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Autore: Yu_Kanda    07/06/2010    5 recensioni
In seguito ad un'incidente d'auto, Kanda si ritrova ossessionato da un misterioso giovane con i capelli rossi. Senza comprendere il perchè cercherà di rintracciarlo ad ogni costo, ritrovandosi coinvolto nel passato del giovane, combattuto tra il desiderio di riavere indietro la sua vita tranquilla ma patetica e quello di avere al proprio fianco il giovane.
[AU, YAOI, ANGST, LaviYuu]
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su -man, è tutto in mano ad Hoshino sensei... Se fosse stato altrimenti... Lavi e Kanda sarebbero assieme da un bel pezzo!

ATTENZIONEYAOI - se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!


6 GIUGNO 2010, BUON COMPLEANNO KANDA!


Pubblicata per il compleanno di Kanda e per il LaviYuu Festival 2010


ALL'IMPROVVISO, TU...




CHAPTER 4: Ombre dal Passato



Lavi gettò un braccio sulle spalle di Kanda, sorridendogli mentre uscivano insieme dall'edificio dell'esposizione; il giovane sussultò a quel contatto inaspettato, rivolgendogli un'occhiataccia e scrollandoselo subito di dosso.

- Non farlo più, non mi piace che la gente si prenda tutta questa confidenza, specie qualcuno che ho appena conosciuto. - mise subito in chiaro, a dispetto di quel che invece avrebbe desiderato. Ma non voleva apparire troppo coinvolto, o peggio, compiacente.

- Oh, mi dispiace, non credevo ti desse fastidio. E' che io sono un tipo molto rapido a fare amicizia. - si giustificò Lavi.

Ah, il modo in cui lo guardò, il volto illuminato da quel suo sorriso disarmante, l'unico occhio di un verde così intenso, e... Kanda sentì il cuore saltargli un battito.

Avrebbe tanto voluto scoprire cosa di celava sotto la benda che copriva l'altro, chiedere come gli fosse accaduto di perderlo, sapere ogni particolare.

Tuttavia, un "CHE" seccato fu l'unico suono che permise di uscire dalle sue labbra.

- Non sarai arrabbiato con me per così poco... - mormorò Lavi, sorpreso e sinceramente dispiaciuto della reazione del suo nuovo amico.

- No. Ma non farlo più. - lo ammonì Kanda forzando la voce. Perché, in realtà, desiderava l'esatto contrario. Fallo, fallo di nuovo...

Il tono improvvisamente freddo nella sua voce lasciò l'altro giovane molto confuso, ed anche il modo in cui l'aveva sentito irrigidirsi sotto il suo tocco lo preoccupava. Aveva paura di non essergli simpatico, nonostante la storia del ritratto.

Ma quando Yuu non fece obiezioni a salire in macchina con lui, si tranquillizzò, e lo portò in uno dei locali che frequentava prima di trasferirsi, meravigliandosi un po' di trovare il posto quasi come l'aveva lasciato.

Ordinò da bere per entrambi, quindi condusse Kanda in una saletta appartata.

- Ora che siamo soli e lontano da orecchie indiscrete, vuoi raccontarmi del mio ritratto? - chiese con un pizzico d'impazienza nella voce; l'altro gli rivolse uno sguardo imbarazzato, non avendo idea di come dirgli cosa fosse successo senza compromettersi.

- Io... E' una cosa assurda, e non posso darti torto se mi prenderai per pazzo. - iniziò a bassa voce distogliendo lo sguardo. - Circa venti giorni fa ho avuto un incidente, e mentre ero in coma ho sognato la donna che mi ha investito... Quando ho ripreso conoscenza avevo la tua immagine stampata nella memoria. - semplice e diretto, era la cosa migliore, si disse Kanda. L'occhio di Lavi si spalancò per lo shock di quella rivelazione. - Forse è stata un'associazione stupida da parte mia, ma ho pensato che lei fosse collegata alla cosa, e di conseguenza a te, e... Bé... Insomma, ho pensato che sarebbe stato giusto farti sapere che era morta.

- Quella donna è... morta? - chiese Lavi sconcertato.

- Sì, prima che io riprendessi conoscenza. Per quello il sogno mi ha lasciato scosso, lei mi diceva che sarebbe morta, e poi mi sei apparso tu tra i ricordi. Ho pensato che, forse, poteva essere la tua fidanzata, e... - Kanda esitò, sperando con tutto sé stesso che l'altro non confermasse la sua ipotesi, e fu quasi grato quando questi lo interruppe fugando i suoi dubbi.

- No, non ho nessuno, e non riesco ad immaginare chi potesse essere, davvero. E sono più che sicuro di non averti mai visto prima, quindi che tu abbia il ricordo del mio viso impresso nella memoria è davvero incredibile. - notando il suo sguardo turbato, Lavi gli strinse la mano, ma Kanda la ritrasse subito, turbato. - Ehi, ti senti bene?

- Sì. - rispose. No, non stava bene affatto invece, perché avrebbe voluto che Lavi lo stringesse a sé, che lo confortasse... e anche qualcos'altro.

Dannazione.

- Yuu? - chiamò ancora Lavi; lo sguardo del giovane, i cui lunghi capelli scuri legati a coda di cavallo ondeggiavano appena quando muoveva il viso, incontrò il suo, e lui vi lesse profonda incertezza. - Sei in grado di riconoscere quella donna?

Kanda scostò una delle due ciocche che lasciava libere di ricadergli lungo le guance, sentendosi di nuovo terribilmente a disagio.

- Oh... Io... penso di sì, perché? - chiese di rimando, non capendo dove l'altro volesse arrivare.

- Ecco, se era davvero qualcuno che conoscevo, forse compare in qualche foto che ho con i miei amici dei tempi della scuola, chissà. - rifletté Lavi, quindi il suo volto s'illuminò. - Potremmo darci un'occhiata se te la senti, magari domani. - propose immediatamente; Kanda annuì, a metà tra gioia e preoccupazione, e tuttavia facendo in modo di mostrare solo quest'ultima. - Bene. Questa storia mi incuriosisce moltissimo, e allo stesso tempo è inquietante. Ma sono contento che mi abbia permesso di incontrarti. E' una base insolita per un'amicizia, quindi sono sicuro che non sarà da poco. - concluse il giovane, porgendogli la mano con quel sorriso accattivante di nuovo sul volto, e Kanda la strinse, esitante.

Amicizia... Era quello che voleva? Sì, era esattamente ciò che si aspettava, cercò di convincersi Kanda. No, lo corresse una vocina fastidiosa dai meandri della sua mente, niente affatto. E' ben altro ciò che cerchi da lui.

In quel momento la porta del salottino si spalancò, interrompendo quello scomodo dibattito interiore e rivelando un uomo dalla carnagione scura, con dei bizzarri tatuaggi sulla fronte. L'intruso avanzò verso di loro, ostentando un sorriso cordiale.

- Oh, ma guarda un po' chi c'è qui! Bookman Junior! Credevo che avessi lasciato questo schifo di città! - esclamò, fingendosi sorpreso di vedere il giovane proprio lì, nel locale in cui si incontravano un tempo.

"Tyki Mikk, Dio no!" pensò Lavi, sentendo il panico invaderlo e un brivido gelido salirgli lungo la schiena. La cosa non sfuggì al nuovo arrivato, che mascherando un ghigno compiaciuto fissò con aria divertita il volto scosso del giovane. - Non mi presenti il tuo nuovo amico? - chiese, spostando lo sguardo su Kanda. - Il piccoletto coi capelli bianchi dov'è, l'hai liquidato? - aggiunse in tono ironico prima Lavi potesse rispondere alla domanda precedente; poi notò la stretta di mano, che, colti alla sprovvista, i due giovani non avevano ancora sciolto. - Parlavate d'affari?

Kanda ritrasse prontamente il braccio, rivolgendogli un'occhiata tagliente, ma non disse nulla; non conosceva quell'uomo e non spettava a lui liquidarlo, anche se avrebbe tanto voluto.

- Non ti riguarda, Tyki, e nessuno ti aveva invitato ad entrare. - lo apostrofò Lavi, in tono cupo.

- Su, eravamo buoni amici un tempo, Lavi, morivo dalla voglia di salutarti! - esclamò l'uomo con falso dispiacere, ostentando un'aria ferita.

Che legame c'era tra loro? Kanda non poté fare a meno di domandarselo, provando una fitta di gelosia all'evidente confidenza che quel tizio sembrava avere con Lavi. Scacciò il pensiero, cercando di non apparire seccato, perché in quella particolare circostanza poteva venire male interpretato.

Tyki buttò un braccio attorno al collo del suo preteso amico, sedendoglisi a forza accanto, mentre questi si divincolava per liberarsi. Kanda suo malgrado scattò in avanti, protendendo una mano verso l'uomo, che lo guardò divertito allungando la propria con movimento fulmineo, bloccandolo a metà strada.

- Calma ragazzo, non ho cattive intenzioni, volevo solo incontrare un vecchio amico. - puntualizzò, rivolgendogli un sorriso malevolo. - Il mio nome è Tyki Mikk. - disse poi lasciando andare Lavi. Osservò quindi il giovane dai lineamenti orientali: Giapponese, indovinò, porgendogli la mano.

- Kanda. - rispose questi, gelido, accettando controvoglia il saluto.

Tyki non aspettava altro, e quando Kanda si tirò indietro, abbassò leggermente il braccio mentre faceva altrettanto, lasciando cadere qualcosa nel bicchiere di fronte al giovane. Gli sguardi dei due piccioncini erano troppo concentrati su di lui per rendersi conto di ciò che era appena accaduto, e Tyki propose un brindisi, facendosi portare un whisky.

Nella speranza di liberarsi dell'uomo assecondando quell'ultima richiesta, Kanda e Lavi si unirono al bicchiere alzato, e poi bevvero insieme a lui.

Tyki sogghignò, quindi finì il suo drink in un sorso.

- Molto bene amici miei, ora devo proprio lasciarvi, sono atteso altrove! - esclamò in tono plateale; non poteva avere Lavi, per ora almeno, ma gli avrebbe sicuramente rovinato la serata con quello scherzetto. Uscì agitando la mano, un sorrisetto compiaciuto sul viso.

Lavi sospirò, scusandosi per l'invadenza del suo supposto 'amico'.

- Sono davvero mortificato Yuu, non credevo frequentasse ancora questo posto, io... Bé, ero nel suo gruppo di 'cattivi soggetti' quando andavo al college. - ammise, cercando di minimizzare. - Credevo non si ricordasse nemmeno più di me.

Kanda annuì, ma la sua espressione iniziava a diventare strana, come se avesse difficoltà a mantenere l'attenzione sul discorso. Sbatté le palpebre diverse volte, ondeggiando, e Lavi si spostò immediatamente accanto a lui, improvvisamente in allarme.

- Io... mi sento strano... - mormorò il giovanecon voce impastata, lo sguardo vacuo.

Lavi non fece in tempo a domandargli cosa avesse che gli si era già accasciato tra le braccia, privo di sensi. Gli ci volle assai poco a fare due più due con il comportamento di Tyki.

Maledizione!

Doveva averlo drogato, tutti quei movimenti sopra il tavolo, vicino ai bicchieri, e poi il brindisi... Dio quanto era stato stupido!

Era indispensabile portare via Yuu da lì e subito, ma dove? Non in ospedale di certo, avrebbero fatto un mucchio di domande, e non aveva idea di dove il giovane abitasse. Il suo vecchio però sapeva di sicuro dove vivesse il Signor Tiedoll, quindi decise di portarlo a casa del nonno (e anche sua ora), augurandosi di non essere ucciso da lui per la propria dabbenaggine.

Lavi giunse davanti all'ingresso dell'abitazione in cui viveva insieme al nonno adottivo con Yuu stretto fra le braccia, e impossibilitato ad aprirsi la porta bussò come poteva, usando un piede. Quando Bookman gli aprì e vide in che stato era Kanda (ma soprattutto che Lavi lo aveva portato a casa con sé) subito inveì contro il nipote per la sua scelleratezza.

- Mettilo giù. - gli intimò con un tono cupo che non lasciava presagire nulla di buono, scortandolo fino in camera ed indicandogli il letto.

- Non è come credi nonno... - provò a discolparsi Lavi, posando delicatamente il giovane che stringeva tra le braccia sulle coperte; poteva leggere sul volo del nonno le conclusioni cui era giunto e si preparò alla sfuriata che sarebbe seguita.

- No? - l'accusò difatti Bookman senior, davvero sconcertato che il nipote adottivo avesse fatto un colpo di testa del genere proprio a discapito del figlio di un suo carissimo amico. - Non è ubriaco fradicio? L'hai fatto bere così sperando in cosa?

- Per chi mi prendi... Non l'avrei mai fatto, non con Yuu... - esclamò Lavi, addolorato che il nonno potesse pensare questo di lui.

- Siamo già a questo punto? Lo chiami già per nome? - l'uomo scosse il capo, contrariato. - Lavi, lui ti cercava perché ti ha sognato, te lo ha detto questo?

Il giovane abbassò lo sguardo, l'aria colpevole, imbarazzato che il nonno sapesse già tutte quelle cose riguardo Yuu. Si morse un labbro, aggrottando la fronte come se pensare in quel momento gli risultasse troppo difficile.

- Sì me l'ha detto... E mi ha spiegato anche il motivo. - ammise infine con voce sommessa. L'anziano tutore lo scrutò intensamente, come se volesse leggere le risposte che desiderava avere direttamente nei suoi pensieri. Quindi sospirò rassegnato.

- E ti ha detto anche dei suoi sentimenti? - chiese ancora, convinto di ricevere risposta affermativa, e rimanendo sorpreso di apprendere che invece Kanda non l'aveva fatto.

- Quali sentimenti? - Lavi lo fissò con aria interrogativa, cadendo letteralmente dalle nuvole, e l'uomo lesse sincerità nello sguardo del nipote; lo scrutò ancora per un lungo attimo, quindi annuì a sé stesso.

- Forse Tiedoll si sbagliava... - mormorò pensieroso.

Il Signor Tiedoll gli aveva detto quelle cose di Yuu? O meglio, Yuu si era confidato con il patrigno su un argomento così intimo quando non sopportava le ingerenze di questi nella sua vita privata, e lui l'aveva detto a suo nonno? No, non poteva crederci; inoltre, non era quello il momento più adatto per porsi certe domande.

Lavi si mosse, a disagio, toccando la fronte gelida di Kanda, poi la base del collo, per sentirne le pulsazioni.

- Non... potremmo chiamare un dottore? - azzardò, timoroso della reazione del nonno. Bookman Senior lo guardò, la comprensione improvvisamente negli occhi scuri.

- Che è successo? - volle sapere immediatamente, temendo il peggio. - Cosa avete fatto?

- Tyki... - iniziò a raccontare Lavi, ma fu subito interrotto: udendo quel nome le pupille dell'anziano tutore si dilatarono per la sorpresa, e l'uomo indovinò all'istante l'intero accaduto.

- Sei tornato in quel posto? Perché mai, brutto idiota! - tuonò contro il nipote, incredulo di fronte a tanta stupidità.

- Io... non ci ho pensato. E' sempre stato il mio locale preferito. - si difese quest'ultimo in tono lamentoso, abbassando a terra lo sguardo, sinceramente mortificato di essersi mostrato così ingenuo. - Non credevo si ricordasse ancora di me, e non avrei mai pensato di vederlo lì dopo tutti questi anni. Mi dispiace, davvero!

- E ti dispiacerà anche di più se succede qualcosa al figlio del mio amico per colpa tua! - ruggì Bookman. - Ora dimmi esattamente cosa gli ha fatto. L'ha picchiato? Non sembra ferito.

L'uomo esaminò attentamente il corpo privo di sensi del giovane, disteso supino sul letto accanto a loro, pallido in viso e del tutto immobile. Solo il leggero sollevarsi ritmico del suo petto rivelava che era ancora vivo.

- Io credo... - Lavi si schiarì la voce, quindi si costrinse a terminare la frase. - Credo che l'abbia drogato... - terminò in un sussurro; gli occhi cerchiati di Bookman Senior si spalancarono nell'udire quell'ipotesi.

- L'ha drogato? - esclamò incredulo davanti all'incoscienza del nipote. - E non ti sei accorto?

Lavi scosse lentamente la testa. Il nonno gli si avvicinò, tirandolo giù per la collottola in modo da fissarlo direttamente nell'unico occhio a dispetto della propria statura, e il giovane trasalì, finendo praticamente in ginocchio e assumendo un'espressione da cane bastonato, a quel rimprovero più che meritato.

- Mi si è seduto accanto con quel suo modo di fare accattivante, e... - iniziò a balbettare, cercando freneticamente di ricostruire gli eventi della serata e dargli una parvenza di senso logico. - Io ero agitato, e poi... si è presentato a Yuu con la solita faccia tosta, e... ha voluto brindare... Io... pensavo che assecondandolo se ne sarebbe andato, e... così è stato, ma... Yuu poco dopo si è sentito male, e io... - una scia di lacrime gli rigò il viso, e l'ira dell'anziano tutore svanì. Lasciò la presa su di lui, continuando però a rivolgergli uno sguardo duro, aspettando che si rialzasse, ma non lo fece; rimase inginocchiato in terra, toccandosi la guancia bagnata con espressione scossa.

- Siediti, Lavi. - gli suggerì allora, con voce sommessa. Lavi si alzò barcollando, per afflosciarsi accanto al corpo immobile di Kanda, le mani abbandonate lungo i fianchi. Bookman Senior tornò a rivolgere la sua attenzione al loro sfortunato ospite. - Ha vomitato? - chiese per prima cosa, e Lavi scosse il capo. Allora si chinò su Kanda, iniziando ad esaminarlo con fare esperto. Gli aprì prima un occhio e poi l'altro, verificando la reattività delle pupille, gli contò i battiti del polso, controllò la temperatura corporea e il colorito di labbra e pelle: infine valutò il ritmo respiratorio, scuotendo il capo a sua volta. - Dorme profondamente. - sentenziò sollevato. - Gli ha dato un semplice sonnifero, anche se molto potente. Era un avvertimento, voleva spaventarti. - disse; il giovane non rispose, seguitava a fissare mestamente in terra. - Lavi. - continuò Bookman Senior, avvicinandosi ed attirandolo a sé in un abbraccio consolatorio. - Quell'uomo ha sempre avuto un insano interesse per te, ed anche una cattiva influenza, quando insistevi a volergli essere amico. Lo sai, vero?

Lavi annuì debolmente, confuso. Bookman non lo aveva mai confortato così, mai in tutta la sua vita. Rimproverato, punito, obbligato, terrorizzato, sì... Ampiamente. Consolato, mai.

Lo guardò, lo stupore dipinto sul volto, e l'anziano tutore curvò appena gli angoli della bocca in quello che poteva sembrare un sorriso comprensivo. Anche quello, si disse Lavi, era davvero insolito.

- Ora prendi la mia attrezzatura per l'agopuntura. - ordinò al nipote subito dopo, battendogli una mano sulla spalla con fare comprensivo nel lasciarlo andare. - Riequilibrerò la sua energia vitale. Domattina starà meglio di prima. - promise. Lavi gli sorrise, annuendo sollevato.

- Nonno... Che motivo ha di cercarmi ancora? - chiese d'un tratto dopo avergli consegnato ciò che aveva chiesto, molto turbato al pensiero che una parte così turbolenta e spiacevole del suo passato fosse tornata a perseguitarlo così d'improvviso. - Voglio dire, avrà messo su un'altra banda. Che se ne fa di me? - esitò un istante, prima di dar voce ad un altro dei suoi pensieri. - E poi io... non ho mai accettato né incoraggiato quel tipo di interesse da parte sua.

Il vecchio tutore sospirò; sapeva che prima o poi quel Tyki avrebbe scoperto che era tornato, solo non si aspettava che accadesse così presto. Lavi non era preparato.

- Si ama solo ciò che non si possiede del tutto, Lavi, e più si comprende di non poterlo avere, più lo si desidera. - rispose. - E il suo, più che amore nel vero senso della parola, è mero desiderio di possedere, controllare la vita degli altri. - il nipote lo fissò, costernato. - Ti vuole indietro perché ha capito di aver perso il potere che aveva su di te. Ti considera ancora suo, e potrebbe cercare di fare del male a chiunque veda come un rivale; il che include Kanda, che sfortunatamente si trovava con te in quel momento. - spiegò Bookman Senior in tono serio.

Lavi fu scosso da un tremito a quella rivelazione. Non sapeva che fare, che pensare. In che modo poteva proteggere sé stesso e i suoi amici da quel pazzo furioso?

- Yuu... - mormorò, stringendo la mano del giovane nelle proprie.

Il nonno gli posò nuovamente una mano sulla spalla con fare rassicurante, comprendendo alla perfezione ciò che stava passando per la sua mente in quel momento.

- Starà bene. Ora lasciami fare il mio lavoro e poi vai a dormire, meglio se accanto a Kanda; se si sveglia avrà bisogno del tuo aiuto. - gli suggerì, ricevendo in risposta un cenno affermativo; Lavi abbozzò un sorriso, ma la preoccupazione era ancora chiaramente visibile sul suo viso. L'anziano tutore allora indicò verso il letto. - Su, prendi un pigiama anche per lui e aiutami a prepararlo, poi gli metteremo quello. - lo esortò. - Dopo di che avvertirò Tiedoll che stanotte si ferma da noi.

Mentre lo svestivano però, Bookman Senior vide il bendaggio intorno al torace di Kanda e rivolse uno sguardo irato al nipote.

- Hai detto che non l'ha picchiato! - sibilò in tono accusatorio, aggrottando la fronte.

- Ti giuro che è così! Non ho idea del perché abbia il corpo fasciato! - protestò Lavi, e il vecchio sbuffò appena.

- Va bene, ti credo. Ma vedi di farti dire perché è bendato. - Borbottò Bookman Senior, visibilmente contrariato da quella scoperta. Si accinse quindi ad occuparsi di Kanda; usò la sua abilità con l'agopuntura con grande perizia, senza toccare la fasciatura e, dopo un tempo che a Lavi parve un'eternità, annuì soddisfatto, rimuovendo gli aghi e voltandosi verso di lui appena ebbe finito di riporli. - Forza, aiutami a rivestirlo adesso. - comandò.

 

 

Kanda giaceva immobile sotto le coperte, il respiro regolare, l'espressione tranquilla. Lavi lo osservò per un po', poi la stanchezza ebbe il sopravvento, e si addormentò accanto a lui.

Nel cuore della notte lamenti soffocati e spostamenti di lenzuola lo svegliarono, e il giovane vide Kanda agitarsi nel sonno, il volto sofferente e le labbra serrate. Subito si mise a sedere e lo attirò a sé, cercando di confortarlo, pensando alle parole del nonno.

- Yuu, calmati, non è nulla... - gli sussurrò in tono rassicurante, e Kanda si aggrappò a lui, rilassandosi di colpo.

- Lavi... - mormorò al suono familiare di quella voce, annaspando, come se stesse per annegare.

- Sì, Yuu, sono qui accanto a te, va tutto bene. - rispose la voce con dolcezza.

A Kanda sembrava di galleggiare in un mare di ovatta, aveva i sensi annebbiati e la vista offuscata... Solo quella voce gli pareva reale, e vi si aggrappò, consentendo che la persona cui apparteneva lo stringesse a sé. Senza accorgersene scivolò di nuovo nell'oblio.

Lavi gli carezzò i capelli, sorridendo nel vederlo affondare il viso contro il suo petto: aveva di nuovo perso conoscenza. Il giovane cercò di stendersi di nuovo, senza svegliare Kanda e senza allontanarlo da sé, lasciando che riposasse con la testa sulla sua spalla. Non voleva rischiare di non svegliarsi se Yuu avesse avuto ancora bisogno di lui, e... sentirlo respirare contro il proprio collo gli faceva battere forte il cuore.

Non sapeva se Yuu provasse dei sentimenti per lui come diceva il nonno, ma di certo lui ne provava, poco ma sicuro. Lo cinse con il braccio, sentendolo assestarsi meglio contro il suo corpo, e pian piano riprese sonno.

Un'esclamazione di sorpresa lo svegliò di nuovo, e si trovò a fissare gli occhi confusi di Kanda, che lo scrutava allarmato, mezzo seduto e piuttosto malfermo.

- Va tutto bene Yuu, sei a casa mia. - lo rassicurò immediatamente Lavi, sedendosi a sua volta per sostenerlo.

- Perché sono qui... - si forzò a chiedere Kanda, le parole che uscivano impastate dalla sua bocca e la testa che gli girava vorticosamente. - ...a letto con...

Lavi ebbe un tuffo al cuore nel realizzare che Yuu credeva si fosse approfittato di lui mentre era in stato di incoscienza; doveva farlo tornare in sé prima che potesse gridare, svegliando suo nonno.

- Oh, no, Yuu, no, ti sei sentito male, ricordi? - rispose immediatamente, forzando l'altro giovane a guardarlo in viso. Un'ombra sembrò passare nei suoi occhi, e Kanda annuì.

Eccome se lo ricordava. Ciò di cui non aveva alcuna memoria era cosa fosse successo dopo, ma era evidente che Lavi doveva averlo soccorso e portato a casa sua. Fece per scendere dal letto, ma si bloccò, guardando verso Lavi, imbarazzato; non sapeva come dirglielo, e se ne vergognava.

- Oh, certo. - questi capì al volo, e gli sorrise. - Hai bisogno, Yuu? - chiese, avvicinandosi di più a lui. Kanda distolse lo sguardo, serrando le labbra. - Ti aiuto, aggrappati. - si offrì curvando le labbra in un altro sorriso; lo sentì sospirare, prima di passargli il braccio attorno al collo.

Lavi accompagnò Kanda nel bagno, e appena vi furono entrati lui gli rivolse un'occhiata titubante, sentendo di non essere in grado di reggersi ma non potendo accettare quell'umiliazione. Il giovane allora gli sorrise di nuovo, cambiando posizione per portarsi alle sue spalle.

- Prometto di non guardarti, OK? Ti sostengo da dietro. - propose, affondandogli il viso fra i capelli; lo sentì trasalire a quel contatto inaspettato, bloccandosi di colpo. - Così sei sicuro che non sto guardando. - aggiunse per giustificare il proprio comportamento, notando che il giovane s'irrigidiva, a disagio; Kanda sospirò rassegnato e, seppure riluttante, fece quel che doveva.

Senza porre altre domande, Lavi ricondusse l'amico fino al letto aiutandolo a stendersi, quindi si coricò dall'altro lato. Dopo un po' lo sentì scivolare contro di lui e si girò, incontrando il suo sguardo confuso e non capendone la ragione, visto che ormai sapeva dove si trovasse.

Poi vide le labbra di Yuu schiudersi sillabando il suo nome, e non poté fare a meno di sfiorarle con le proprie, iniziando un casto bacio che fece contrarre le dita dell'altro, artigliandogli la maglietta.

Durò solo qualche istante, poi Lavi si ritrasse tremante, timoroso di aver compiuto un gesto avventato e tuttavia abbracciando Yuu stretto a sé, pregando di non essere respinto.

Kanda dal canto suo non capiva perché avesse fatto una cosa del genere, cercando di sua volontà di interagire con Lavi, ma accettò quel contatto in silenzio, senza opporre resistenza. I due giovani rimasero così, stretti uno all'altro, scivolando insieme ancora una volta nel sonno.

 

 

L'indomani, nessuno dei due era certo di non aver sognato, quando furono abbastanza svegli da allontanarsi l'uno dall'altro; nessuno dei due fece accenni agli avvenimenti di quella notte, cosa che lasciò entrambi nel dubbio se l'altro ricordasse o meno gli eventi, o se fossero realmente accaduti; nessuno dei due commentò il fatto che si erano svegliati abbracciati insieme, anche se gli sguardi che ogni tanto si scambiavano erano più che eloquenti a riguardo.

- Ti senti bene? - Lavi alla fine ruppe il silenzio, porgendogli i vestiti.

- Sì. Abbastanza. Mi dici che è successo? - si costrinse a chiedergli Kanda, infilandosi i pantaloni.

Lavi sospirò rumorosamente. Sapeva fin dall'inizio che avrebbe dovuto spiegargli come mai fosse svenuto in quel locale, come fosse stato possibile che l'avessero drogato e magari anche la ragione per cui lui aveva deciso di non portarlo in ospedale... Però non voleva assolutamente che venisse a sapere dei suoi trascorsi con l'uomo che aveva tentato di ucciderlo.

- Tyki è un bastardo. - disse, additando in tal modo il colpevole di tutto. - Ti ha messo qualcosa nel bicchiere con tutte quelle cazzate sul brindisi...

- CHE. L'immaginavo. - commentò Kanda, caustico. - Era questo che intendeva moyashi quando parlava di guai. Tu e le tue 'cattive compagnie'...

Lavi gli rivolse un sorriso imbarazzato, grattandosi la nuca. Sperò che non gli domandasse anche il perché di quel gesto, non era certo di cavarsela dicendo semplicemente che si era trattato di una vendetta, perché il volersi vendicare di solito presuppone che sia accaduto qualcosa di spiacevole tra i contendenti; qualcosa che Lavi non intendeva rivelare.

- Povero Allen, perché lo chiami 'fagiolino'? - chiese ridendo, nel tentativo di sviare la discussione, e Kanda lo guardò stupito. - Sì, so abbastanza la tua lingua, io e il vecchio panda viaggiamo molto per via del suo lavoro, così ne parlo piuttosto bene diverse.

- Panda? - udendo quel nomignolo Kanda assunse un'aria perplessa, sollevando un sopracciglio.

Lavi si avvicinò alla porta con circospezione, l'aprì piano e sbirciò fuori, per assicurarsi che il nonno non stesse in qualche modo origliando i loro discorsi; dopo averla richiusa sotto lo sguardo perplesso dell'altro, azzardò di spiegare.

- Oh, bé sai, per via delle occhiaie... - affermò, annuendo con decisione. - Tu invece non mi hai risposto.

Kanda incrociò le braccia al petto, assumendo un'espressione irritata; il solo pensiero del moccioso albino lo metteva di cattivo umore. Sbuffò seccato. Perché mai doveva spiegare una cosa simile?

- Perché è solo un nanerottolo insignificante. - dichiarò infine, gelido.

- Ti sta proprio antipatico, eh? E' un po' asfissiante a volte, ma è un buon amico. - Lavi ridacchiò alla smorfia di disgusto che si era disegnata sui lineamenti di Kanda. Subito dopo il suo unico occhio si spalancò all'improvviso; si toccò la fronte col palmo della mano, un evidente disappunto dipinto sul volto. - Accidenti! Doveva venire qui oggi! - esclamò; vide Yuu aggrottare le sopracciglia, e cercò di indorare la pillola. - Bé, potrebbe anche rendersi utile, lui ha molte più foto di me dei tempi del college... - Kanda serrò le labbra a quella notizia, e Lavi si affrettò a tranquillizzarlo. - Oh, non è necessario che sappia esattamente il perché mi servono...

L'altro pretese di non essere toccato dalla notizia, ma tutto di lui tradiva l'esatto contrario; la sua postura, l'espressione del viso, gli occhi...

- Non mi importa. Digli quello che ti pare. - borbottò in tono forzatamente noncurante. Lavi sapeva che non era vero, ma preferì non insistere sulla questione.

- Andiamo a fare colazione? - gli propose invece, stiracchiandosi con soddisfazione e sorridendo come un idiota. - Ho una fame! Così poi il vecchio ti darà un'altra occhiata.

Kanda si mostrò sorpreso a dispetto del suo autocontrollo. Dunque era stato Bookman Senior a soccorrerlo la sera precedente?

- Bookman? E' un medico? - chiese; Lavi si strinse nelle spalle.

- Non esattamente. E' un mago dell'agopuntura, ma non è un vero dottore, anche se sa molto persino di medicina. - spiegò mentre faceva strada verso la cucina. - Mi stupisco sempre anche io della sua enorme conoscenza.

 Sperò ardentemente che il vecchio non facesse domande strane.







@Ermellino: XD *non sa perché la ha lasciata di stucco, ma è felice lo stesso che la storia sia gradita *


@NemuChan: Eh... Perché Kanda riesce sempre a complicarsi la vita? XD E' la domanda del secolo, ma altrimenti non sarebbe più lui. XD Quindi ci tocca soffrire finché non si decide ad ammettere di provare qualcosa, qualunque cosa sia... XD

Ma tanto Lavi è cocciuto quanto lui, alla fine la spunta sempre *annuisce *


@namidachan: ^^" No, non sono solo tre quelle che leggono, ma siete solo voi quelle che dedicano cinque minuti a scrivere una recensione... Le recensioni aiutano l'autore a capire dove sbaglia, a volte gli danno anche suggerimenti, e servono per capire cosa preferirebbero i lettori. Senza non si va avanti, ma pare che la maggior parte di chi legge non dia importanza a questa cosa.

Tyki, Tyki... Il fatto che abbia due facce non aiuta affatto, perché prima o poi il lato oscuro viene fuori... Non ho in realtà una particolare propensione ad affibbiare a Tyki ruoli sgradevoli, soprattutto perché il solo pensiero che possa mettere le sue manine su Lavi e Kanda mi fa star male XD Però fa parte della fazione avversa, e quando c'è da scegliere un antagonista compare in prima fila... E' anche quello più credibile ed abile, c'è poco da fare. u_u E fa molto presenza XD

*Sente che sarà uccisa per il finale di questa storia *


@o0ciao0o: *abbraccia la compagna LaviYuu-ista * Le fan del pair sono sempre benvenute!

Contrariamente a tante, io non odio Lenalee, anzi, di solito la metto a fare da agenzia matrimoniale LaviYuu XDDD

Ma ogni tanto bisogna cambiare, stavolta le è toccato di far la parte di quella scaricata^^""

Kanda innamorato è effettivamente qualcosa XDPerché non lo ammette nemmeno a morire XD Ma va bene così, bisogna aspettare che si abitui all'idea XD O che Lavi lo seduca, cosa di solito MOLTO più veloce...



   
 
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