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Autore: Ariadne_Bigsby    07/06/2010    5 recensioni
John rimase incantato per un attimo, guardando la foto. Ripercorse ancora una volta con lo sguardo i quattro volti, lasciando il suo per ultimo. Quando alzò lo sguardo si vide riflesso nello specchio appeso al muro davanti, ed avvertì il peso degli anni gravargli sulle spalle come un macigno. Aveva quaranta anni, il giorno dopo avrebbe avuto quaranta anni e due mesi esatti...

"Prequel" della vicenda raccontata in "Here There and Everywhere", ovvero le esperienze vissute da John Lennon prima di prendere la decisione di scendere nuovamente sulla terra. Ff scritta in concomitanza con"Here There and Everywhere" (non ho resistito alla tentazione di pubblicarla adesso..." xD
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, George Harrison, John Lennon , Stuart Sutcliffe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'John in the sky with diamonds'
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Long

 

 

Mind Games

 

 

“Yeah we're playing those mind games forever
Projecting our images in space and in time”



 

 

Non saprei dire per quanto tempo io e Stu siamo rimasti abbracciati: se avessi avuto venti anni di meno, credo che lo avrei sciolto subito mormorando qualcosa che sarebbe suonato come “Finocchio”.

 

Ma ora è diverso: ho quaranta anni ( o meglio, avevo)e li avrò per sempre.

 

Sono cresciuto ed ho capito che non era più il caso di fare questi commenti pieni di cattiveria gratuita.

Ora è cambiato davvero tutto.

 

Quando ci sciogliamo dall’abbraccio mi fermo a fissare il mio amico: è sempre il solito piccolo Stuart Sutcliffe, vittima costante delle mie frecciatine sulla sua statura (ricordo che, una volta, fingendo di compilare un fantomatico identikit di Stu avevo detto “Segni particolari…Bassezza alta!)

 

Ha sempre quel look da James Dean: il giacchetto di pelle nera ed i pantaloni dello stesso colore. Fra i capelli gli immancabili Way-farer che gli facevo sparire sempre. Mi guarda con i suoi occhi glaciali, ma capaci lo stesso di esprimere un calore indescrivibile.

 

“Stuart, dove sono? Non è un sogno, vero? Sono davvero m…”

 

Stuart mi interrompe, prima che io possa sommergerlo con la mia raffica di domande “Calmati John! Devi riprenderti…”

 

Ed ecco che il John strafottente sbuca dal suo angolino recondito.

 

“Calmati John un cazzo! Voglio sapere cosa sta succedendo!Sono morto? Sono in coma e sto sognando? O è tutto un trip?”

Stuart mi guarda compassionevole : “No, non sei cambiato di un’acca. Sei esattamente il solito John che suonava ad Amburgo. Il teppistello drogato di Preludin “ mi squadra come se volesse memorizzarmi “lo stesso irascibile John, sempre pronto ad attaccare briga. Forse di aspetto sei un po’cambiato in effetti…Ero rimasto al ciuffo da teddy-boy!” fa un lieve risolino.

 

“Logico che ho un aspetto diverso…Ho quaranta anni, razza di tonto!”

 

Stu non si scompone: “Quaranta anni portati meravigliosamente

 

“Stuart, ma che diamine blateri? Gli urlo.

 

Sento tutta la rabbia repressa che preme per uscire. E non è affatto piacevole.

 

“John…forse è meglio se andiamo a fare un giro, che ne dici?”

 

“Si, fantastico..” convengo cupamente.

 

Stuart mi fa strada ed io scendo le scale, dirigendomi a colpo sicuro verso la porta d’ingresso, quando lui mi ferma indicandomi la porta della cantina.

 

“Eh? Perché la cantina?”

 

“Perché si…tu seguimi e basta”

 

E’ proprio in quel momento che passo davanti ad uno specchio, quello stesso specchio che zia Mimi mi faceva pulire finché non mi si anchilosavano le braccia perché ci lasciavo sempre degli aloni, quando controllavo il mio stupido ciuffo da teddy-boy prima di uscire di casa.

 

La figura stravolta che ricambia il mio sguardo è quella di un ragazzo ventenne dalla faccia molto, molto familiare.

 

“Per la miseria!” penso “sono diventato il John della fotografia! Sono tornato giovane!”

 

La mia bocca è spalancata in una comica o, degna di Michelangelo.

 

Stuart ride della mia sorpresa, mentre continuo a fissare come un allucinato la mia immagine riflessa.

 

“Vieni o no?” mi incita lui aprendo la porta della cantina.

 

Lanciando un ultimo sguardo al ragazzino sconvolto dello specchio gli vado dietro e mi immergo nell’oscurità della cantina.

 

Il buio dura solo un attimo, perché ci ritroviamo entrambi in un vasto, illimitato spazio erboso.

 

L’erba è fresca,soffice di un verde stupefacente e bagnata di rugiada, il cielo è roseo e le nuvole sembrano formare strani disegni nei quali, con la mia immaginazione mi pare di vedere una chitarra.

 

“Bello eh?” mi chiede Stuart inforcando gli occhiali da sole ed ammirando il paesaggio sconfinato “mi piace venire qui a pensare. A volte anche ad osservare quello che succede.”

 

“Io, io…si….è bellissimo, ma…”

 

“Qui possiamo parlare in pace, prima che la notizia si sparga”

 

“La…notizia?”

 

Stuart mi fissa come se fossi un povero ritardato

 

 Tu sei la notizia John…quantro credi di poter mantenere l’anonimato?”

 

“Ma, io…”

 

Stuart mi invita a sedermi sull’erba. Non so perché ma mi ritornano in mente gli hippy e le manifestazioni per la pace.

 

E’ tutto così assurdo!

 

“John” inizia lui mentre mi sistemo in una posizione confortevole “partiamo dalla brutta notizia. Tu sei morto.”

 

“E chi mi dice che non sei un sogno? ,i aspetterei una simile risposta!”

 

Stu alza gli occhi al cielo, borbottando qualcosa tipo “Santa pazienza, assistimi tu!”

 

“Fidati” riprende il discorso “sei morto da qualche ora ormai”

 

Deglutisco, ripensando all’assordante rumore degli spari.

 

“Ti hanno assassinato!”

 

“Ma dai! E io che pensavo volessero chiedermi un autografo...”

 

“La questione è seria John!”

Stuart batte sul manto erboso col pugno, producendo un rumore soffice

 “Sei stato ammazzato sui gradini di casa tua! Il nome di chi ti ha ucciso è Mark David Chapman…ma non ti preoccupare!” aggiunge in fretta vedendo che stavo per ribattere” lo hanno preso. Ti posso assicurare che non lo attende un bel futuro.”

 

“Bene” commento freddamente, Io non ho mai odiato veramente nessuno nella mia vita, ma ora sentivo la rabbia ed il desiderio di vendetta ribollirmi nel sangue. Volevo ucciderlo, si, volevo spezzare con le mie mani la vita dell’uomo che si era preso la mia senza motivo, a sangue freddo

 

“John…stai strappando l’erba, fai attenzione” osserva pacatamente Stuart.

 

Non so perché ma, questo ragazzo riesce sempre a farmi tornare sulla via della razionalità.

 

Poi gli rivolgo la domanda che premeva dal fondo del mio cuore.

 

“…E Yoko e Sean? Loro…?”

 

Stuart sorride ed annuisce “stanno bene. Tua moglie (e noto una leggera sfumatura di rimprovero nel tono in cui lo dice) è solo sotto shock. Tuo figlio non  sospetta ancora nulla. Sta dormendo.”

 

Quest’ultima rivelazione mi colpisce forte come una martellata in testa.

 

“Gli altri sono già stati informati..” prosegue Stu, senza che gli avessi chiesto nulla. Non c’è bisogno che mi spieghi chi sono “gli altri”…Paul, Ringo, George per primi..e poi Julian e Cynthia..

 

Annuisco con lo sguardo perso “sono morto, sono morto, sono morto..” mi ripeto in una specie di litania mentale.

 

Dicono che, quando si muore si vede tutta la vita sfrecciarti davanti…

 

Grandissima cazzata.

 

Sei troppo occupato a pensare al dolore per dedicarti ai ricordi. La vita ti passa davanti solo quando hai la piena consapevolezza di averla persa: mi vedo, acmora bambino scorrazzare nei prati di Strawberry Field, vedo andarsene mio padre, mia zia Mimi prendermi con sé, rivedo gli innumerevoli disegnini che facevo.

 

Vedo l’adolescente che giocava a fare il duro ma che nascondeva una animo fragile ed era sempre in cerca di conferme; sorrido quando ripenso al mio primo bacio con Barbara Baker, la mia prima ragazza e al ricordo di mamma che mi insegna a suonare il banjo.

 

Per un attimo riesco a sentire sulle mie dita il pulsare dei calli dovuti alla pressione sulle corde.

 

Devo sembrare un uomo nel bel mezzo di un trip sconvolgente mentre ripercorro le tappe del successo dei Beatles, mentre incontro ancora una volta Cynthia, la mia prima moglie, mentre ricevo la notizia di essere diventato padre..

 

A velocità supersonica vedo un giovane dalla barba lunga ed incolta ed i capelli nello stesso stato sposare una donna minuta dai tratti orientali, mi vedo lasciare i Beatles e ripercorrere quel cammino che ho percorso insieme alla mia compagna…per arriva dove sono ora.

 

Stuart è rimaato in un silenzio rispettoso mentre io mi facevo questo viaggione mentale; quando comincio a dare segni di ripresa apre bocca.

 

“Lo so, la consapevolezza di tutto quello che hai perso arriva sempre di botto. Può dare fastidio in effetti…Uff, dovrei parlarne con Il Capo e dirgli di andarci un po’ più piano!”

 

“Il..capo?” domando io al culmine della sorpresa “Vuoi dire che esiste davvero?

 

All’improvviso mi sento un po’ un verme ed arrossisco, al pensiero di tutte le mie polemiche verso quel dio che tutti dicevano di adorare.

 

“Rilassati John” dice Stuart “non è come credi..Non so come altro definirlo…è solo che p lui a controllare tutto!” si morde pensieroso il labbro”Comunque puoi pure toglierti il dubbio, visto che fra non molto parlerai direttamente con lui”

 

Rimango a bocca aperta come un ebete mentre Stu sorride imbarazzato e si gratta la testa

 

“Ehm…non appena avrò pagato la bolletta del telefono...”

 

 

 

Penny Lane

Questo capitolo era originariamente attaccato a quello precedente, ma ho deciso di spezzettarlo per aumentare la suuuspaaaannnsss(ma come al solito non ho resistito alla voglia di trascrivere tutto a computer e di pubblicare) Finalmente, per la gioia di Zazar entra in scena il nostro Stuartino alias “voce della ragione”

Passiamo ai ringraziamenti veri e propri:

Andry: Kant continuo ad odiarlo, però prendermi una pausa dal suo studio è stato un piacevole diversivo…Mi sono divertita come una matta a scrivere i dialoghi fra Stu e Johnny :) Visto che John si è ricordato di Julian? Sta migliorando!

Thief: Il tono straziante forse è anche dovuto alla mia disperazione a causa dell’interrogazione (si lo so, ho rotto con Kant…Xd) che poi non c’è neanche stata >.

Marty: Hai proprio ragione! Tutti sono convinti che John, al di là delle frasette sprezzanti non avesse mai rinnegato il suo passato.E’ un lato della personalità di John che mi intriga….il suo rapporto amore/odio con i Beatles… *.*

Zaz: …..e Stuart è quiiiii!!!!!!!! *parte sigla di uomini e donne* Ti prego solo di lasciarmelo in vita fino alla fine delle storie, poi puoi pure trucidarlo come credi *Stu, legato in un angolino insieme a John mi fissa terrorizzato mentre lo “vendo” a Zaz*Sono contenta di essere riuscita ad esprimere bene il dolore e l’ansia di John, anche se è stato difficile anche per me…Povero Johnny!!

 

Grazie a chi ha recensito, ma anche a chi legge soltanto! Al prossimo capitolo!!

 

 

 

 

   
 
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