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Autore: Ariadne_Bigsby    06/06/2010    5 recensioni
John rimase incantato per un attimo, guardando la foto. Ripercorse ancora una volta con lo sguardo i quattro volti, lasciando il suo per ultimo. Quando alzò lo sguardo si vide riflesso nello specchio appeso al muro davanti, ed avvertì il peso degli anni gravargli sulle spalle come un macigno. Aveva quaranta anni, il giorno dopo avrebbe avuto quaranta anni e due mesi esatti...

"Prequel" della vicenda raccontata in "Here There and Everywhere", ovvero le esperienze vissute da John Lennon prima di prendere la decisione di scendere nuovamente sulla terra. Ff scritta in concomitanza con"Here There and Everywhere" (non ho resistito alla tentazione di pubblicarla adesso..." xD
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, George Harrison, John Lennon , Stuart Sutcliffe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'John in the sky with diamonds'
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Long

 

 

 

 

(Just like) Starting Over

 

 

Let's take a chance and fly away somewhere “



 

“Vi voglio bene…” mi ritrovo a pensare in quello che credo essere il mio ultimo momento di lucidità prima del buio.

 

Chiudo gli occhi con forza li stringo più che posso,

 

Il mio unico desiderio è far sparire questo dolore insopportabile: non ho mai provato un simile dolore fisico in tutta la mia vita…ah già, che stupido!

 

La mia vita sta finendo..

 

Eppure…eppure…perché non perdo conoscenza?

 

Perché continuo a pensare, perché continuo a sentire tutto il mio corpo?

 

Sento ancora il dolore ma…si è come affievolito!

 

 

Si, è davvero così..il dolore sta lentamente sparendo…

 

Forse l’ambulanza è arrivata almeno per una volta in tempo? Forse ho qualche possibilità di farcela?

 

Vedo già i titoli dei giornali “John Lennon scampato ad un attentato! “

 

Si è trattato di un attentato, vero?

Voglio dire…erano pallottole quelle.

 Mi hanno sparato ben quattro volte.

Qualcuno mi odiava e mi voleva morto,….

 

Mi viene quasi da ridere per il paradosso: io, che ho sempre fatto della non-violenza il mio slogan…sono stato vittima di un attentato!

Però…è ancora presto per dirlo!

 

 Forse ce la farò..

 

Ma…perché non sento le voci dei medici?

 

 Perché questo silenzio?

 

Intorno a me non c’è nessun rumore: ne’ le  urla, ne’ il rumore di un’eventuale barella…

 

C’’è solo silenzio.

 

Ed i miei occhi continuano ad essere chiusi ermeticamente.

 

 

Quello che mi rassicura un po’ è che…sto respirando!

 

Se fossi morto non starei certo respirando.

 

O sbaglio?

 

Continuo a restarmene sdraiato: comincio ad avere paura.

 

Perché è tutto così silenzioso?

 

Perché?

 

“Ma che…succede?” mi ritrovo a mormorare.

 

Nessuna risposta.

 

Comincio ad avere paura adesso: il sudore comincia a colarmi in rivoli freddi sulla nuca ed il mio corpo è involontariamente scosso da tremiti.

 

“Non capisco… perchè sono ancora capace di provare sensazioni se….se…”

 

Non riesco più a formulare quel pensiero.

 

“Come faccio a pensare se sono morto?” le parole mi escono di bocca in un sussurro.

 

Forse è ora che io apra gli occhi.

 

 Li voglio aprire, ma allo stesso tempo ho paura di quello che potrei vedere.

 

“Coraggio John, un attimo e passa tutto .

 

Si tratta di aprire gli occhi e constatare se sei diventato ad un tratto sordo ed insensibile perché quelle cazzo di pallottole ti hanno beccato qualche punto cruciale e ti sei giocato la spina dorsale…oppure si tratta semplicemente di aprire gli occhi e constatare che ho davvero tirato le cuoia! Che sarà mai?”

 

 

Sento le mie palpebre tremare, ma ancora sembrano non volermi obbedire.

 

“Cazzo John, apri quei  maledetti occhi miopi che ti ritrovi!”

 

Alla fine ci riesco: i miei occhi si aprono.

 

Un bianco accecante mi costringe quasi a richiuderli, è davvero troppo.

 

Decido di riprovarci ed aprirli pian piano, lasciandomi tutto il tempo per abituarmi a quel bianco….così bianco!

 

Ora i miei occhi sono totalmente aperti e tutto quello che c’è davanti a me è un’ infinita distesa di bianco.

Bianco e basta.

 

“Cazzo, cazzo..” mi ritrovo a pensare “non è possibile…tutto questo è assolutamente…”

 

Le parole mi muoiono in gola. Certo che è possibile.

 

Nelle mie orecchie risona il minaccioso rumore di uno sparo..il rumore si ripete altre tre volte.

 

Sento di nuovo l’urlo di Yoko…e stavolta le sento…sento tutte quelle voci che non avevo sentito prima, le sento tutte insieme, come in una cacofonia.

 

Sono come delle eco che rimbombano nella mia testa e in quel paesaggio completamente bianco che mi circonda.

 

“Gli hanno sparato……fermatelo……impeditegli di scappare…..chiamare un’ambulanza….. .John, John mi senti?......Cristo santissimo, hanno sparato a……..Fate piano ragazzi, sta perdendo troppo sangue……..Mr Lennon, Mr Lennon?.......ragazzi non possiamo fare nulla..è morto.”

 

Morto.

Morto

 

Sparito, dissolto, senza vita, andato.

 

La verità mi colpisce violenta come in un pugno nello stomaco.

 

Deglutisco a fatica, sento il solito sudore freddo colare a fiotti sulla mia nuca e sulla mia fronte.

 

“No…” non ho la forza per urlare la mia disperazione.

 

 Mi sento completamente…svuotato.

 

 Annientato.

 

Sento le lacrime fare capolino dagli occhi e non tento nemmeno di asciugarle.

 

Le lascio cadere sulle mie guance, mentre fisso immobile il vuoto.

 

O meglio, il bianco senza fine.

 

Ma è proprio in quel momento che sento l’adrenalina crescere: sento un’energia repressa investirmi con forza.

 

Sono sopraffatto da tutta questa scarica di adrenalina ed il mio impulso è di balzare in piedi ed urlare, urlare i nomi che erano presenti nella mia testa  da tempo, anche se non lo avrei mai ammesso.

 

I nomi dei miei amici.

 

“Paul!” urlo io disperato, mentre le lacrime continuano a scendere silenziose. “George!” sento che l’esplosione è vicina…. “Ringo!”  Nessuno accorre in mio aiuto.

“Sean! Yoko!”  mi hanno abbandonato tutti.

 

“…Julian…..Cynthia..” sono gli ultimi nomi che pronuncio, flebilmente.

 

Poi arriva  la tanto temuta “esplosione”.

 

Un singhiozzo fortissimo mi scuote da capo a piedi e, prima che possa fare qualcosa per impedirlo sono in ginocchio a piangere tutta la mia anima, senza riuscire a fermarmi.

 

Non volevo fermarmi.

 

“Cazzo..cazzo..Sono morto e avevo ancora così tanti sbagli a cui rimediare!” urlo “Non è..giusto! Io volevo essere un uomo migliore, volevo fare ammenda per tutti gli errori che ho commesso!”

 

La mia voce riecheggia in quello spazio anonimo e mi rimbalza contro cn tutta la sua veemenza “ No! Non voglio…essere..qui!”

 

….E dopo la fase adrenalinica piombo nella fase di disperazione più nera: mi porto le mani al volto, per non vedere più nulla. “Sono morto, sono morto e questo è l’inferno. Sono condannato a rimanere qui in mezzo al nulla per tutta l’eternità. Cazzo, l’eternità!

I miei 40 anni di vita mi sono sembrati un periodo lunghissimo…ma non sono niente, niente in confronto a…a..”

 

 

Di nuovo, sono sopraffatto da tutte le emozioni per continuare la frase.

 

Lascio vagare il mio sguardo sul paesaggio (se così si può chiamare) ed  è in quella che mi accorgo di una cosa.

 

C’è una maniglia sospesa in aria.

 

In un lampo sono di nuovo in piedi, davanti a quella maniglia.

 

La guardo per un attimo “…eppure..mi ricorda qualcosa…”

 

La accarezzo per un attimo: è un’elegante maniglia di ottone, un po’ consumata dal tempo.

 

“Giurerei di averla già vista…Ma non riesco a ricordare dove.

 

Il dilemma ora è: tiro la maniglia o non la tiro?

 

Un vero e proprio dubbio amletico.

 

La mia mano è già in posizione, l’altra mi sta asciugando le lacrime.

 

Mi accorgo solo in quel momento di stare indossando un elegante completo nero: sembra in tutto e per tutto uno di quei completi che usavo quando ero uno sciocco Beatle.

 

 Beatle John.

 

“Basta…ora tiro questa fottuta maniglia.

 

 Male che mi vada precipiterò nelle fiamme, come si conviene al più rispettabile degli inferni.”

 

Scaccio i miei ultimi timori e tiro la maniglia, lentamente.

 

 

 

 

Il luogo in cui mi ritrovo è tutto fuorchè un inferno.

 

 Un tempo, quel posto era stato un paradiso per me, un’oasi, un rifugio.

 

Mi ritrovo in una stretta stanzina: a destra c’è un letto dalle lenzuola azzurro chiaro, davanti al letto una finestra che dà su una stradina, a sinistra del letto una scrivania.

 

 Sulla scrivania regna il caos più assoluto: foglietti pieni di scritte, libri alla rinfusa, penne smangiucchiate…

 

Quella era la mia camera, la mia stanza da letto.

 

E non era una camera qualsiasi: era la mia cameretta di quando vivevo con la zia Mimi, Ero a Mendips.

 

Mi mossi verso la scrivania, rendendomi conto con una stretta al cuore che è tutto esattamente come lo avevo lasciato prima di partire per Amburgo.

 

Prendo con mano tremante il primo foglio che mi capita fra le mani.

 

Sono solo poche righe, scritte con una calligrafia che ben conoscevo.

 

Paul…

 

“Lennon, vedi di essere pronto per domattina, non fare il solito scansafatiche del  cazzo e fatti trovare  p u n t u a l e  alle 8 al posto che sai tu.

Siamo grandi, siamo belli, siamo i  migliori! Andiamo a conquistare Cruccolandia!!”

 

“Allora ci sei anche tu eh?”

 

Per poco non mi viene un infarto! (ah già…sono morto…)

 

Era una voce che non sentivo da anni e che avrei riconosciuto fra mille, nonostante fossero passati tanti anni.

 

“E’ bello rivederti John..” mi dice lui abbracciandomi all’improvviso “mi sei mancato”

 

Io non respingo l’abbraccio, ma rispondo con lo stesso slancio.

 

“Mi sei mancato anche tu Stu..”

 

 

 

 

 

Penny Lane:

 

Ahah, ho trovato anche io un nome per il mio “spazio ringraziamenti”

Ok, questo è il II capitolo, scritto oggi in un momento di pausa dallo studio di Kant… ( -.-“ se il capitolo fa schifo è colpa sua)

Passiamo ai ringraziamenti!!

 

Zaz: Ti ringrazio per la bella recensione! J

L’idea di fare questa “full immersion” nella mente di John è tutta dovuta all’aver letto la sua biografia (Ho copiato Alessia e l’ho comprata anche io Xd)

Comunque…si! Ci sarà Big Jim in spirito e …presenza (carne ed ossa proprio no…) e ci sarà anche l’avvistamento di Ari…Xd

Andry Black: Come per Zaz, ti ringrazio per l’apprezzamento e per la recensione J

Per quanto riguarda Jules……John avrà molto da imparare in questa storia (già in questo capitolo ho cercato di fargli citare il suo povero primogenito la la bistrattata Cyn…)

John con la sigaretta è una delle immagini che più mi ricorrono nella mente (beh, John con la sigaretta è SEXY, che diamine!)

Marty Youchy: Ma grazieee!!! Sono contenta di essere riuscita ad esprimere bene (così, almeno mi dite voi J) i pensieri e le impressioni di John. John per me non è mai morto davvero. Possono averlo ammzzato ma…..beh noi siamo ancora qui ad ascoltarmo ed il che mi pare indicativo..:)

The Thief: Grazie per la recensione! Si, anche per me ogni volta è il solito trauma..ogniqualvolta leggo la storia di John (su wiki o sul libro che ho comprato) mi ritrovo sempre li a pensare “No John, NON SCENDERE DA QUELLA MACCHINA! NO!..

Sempre! Come dicevo prima, sono contenta di aver reso bene la malinconia che (secondo me) attanagliava John. E’ solo una mia ipoteso, ma secondo me John sotto quella “corazza” di disprezzo era pieno di nostalgia per quegli anni spensierati…

John è stato davvero uno che ha fatto la storia. Con i Beatles ha rivoluzionato un’epoca e da solo ha portato al mondo un bellissimo messaggio di pace e speranza. J

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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