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Autore: Sasita    07/06/2010    3 recensioni
Una dedica. Lei. Lui. Loro. Un amore. Una fine. Un nuovo inizio.
recensite!!!!
Genere: Romantico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Long Fic Jisbon'
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Se potete e ne avete voglia, questo capitolo andrebbe ascoltato con la canzone “love is forever” dei Muse, dall'asterisco in poi.

 

 

Prendi un sorriso,regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,fa bagnare che vive nel fango.
Prendi una lacrima,posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,mettila nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranzae vivi nella sua luce.
Prendi la bontàe donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore e fallo conoscere al mondo.

 

 

 

Oggi la professoressa di religione ci ha dato questo discorso di Ghandi,

 

Voglio dedicarlo a voi, come la storia che ho scritto, perché ciò che c’è scritto lo sapete fare a pieno, nel vostro piccolo, per quanto voi possiate fare, sapete regalare sorrisi, momenti di luce, sorgenti, lacrime, coraggio, vita, sparanza, bontà e amore…
E' questo che fa uno scrittore, modifica attimi di vita di persone normali, modifica attimi, rendendoli di felicità, d’amore e di tristezza…
Ed è anche per questo che devo ringraziarvi, per tutti i momenti di questo tipo che mi regalate, inconsciamente,  ogni giorno.

 

 
 

 

Loro
 

Caro diario,
oggi è un anno che ti scrivo, oggi è un anno che la mia vita è cambiata.
Ti ho raccontato tutto di questo anno vuoto, privo di tutto ciò che avevo trovato in me stessa.
È un anno preciso, oggi, che lui se n’è andato.
Il mio cuore scalpita, cerca, desidera, chiede. Tu lo sai, è così tanto che scrivo, e le uniche cose che ho scritto riguardano lui, solo lui.
Sai della mail che gli ho mandato, sai della risposta che ho ricevuto, e quanto questo abbia cambiato il mio animo.
Ora ogni sera indosso un vestito, ogni mattino vado a lavoro truccata e con i miei vestiti migliori.
Lo aspetto, con tutta l’ansia che questa vita solitaria mi ha riservato per questo momento.
Momento in cui, nonostante lui non sia ancora tornato, non sono più nella condizione di “io” e di “lui”, ora siamo un “noi”. Ed è qualcosa di magnifico...

 

 

*

Teresa lasciò la penna, il campanello del suo appartamento era appena suonato.
“è di sicuro la pizza” si disse avviando si alla porta.
Indossava un vestitino bianco, estivo e leggero, i capelli erano raccolti una crocchia alta che lasciava sfuggire dei ciuffi qua e là. Aveva il viso arrossato per il caldo dell’afoso luglio californiano.
-Chi è?- chiese meccanicamente alla porta.
-Pizza.- si sentì rispondere dall’altra parte.
Ma lei capì: quella voce, quella cadenza musicale, persuasiva e suadente…
Aprì la porta di scatto,  gettando le braccia, dove, supponeva, ci fosse l’uomo tanto amato ed aspettato ed avvinghiandosi al suo collo.
L’uomo rispose all’abbraccio, e la sollevò da terra, facendola volteggiare sul pianerottolo e stringendola a sé, affondando il viso nei capelli corvini di lei.
Rimasero abbracciati per molto, ma non si erano ancora visti in faccia.
Quando si allontanarono, piano, Teresa chiuse gli occhi, impaurita dall’effetto che le avrebbe potuto fare vederlo di nuovo in viso, dopo un anno…
Ricordava ogni particolare del suo viso…
E il suo profumo, che adesso le riempiva le narici più dell’aria, che sembrava non riuscire più ad entrare nei polmoni.
-Patrick…- sospirò
-Teresa.- fu la lieve risposta, Jane si avvicinò e le prese il viso tra le mani.
Lisbon aprì gli occhi di scatto, quelle mani mancavano di qualcosa.
Incontrò due occhi azzurri, cerchiati di un verde profondo e giocherellone, ad aspettarla sorridenti e lucidi.
Gli prese le mani nelle sue e le studiò, poi vide, mancava la fede.
Lui sorrise, sfilando da sotto la camicia una catenella con appeso una anello d’oro.
Teresa sorrise, incapace di dire o fare niente che non fosse ammirarlo in silenzio.
-Non piangere...- disse Patrick dolcemente, asciugandole la lacrima con la mano, esplorando e riscoprendo i lineamenti tanto sognati e desiderati nel periodo passato distanti.
-Sono felice Patrick.- lui le toccò lieve le sopracciglia, la fronte, le guance, causandole un vertiginoso aumento del calore sulla pelle sfiorata, incapace di mantenere gli occhi aperti li chiuse di nuovo
-Apri gli occhi, ti prego.-
-Perché?- sussurrò lei tremando le palpebre
-Ho sempre amato gli smeraldi.-
Lei rise piano, aprì gli occhi, ritrovandosi a pochi centimetri dal viso del suo Patrick.
-Ti amo.- gli sussurrò sulle labbra
-Ti amo.- rispose lui.
Chiusero gli occhi e, lì, in mezzo al pianerottolo, si avvicinarono come non avevano mai fatto l’uno con l’altra nella loro vita, le loro labbra si sfiorarono esitanti, spaventate quasi.
Lisbon si inarcò contro di lui, sorrise sulle sue labbra e approfondì il bacio, assaporando ogni centimetro delle bocca di Jane.
Lui la avvicinò ancora di più, lei strinze le dita ai capelli di Patrick, stuzzicandoli, mentre lui la spinse in casa e iniziò a baciarle il collo.



**********

 

Avevano passato la notte d’amore più bella della loro vita.
Si svegliarono abbracciati sul tappeto del salotto, coperti solamente dal copri divano.
Teresa aprì gli occhi, incontrò due cieli azzurri intenti a fissarla.
-Giurami che non sto sognando, giuramelo e io ti crederò...- disse raggiante.
-Te lo giuro, piccola Tess.- E la baciò, dolce -E non ho intenzione di adare da nessuna parte, d'ora in poi... non senza di te, almeno.-
Teresa sorrise, beata. Era stata una collisione, la loro. Ma mai poteva sperare che fosse più dolce e felice, alla fine, di come era stata.


 

 

Dice l'autrice:
Ed è finita anche questa storia, questa dedica, spero che sia venuta come la volevate!

Per chi non avesse capito, non è per il gruppo ristretto con cui parlo e mi confronto, ma per tutti/e voi che fate parte di questo fandom, che seguite, leggete e recensite.

   
 
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