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Autore: lunarossa    05/09/2005    9 recensioni
Piccola storiellina romantica H/G...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ginny entrò in camera sua del tutto intirizzita dal freddo. Si spogliò in fretta lasciando i suoi vestiti sparsi ovunque e si diresse in bagno, dove aprì subito l’acqua calda per concedersi una lunga doccia per riscaldarsi.

Sotto il getto rigenerante pensò che quello senza dubbio il Natale più strano che avesse mai vissuto.

Erano tornati tutti alla Tana per festeggiare, anche Hermione con i suoi genitori e… bhè, Harry naturalmente, ma in più ogni giorno decine di Auror e membri dell’Ordine andavano e venivano da casa sua per verificare che tutto andasse per il meglio. Lei credeva che così facendo attirassero solo l’attenzione e, perciò, i guai, ma nessuno le dava ascolto. Lei aveva solo 16 anni, non poteva certo capire questo genere di cose.

Chiuse l’acqua, pensando che anche Hermione, da lì a poco, avrebbe reclamato il bagno (e l’avrebbe sgridata per l’immane casino che aveva lasciato)…avevano giocato a palle di neve sulle scope e, neanche a dirlo, lei era sicuramente quella che aveva avuto la peggio…Il problema era che non riusciva a tirare la neve perché appena staccava una mano dalla scopa rischiava di cadere!

Si asciugò in fretta, si pettinò e si vestì.

Era bellissimo stare alla Tana quando faceva freddo. La mamma preparava il tè ed i muffin caldi con la marmellata di mirtilli e poi il caldo buono del caminetto sembrava arrivare fino al cuore.

Anche Harry rinasceva quando era lì, anche se ultimamente il suo umore era migliorato e lo vedeva sorridere molto più di prima.

Non voleva assolutamente pensare che questo fosse merito suo, ma non poteva ignorare che il loro rapporto fosse cambiato. Sperava solo di non illudersi, per poi soffrire in seguito.

Dopo la morte di Sirius lo aveva sorpreso spesso solo, nei posti più nascosti del castello, che anche lei cercava per starsene per conto suo. Teneva sempre le mani in tasca e si guardava i piedi, con lo sguardo perso in mille pensieri non proprio felici.

All’inizio rimaneva lì a guardarlo, senza far nulla per farsi vedere.

Un giorno però qualcosa fece muovere i suoi piedi senza che lei potesse far nulla per fermarli…forse la voglia di fargli capire che non era poi così solo come credeva. E si era seduta accanto a lui, senza dir niente. Gli aveva sorriso ed era rimasta lì in silenzio, per non disturbarlo.

Lui non aveva detto nulla. L’aveva guardata con fare interrogativo e poi era tornato a fissarsi le scarpe.

Ginny aveva dovuto aspettare un mese perché lui le sorridesse e tre per sentirlo dire:

“Sei in ritardo…sono qui già da mezz’ora.”

Lei lo aveva guardato stupita ed aveva scorto un leggerissimo sorriso divertito sulle sue labbra, allora gli rispose con tono canzonatorio:

“Scusa Potter, non accadrà mai più. Ti prego di non castigarmi!”

E in effetti da allora Ginny non arrivò mai più in ritardo.

Non avevano proprio dei giorni fissi in cui si incontravano, ma Ginny conosceva talmente bene cosa lui dovesse fare in ogni momento, che, se sapeva che non aveva lezione, allenamento o qualsiasi altro tipo di impegno, alloro lo cercava con lo sguardo… E se non lo trovava andava subito da lui. E, come sempre gli sedeva accanto in silenzio, fino a che uno dei due non porgeva la mano all’altro per tornare al castello.

Fu Harry ad interrompere quei silenzi, circa due mesi prima, cominciando a confidarle cose che non avrebbe mai ammesso con nessuno, neanche con Ron ed Hermione. Le parlava dei suoi sensi di colpa per Sirius, dei suoi genitori, delle paure che di notte lo svegliavano con terribili incubi…Vodemort, la morte di uno di loro o la propria, il ritrovarsi di nuovo solo…

A volte i toni erano seri e lei lo ascoltava senza mai interromperlo, aspettando che lui stesse in silenzio per intervenire, altre ridevano per tutto il tempo, di solito dopo una battuta di Ginny che si rendeva conto che in quel momento Harry aveva solo bisogno di ridere e distrarsi.

Sperava sempre di non dire cose troppo stupide o banali, ma il sorriso di Harry alla fine la faceva sentire utile e questo la rincuorava moltissimo.

Cercò di riordinare la sua camera prima dell’arrivo di Hermione, che piombò in camera sbraitando, come al solito, contro suo fratello.

“Quello stupido! Guarda Ginny, sono bagnata fradicia!”

“Dai, non prendertela! Vai a fare la doccia, mamma ti ha lasciato l’accappatoio accanto alla stufa a legna, così è caldo…Io scendo ad aiutarla per la cena, tu fai pure con comodo.”

“Grazie, sono congelata. Hai i capelli bagnati…te li asciugo?” L’idea era di farlo fare a sua madre, non poteva usare la magia fuori da scuola, ma Hermione era maggiorenne ormai e, ad un assenso di Ginny, glie li asciugò con un colpo di bacchetta.

Uscì dalla sua camera e fece per scendere le scale, ma si bloccò di colpo, sbattendo contro il torace di qualcuno completamente bagnato che correva di sopra. Stava per gridare contro Ron che doveva fare più attenzione, quando si rese conto che non era lui.

“Scusa, non ti ho sentita scendere…”

Harry la guardava da uno scalino più in basso del suo, ma anche così la superava di parecchio.

Lei sorrise, cercando di ignorare il vuoto allo stomaco provocato dal ricordo del loro contatto fisico e disse:

“Tranquillo, vai a fare la doccia, avrai freddo…” e cercò di scacciare dalla sua mente diversi metodi che le avevano appena affollato la mente per scaldarlo. Sentì il suo viso riscaldarsi..Cavolo, doveva essere diventata un tutt’uno con i suoi capelli. Odiava arrossire di fronte a lui!

Doveva assolutamente andare di sotto, voleva allontanarsi, ma Harry non accennava a spostarsi.

“Ehmm…devo andare ad aiutare mamma per la cena, potresti…”

Lui imbarazzato, si incollò al muro, ma quando si ritrovarono sullo stesso gradino, la bloccò di nuovo, cingendole la vita con un braccio.

Avvicinò il viso ai suoi capelli e disse piano:

“I tuoi capelli…hanno un buon profumo.” E scappò in camera di Ron correndo.

Ginny rimase lì inebettita con lo sguardo perso nel vuoto e non riusciva a muovere nemmeno un muscolo.

Gli ultimi tre minuti della sua vita li aveva sognati, vero?

La voce di sua madre la riportò alla realtà. Fece per scendere le scale, ma si ritrovò le gambe molli e tremolanti e dovette aggrapparsi al corrimano per non cadere.

“Arrivo mamma!” disse in risposta. Poi scese le scale lentamente e raggiunse Molly in cucina cercando di darsi una calmata.

La casa prese ad animarsi in pochissimi minuti. C’era chi aiutava ad apparecchiare, chi recuperava le sedie, chi andava in cantina prendere da bere. Non c’era la possibilità per Ginny di lasciarsi andare ai propri pensieri e ritornò la solita di sempre. Solo quando scese Harry, ed i loro sguardi imbarazzati si incontrarono,si bloccò un attimo, ma si riprese subito.

Si impose di non guardarlo e si sedette di proposito dalla parte opposta alla sua vicino a Charlie.

Dopo cena, ed il riordino della cucina, i “grandi” si misero a parlare tra loro, con Arthur che tartassava i genitori di Hermione di domande, mentre loro 4 ed i gemelli cominciarono un mini torneo di scacchi magici davanti un vassoio di muffin preparati quel pomeriggio. Lei non aveva molta voglia, così perse di proposito contro Ron e fu subito eliminata. Ron battè anche Hermione e poi fu il turno di gioco per Harry…

Mentre giocavano Ginny non potè fare a meno di fissarlo e di rendersi conto, per l’ennesima volta, di quanto fosse bello mentre era concentrato. Con il suo naso dritto, il cipiglio serio e il mordersi leggermente il labbro… la faceva diventare matta.

Non poteva negare che fosse cambiato davvero tanto. Non era più il ragazzo mingherlino di un tempo, e lo sbattere contro il suo torace qualche ora prima glie ne aveva dato la prova.

Scosse la testa per distogliersi da quei pensieri, e si guardò intorno, quasi qualcuno avesse potuto leggerli solo guardandola…George la stava guardando con aria furbetta e sogghignava in quel suo modo tutto particolare che le faceva presagire uno scherzo o un’idea malsana.

Cavolo…ora l’avrebbero tormentata per un mese.

Finse uno sbadiglio e si congedò per la notte.

Dovette passare purtroppo, proprio di fronte ai gemelli e George la prese per il polso.

Ecco qui…ora ‘avrebbe messa in ridicolo davanti a tutti…

“Ginny hai voglia di …” ma la lasciò subito, ”… anzi no, vado io, grazie.”

Ginny lo guardò di sbieco mentre si alzava ed andava verso l’acquaio.

“Cosa?”

“Nulla, volevo un bicchier d’acqua, ma lo prendo io, grazie…’notte.”

Ginny non era proprio convinta, ma salutò di nuovo e salì di sopra.

Si lavò i denti, spazzolò i capelli ed indossò il pigiama.

Salì sul letto ed allungò il braccio verso i comodino per prendere il suo libro…e si accorse di non avere il bracciale che le aveva regalato la mamma.

“Porca miseriaccia! Se è per terra lo calpesteranno!”

Scese dal letto ed aprì la porta per scendere in cucina, ma lì davanti c’era Harry…e per la seconda volta quella sera, ci andò a sbattere contro.

“Ehi…” disse lui dolcemente “…tutto bene?”

“Harry…sì grazie. Ma… cosa ci fai qui?!”

“Ti ho portato questo.” E le mostrò il bracciale contenuto nella sua mano.

Lei lo prese sorridendo.

“Grazie, per fortuna lo hai trovato. Stavo venendo proprio a cercarlo.”

“Non l’ho trovato io…ma George. Mi ha chiesto di portartelo.”

“Oh…” e Ginny ripensò alla scena dell’acquaio e a George che la afferrava per il polso. Bravo fratellone. Ogni tanto era anche utile a qualcosa!

“Bhè, allora grazie ancora…se vuoi tornare a giocare a scacchi va’ pure.”

“Non ne ho tanta voglia direi…posso…sì, insomma potremmo…”

Lei cominciò a pensare ad una serie di cose, non proprio caste, che avrebbero potuto fare insieme, ma scosse di nuovo la testa per rinsavire.

“…potremmo parlare un po’.” Concluse infine Harry.

Cavolo…parlare. Bhè era sempre meglio di niente no?

“Certo, vieni pure.”

Si spostò dall’uscio per farlo entrare e poi chiuse la porta.

Si sedettero sul letto. Era tutto così strano…non era come a scuola in cui le loro conversazioni avvenivano in modo naturale e spontaneo. C’era una sorta di imbarazzo che non era mai stato presente fra loro prima d’ora…

“Certo…” pensò lei “…lui non ti aveva mai quasi abbracciata dicendoti che i tuoi capelli hanno un buon profumo…”.

Lei arrossì quando ripensò alla scena e lui sorrise.

“Stai pensando ad oggi sulle scale, vero?”

Lei chiuse gli occhi facendo una smorfia di rassegnazione.

“In che parte della faccia ce l’ho scritto?” chiese, riaprendoli e guardandolo.

Lui sorrise di più e Ginny si sentì sciogliere completamente.

“Qui.” Disse lui sfiorandole le labbra con un dito.

Poi cominciò ad avvicinarsi chiudendo gli occhi mentre automaticamente anche lei faceva lo stesso.

“Ora mi bacia, ora mi bacia!” pensava lei con lo stomaco attorcigliato. Le loro labbra si sfiorarono appena quando qualcuno bussò alla porta, facendoli sobbalzare ed allontanare immediatamente.

George non aspettò risposta ed entrò qualche secondo dopo aver bussato.

“Tutto bene?” chiese guardando Harry, ora in piedi davanti alla finestra, con lo sguardo più innocente che riusciva a fare…

Harry annuì con la testa sentendosi avvampare.

“Volevo solo dirti che abbiamo finito di giocare…Ron ti aspetta di sopra.”

“Ok, grazie.” Rispose Harry con un filo di voce.

George uscì e richiuse la porta.

Dopo qualche secondo di silenzio e di immobilità totale guardò Ginny al colmo dell’imbarazzo.

“Allora…sarà meglio che vada…”

“Oh…” rispose lei un po’ delusa.

Cavolo! Suo fratello era un idiota! Che cavolo aveva organizzato tutto questo se poi era venuto a rovinare tutto!?!

Un momento…rovinare tutto?

Lei era una Weasley, accidenti!

Harry stava per uscire… lei lo raggiunse e…scivolò veloce tra lui e la porta, appoggiandovisi e richiudendola.

“Ti prego fa che non si sposti indietro:” pensava Ginny speranzosa. E lui non lo fece, rimase lì dov’era, vicinissimo a lei.

“Dove…dove ce l’aveva scritto…a cosa pensavo?”

Lo vide sorridere e sentì le sue braccia cingerle la vita, poi, finalmente, sentì le sue labbra sfiorare le proprie. Sentiva il cuore battere così forte che sembrava volesse uscirle dal petto.

La bocca di Harry si dischiuse e lei fece lo stesso per permettergli di baciarla…sul serio.

All’inizio fu un bacio dolce, timido, come se lui non osasse di più di così, ma, gradualmente, si approfondì lasciandoli, alla fine, scossi e tremanti l’uno tra le braccia dell’altro.

Rimasero in silenzio qualche minuto, finchè lei, con la guancia appoggiata al suo torace, disse piano:

“Se non vai tra poco verranno di nuovo a chiamarti.”

“Già…” rispose lui lasciandola andare.

“Allora buona notte.” Harry aprì la porta.

“Anche a te.” Rispose lui dandole un altro piccolo bacio sulle labbra prima di uscire.

Ginny aveva così voglia di urlare che dovette mettersi una mano sulla bocca e buttarsi subito sotto le coperte per trattenersi.

Circa tre secondi dopo entrò Hermione come una furia e balzò sul suo letto.

“Dai, esci subito da lì e racconta!”

Ginny uscì da sotto il piumone e le buttò le braccia al collo trattenendo un gridolino!

“Con calma Gin, con calma…dai racconta.” Quando finalmente realizzò che non c’era proprio nulla da raccontare.

“Lui ti ha…voi vi siete…” Ginny cominciò ad annuire con la testa incapace di articolare qualsiasi parola.

“Ma è fantastico Gin, sono così contenta!” disse Hermione abbracciandola.

“Ma tu come fai a saperlo?”

“Bhè, George mi ha suggerito all’orecchio di non entrare finchè non fosse uscito Harry…e sai, 2 +2…”

Risero insieme di gusto.

Alla fine Ginny tirò un sospiro e guardò l’amica.

“Ora tocca a te, no?”

“Cosa?” Hermione si finse scandalizzata “…scusa e con chi?”

“Stai parlando con me, Granger…”

“Ok, ok, ma parliamone in un altro momento…questa è la tua serata del resto, no?”

“Molto astuta Granger, molto astuta. Ma dato che hai ragione ti darò ascolto e ti torturerò domani.”

Risero ancora, poi si abbracciarono e si diedero la buona notte.

Sotto le coperte Ginny ritornò ai suoi pensieri sotto la doccia e si disse che forse doveva correggerli…quello non era il Natale più strano della sua vita, ma sarebbe stato per sempre, senza dubbio, il più bello.

E con questo pensiero si addorentò

 

  
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