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Autore: Lane_Jones    07/06/2010    6 recensioni
é scritta a due mani, quindi credo che si noterà la differenza ogni tanto, ma scriverò più io, Lane, perchè seguo The Mentalist da più tempo.
comunque, Theresa e Patrick litigano di nuovo, lui per farsi perdonare la porta fuori a prendere una "botta di vita"... uno speed date, lì Lisbon conoscerà un uomo che è tutto fuor che quello che dice di essere...
più in là nei capitoli ci sarà il pairing Jisbon! ovviamente!
ve l'ho messa un po di curiosità?
recensite!
Genere: Romantico, Commedia, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Patrick Jane, Teresa Lisbon
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo scritto a due tastiere, interamente.


Ero in ufficio a barcamenarmi con mille e più scartoffie quando mi squillò il cellulare. Era Per Elisa… il tono sul cellulare che avevo impostato per due numeri. Uno era Patrick… che in quel momento stava interrogando un galeotto accusato di furto con scasso, quindi probabilmente, si spera, non mi stava telefonando, anche se col soggetto in questione non si può mai dire.
Il secondo… inutile a dirlo, era Roy. Era un amico, quindi meritava lo status beethoviano. O forse no. Comunque, stava squillando e perciò, controllando che la Mefitica Capa, la Hightower non fosse in giro- anche se nessuno l’aveva ancora vista a giro, quel giorno.
Risposi.
-Hey Teresa, disturbo?
-No… certo che no! Dimmi tutto.
-Senti, sono qua sotto, scenderesti per prendere qualcosa?
-Bhé…- stavo prendendo tempo. Se fossi uscita, sarebbe potuto essere un grosso problema, se la M.C. mi avesse vista. Ma d’altronde… avevo anch’io diritto ad un po’ di caffè, no? –Scendo subito.
-Ti aspetto.- quest’ultima frase la pronunciò in una maniera un po’ diversa, ma sul momento non ci feci caso. Passai  davanti ad una basita Van Pelt

-ti do il comando finché non torno-

 Presi l’ascensore e fermai al piano terra. Era lì davanti ad aspettarmi. Iniziammo a camminare verso il bar.
-Mamma che freddo!- esclamai giusto per rompere il silenzio, dopo un po’.
-Aspetta- mi disse e mi mise il suo capotto. –

Non importava.-mormorai, anche se il calduccio in realtà mi faceva piacere.
- Lascia stare, sono europeo, la galanteria ce l’ho nel sangue.
-Sei europeo?- chiesi incuriosita.
-Sono nato a Liverpool, ma poi i miei genitori si sono separati e mi sono trasferito in Florida.- sembrava a disagio.-Ma basta parlare di me! Senti Theresa- mi disse ad un certo punto –ti eri mai accorta che il tuo amico Patrick  ha degli occhi veramente verdi?
-Ma se sono blu!- esclamai.
-Allora vuol dire che ieri pomeriggio ha avuto una disfunzione ottile della cornea. Ah proposito, gli puoi dire che ha un gancio destro mica niente male? E aggiungi di guardarsi da un mostro dagli occhi verdi di nome Jago!

-cosa intenderesti con questo?- stavo iperventilando, non poteva aver fatto questo, non Jane!

-hai presente la gelosia?-

-Jane non è geloso… non di me, almeno!-

-io non ne sarei troppo sicuro…- indicò una macchia scura vicino al suo naso, non l’avevo notata nella penombra del bar.

-te lo ha fatto lui?-

-…-
-IO-LO-AMMAZZO-urlai. Poi mi girai e me ne andai, col suo cappotto ancora indosso.

***
-Lo spero.-mormorai. Sarebbe stata mia molto presto.

***

-JANE!?- urlai come una pazza isterica nella stanza degli interrogatori, facendo sobbalzare l’indiziato e il mio sfortunatissimo consulente.

-che ho fatto?-

-niente che riguardi quest’uomo, seguimi… ADESSO!-

-e… lui?- disse agitando il braccio come quando è nervoso

-a lui ci pensa Van Pelt!-

-ok- si alzò esitante, quasi intimorito da me

-che ho fatto?-

-te lo spiego in ufficio- dissi con un sorrisetto diabolico sulla faccia

Entrammo in ufficio e chiusi le tendine, in modo che nessuno potesse vederci, oltre che sentirci

-non mi vorrai uccidere-

-sarebbe troppo rischioso… sono l’unica ad essere entrata qui dentro con te-

-ah… che fortuna allora…-

-ora tu mi spieghi una cosa…-

-volentieri-

-non. Mi. Interrompere.-

-ok-

Iniziai a picchiettare la penna sulla scrivania, lui si sedette un po’ in imbarazzo sul divano

-dimmi… per quale cazzo di motivo avresti picchiato Roy?-

-io non lo definirei picchiare, Lisbon… era più… un gioco…-

-un gioco? Gli hai lasciato un livido grosso quanto una casa-

-davvero?- vidi brillare nei suoi occhi un barlume di contentezza

-sì… perché lo hai fatto-

-mi sembri la Hightowert con questo atteggiamento!-

-hai problemi a riguardo?-

-no… credo…-

-bene… devi smetterla di intrometterti nella mia vita!-

-ma Lisbon, io… quell’uomo non mi piace, ha un che di… misterioso-

-perla mister “non sono misterioso” allora! Ma ti sei visto? Parli di lui! Non lo conosci nemmeno…-

-sicuramente lo conosco più di te!-

-io non ne sarei troppo certa fossi in te-

-ah…gli hai letto la mente? Quale giochino contorto gli hai sottoposto?-

-io non ho fatto proprio nulla… lui mi ha aizzato! Che diamine, Lisbon, lui mi ha detto…-

-non mi interessa cosa ti ha detto-

-lui ti ha baciata!-

-e allora? Che te ne frega?- gli urlai in faccia

-tu non volevi baciarlo!-

-come lo sai?-

-perché vi ho visto!-

-quindi ammetti di averci seguiti?!-

-sì…-

-perché l’hai fatto?-

-perché mi interessa di te… e non capisco come mai adesso ti sei avvicinata tanto a questa persona che a malapena conosci!-

-non sono affari tuoi Jane… non mi scocciare!-

-si può sapere che diavolo ti ho fatto?-

-in realtà niente… e tutto!-

-certo che a volte sei proprio difficile!- disse iniziando a girare per la stanza gesticolando

-tu sei un idiota, un immaturo, un bambino, un…-

Non finii mai quella frase delirante…

Non la finii né riuscii a finire di pensarla…

Non riuscii a formulare più alcun pensiero per i seguenti dieci minuti…

Patrick mi aveva afferrato le braccia e le teneva lunghe distese sul mio corpo, aveva riempito la distanza tra di noi in un secondo, piombandomi sulle labbra con le sue in un gesto fulmineo

All’inizio era un bacio leggero, poi la sua presa sulle mie braccia si allentò e lui mi sollevò a sedere sulla scrivania.

Avvinghiai le gambe intorno alla sua vita e infilai le dite tra i suoi capelli, così morbidi e setosi.

Le sue mani si insinuarono dietro il mio collo, accarezzando i miei capelli.

Le nostre labbra si sfioravano desiderose.

Quando ci allontanammo lui sembrava scosso, come se avesse fatto qualcosa di immensamente sbagliato…

Io ero accaldata e avevo il fiato corto…

Avevo per caso sognato? Avevo davvero baciato Patrick Jane?

Sorrisi euforica e gli gettai le braccia al collo.

Lui rispose esitante all’abbraccio, poi, quando il momento finì, era tornato il rompiscatole di sempre

-ancora arrabbiata?- chiese come se nulla fosse

-uhm…- affermai svampita

“questo sì che è un bacio” pensai.

Arrossii e mi accorsi poco dopo di essere ancora seduta sulla scrivania e di avere ancora le gambe attorcigliate al suo busto.

-scusa..- mormorai sovrappensiero, lasciandolo libero di muoversi e scendendo dalla scrivania.

Lo vidi uscire di sfuggita, mentre mi accasciavo di nuovo dietro la scrivania, sospirando…

Sfogliavo distrattamente i rapporti da ripassare…

Scrivevo sui post-it il suo nome…

Giocavo con la penna…

Ero distratta, talmente tanto che, quando la Hightower entrò, non la vidi neppure

-agente Lisbon?-

-uh uhm-

Alzai lo sguardo verso di lei, diventando immediatamente rossa e alzandomi di scatto

-sì signora, mi dica?-

-niente, pensavo non ti sentissi bene, perché hai le tendine chiuse?-

-io? Ah sì, mi faceva un po’ male la testa…-

-dov’è Jane?-

-perché?-

La vidi alzare un sopracciglio

-perché non è al CBI… se n’è andato circa un ora fa… dicendo che doveva fare delle ricerche-

-ah… non lo so… lui è fatto così… va e viene- dissi evasiva

-è successo qualcosa?-

-no… assolutamente no!-

-bene, buona serata agente Lisbon…-

-anche a lei capo-

-ah! Lisbon… c’è un uomo che ti aspetta nel bullen… si chiama Roy Smith-

Sussultai… e adesso?

-grazie-

Mi sorrise e uscii, mi risedetti sulla scrivania e affondai il viso nelle mani

 

-ciao!- disse Roy facendo capolino nell’ufficio

-ciao- risposi pensierosa ma con, presumo, un  sorrisino beota sulla faccia

-ehi! WOW! Non me lo aspettavo così presto!- disse

-cosa?- ero spiazzata, no, no, no, avevo bisogno di tutto al momento, meno che di un altro che mi leggeva “il linguaggio del corpo”

-tu e lui…- fece un gesto eloquente con la mano, che mi ricordò tremendamente Jane

-no! No no! Non siamo arrivati a quello…- intuii più tardi avvampando

-ok… anche perché sareste stati a corto di spazi- ironizzò, io sorrisi, senza fare caso alla sottile malignità della cosa

-lui mi ha… sì, ecco…-

-baciata-

-sì, appunto-

-e tu sei stata felice e hai risposto-

-sì-

-con passione… wow… deve baciare proprio bene!-

-non ti immagini quanto…- dissi senza pensare e ritrovandomi ad arrossire ancora di più

-no… e, se è possibile, preferirei evitarlo!-

-sì… lo posso capire…-

-quindi… non lo hai ucciso!- disse sorridendo

-non mi ha dato il tempo!-

Seguirono imbarazzanti minuti di silenzio

-Vuoi un passaggio?- chiese ad un certo punto, si era messo a curiosare allo stesso modo in cui faceva Jane

-no, grazie, ho la macchina-

-ok- sospirò –allora io vado-

-è stato un piacere parlare con te- dissi mentre usciva

-anche per me. Ciao-

-ciao- gridai dall’ufficio.

Spensi le luci e scesi alla macchina, misi in moto e corsi verso casa.

 

Stavo entrando sotto le coperte, nella mia maglia della squadra di Lisbona, quando il campanello suonò

Mi alzai e andai ad aprire, curiosa di sapere chi venisse a rompere le scatole a mezzanotte e mezzo.

Aprii e vidi Jane inzuppato di pioggia e mezzo spoglio.

Intravidi il suo petto sotto la camicia diventata trasparente

-ciao- dissi –vieni a riscaldarti, sei tutto bagnato-

-non ce n’è bisogno, e poi mi cacceresti…-

-che sei venuto a fare Jane?- il cuore inizio a battere, perché credeva che l’avrei cacciato?

-vedi, per oggi… io non vorrei che ti facessi idee strane-

-spiegati-

-non ti ho baciato per… io… Lisbon, io non sono innamorato di te, se è questo che ti ho fatto credere-

Fu come uno schiaffo, peggio, come se tutto il mio corpo si rompesse all’istante, e, più in profondità, andò in frantumi il mio cuore.

Iniziai a lacrimare, non piangevo, non singhiozzavo. Solo, le lacrime mi rigavano il volto.

-ok, lo capisco… tu sei ancora innamorato di tua moglie-

-sì-

-va bene, ora… lascami sola-

-ok-

-bene-

Lo vidi scendere le scale, lo seguii con lo sguardo. Poi chiusi la porta e mi accasciai contro di essa, appoggiandovi la schiena.

-stupida!- ringhiai prima di lasciare che gli spasmi del pianto mi travolgessero l’anima.

 

 

POV JANE

-stupida!- sentii arrivare dalla cima delle scale.

Sentii il cuore stringersi, il sangue gelarsi.

La stavo facendo soffrire, ma, per il momento, era il massimo che potessi permettermi di rischiare.

Io l’amavo, l’amavo follemente, maledettamente.

Non potevo rischiare di perdere qualcun altro per il mio egoismo, non avrei MAI corso il rischio.

Non potevo permettermi di rovinare un'altra vita, anche se non fosse mai stata legata alla mia, anche se io non la avessi amata davvero, non potevo rischiare di rovinarle La vita.

Io per la mia strada, lei per la sua. Finché non avessi trovato il modo di liberarmi di quel peso morto che portavo addosso: Red John

Uscii all’acqua, sulla strada, camminai lentamente, assaporai il dolce tocco amaro delle gocce di pioggia sulle labbra, che somigliava molto al sapore delle labbra di Teresa, un sapore amaro e dolce allo stesso tempo, agrodolce.

Poi mi accorsi che non stavo assaggiando la pioggia, ma le mie lacrime.

-deficiente- mi dissi, e, in quel momento, mi parve che qualcun altro me lo stesse sussurrando.

 

 

 

Vorremmo ringraziare tutte coloro che hanno recensito e aspettato pazientemente, lo sappiamo, ma la colpa è di Jones, è un irresponsabile! 

sono due mesi che deve scrivere questo benedettissimo capitolo e alla fine scopro che ha scritto solo una pagina! allora l'ho finito io!

ma mi spiace non avere tempo per rispondere per bene a tutti i vostri commenti!

Vorrei dedicare a tutte voi questo capitolo!

  
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