogurt alla mela.

Era stato Charlie che, vedendo la bambina diventare violacea, l’aveva sollevata per i piedi e scossa finché non aveva sputato il boccone. Se suo fratello l’avesse scoperto probabilmente ora Danny sarebbe orfano di madre. Ridacchiando all’idea, anche se effettivamente non era una cosa molto divertente, si sfilò l’accappatoio e si immerse dentro la vasca traboccante di schiuma, togliendosi di dosso la stanchezza accumulata durante la giornata.

Da quando aveva scoperto di essere incinta la sua vita aveva avuto un totale stravolgimento, e solo negli ultimi mesi le cose si erano quasi completamente sistemate. Ma i momenti peggiori erano stati quando aveva rivisto lui. Fortunatamente era successo solo un paio di volte…

La prima volta lei era al suo ottavo mese, in novembre, e si trovava a Diagon Alley per comprare un regalo a Bill, che il 29 avrebbe compiuto gli anni. Era con sua madre, e probabilmente per quello non le aveva rivolto la parola, ma la sua occhiata significativa non le era scappata, e neanche lo sguardo un po’ amareggiato che aveva lanciato al pancione. Ma ancora non si sapeva se sarebbe stato suo o di Harry…l’avrebbe scoperto solo circa tre settimane dopo, il 20 dicembre.

Ma era stata la seconda quella che l’aveva fatta soffrire di più. Era stato circa due anni prima, lei era ancora in tirocinio al S.Mungo, e Danny aveva poco più di tre anni…ricordava perfettamente quella serata…quella in cui finalmente si era riconciliata con Harry.

 

###

 

-Miss Weasley, il curatore Harrison ha chiesto di lei!- l’infermiera l’aveva rincorsa lungo tutto il corridoio continuando a chiamarla, ma ormai l’aveva raggiunta, non aveva più senso fingere di non sentire.

 Avrebbe dovuto chiedere spiegazioni a quel John Harrison…non ne poteva più!

Puntualmente, tutte le sere, nell’esatto secondo in cui terminava il suo turno, e cioè a mezzanotte e mezza, il curatore la faceva cercare per i motivi più svariati, compreso il catalogare le cartelle cliniche e il dare una mano alle infermiere a cambiare la padella ai pazienti. Daniel stava coi suoi genitori, ma non poteva abusare ancora per molto della loro disponibilità…e poi vedeva il bambino davvero pochissimo…

-Mi scusi, so che stava uscendo, ma dovrebbe assistere il curatore, è appena arrivata una paziente con un possibile caso di aborto spontaneo…mi dispiace- le aveva lanciato uno sguardo compassionevole…anche lei aveva notato le continue chiamate immotivate…

-Grazie Amanda, vado subito- aveva sospirato rassegnata, togliendosi il cappotto e andando a riprendere il camice. Non sopportava quel genere di interventi, perché dal momento che probabilmente si sarebbe specializzata in pediatria, vedere bambini, o anche solo feti morire non era la sua massima ambizione.

Ma ovviamente il curatore lo era venuto a sapere, e proprio per questo faceva di tutto per appiopparle quel genere di interventi, ripetendole che “un bravo curatore deve saper affrontare tutti gli interventi, che gli piacciano o meno”…se lo stava sudando un po’ troppo quel tirocinio.

Appena entrata vide immediatamente la ragazza sdraiatoa sul lettino: era molto giovane, probabilmente doveva avere circa la sua età o poco più…e a giudicare dal suo abbigliamento era sicuramente la figlia di qualche riccone. Aveva un’espressione piuttosto triste, e doveva aver pianto parecchio. Le si strinse il cuore a quella visione…non sapeva come avrebbe fatto se avesse perso il suo bambino…

-Non abbiamo tutta la serata tirocinante, e il mio turno sta per terminare, non vorrei sicuramente rimanere più del dovuto…- un ghigno perfido gli si dipinse sul viso, e Ginny dovette trattenersi non poco dal lanciargli una Maledizione Senza Perdono…dopotutto il suo futuro era nelle sue mani, purtroppo.

La ragazza si avvicinò al lettino e assistette il curatore durante l’operazione, stringendo i denti ogni volta che l’uomo lanciava una delle sue frecciatine…ma almeno le serviva a distrarsi dal pensare a quanto stesse soffrendo in quel momento la ragazza. Era un tipo di intervento piuttosto doloroso, e talvolta alle pazienti venivano somministrate pozioni antidolorifiche per calmarle. Ma lei non aveva fatto una piega, era rimasta perfettamente immobile a labbra strette per tutta la durata dell’operazione. Alla fine, prima di essere portata in una stanza, la ragazza aveva chiamato Ginny.

-Per favore, dica al ragazzo che si trova in sala d’aspetto che mi dispiace molto di avergli recato disturbo, e che ora può andare a casa senza pensare a me- disse tra le lacrime.

-Cosa? Ma è il padre?- era rimasta sbigottita da quelle parole.

-Sì…ma non sapeva che fossi incinta, avevo troppa paura a dirglielo…mi ucciderà per tutta questa storia, aveva un impegno importante, e per colpa mia è stato costretto a rinunciarvi…- continuava a singhiozzare disperatamente.

-Ma sta scherzando? Eccome se ci vado a parlare con quel cane…- e senza dare tempo alla ragazza di ribattere era uscita di corsa dalla sala operatoria.

Non poteva immaginare che al mondo esistesse una persona tanto perfida da trattare in quel modo una ragazza così dolce…no, anzi, qualcuno lo conosceva fin troppo bene…chissà, forse il tipo in attesa nella sala d’aspetto era un suo parente…

Aveva spalancato il battente della porta, era entrata come una furia nella stanzetta e aveva guardato dritto in volto l’uomo…e il suo cuore aveva smesso di battere.

 Della serie, parli del diavolo…

-Weasley, chiudi quella bocca, stai lavando il pavimento con la tua bava- anche in quella situazione  non aveva saputo resistere dal prendere in giro la ragazza. Era la sua attività preferita dai tempi della scuola.

-Malfoy…- il sangue continuava a non circolarle nelle vene.

-Uou, Weasley, complimentoni, ti ricordi ancora il mio cognome…ma effettivamente la cosa non mi sorprende, dal momento che dovrebbe essere anche quello di nostro figlio…- un sorriso perfido aveva deformato le sue labbra.

Ginny non ci aveva visto più, e si era scagliata contro il ragazzo riempiendolo di pugni sul torace –SEI UN MALEDETTO STRONZO, MALFOY!- aveva urlato tra le lacrime.

 Tutto il dolore accumulato per anni stava uscendo fuori in quel momento –NON DAREI MAI IL TUO COGNOME A MIO FIGLIO, NON LO DAREI A NESSUN BAMBINO ESISTENTE SULLA FACCIA DELLA TERRA!- Malfoy era scoppiato a ridere, e aveva trattenuto per i polsi la ragazza, tirandola a se, tanto che i loro visi erano a pochissimi centimetri di distanza. Non aveva mai dimenticato il suo profumo.

-Da quel che so io i bambini si fanno in due, Weasley, quindi non riesco proprio a capire come quel bambino possa essere tuo…- il ragazzo aveva parlato strascicando la voce e fissandola negli occhi, mantenendo il sorrisetto.

-E da quel che so io, per dire di avere un figlio bisogna averlo visto almeno una volta!- aveva ribattuto lei, cercando di liberarsi dalla presa.

Quante volte aveva immaginato quel momento…anche se effettivamente non se lo sarebbe mai aspettato così…

-Weasley, cosa avrebbero detto mammina e papino vedendomi arrivare in casa e chiedendo di vedere il marmocchio? “Prego Draco, accomodati, siamo così felici di avere in casa il figlio del nostro peggior nemico nonché celebre Mangiamorte, che ha messo incinta la nostra unica figlia e che la fatta separare dal nostro adoratissimo San Potter”…no, perché se è così vengo anche domani…- aveva continuata a stritolarle i polsi, tanto che il sangue aveva smesso di circolare.

Ginny aveva strabuzzato gli occhi -Che cosa?! Potevi mandarmi un gufo, telefonare, farti vivo in un qualsiasi modo, anche solo per vedere che faccia ha il bambino!-

-Weasley…sono sempre stato chiaro in proposito…- questa volta aveva parlato più seriamente, allentando la presa, così che la ragazza si era potuta liberare.

Ma Ginny non si era lasciata sfuggire l’occasione, e subito gli si era avventata addosso nuovamente.

-GIA’!! sei sempre stato chiaro! Lo sai che cosa aveva la tua ragazza? Era incinta!- con grande soddisfazione aveva visto un lampo di stupore attraversare gli occhi color mercurio del ragazzo -…ma sarai contento di sapere che ha abortito spontaneamente…per questa volta ti è andata bene Malfoy! Purtroppo con la prima c’è stato qualche problema, ma cosa vuoi che sia, hai le idee ben chiare in proposito…E ALLORA PERCHE’, DATO CHE LA COSA TI FA TANTO SCHIFO, NON PROVI A TENERTI IL TUO DANNATISSIMO AFFARE NEI PANTALONI SENZA SPARGERE EREDI CHE NON VUOI A DESTRA E A MANCA??!!! NON CI SAREBBERO TUTTI QUESTI INCONVENIENTI, COME ACCOMPAGNARE LA PROPRIA RAGAZZA ALL’OSPEDALE O DOVERSI GIUSTIFICARE DAL FATTO DI NON AVER VOLUTO SAPER NIENTE SUL PROPRIO FIGLIO PER TRE ANNI!!!- aveva urlato con tutte le sue forze mentre lacrime imperterrite le scorrevano copiose sul viso rosso per lo sforzo.

Il ragazzo non aveva ribattuto.

Ginny aveva continuato a piangere, con tutto il rancore che in quegli anni aveva serbato per quell’occasione, e si era seduta su una poltroncina tenendosi la testa tra le mani. Malfoy era rimasto in piedi, impassibile. Alla fine, dopo dieci minuti di singhiozzi e silenzio, aveva preso la giacca dall’attaccapanni –Bene Weasley, dì alla ragazza che ci rivediamo a casa quando sarà guarita…ti manderò un assegno mensile intestato al bambino per pagare la scuola e tutto il resto…solo che ho bisogno di sapere come si chiama- la ragazza aveva continuato a sussultare -…d’accordo, lo scoprirò da solo, non dovrebbero esserci problemi. Ci si vede, Weasley- e detto ciò era uscito dalla stanzetta lasciando la porta aperta dietro di se.

 Ginny aveva sentito chiaramente il rumore dei suoi passi lungo il corridoio, fino a che questi non si erano spenti oltre l’angolo. Il suo profumo aleggiava ancora nella stanza, ma ben presto sarebbe scemato, a causa della porta aperta. Anche lui stava scappando da lei…come il suo proprietario, anni prima…

 

###

 

Aveva ricevuto regolarmente degli assegni intestati a Daniel Ronald Weasley, il primo allegato ad un biglietto in cui vi era scritto che il nome del bambino era semplicemente un insulto alla fama della famiglia Malfoy (evidentemente non potevano sopportare che il loro ultimo erede avesse un nome tanto…normale!), e per quanto riguardava il secondo, era rimasto un tantino sconvolto dal sapere che suo figlio portava il nome di uno dei suoi peggiori nemici. Anche il suddetto proprietario ne era stato sorpreso, ma almeno in senso positivo. E sinceramente neanche Ginny sapeva da dove le era saltata fuori l’idea di chiamarlo come suo fratello…ma almeno il nome piaceva al bambino, quindi non si era fatta tanti problemi. Forse l’aveva fatto solo perché, a ragione, sapeva che la cosa avrebbe fatto rigirare nel sonno Malfoy per un bel po’.

Bella pensata, Gin, forse appena un po’ egoistica…

Ma nonostante su quei pezzetti di carta vi fossero scritte cifre che avrebbero potuto permettere sia a madre che a figlio di comprare casa e vivere tranquillamente per conto loro senza che Ginny dovesse lavorare, non aveva speso un solo zellino e da due anni li conservava uno dopo l’altro, in perfetto ordine, in una cassetta di sicurezza alla Gringott, in attesa di restituirli personalmente al legittimo proprietario. Non voleva dipendere da un cane che aveva abbandonato suo figlio…

Ricordava molto bene quando tutto quello era cominciato…durante il suo settimo anno…se solo avesse potuto immaginare che per un’ironia della sorte, o meglio, perché per l’ennesima volta la dea bendata le aveva voltato le spalle, la sua vita avrebbe avuto un totale stravolgimento…

 

 

 

 

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Eccomi qua (frase celebre ripetuta da mia madre in ogni momento della giornata…mamma questo è per te!!!!!!)!!!!!!!!!!!!!

Comunque…so di non aver ancora postato l’epilogo di non tutto il male bla,bla,bla…ma ci sto lavorando, e dato che mi sta venendo un po’ lunghetto bisogna pazientare ancora un pochino…abbiate pietà!

Sono profondamente immersa nel DOLLLLLORE perché qualcosa di innominabile sta per ricominciare…stanotte ho avuto addirittura un’orripilante incubo in proposito!

Ma non centra un cavolo con la fic, perciò…

L’idea di questa storia mi è spuntata mentre ero in aereo (!) per l’Inghilterra, e mi si stanno accavallando idee su idee per proseguirla! Ma ovviamente da brava ragazza pigra (non per niente è il mio nick!) posterò con calma e sangue freddo…dipende da quanti commentuzzi ricevo (sottospecie di schifido ricatto!) e da quanto, andando avanti, sta storia mi piacerà…bhà

So per esperienza che d/g non è una coppia molto amata, ma prima di tirare conclusioni affrettate è meglio leggere, non trovate? A me piace molto come coppia, nonostante sia trita e ritrita, ma comunque apprezzo le storie per lo stile di scrittura e per la trama, non per le coppie…e anche se le Yaoi mi fanno un tantino sboccare… leggo anche quelle comunque!

Ok, dopo questo amabile delirio da domenica 4 settembre (??!!) vi lascio a godervi questi pochi gg di vacanza (ARGGGGH!!!!) e a lasciarmi 1 commentino! Grazzzzzzie!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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