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Autore: merci pour le venin    07/06/2010    3 recensioni
- Senti, hai intenzione di andare avanti così ancora a lungo, o ti muovi a baciarmi? -
Matteo lo minacciò con lo sguardo, ma lo attirò comunque a sè per un bacio mozzafiato.
Giulio allacciò le braccia attorno al suo collo, ricambiando con passione il bacio.
Proprio mentre Matteo decideva che la maglietta dell'altro era decisamente di troppo, sentì la porta aprirsi e i genitori dire "tesoro, siamo tornati!".

[Matteo/Giulio - Tamara/Marco]
Dedicata a Harry_Jo, eccoti finalmente la Matteo&Giulietto che ti avevo promesso cara!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Misa N
Titolo: Sweet Caress
Personaggi: Matteo, Giulio, Tamara, Marco
Pairing: Matteo/Giulio, Tamara/Marco
Genere: romantico, sentimentale, generale
Rating: giallo (diciamo che nell'ultima parte non sono riuscita a trattenermi: son dei 15enni! Parlano come camionisti, è normale!^^)
Avvertimenti: questo scritto contiene riferimenti shonen-ai.
I personaggi appartengono alla storia Solo Per Sognare della mia cara e adorata amica di tastiera Harry_Jo.
La storia è davvero fantastica, vi consiglio di farci un salto. Sì, le faccio pubblicità, perchè anche lei è davvero fantastica<3
Utilizzo i personaggi col suo permesso, naturalmente.
La stupendissima canzone da cui proviene il titolo e a cui è ispirata la storia (o almeno, la prima parte della storia) è Sweet Caress, del mio amore Izzy Stradlin (prima o poi scoprirà che stiamo insieme).

Sweet Caress

Ericaaa! Visto che alla fine te l'ho scritta?
Voglio provare, con questa... cosa,
a ripagarti almeno in piccola parte di tutte le emozioni
che mi fai provare con le tue bellissime storie.
Quindi eccoti finalmente la Matteo&Giulietto,
tutta dedicata a te cara<3

Sweet caress the ocean blue
Just a stolen moment through
Coldest night the fullest moon



Tamara era in camera sua, a prepararsi per uscire con Marco; lui l'avrebbe accompagnata a fare il giro della città, per fargliela conoscere meglio e chissà, magari a farsela piacere.
La ragazza era però ancora legata a Magic City, al suo migliore amico Giulio e soprattutto a Matteo, quindi dubitava che Marco sarebbe riuscito nell'impresa: quella città non sapeva di nulla per lei, se non di solitudine e tristi ricordi legati alla sua vita felice ormai passata.
Scacciò via tutta quella malinconia e si constrinse a non pensare a Matteo, a quanto le mancasse averlo accanto...
Si diede della stupida perchè non riusciva a toglierselo dalla testa; era lontano centinaia di chilometri ormai, doveva dimenticarlo.
Era giovane, solo 15 anni. Si sarebbe innamorata di nuovo.
Proprio mentre terminava di spazzolare i lunghi capelli castani, qualcuno suonò al campanello.
Prima che sua madre avesse il tempo di accorgersene, Tamara sgusciò fuori dalla porta e salutò Marco con un sorriso.
- Ciao - disse lui, ricambiando il sorriso.
Incredibile, Tamara non si era mai accorta di quanto splendente fosse il sorriso di Marco.
Ed era tutto dire, visto che Marco sorrideva praticamente sempre.
Eppure, lei non lo aveva ancora notato. Che stupida.
Scosse la testa e gli fece segno che potevano andare.
Lui l'accompagnò per la città, indicandole monumenti e piazzette, ma anche i negozi migliori.
Le mostrò la piazza più trafficata, la boutiquè più elegante, il luogo in cui si teneva il mercato, le vie delle vetrine...
Infine, verso le sei, si fermarono in un piccolo bar dall'aria accogliente e ordinarono una cioccolata calda.
Rimasero qualche minuto in silenzio, sorseggiando la cioccolata, avvolti ognuno nei propri pensieri.
Poi, inaspettatamente, Marco azzardò, - Tamara, perchè sei sempre così triste? -
Lei lo guardò sorpresa per qualche secondo, prima di tentare un sorriso e rispondere con una menzogna alla domanda.
- Non è vero che sono sempre triste! -
Marco alzò un sopracciglio. - Non sorridi mai... che cosa c'era di così speciale nella tua vecchia città, da fartela mancare così tanto? -
Tamara abbassò lo sguardo sulla tazzina e non rispose. Almeno non subito.
Marco preferì non infierire oltre, facendo per alzarsi e andare a pagare, ma la ragazza lo bloccò, invitandolo a risedersi.
Sospirò, prima di mormorare, - Vedi Marco... a Magic City non ci sono solo i miei amici... c'è anche il ragazzo che amo... e che non mi ha mai ricambiata... -
Lui annuì e si alzò, andando a pagare le due cioccolate; Tamara lo guardò stranita: prima era tanto curioso e poi... non gli interessava la risposta? Mah.
- Andiamo? - domandò lui dopo aver pagato.
- Dove? -
- Beh, ti riaccompagno a casa! -
Lei annuì e lo seguì.
Mentre camminavano per la strada, Tamara continuava a guardare l'amico di sottecchi, almeno finchè lui non sbuffò divertito ed esclamò: - Che c'è? -
- Prima quando ho risposto alla tua domanda... beh... non hai... detto nulla e... - mormorò, infilando le mani nelle tasche della giacca e fissando con grande interesse il muro alle spalle dell'amico.
Lui sorrise.
- Non penso che ti interesserebbe la mia opinione su decisioni che spettano solo a te - disse calmo.
La ragazza sbattè le palpebre e poi esclamò, - Ma certo che mi interessa invece! -
Marco sospirò e, afferratole il braccio, la guidò fino alla spiaggia, che costeggiava la città. Doveva essere ormai l'ora di cena ed il sole, essendo inverno, era già calato lasciando posto alla Luna.
Si sedettero sulla sabbia e Marco iniziò a parlare.
- Tamara, quel ragazzo che dici di amare... non ti ha mai ricambiata? Sò di essere insensibile, ma rispondi. -
Tamara si morse il labbro a sangue, ma rispose con un debole "sì".
- Quindi non ti ha mai ricambiata e ora è a... quanti? 200 chilometri da te? E tu ti impedisci di essere felice, per colpa sua? -
- Ma io lo amo! -
Marco scosse la testa; - Ma lui... non ama te. Ed è lontano, ormai. Dimenticalo, se vuoi tornare a sorridere -
La ragazza chinò il capo e una lacrima scese lungo la sua guancia. Marco aveva ragione.
Dopo qualche minuto di silenzio, in cui sfogò la sua tristezza, Tamara si asciugò il viso con la manica e si voltò verso l'amico.
- Marco... perchè ci tieni così tanto alla mia felicità? - gli domandò, curiosa.
Lui si aprì in un piccolo sorriso amaro e guardò in alto, osservando per qualche attimo la Luna Piena; era così bello il cielo, quella sera...
- Vedi, Tamara, forse a quel ragazzo non importa niente di te e dei tuoi sentimenti, ma a me piacerebbe tanto... poter vedere un tuo sorriso sincero almeno una volta. Scommetto che sarebbe meraviglioso come lo immagino io... -
Tamara spalancò gli occhi a quella inaspettata quanto dolce dichiarazione.
Marco si volse a guardarla negli occhi e non riuscì a trattenersi dall'accarezzarle la guancia.
Una dolce carezza.
La ragazza non mosse neanche un muscolo, nemmeno quando Marco si avvicinò pericolosamente a lei. Nemmeno quando fu a pochi centimetri. Si mosse solo quando lui poggiò le sue labbra sulle sue, e fu per ricambiare il bacio.
Il bacio che tanto aveva agognato ricevere da Matteo ora le veniva donato dal primo amico che aveva avuto in quella che era stata, fino a poche ore prima, la città che odiava.
Quando i due si staccarono, Tamara non riuscì a trattenere un sorriso. Non aveva pensato a Matteo durante il contatto con Marco, e non voleva farlo più.
Sarebbe stato difficile dimenticare un ragazzo che aveva amato tanto a lungo, ma era certa che, con a fianco Marco, ce l'avrebbe fatta.
- Avevo ragione - sussurrò il ragazzo, increspando le labbra in un sorrisino.
- Eh? -
- Hai un sorriso meraviglioso - spiegò, prima di riunire le loro labbra.

*  *  *

Matteo era in camera sua e, sdraiato sul letto, leggeva il diario che Tamara gli aveva lasciato prima di trasferirsi.
Lei, la ragazza che aveva sempre considerato la sua migliore amica, che lo ascoltava sempre, che lo aiutava a conquistare la sua fiamma di turno, era innamorata di lui.
Non riusciva a credere di essere stato tanto insensibile nei suoi confronti, di averle sempre parlato dei suoi problemi con la ragazza del momento; chissà quanto doveva aver sofferto a causa sua...
Aveva voluto bene fin da subito a Tamara, ma non aveva mai provato nulla per lei, se non una profonda amicizia.
Non poteva ricambiarla, neanche ora che conosceva ciò che lei provava per lui.
Anche perchè era già innamorato!
Era difficile da ammettere perfino a sè stesso, soprattutto per la persona che aveva scoperto di amare; non era certamente una delle solite ragazzine da un momento...
Tutto era successo dopo il breve ritorno di Tamara a Magic City, quando le aveva fatto dedicare la canzone "Gli Anni" alla radio...

Giulio l'aveva raggiunto a casa sua per parlargli: era molto irritato perchè il padre di Tamara l'aveva incolpato di averle dedicato la sua canzone preferita alla radio, facendola illudere.
- Sei stato tu Matteo? - gli aveva chiesto, appena erano arrivati nella stanza del ragazzo.
Matteo aveva annuito.
- Perchè l'hai fatto?! Ora starà peggio di prima! - aveva esclamato arrabbiato.
Il ragazzo si era sdraiato sul suo letto e aveva incrociato le braccia dietro la testa, per poi mettersi a fissare il soffitto.
- Pensavo che se avesse saputo che non l'abbiamo dimenticata si sarebbe sentita meno sola - mormorò, a mò di spiegazione.
Giulio l'aveva guardato, sorpreso. Però si era ripreso subito e l'aveva squadrato.
- E invece hai combinato un casino! Adesso cercherà di vivere nel passato, al posto di andare avanti! -
Matteo non aveva risposto.
- Matteo? -
- Non mi sembrava giusto fingere di non ricordarsi di lei. Punto. -
Giulio di nuovo si era soffermato a guardarlo, sorpreso dalle mille facce di quel ragazzo.
- Sò che lei ti manca, manca anche a me! Cosa credi? Tamara è la mia migliore amica! Ma dobbiamo evitarla, per il suo bene. Ti prego Matteo, sei l'unico che mi può capire, in questo momento. - gli aveva detto, accucciandosi accanto al letto su cui il ragazzo era ancora sdraiato.
Matteo aveva voltato la testa per rispondergli in qualche modo sgarbato, per la poca sensibilità che dimostrava nei confronti di Tamara, ma aveva cambiato idea quando aveva incontrato i suoi occhi. Più precisamente gli si era svuotata la testa da tutto quanto.
Non aveva pensato neanche lontanamente alle conseguenze di quel che stava facendo: era giovane e quindi non pensava molto prima di agire.
Aveva afferrato Giulio per il colletto della maglietta e l'aveva attirato a sè, mentre lui lo guardava confuso, baciandolo.

Matteo interruppe il ricordo, dandosi dello sciocco.
Giulio lo aveva fissato sbalordito per qualche secondo, poi era scappato via. Era successo una settimana prima e da allora non si erano più visti.
Il ragazzo stava bene attento ad evitarlo, a quanto pare, e a lui non restava che far finta di niente.
Proprio mentre traeva le tristi conclusioni della faccenda, qualcuno suonò al campanello.
I suoi erano usciti ed era a casa solo, quindi dovette suo malgrado alzarsi dal letto e scendere di sotto.
Aperta la porta si ritrovò davanti l'ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere.
- Ciao Matteo - disse Giulio, mordendosi il labbro.
- Entra - lo invitò Matteo, nella cui testa frullavano un mucchio di dubbi.
Giulio entrò e il passo ricordava quello di un condannato a morte; Matteo si irritò.
- Come mai qui? - gli domandò, sedendosi sul divano e invitandolo a fare lo stesso.
Giulio sospirò, poi disse, - Beh, pensavo che... dovremmo parlare di... di quello, ecco. -
Matteo alzò un sopracciglio.
- Cosa c'è di cui discutere? Era un bacio, non ti ho mica picchiato! Se vuoi puoi spiegarmi invece perchè mi eviti da una settimana. -
Giulio sbuffò, - Mi hai baciato! Baciato ok? Siamo due ragazzi diamine! Come pensavi che avrei reagito?! -, si scaldò.
Matteo alzò le spalle, - Non ho pensato a una tua possibile reazione veramente, non è stata esattamente una cosa premeditata sai? -
- Certo certo, come no! -
- Ehy, insinui forse che io penserei prima di baciare uno scemo come te?! -
- Cosa stai cercando di dire?! -
- Cerco di dire che dovevo essere ubriaco quel giorno! -
- Ah, adesso eri ubriaco eh! Prenditi le tue responsabilità! -
- Coglione era un bacio, non ti ho mica messo in cinta! -
- Neanche potresti stronzo! -
- Sta' zitto checca! -
- Senti, hai intenzione di andare avanti così ancora a lungo, o ti muovi a baciarmi? -
Matteo lo minacciò con lo sguardo, ma lo attirò comunque a sè per un bacio mozzafiato.
Giulio allacciò le braccia attorno al suo collo, ricambiando con passione il bacio.
Proprio mentre Matteo decideva che la maglietta dell'altro era decisamente di troppo, sentì la porta aprirsi e i genitori dire "tesoro, siamo tornati!".
Allarmato, Matteo buttò Giulio sul pavimento, aiutandolo poi a rimettersi velocemente la maglia.
- Ragazzi! Che state facendo? - chiese allegramente il padre di Matteo entrando nella stanza.
- Studiamo - risposero i due all'unisono, scambiandosi un'occhiata d'intesa.





Angolo Autrice:
Uff, il finale non mi convince tanto però...
Ma ho fatto del mio meglio eh! Non ho mai scritto una one-shot così lunga u.u
Erica tesoro, perdona questa povera ragazza malata di slash, che ha dovuto mettere le mani anche nel tuo capolavoro!<3























   
 
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