STORIA PARTECIPANTE AL “HP *BEST COUPLES*”,
PRIMA CLASSIFICATA.
E se fosse per sempre mi stupirei
E se fosse per sempre ne gioirei
Scorpius Malfoy non aveva mai pensato che
qualcosa potesse durare in eterno.
Era giunto a quella conclusione fin da quando
aveva cinque anni, dopo che il suo gatto, fedele e amato compagno di giochi,
era scappato via chissà dove, preferendo la compagnia di una qualche gattina
alla sua.
Ne aveva avuto un’ulteriore conferma un paio di
anni dopo, quando sua mamma, dolce e stranamente triste, gli aveva detto che il
nonno era volato nel Paradiso dei Maghi.
Ne era stato sicuro, poi, all’età di dieci
anni, quando, a causa di una manovra sbagliata, la vecchia scopa di suo padre,
quella che lo stesso Draco aveva utilizzato durante i suoi anni ad Hogwarts, si
era malamente spezzata.
Ma poi… qualcosa era cambiato.
Disillusa mai mai
- Ti
sbagli, Malfoy – disse convinta Rose, aguzzando la vista, alla ricerca di un
vecchio tomo di pozioni che le serviva per una ricerca – I libri sono eterni.
Scorpius rise, con la strafottenza e l’arroganza
che i suoi undici anni gli concedevano.
- Ah,
sì? – disse lui, alzando il capo dal suo compito – E come le spieghi allora le
pagine strappate, i titoli quasi illeggibili e le copertine consumate? Niente è
per sempre, Weasley.
La ragazzina sbuffò, alzandosi sulla punta dei
piedi per afferrare l’oggetto della sua intensa ricerca. Scorpius la guardava
dalla sua postazione, senza che l’idea di aiutarla lo scalfisse minimamente.
- Accio
libro! – Rose raccolse il libro, compiaciuta. Lo strinse tra le braccia e fece
per andarsene – Una copertina può anche rovinarsi, ma ciò che un libro nasconde
esisterà sempre, finché ci sarà qualcuno disposto a custodire i suoi segreti, Malfoy.
Scorpius inarcò un sopracciglio, assumendo la
sua migliore espressione scettica, mentre Rose, a passo sicuro e veloce,
stringendo tra le braccia il suo prezioso bottino, marciava lungo il corridoio
semibuio e silenzioso della biblioteca, pensando che dopotutto, quella Weasley,
sebbene le sue idee fossero saccentemente folli, non doveva poi essere così male come aveva
sempre creduto…
Esordiente
mai mai
- Andiamo, Weasley! – sbottò Scorpius, nascondendo il suo umore
vagamente divertito – A quindici anni non puoi avere paura di volare. Insomma, è
ridicolo!
Rose incrociò le braccia,
lasciando che il venticello primaverile di Marzo le scompigliasse i capelli
lunghi e morbidi. Con un gesto secco, Rose raccolse i boccoli rossicci in una
coda alta.
- Io non ho paura, Malfoy! – rispose lei, rifiutandosi di
prendere in mano la scopa che lui le stava porgendo – E’ solo che non ho la
minima intenzione di farmi umiliare da te! So benissimo dove vuoi andare a
parare! – disse, fulminandolo con il suo acutissimo sguardo azzurro e
puntandogli un dito contro. Scorpius, con il suo solito sorrisino di scherno,
fu costretto a fare un passo indietro – Vuoi ridicolizzarmi in modo da potermi
prendere in giro per il resto dell’anno! – sbraitò Rose, facendo dietrofront e
ripercorrendo il parco per tornare al castello.
- Weasley… - Scorpius alzò gli occhi al cielo, non riuscendo ad
evitare di sorridere. Le andò dietro.
- … anzi, mi chiedo come ho fatto a non sospettare che ci fosse
sotto qualcosa! – stava blaterando ancora Rose, mentre arrancava su per la
collinetta – “Il Professor Paciok vuole che riordiniamo la serra due”, ma
figuriamoci! Non so come ho potuto…
Con uno scatto degno del
migliore giocatore di Quiddicth della scuola, quale Scorpius era, le fu
davanti, bloccandola – Per cortesia, Weasley, vuoi tacere per un minuto? – le
disse brusco – Pensi che le tue corde vocali possano sopportare un tale riposo?
Rose lo guardò male, aprì la
bocca per ribattere, ma lui la precedette.
- Parlando con Albus, è venuto fuori che non giochi a Quidditch
perché non ti piace volare… e non ti piace volare perché, in realtà, non hai
mai provato! – disse Scorpius, con il suo solito tono altezzoso e strascicato
che gli era congeniale. Stavolta però, si poteva cogliere anche una nota di…
gentilezza. Nascosta, certo. Molto nascosta.
La ragazza affinò lo sguardo,
cercando di leggergli la verità nei profondi occhi grigi. Sotto il suo sguardo,
Scorpius si sentì stranamente imbarazzato.
- Punto primo: Perché tu e mio cugino parlate di me? – disse
all’improvviso Rose, facendolo quasi sobbalzare.
Sebbene lui fosse molto chiaro
di carnagione, Scorpius si sentì improvvisamente accaldato.
Che fosse arrossito?
- Punto secondo – riprese Rose, inchiodando le braccia sui
fianchi – Cosa importa a te, se io non ho mai volato, se non mi piace volare o
quant’altro, Malfoy?
Lui si infilò le mani in
tasca, mentre sul suo viso si dipingeva il solito, strafottente ghigno.
- In realtà. Weasley, lo faccio per Albus – disse calmo e
rilassato – E’ imbarazzante avere una cugina che, sebbene sia una discreta
strega, ha una fottutissima paura di volare.
Rose sbattè le palpebre un
paio di volte, metabolizzando quelle parole.
- Una discreta… - boccheggiò, livida – Come…? Và al diavolo,
idiota di un Malfoy!
E detto questo, riprese la sua
marcia verso il castello. Scorpius si maledì mentalmente, pensando che l’amico
avesse ragione quando gli diceva che aveva la capacità di perdersi in un
bicchier d’acqua.
- Weasley, per favore… - disse, correndole dietro – Dai,
Weasley, ti chiedo scusa! Scusa, mi sono espresso male.
- Tu ti esprimi sempre male, Malfoy! – gli fece notare lei,
continuando a camminare – Io ci ho anche provato ad andare d’accordo con te,
come ci aveva chiesto Albus! – disse più a sé stessa che a lui. Scorpius non
riuscì a fare a meno di notare che quando si agitava i suoi occhi assumevano
una luce che le illuminava il viso… - Ma non c’è niente da fare…
- Weasley, per favore, fermati… un secondo, Rose!
Era la prima volta che la
chiamava per nome. Questo fece un effetto strano a lei come a lui.
Scorpius approfittò di quel
momento per rimediare.
- Sarebbe bello … per te… se provassi a salire su quella scopa!
– disse, lentamente – Non sai quello che ti perdi. E’ una cosa per cui vale la
pena vincere la paura… se… se hai paura, ovviamente – aggiunse subito.
Rose sospirò – Sono una frana
con quell’arnese, Malfoy! – disse – Credi che non ci abbia provato? Sono negata.
Sono nata negata e continuerò ad esserlo per il resto della vita! – terminò,
guardandolo – Ma… grazie, comunque, per esserti offerto.
Lui l’afferrò per un braccio,
mentre lei faceva per andarsene – Niente è per sempre, Rose.
Rose si voltò, rendendosi
conto solo all’ultimo di quanto fossero vicini… tanto da poter sentire il buon
profumo dei suoi capelli dorati, da poter quasi toccare il sorrisetto
strafottente che lo caratterizzava.
- Prima o poi riuscirò a convincerti a salire su questa scopa,
Weasley. Considerale una promessa – e così dicendo, si avviò verso il castello,
con il cuore che gli batteva come mai aveva fatto prima.
Regolare
mai mai
- Voglio dire… chi dice che devo indossare un abito da sera? –
borbottò Rose, in modo concitato, mentre seduta sotto un albero del parco,
esprimeva il suo forte disappunto.
- Rose… - la voce di Scorpius, sdraiato accanto a lei, gli
occhi chiusi nella vana speranza di schiacciare un pisolino – Tutte le
diciassettenni di Hogwarts sono in fibrillazione da mesi, per questa festa –
aprì un occhio per guardare il profilo imbronciato di Rose – Merlino, è la
festa per in nostro ultimo anno! Dovresti essere eccitata… e poi, non vedo
perché ti fai tutti questi problemi per un vestito. Ne hai centinaia e poi hai
persino il supporto di Lily – si sistemò meglio, portandosi le mani dietro la
testa per stare più comodo – Basta indossarne uno ed è fatta.
Rose sospirò, appoggiando
stancamente la testa al tronco dell’albero. Scorpius aprì di nuovo gli occhi,
meravigliandosi di non aver ricevuto una risposta tagliente alla Weasley.
- E’ proprio questo il punto, non si tratta di indossare un
qualsiasi vestito… - disse, coprendosi gli occhi con le mani – E poi ci saranno
tutte le ragazze del settimo che sono più preparate di me… io… io sono un’imbranata
in queste cose…
Scorpius si mise seduto,
scansandole con un dito una ciocca rossa che le scendeva sul viso coperto.
Dolcemente, le prese una mano,
scoprendole il volto.
- Per fortuna che ci sarò io con te, allora – le disse,
facendole un occhiolino.
Rose ridacchiò, voltandosi
verso di lui, con la testa sempre appoggiata al tronco.
- Salvata dal migliore amico… non è per niente patetico. Che
fortuna – disse.
Scorpius schioccò la lingua,
giocherellando con le dita di lei – Migliore amico che ha praticamente
minacciato di spaccare il muso a quei quattro sgallettati che avevano osato
invitarti – Rose ridacchiò, scotendo la testa – E migliore amico che ti
considera la più bella e sexy fanciulla di questa scuola. Esclusa la McGrannit,
ovviamente – le baciò una mano, mentre Rose se la rideva alla grande – Quindi
direi che… sì. È una fortuna.
Rose sospirò, sorridendo – Se
fossi una delle tante ochette che ti sbavano dietro, potrei anche pensare che
quello che dici sia vero.
Lui si sporse davanti, per
poterla guardare bene in faccia – Ma guarda che è tutto vero… - disse, serio –
McGrannit a parte, chiaro.
La ragazza continuò a scuotere
la testa, sorridendo. Poi, fece un lungo respiro, inclinando un pò il viso e fissandolo
negli occhi. Scorpius pensò che, da quando avevano smesso di insultarsi, la
situazione era diventata decisamente più complessa.
Continuò ad accarezzarle la
mano con il pollice finché non successe qualcosa di nuovo.
Rose si sporse verso di lui, allungando
una mano verso il suo volto. Scorpius si irrigidì, pentendosi di non essersi
rasato, quella mattina. Ma questo sembrò non dare fastidio a Rose, che con la
punta delle dita, continuò a sfiorargli la guancia ispida, prima di avvicinarsi
di più a lui, con una certa esitazione…
Scorpius, sebbene si fosse
sempre vantato di essere un esperto in quelle cose, e a questo doveva anche la
sua fama da play boy, riuscì a malapena a rendersi conto che quelle che lo
stavano baciando erano le labbra di Rose, che la ragazza, lentamente come era
arrivata, si tirò indietro.
Ci vollero diversi secondi
prima che ricominciasse a respirare.
Guardò Rose, che sembrava
assolutamente tranquilla, sebbene i suoi occhi tradissero un certo nervosismo,
probabilmente causato dalla mancata reazione di lui.
- Oh, bè… - fece lui, appoggiandosi al tronco accanto a lei –
Rose Weasley che infrange le regole. Sono basito – disse, nascondendo un
sorriso.
Lei subito si drizzò, colta
sul vivo, si sporse in avanti per guardarlo in faccia.
- Quali regole?
Scorpius rise, vedendo l’espressione
preoccupata di lei – Se permetti, a me risulta che debba essere l’uomo a dare
il primo bacio alla donna. Non viceversa.
Lei battè le palpebre – Oh…
non mi risulta che esista una regola del genere – aggiunse, mordendosi le
labbra per non ridere.
- Eccome, Rose. E’ la tradizione.
Rose sbuffò, dandogli un
buffetto sulla spalla – Ma che tradizione! E poi, Malfoy, siamo mesi che ci
nascondiamo dietro ad un dito! Se avessi aspettato che prendessi in mano tu la
situazione, probabilmente ci sarebbero…
- Cosa, cosa, cosa? – la interruppe Scorpius, colpito nell’orgoglio
virile – E sentiamo che era Miss “ meglio- non- affrettare –troppo -le- cose-
per –ora –rimaniamo -solo- amici”? Io
stavo semplicemente aspettando un tuo segnale!
- Bè… adesso il segnale ce lo hai avuto, no? – disse
semplicemente Rose. Scorpius si chiese come facesse sempre a spuntarla.
Lui stava proprio per
risponderle quando lei, iniziò a ridacchiare senza sosta. Scorpius rimase un
paio di secondi spiazzato, mentre lei, continuava a ridere, coprendosi la bocca
con la mano.
- Posso… ehm… posso sapere cosa ti fa tanto ridere? – le
chiese, non riuscendo a sua volta a non sorridere.
Rose gli fece segno di
aspettare un memento, colpita da un altro breve attacco di ridarella. Quando
sembrò essersi calmata, si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli e fece
un lungo sospiro, arrossata per il troppo ridere.
- Stavo… - ridacchiò ancora – Stavo pensando alla tua faccia…
alla… alla tua espressione, dopo che ti ho baciato. Oh, Merlino, eri
buffissimo! – e giù a ridacchiare ancora.
Come al solito, Scorpius si
sentì preso in contropiede – Ah! – disse, pizzicandole i fianchi – E così
ridevi di me! Eh? – disse continuando a solleticargli quella zona, per le
sensibilissima.
Lei si allontanò, per sfuggire
alla sua presa. Era praticamente senza fiato.
- Così non vale, però… - disse boccheggiando, quando fu a
distanza di sicurezza.
- Fammi capire: tu ridi di me e poi lo sleale sono io? – le
disse, tendendole una mano. Lei l’afferrò e si avvicinò di nuovo.
- Ma tu avresti dovuto vedere la tua faccia! – spiegò,
stringendosi le ginocchia al petto – Ricorderò la tua espressione per tutta la
vita – sentenziò, annuendo.
Lui alzò gli occhi al cielo –
Non potresti ricordartela per tutta la vita. Prima o poi te la dimenticherai.
Probabilmente quando farò un’altra espressione buffa, oppure quando…
Rose lo interruppe – Scorpius,
non ricominciare con la storia che niente è per sempre, che tutto finisce… che…
Ma prima che potesse finire la
frase, le sue labbra trovarono un’altra occupazione.
Decisamente più piacevole.
- Almeno adesso ho un’arma in più per farti stare zitta, ogni
tanto, Rose…
Indecente
mai mai
- Ecco qui!
Scorpius guardò il punto che
Rose gli stava entusiasticamente indicando.
- Oh… bè… fantastico – disse lentamente, fallendo miseramente
il tentativo di sembrare anche solo vagamente convincente.
Ovviamente, lei comprese al
volo. Un’ombra di delusione le si dipinse sul volto.
- Non… non ti piace? – gli chiese, prendendogli la mano – Non
ti devi preoccupare, io… non mi offendo. Pensavo che per essere una cosa
organizzata all’ultimo momento fosse uscito abbastanza bene… ma se non ti piace…
fa lo stesso.
Lo guardò così dolcemente che,
prima di risponderle, Scorpius sentì il forte bisogno di baciarla. La tirò a sé,
portandosela giù, sul prato, affianco alla tovaglia su cui Rose aveva
improvvisato un pic nic, senza staccare la bocca da quella di lei.
- Certo che mi piace – le disse poi, posandole un bacio sul
collo – E’ solo che… questo è il nostro primo appuntamento da quando abbiamo
finito Hogwarts e io… bè… volevo portarti in un bel ristorante… elegante…
Rose lo zittì con un gesto
scocciato della mano – Scorpius, piantala! Non mi serve un ristorante elegante.
E poi… ho insistito io a venire qui, no? Figurati se non mi piace – detto
questo, gli schioccò un sonoro bacio sulle labbra e si allontanò da lui.
Scorpius annuì, sedendosi meglio sulla coperta che Rose aveva
sistemato. Si guardò intorno. Erano in una specie di parco, in fondo si
intravedeva un laghetto. Non c’era nessuno, probabilmente a causa dell’ora.
Scorpius pensò che presto avrebbero dovuto accendere le loro bacchette per fare
luce.
- Bene – disse quindi, sedendosi impacciato e guardando nei
sacchetti unti dal contenuto sospetto – Cosa abbiamo qui?
Rose gli sorrise, battendo due
volte le mani. Si era fermata poco prima in un chiosco babbano, dicendogli di aspettarla vicino l’entrata del
parco ed era tornata con questi due sacchetti.
Aprì il primo: patatine
fritte.
- Wow. E qui ci siamo… - disse Scorpius, non riuscendo a
nascondere un certo sollievo.
- E poi… tadan! – esclamò lei, rompendo il cartone del secondo
sacchetto.
Scorpius corrugò la fronte
nell’osservare quegli strani tubetti marroni – Oh… e sarebbero?
Rose sbuffò – Scorpius! Sono
spiedini! Non posso credere che tu non li abbia mai visti…
Lui scosse le spalle,
guardando quel cibo sulla difensiva – E si mangiano?
- Ovvio. Non vuoi provare?
- Oh… certo…
Annuendo, si sporse in avanti,
esaminando tutta la tovaglia alla ricerca di qualcosa.
Rose lo fissò divertita – Ehm…
cerchi qualcosa?
Scorpius si grattò la fronte –
Io… sì. Le posate.
Rose sapeva che scoppiargli a
ridere in faccia poteva non essere la soluzione migliore. Con tutta la
sensibilità di cui era capace, gli disse – Farò finta che tu non l’abbia detto,
Scorpius. Non servono le posate.
- Cosa? Dovremmo mangiare con le… mani? – Scorpius sembrava
seriamente confuso.
Rose afferrò con due dita un
bastoncino dello spiedino e se lo portò alla bocca – Così – disse, masticando.
Poi notò l’espressione di lui e sorrise – Cos’è? Ti sembra una cosa da barboni?
Ti stupisce che la tua ragazza faccia qualcosa di così indecente?
Scorpius la guardò, colpito.
Rose aveva lasciato i capelli sciolti, come piacevano a lui e li teneva
poggiati sulla spalla. Dovette trovare una distrazione, per evitare di saltarle
addosso. Così, afferrò lo spiedino che Rose aveva morso e glielo tolse dalle
mani – Non potresti mai essere indecente, tu – le disse, staccando un morso e
facendole un occhiolino – E’ solo che non mi piace sporcarmi… - disse,
riprendendo il suo vecchio tono altezzoso e sulla difensiva.
Rose rimase un attimo
interdetta, poi si riprese – Ah, sì? – disse con tono innocente – Non ti piace,
sporcarti, eh?
Se Scorpius fosse stato
leggermente più attento, avrebbe potuto prevedere quello che sarebbe accaduto.
Rose infilò un dito nella
salsa piccante e con uno scatto repentino, puntò alla bocca di Scorpius,
tracciandogli un’appiccicaticcia striscia rossa, dall’angolo della bocca fino
al mento.
- Così non hai più il problema di sporcarti, tesoro – disse,
senza poter evitare di ridere di fronte alla sua espressione.
- Non posso credere che tu l’abbia fatto davvero, Rose Weasley!
– le disse, fingendosi colpito – Un’ex Caposcuola di tutto rispetto. Che spreco…
Rose ridacchiò ancora,
pulendosi le mani con un tovagliolino.
- Hai ragione, signor Malfoy – annuì Rose, mettendosi in
ginocchio – E’ mio dovere rimediare, adesso.
Stavolta Scorpius fu più
sveglio e comprese con piacere quale fosse l’intenzione della ragazza. Quindi,
non fu preso alla sprovvista quando Rose si alzò sulle ginocchia e posò le
labbra sul mento impataccato di lui, tracciando la riga fino all’angolo della
bocca.
Lui le cinse i fianchi,
avvicinandola di più verso di sé.
- Vedi… non è così male – disse Rose, schioccando le labbra
nell’assaporare il sapore agrodolce della salsa.
- Oh, no. Non è affatto male – concordò lui, non troppo lucido.
- In effetti… penso che il segreto sia nel tabasco – disse
Rose, continuando ad assaporare, con aria pensosa, le braccia ancora avvolte
intorno al collo di lui.
Scorpius chiuse gli occhi un
paio di volte, confuso – Che cosa?
- L’ingrediente segreto! – esclamò Rose, ancora assorta nei
suoi lontani pensieri – Devo aver letto in un qualche libro di nonna Molly che
per queste cose utilizzano spesso degli ingredienti segreti – spiegò, senza
dargli troppa attenzione – In questo caso potrebbe essere il tabasco. O magari
la paprika. Tu che pensi?
Scorpius, che l’aveva guardata
ammaliato per tutto quel folle ragionamento, la strinse ancora di più, facendo
scivolare le mani sotto la sua camicetta.
- Penso che ti amo, Rose.
Lei si voltò di scatto,
tralasciando i pensieri sulla paprika.
Aprì e chiuse la bocca un paio
di volte; gli occhi azzurri sbarrati per lo stupore.
- Che… cosa hai detto?
- Ho detto che ti amo – ripetè lui, semplicemente, come se la
verità di quelle parole fosse talmente palese da non necessitare di ulteriori
spiegazioni. La guardò negli occhi – Ti amo. Adesso e sempre. E sempre, sempre…
e sempre… sempre.
Rose emise uno strano suono, a
metà tra una risata e un singhiozzo, prima di gettarsi su di lui e baciarlo con
tutta la dolce convinzione di cui era capace.
Scorpius Malfoy non aveva mai
pensato che qualcosa potesse durare in eterno.
Ma poi… poi aveva incontrato
Rose.
E fu tutta un’altra storia.
E se fosse per sempre mi
stupire
E se fosse per sempre ne
gioirei.