Il destino fa
strani scherzi…
Prologo
Ginny chiuse la porta
dietro di se, cercando di fare il minor rumore possibile, per non svegliare gli
altri occupanti della casa, dal momento che a quell’ora
era probabile che tutti dormissero. Aveva avuto un’emergenza al
S.Mungo, cinque minuti prima che il suo turno
finisse, e la faccenda si era sistemata solo a mezzanotte e mezza; e tra una
cosa e l’altra era riuscita a smontare solo all’una, e a materializzarsi
davanti alla porta della Tana.
Lentamente si tolse il cappotto,
e si sfilò guanti, sciarpa e berretto, godendosi appieno il tepore della casa.
In quei giorni stava facendo un freddo davvero eccezionale, ed era una vera
impresa passeggiare all’aperto anche solo per dieci minuti, specialmente di
notte. Ora l’unica cosa di cui aveva bisogno era un bel bagno caldo, seguito a
ruota da una meritata dormita. Il giorno seguente cominciavano le ferie
natalizie, e quindi avrebbe potuto dormire fino a
tardi.
Famiglia permettendo.
Silenziosamente salì le
scale e si infilò nel bagno, aprendo i rubinetti per
far riempire la vasca, ed iniziando a svestirsi. Nell’attesa che la vasca si
colmasse d’acqua, la ragazza, armata solo di accappatoio
e pantofole, uscì dal bagno e si incamminò verso l’ultima porta in fondo al
corridoio, per controllare che tutto fosse a posto. Ruotando delicatamente la
maniglia, aprì l’uscio il minimo indispensabile per infilarsi dentro, per poi
chiuderlo dietro di sé. La stanza era lievemente illuminata da un’abat-jour
posata sopra al comodino, così che chiunque volesse avventurarsi lì dentro al buio non rischiasse di inciampare nella moltitudine di
giocattoli sparsi per terra.
Meno male che suo madre spesso vi mettesse le mani, se no sarebbe stata
totalmente impraticabile anche di giorno. Tutti continuavano a ripeterle che
era l’età, che presto gli sarebbe passata…bhè, se lo augurava vivamente, perché ormai non sapeva più dove
sbattere la testa. Era sicuramente un bambino adorabile, ma in
quanto ad ordine…non aveva certamente preso da lei…ma a pensarci bene,
neanche da suo padre…probabilmente i
suoi fratelli ci avevano messo lo zampino…
Cercando di non
inciampare in qualcuna delle diavolerie babbane che il
nonno regalava al bambino, si andò a sedere sul bordo del lettino,per rimboccare le coperte al suo occupante.
Naturalmente di notte non
era meno agitato che di giorno, e di conseguenza, nonostante la temperatura,
era totalmente scoperto, il pigiamino completamente
in disordine e il cuscino a terra. Delicatamente gli rimboccò le coperte, sollevò
il cuscino da terra posandoglielo accanto e si soffermò ad osservare la sua
espressione stranamente rilassata durante il sonno. Dolcemente gli scostò la
frangia bionda dalla fronte, che gli copriva totalmente gli occhi; il bambino
continuava a rifiutarsi di andare a tagliare i capelli, perché diceva che gli
piacevano molto di più lunghi…ma lei sapeva perfettamente che li teneva così
solo perché in quel modo, quando piangeva, nessuno se ne sarebbe accorto. E sinceramente anche lei odiava specchiarsi in quegli occhi
azzurri, così identici ai suoi, quando erano pieni di lacrime. Occhi che in
quel momento si spalancarono, terrorizzati.
-mamma?-
-Sono qui tesoro…c’è
qualcosa che non va?- la ragazza prese ad accarezzare
i capelli del bimbo per tranquillizzarlo.
-Oh, mammina,
è stato terribile! Un coso enorme e orripilante mi ha detto che verrà a
spaventarmi tutte le notti per farmi fare la pipì a letto, e poi lo andrà a
raccontare a Tommy Hetkins e agli altri, che mi
prenderanno in giro davanti a tutta la scuola…mamma ti prego,
fammi dormire per sempre nel lettone con te, perché se succedesse sarebbe la
cosa più bruttissimissima della mia vita!- esclamò
sconvolto.
-D’accordo Danny, tranquillo, per stanotte puoi
dormire con me, e nel frattempo io farò due chiacchiere con questo brutto
soggetto, e vedrai che ci penserà due volte prima di tornare- lo rassicurò, continuando ad accarezzargli la fronte.
-Non ce la faresti mami, tu sei una femmina, e le femmine non possono
combattere con i mostri degli incubi- il bimbo scosse la testa
scoraggiato.
-Oh, no, amore, io sono
la persona più adatta, non immagini quanti mostri del genere ho dovuto
scacciare per lo zio Ron quando aveva la tua età…e pensa che io avevo solo
quattro anni!-
-D’accordo mammina, ma stai
attenta, perché dopo potrebbe arrabbiarsi anche con te, e non è una cosa molto
carina che una mamma si faccia la pipì addosso- assentì
il bimbo, preoccupato.
-Tu non temere per me,
vedrai che saprò risolvere la situazione perfettamente. Ma
ora fila a letto, che è tardi, e domani abbiamo un sacco di cose da fare
assieme- si alzò in piedi, e aspetto che il bambino, armato di cuscino e
coperta uscisse dalla stanza.
Quel bambino
era la sua ancora di salvezza.
Anche se a causa del suo
arrivo “non proprio previsto” aveva perso quello che sua
madre continuava a chiamare l’”amore della sua vita”, Harry. Ricordava
perfettamente quando Daniel era nato ed Harry l’aveva visto per la prima volta.
Di certo i capelli biondo chiarissimo non erano una caratteristica che aveva
previsto da una coppia come loro.
Sinceramente per lei non
era stata una gran sorpresa …anche se dopotutto le leggi della probabilità
dicevano che il bimbo poteva averli biondi, neri o rossi…ma la sua fortuna
anche in quell’occasione le aveva voltato
le spalle, e naturalmente aveva trovato divertente complicare ancora di più la
vita già abbastanza incasinata di Ginny. Se solo fossero stati rossi avrebbero
potuto darla a bere ad Harry, presentandoglielo come
figlio suo; ma no! Naturalmente Danny era saltato fuori perfettamente identico
a suo padre…ed Harry non era uno stupido.
Almeno…non quanto suo
fratello.
Non aveva fatto nessuna
scenata, semplicemente era uscito dalla stanza dell’ospedale senza dire una
parola, e lei non l’aveva rivisto per più di tre anni.
L’occasione di riconciliarsi
si era presentata in una bella serata di fine febbraio, quando lei, in preda
alla disperazione più totale l’aveva incontrato per strada e praticamente
gli era saltata addosso, in lacrime. E lui l’aveva
consolata, portandola in un bar a prendere un caffè.
Dopotutto il brutto
incontro di quella giornata era valso un’amicizia ritrovata. Ma non avevano
neanche preso in considerazione l’idea di mettersi insieme di nuovo, perché
nonostante fossero nuovamente amici, tra loro due rimaneva sempre un certo bambino
con scritto in fronte: “salve, sono il frutto delle
corna che mia madre ha messo al suo ragazzo!”. E lei
era certa che se Harry avesse saputo per certo chi fosse il soggetto di quel
tradimento le avrebbe tolto il saluto per il resto dei suoi giorni.
Ma dopotutto un’idea se
la doveva essere fatta, e come lui molte altre persone, dal momento che il
bambino assomigliava terribilmente al genitore, e quelle particolari
caratteristiche erano comuni a pochissime persone che lei conoscesse.
Di certo Ron, ottuso e testardo come era,
probabilmente non ci aveva fatto caso, ma era praticamente certa che Hermione
lo sapesse da sempre, e nonostante tutto non ne aveva mai fatto parola, neanche
con lei.
Anzi, aveva aiutato moltissimo Harry a
superare lo shock, e ci era riuscita così bene che ora
aspettava un bambino da circa due mesi. Lei era l’unica a saperlo, per ora.
Era stata una sorpresa per tutti il fatto che loro due i fossero messi insiemi,
circa un anno prima.
Erano certi che Hermione prima o poi si sarebbe sposata con Ron. Ma poi lui era
partito per la Francia per aprire una filiale dei Tiri
Vispi, offertagli dai gemelli, e praticamente non si riuscivano a vedere più,
tanto che alla fine avevano deciso assieme di rimanere solo amici.
Lei lavorava come insegnante
di trasfigurazione a Hogwarts, dal momento che la McGranitt ora era preside, ed
Harry stava frequentando uno stage a Hogsmeade per diventare Auror, così tra
una cosa e l’altra avevano preso a frequentarsi
amichevolmente, ma poi era nato Danny e…entro l’anno successivo si sarebbero
sposati.
E Ginny era
incredibilmente felice per loro, perché entrambe si meritavano tutto questo. Però…forse anche lei si sarebbe meritata di essere veramente
felice, di avere una famiglia tutta sua…ma le cose non erano andate per il
verso giusto, e così lei si era trovata ragazza madre a diciotto anni, senza
lavoro e soprattutto senza un padre per suo figlio…col tempo però le cose si
erano aggiustate, lei aveva terminato il corso per diventare curatrice
specializzata in pediatria e Danny era cresciuto circondato da persone che lo
adoravano, quindi non aveva sentito particolarmente la mancanza di una figura
paterna. E così lentamente la ferita si era
cicatrizzata…
-Accidenti!- si era
dimenticata la vasca!
Ginny corse in bagno
giusto in tempo perché l’acqua non traboccasse, e con un incantesimo la rese
più calda e diminuì il livello. Tutte le volte che si perdeva nei suoi pensieri
capitava un disastro…l’ultima volta aveva quasi dato fuoco a Pimkie, la scimmietta giocattolo di
Daniel. E un’altra volta non si era accorta che Daisy,
la bimba che George e Angelina avevano avuto l’anno precedente, si stava
strozzando con uno yogurt alla mela.
Era stato Charlie che,
vedendo la bambina diventare violacea, l’aveva sollevata per i
piedi e scossa finché non aveva sputato il boccone. Se suo fratello
l’avesse scoperto probabilmente ora Danny sarebbe
orfano di madre. Ridacchiando all’idea, anche se effettivamente non era una
cosa molto divertente, si sfilò l’accappatoio e si immerse
dentro la vasca traboccante di schiuma, togliendosi di dosso la stanchezza
accumulata durante la giornata.
Da quando aveva scoperto
di essere incinta la sua vita aveva avuto un totale
stravolgimento, e solo negli ultimi mesi le cose si erano quasi completamente
sistemate. Ma i momenti peggiori erano stati quando
aveva rivisto lui. Fortunatamente era
successo solo un paio di volte…
La prima volta lei era al
suo ottavo mese, in novembre, e si trovava a Diagon Alley per comprare un regalo a Bill, che il 29 avrebbe compiuto
gli anni. Era con sua madre, e probabilmente per quello non le aveva rivolto la
parola, ma la sua occhiata significativa non le era
scappata, e neanche lo sguardo un po’ amareggiato che aveva lanciato al
pancione. Ma ancora non si sapeva se sarebbe stato suo
o di Harry…l’avrebbe scoperto solo circa tre settimane dopo, il 20 dicembre.
Ma era stata la seconda quella che l’aveva fatta
soffrire di più. Era stato circa due anni prima, lei
era ancora in tirocinio al S.Mungo, e Danny aveva
poco più di tre anni…ricordava perfettamente quella serata…quella in cui
finalmente si era riconciliata con Harry.
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-Miss Weasley, il
curatore Harrison ha chiesto di lei!- l’infermiera
l’aveva rincorsa lungo tutto il corridoio continuando
a chiamarla, ma ormai l’aveva raggiunta, non aveva più senso fingere di non
sentire.
Avrebbe dovuto chiedere spiegazioni a quel John Harrison…non
ne poteva più!
Puntualmente, tutte le
sere, nell’esatto secondo in cui terminava il suo turno, e cioè
a mezzanotte e mezza, il curatore la faceva cercare per i motivi più svariati,
compreso il catalogare le cartelle cliniche e il dare una mano alle infermiere
a cambiare la padella ai pazienti. Daniel stava coi
suoi genitori, ma non poteva abusare ancora per molto della loro disponibilità…e
poi vedeva il bambino davvero pochissimo…
-Mi scusi, so che stava
uscendo, ma dovrebbe assistere il curatore, è appena arrivata una paziente con
un possibile caso di aborto spontaneo…mi dispiace- le
aveva lanciato uno sguardo compassionevole…anche lei aveva notato le continue
chiamate immotivate…
-Grazie Amanda, vado subito- aveva sospirato rassegnata, togliendosi il
cappotto e andando a riprendere il camice. Non sopportava quel genere di interventi, perché dal momento che probabilmente si
sarebbe specializzata in pediatria, vedere bambini, o anche solo feti morire
non era la sua massima ambizione.
Ma ovviamente il curatore lo era venuto a sapere, e proprio per questo faceva
di tutto per appiopparle quel genere di interventi, ripetendole che “un bravo
curatore deve saper affrontare tutti gli interventi, che gli piacciano o
meno”…se lo stava sudando un po’ troppo quel tirocinio.
Appena
entrata vide immediatamente la ragazza sdraiatoa sul
lettino: era molto giovane, probabilmente doveva avere circa la sua età o poco
più…e a giudicare dal suo abbigliamento era sicuramente la figlia di qualche riccone. Aveva un’espressione piuttosto triste, e doveva
aver pianto parecchio. Le si strinse il cuore a quella
visione…non sapeva come avrebbe fatto se avesse perso il suo bambino…
-Non abbiamo tutta la
serata tirocinante, e il mio turno sta per terminare, non vorrei
sicuramente rimanere più del dovuto…- un ghigno perfido gli si dipinse sul
viso, e Ginny dovette trattenersi non poco dal lanciargli una Maledizione Senza
Perdono…dopotutto il suo futuro era nelle sue mani, purtroppo.
La ragazza si avvicinò al
lettino e assistette il curatore durante l’operazione, stringendo i denti ogni
volta che l’uomo lanciava una delle sue frecciatine…ma
almeno le serviva a distrarsi dal pensare a quanto stesse soffrendo in quel
momento la ragazza. Era un tipo di intervento
piuttosto doloroso, e talvolta alle pazienti venivano somministrate pozioni
antidolorifiche per calmarle. Ma lei non aveva fatto
una piega, era rimasta perfettamente immobile a labbra strette per tutta la
durata dell’operazione. Alla fine, prima di essere portata in una stanza, la
ragazza aveva chiamato Ginny.
-Per favore, dica al
ragazzo che si trova in sala d’aspetto che mi dispiace molto di avergli recato
disturbo, e che ora può andare a casa senza pensare a me- disse
tra le lacrime.
-Cosa? Ma
è il padre?- era rimasta sbigottita da quelle parole.
-Sì…ma non sapeva che
fossi incinta, avevo troppa paura a dirglielo…mi ucciderà
per tutta questa storia, aveva un impegno importante, e per colpa mia è stato
costretto a rinunciarvi…- continuava a singhiozzare disperatamente.
-Ma sta scherzando? Eccome se ci vado a parlare con
quel cane…- e senza dare tempo alla ragazza di ribattere
era uscita di corsa dalla sala operatoria.
Non poteva immaginare che
al mondo esistesse una persona tanto perfida da trattare in quel modo una
ragazza così dolce…no, anzi, qualcuno lo conosceva fin troppo bene…chissà,
forse il tipo in attesa nella sala d’aspetto era un
suo parente…
Aveva spalancato il
battente della porta, era entrata come una furia nella stanzetta e aveva
guardato dritto in volto l’uomo…e il suo cuore aveva smesso di battere.
Della serie, parli del diavolo…
-Weasley, chiudi quella
bocca, stai lavando il pavimento con la tua bava- anche in quella
situazione non aveva
saputo resistere dal prendere in giro la ragazza. Era la sua attività
preferita dai tempi della scuola.
-Malfoy…- il sangue
continuava a non circolarle nelle vene.
-Uou, Weasley, complimentoni,
ti ricordi ancora il mio cognome…ma effettivamente la cosa non mi sorprende,
dal momento che dovrebbe essere anche quello di nostro figlio…- un sorriso perfido aveva
deformato le sue labbra.
Ginny non ci aveva visto
più, e si era scagliata contro il ragazzo riempiendolo di pugni sul torace –SEI UN MALEDETTO STRONZO, MALFOY!- aveva urlato tra le
lacrime.
Tutto il dolore accumulato per anni stava
uscendo fuori in quel momento –NON DAREI MAI IL TUO
COGNOME A MIO FIGLIO, NON LO DAREI A
NESSUN BAMBINO ESISTENTE SULLA FACCIA DELLA TERRA!- Malfoy era scoppiato a
ridere, e aveva trattenuto per i polsi la ragazza, tirandola a se, tanto che i
loro visi erano a pochissimi centimetri di distanza. Non aveva mai dimenticato
il suo profumo.
-Da quel che so io i bambini si fanno in due, Weasley, quindi non riesco proprio
a capire come quel bambino possa essere tuo…-
il ragazzo aveva parlato strascicando la voce e fissandola negli occhi,
mantenendo il sorrisetto.
-E da quel che so io, per dire di avere un figlio
bisogna averlo visto almeno una volta!- aveva ribattuto lei, cercando di
liberarsi dalla presa.
Quante volte aveva
immaginato quel momento…anche se effettivamente non se lo sarebbe mai aspettato
così…
-Weasley, cosa avrebbero
detto mammina e papino
vedendomi arrivare in casa e chiedendo di vedere il marmocchio? “Prego Draco,
accomodati, siamo così felici di avere in casa il figlio del nostro peggior
nemico nonché celebre Mangiamorte,
che ha messo incinta la nostra unica figlia e che la fatta separare dal nostro adoratissimo San Potter”…no, perché se è così vengo anche
domani…- aveva continuata a stritolarle i polsi, tanto che il sangue aveva
smesso di circolare.
Ginny aveva strabuzzato
gli occhi -Che cosa?! Potevi mandarmi un gufo, telefonare, farti vivo in un
qualsiasi modo, anche solo per vedere che faccia ha il bambino!-
-Weasley…sono sempre
stato chiaro in proposito…- questa volta aveva parlato
più seriamente, allentando la presa, così che la ragazza si era potuta
liberare.
Ma Ginny non si era
lasciata sfuggire l’occasione, e subito gli si era
avventata addosso nuovamente.
-GIA’!! sei sempre stato
chiaro! Lo sai che cosa aveva la tua ragazza? Era incinta!- con grande soddisfazione aveva visto un lampo di stupore
attraversare gli occhi color mercurio del ragazzo -…ma sarai contento di sapere
che ha abortito spontaneamente…per questa volta ti è andata bene Malfoy!
Purtroppo con la prima c’è stato qualche problema, ma cosa vuoi che sia, hai le
idee ben chiare in proposito…E ALLORA PERCHE’, DATO
CHE LA COSA TI FA TANTO SCHIFO, NON PROVI A TENERTI IL TUO DANNATISSIMO AFFARE
NEI PANTALONI SENZA SPARGERE EREDI CHE NON
VUOI A DESTRA E A MANCA??!!! NON CI SAREBBERO
TUTTI QUESTI INCONVENIENTI, COME ACCOMPAGNARE LA PROPRIA RAGAZZA ALL’OSPEDALE O
DOVERSI GIUSTIFICARE DAL FATTO DI NON AVER VOLUTO SAPER NIENTE SUL PROPRIO
FIGLIO PER TRE ANNI!!!- aveva urlato con
tutte le sue forze mentre lacrime imperterrite le scorrevano copiose sul viso
rosso per lo sforzo.
Il ragazzo non aveva
ribattuto.
Ginny aveva continuato a
piangere, con tutto il rancore che in quegli anni aveva serbato per quell’occasione, e si era seduta su una poltroncina
tenendosi la testa tra le mani. Malfoy era rimasto in piedi,
impassibile. Alla fine, dopo dieci minuti di singhiozzi e silenzio,
aveva preso la giacca dall’attaccapanni –Bene Weasley, dì alla ragazza che ci
rivediamo a casa quando sarà guarita…ti manderò un assegno mensile intestato al
bambino per pagare la scuola e tutto il resto…solo che ho bisogno di sapere
come si chiama- la ragazza aveva continuato a sussultare -…d’accordo, lo
scoprirò da solo, non dovrebbero esserci problemi. Ci
si vede, Weasley- e detto ciò era uscito dalla
stanzetta lasciando la porta aperta dietro di se.
Ginny aveva sentito chiaramente il rumore dei
suoi passi lungo il corridoio, fino a che questi non si erano spenti oltre
l’angolo. Il suo profumo aleggiava ancora nella stanza, ma ben presto sarebbe scemato, a causa della porta aperta. Anche lui stava scappando da lei…come il suo proprietario,
anni prima…
###
Aveva ricevuto
regolarmente degli assegni intestati a Daniel Ronald
Weasley, il primo allegato ad un biglietto in cui vi era scritto che il nome
del bambino era semplicemente un insulto alla fama della famiglia Malfoy
(evidentemente non potevano sopportare che il loro ultimo erede avesse un nome
tanto…normale!), e per quanto riguardava il secondo, era rimasto un tantino sconvolto dal sapere che suo
figlio portava il nome di uno dei suoi peggiori nemici. Anche il suddetto
proprietario ne era stato sorpreso, ma almeno in senso
positivo. E sinceramente neanche Ginny sapeva da dove
le era saltata fuori l’idea di chiamarlo come suo fratello…ma almeno il nome
piaceva al bambino, quindi non si era fatta tanti problemi. Forse l’aveva fatto
solo perché, a ragione, sapeva che la cosa avrebbe fatto rigirare nel sonno
Malfoy per un bel po’.
Bella pensata, Gin, forse
appena un po’ egoistica…
Ma nonostante
su quei pezzetti di carta vi fossero scritte cifre che avrebbero potuto
permettere sia a madre che a figlio di comprare casa e vivere tranquillamente
per conto loro senza che Ginny dovesse lavorare, non aveva speso un solo zellino e da due anni li conservava uno dopo l’altro, in
perfetto ordine, in una cassetta di sicurezza alla Gringott,
in attesa di restituirli personalmente al legittimo proprietario. Non voleva
dipendere da un cane che aveva
abbandonato suo figlio…
Ricordava molto bene
quando tutto quello era cominciato…durante il suo settimo anno…se solo avesse potuto immaginare che per un’ironia della sorte, o
meglio, perché per l’ennesima volta la dea bendata le aveva voltato le spalle,
la sua vita avrebbe avuto un totale stravolgimento…
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Eccomi qua (frase celebre
ripetuta da mia madre in ogni momento della giornata…mamma questo è per te!!!!!!)!!!!!!!!!!!!!
Comunque…so di non aver ancora postato l’epilogo di non
tutto il male bla,bla,bla…ma ci sto lavorando, e dato che mi sta venendo un po’ lunghetto bisogna pazientare ancora un pochino…abbiate
pietà!
Sono profondamente
immersa nel DOLLLLLORE perché qualcosa di innominabile
sta per ricominciare…stanotte ho avuto addirittura un’orripilante incubo in
proposito!
Ma non centra un cavolo con la fic,
perciò…
L’idea di questa storia
mi è spuntata mentre ero in aereo (!) per l’Inghilterra, e mi si stanno
accavallando idee su idee per proseguirla! Ma
ovviamente da brava ragazza pigra (non per niente è il mio nick!)
posterò con calma e sangue freddo…dipende da quanti commentuzzi
ricevo (sottospecie di schifido ricatto!) e da
quanto, andando avanti, sta storia mi piacerà…bhà…
So per esperienza che d/g
non è una coppia molto amata, ma prima di tirare conclusioni affrettate è
meglio leggere, non trovate? A me piace molto come coppia, nonostante sia trita
e ritrita, ma comunque apprezzo le storie per lo stile
di scrittura e per la trama, non per le coppie…e anche se le Yaoi mi fanno un tantino sboccare… leggo anche quelle
comunque!
Ok, dopo questo amabile
delirio da domenica 4 settembre (??!!) vi lascio a godervi questi pochi gg di vacanza (ARGGGGH!!!!) e a lasciarmi 1 commentino! Grazzzzzzie!