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Autore: Crazy_Me    09/06/2010    2 recensioni
Arianna e Elena...Semplicemente opposte. L'unico motivo per cui si sopportano sono i Cinema Bizarre, i loro idoli. Cosa accadrà a queste due ragazze? Due settimane insieme e la loro vita cambierà! [Fan Fiction a quattro mani]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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33° Capitolo _ La Fine.

Domenica

- Elena, alzati! La colazione è pronta. –
- Arrivo, mamma! – La ragazza aprì lentamente gli occhi e si passò una mano sul viso, come per cancellare la stanchezza.
Le sarebbe mancata molto la voce di Kiro, la voce lamentosa da appena sveglio, quella voce che la pregava di lasciarlo dormire un altro po’.
Sospirò. Avrebbe dovuto farci l’abitudine.
Si sedette sul bordo del materasso, sbadigliò e si infilò le ciabatte.
Poi, sempre lentamente, si diresse in cucina. Si sedette a tavola, con suo padre intento a leggere il giornale e sua madre che ascoltava la fastidiosa televisione mattutina.
Abbassò lo sguardo sul suo piatto e osservò per qualche secondo le fette di toast con la marmellata, prima di addentarle e bere un bicchiere di latte.
Erano passate solo due settimane, neanche, eppure si era abituata a tutto.
Alla compagnia dei ragazzi, alle lussuose stanze dell’Hotel, all’orario scomodo della colazione, addirittura ad’ Arianna.
E ora le sembrava tutto così triste. Come avrebbe fatto a riadattarsi alla solita vita, con la consapevolezza di aver lasciato un Paradiso?
Scosse la testa. Doveva farlo e ce l’avrebbe fatta.
In fondo, cosa si aspettava? Quando era partita non era certo sicura che Strify la volesse con lui e, anzi, era certa del contrario, era lì solo per incontrare i suoi idoli, ma le cose erano cambiate e ciò che le dispiaceva maggiormente era come si erano lasciati.
Con un litigio, con delle urla, con il viso arrabbiato di lui.
Allontanò il piatto da sé e andò in bagno, a vestirsi.
Una cosa che veramente le era mancata era la sua città: Milano.
Sebbene fosse doppiamente caotica, trafficata, inquinata e altre mille qualità negative, le piaceva davvero e avrebbe fatto fatica a lasciarla.
Decise di andare a fare un giro per il centro, non sapendo che altro fare in quella mattinata che, al contrario del giorno precedente, sembrava promettere il sole.
- Esco. – Disse, mentre apriva la porta, senza soffermarsi troppo sullo sguardo dei genitori.

- Alzati, Strify! – Stavolta era la voce di Yu.
- No, almeno oggi lasciami dormire un altro po’ – Brontolò il cantante.
- Strify, oggi c’è il concerto, quindi avrai bisogno di energia e il cibo ti serve. –
- Sto benissimo anche a letto! – Rispose questo, sprofondando con il viso nel cuscino.
- Non fare lo scemo. Alzati! – Prese le coperte e le tirò indietro, facendo arrivare una leggera brezza sul corpo del cantante.
- Sei insopportabile! – Il vocalist si arrese e, con non poca fatica, si alzò e barcollante arrivò fino all’armadio.
- Lo so, è per questo che mi vuoi bene. – Disse l’altro, sorridendo.
Per la prima volta, tirò fuori le prime cose che gli capitarono a tiro. Non fece caso all’accostamento dei colori o ad altre cose di quel genere, aveva semplicemente preso i primi vestiti che gli erano capitati sotto mano.
- Senti, noi andiamo giù e ti aspettiamo là. -
Strify annuì e il chitarrista uscì velocemente dalla stanza, seguito dagli altri.
Strano che Arianna non abbia insistito per rimanere, pensò il ragazzo, sedendosi sul letto.
Quella notte aveva dormito da schifo. Non era stato fermo un attimo e, sebbene fosse molto stanco, gli occhi non volevano saperne di chiudersi. Forse erano associati al cervello.
Il cervello si sente in colpa di ciò che mi ha fatto dire e ora anche gli occhi si coalizzano con lui.
Il biondo scosse la testa, dandosi dello stupido e procedendo verso il bagno.

Tutte quelle vetrine le ricordavano le strade di Roma, sebbene Milano fosse molto diversa dalla capitale. Si fermò a guardare la vetrina di un negozio di cd, un negozio che conosceva molto bene. Fissò tutte le copertine, una per una, finché davanti ai suoi occhi non apparve quella di Final Attraction: lo sguardo serio e malizioso di Strify, con accanto un bellissimo e altrettanto serio Kiro.
Sbuffò e proseguì.
Perché quando cerchi di dimenticare qualcosa o qualcuno, tutto il mondo sembra volertelo ricordare? O forse è la tua mente che ogni singola cosa che vede la elabora fino a farla diventare un ricordo?
- Elena…- Una voce. Una voce famigliare, che però non sentiva da molto tempo.
La mora si girò leggermente e, individuata la ragazza a cui apparteneva la voce, strabuzzò gli occhi.
- Sei proprio tu? – Chiese, avvicinandosi.
L’altra annuì, con un sorriso.
- Sì, è passato molto tempo, vero? –
- Troppo, direi. –
Era Elisa, la sua migliore amica ai tempi delle elementari.
Alle medie le avevano divise di classe, ma continuavano a vedersi. Alle superiori, però, avevano scelto strade diverse e si erano completamente perse di vista.
Ogni tanto si ritrovavano in giro per Milano, indaffarate come al solito, ma si concedevano sempre qualche ora per aggiornarsi sulle ultime vicende.
- Ti va se facciamo un giro e pranziamo insieme? – Le chiese l’altra, inclinando la testa di lato.
- Sì, lo sai che mi fa sempre piacere parlare con te. -

- Ce ne abbiamo messo. – Sbottò Romeo, vedendo arrivare il cantante, ma cercando di non farsi sentire.
Il ragazzo non li degnò di uno sguardo, dirigendosi subito verso il buffet.
- Svegliato male? – Chiese sempre il moro.
- Non è che si è svegliato, non ha proprio dormito. – Lo corresse Shin, che dormiva nel letto a fianco a lui e lo aveva sentito voltarsi per buona parte della notte.
Kiro era l’unico ad essere rimasto in stanza da solo e, anche lui come Elena, quella mattina aveva sentito la mancanza della voce della ragazza.
Le sarebbe mancata molto e prima o poi la sarebbe andata a trovare.
Prima o poi, pensò scuotendo la testa.
- Buon giorno. – Sussurrò il biondo, sedendosi vicino a Kiro e lasciando un posto libero tra lui e Arianna.
Il posto di Elena.
Iniziò a mangiare, cercando di seguire i discorsi dei suoi compagni, senza riuscirci. Era completamente assorto e si chiese come avrebbe fatto quel fottuto concerto in quello stato. Si sarebbe dimenticato le parole di ogni singola canzone.

- E così te ne sei andata. – Concluse Elisa, prendendo una patatina dal suo vassoio e mangiandola.
- Sì. Ho sbagliato secondo te? – Con la sua migliore amica riusciva sempre a dire tutto, a raccontare senza problemi.
- No, non hai sbagliato. Hai fatto bene ad andartene. Ma sai una cosa? -
La mora scosse la testa.
- Dovresti andarci al loro concerto. – Finì per dire l’altra.
- E’ oggi. – Disse la mora, alzando le spalle e bevendo la coca cola che le stava di fronte.
- Se è stasera fai in tempo. -
- Sì, è stasera. Alle 21.00. – Elena abbassò la testa e fece un lungo respiro.
- Se non te la senti, non andarci. Ma questa è la tua ultima occasione, Elena. Non ce ne saranno altre, non c’è molto tempo per pensarci. Quindi rifletti un po’ e fai la tua scelta. -
Ad Elena comparve un sorriso. Elisa era così diplomatica, semplice, ma incisiva. Riusciva sempre a dare le migliori risposte e i migliori consigli.
- Sì, hai ragione. Ci penserò su. Ma non penso che andrò.- Lasciò una piccola pausa. - Me l’ha detto lui che potevo anche tornarmene a Milano, quindi è meglio se non vado a infastidire oltre. – Il suo sguardo si intristì nuovamente.
- Elena, sono cose che si dicono. Sono sicura che non lo pensava veramente.-
- Ma ha baciato Arianna. Dio, te la ricordi? Era insopportabile. Fortunata tu, che non l’avevi in classe con te alle medie. -
- Lo so, un po’ l’ho conosciuta anche io e mi è bastato. Comunque pensaci. Pensaci un po’, ok? -
Elena fece un sorriso un po’ forzato e annuì.
- Senti, dimmi di te. Come vanno gli studi? – Chiese Elena, volendo solo cambiare discorso, senza un vero e proprio interesse in quel momento.

- Ho bisogno di uscire un po’. – Disse Strify, con lo sguardo abbassato.
- Vengo con te. – La voce di Kiro.
- No, vorrei andare a da solo. Lo faccio sempre prima dei concerti. -
- Ma se non esci mai prima dei…- La bocca di Yu venne tappata da Shin, che sorrise.
- Sì, va pure. – Disse, liberando il chitarrista, che lo guardò male.
Il cantante annuì e, dopo averli salutati, uscì dall’Hotel.
Alzò gli occhi al cielo.
Era una bella giornata e se fosse durata così avrebbero anche potuto fare il concerto “all’aperto”.
Rimase un attimo interdetto sulla strada da prendere e alla fine decise di andare a sinistra.
Aveva voglia di tornare al parco, quello dov’era andato con Arianna. Ancora si chiedeva il motivo per cui Elena non fosse voluta andare con loro.
Doveva smettere di pensarci. Non l’avrebbe mai più rivista e così facendo si sarebbe solo fatto del male.
Attraversò la strada, aspettando prima che tutte le macchine fossero passate, e andò dritto verso la prima panchina libera.
Davanti alla sua “postazione”, c’èrano alcuni scivoli e due altalene. Insieme due bambini che giocavano e si rincorrevano.
A tratti, potevano anche essere un po’ fastidiosi, ma nel complesso mettevano di buonumore.
Strify si era come incantato e li seguiva in ogni movimento.
Si risvegliò quando i due vennero presi in braccio dalle loro mamme per tornare a casa.
E in quel momento gli vennero in mente alcune scene, come un piccolo film con trama quelle due settimane. Nella sua mente un susseguirsi di immagini, parole, sorrisi…
C’erano tutti i momenti più significativi, divertenti e tristi: il momento dell’arrivo, quando Kiro si era tirato la valigia addosso e per poco non era caduto, il momento in cui aveva conosciuto Elena, le battute risparmiabili di Yu, il gelato sui pantaloni di Romeo e poi, ancora, l’incidente, le prove, il giorno in cui aveva baciato la mora, la litigata...
Sembrava non avere fine. Dovette cercare di concentrarsi su altro per smettere di pensarci.
Sono state solo due settimane, Strify, due settimane.
La cosa che, però, il suo cervello non aveva il coraggio di ammettere era il fatto che quelle due settimane gli sarebbero mancate, così come gli sarebbe mancata Elena.


- Allora, io vado. Però pensaci, me l’hai promesso. La prossima volta che ci incontriamo devi raccontarmi tutto, eh! – Elisa sorrise all’amica e si allontanò.
Erano appena uscite dal ristorante ed Elena era ancora ferma lì, immobile.
Decise che quella passeggiata gli avrebbe chiarito le idee.
Iniziò a camminare, prendendo la strada di casa.
Se vado, ragionò,
in futuro non dovrò rimpiangere questo momento. Lo so che me ne pentirò, se non vado. Ma a lui non gliene importa più nulla di me e vederlo indifferente mi farà stare ancora peggio.
Era una scelta difficile, una scelta che, però, avrebbe potuto cambiare il futuro. O anche lasciarlo immutato.
Elena sospirò, concedendosi un altro po’ di tempo per riflettere.


- Strify, muoviti! Non possiamo aspettare i tuoi comodi! – Urlò Yu, fuori dal camerino del cantante.
- Lo so e se mi dai qualche minuto arrivo! -
I Cinema Bizarre fissarono il chitarrista con sguardo rassegnato, come per dire
Lo sappiamo com’è fatto.
La truccatrice passò l’ultimo velo di fondotinta e matita nera, per poi spostarsi e far ammirare il cantante allo specchio.
Sorrise, osservandosi, e fece segno Ok con il pollice.
Arianna, intanto, era nel backstage con i ragazzi. Aveva deciso di godersi lo spettacolo da quel punto lì, sebbene si vedesse di lato.
- Sei sicura che non vuoi andare in prima fila? Si vede molto meglio. – Le avevano ripetuto i ragazzi, ma lei era stata irremovibile. Tutto quel caos, gli spintoni, le urla assordanti non facevano per lei.
- Fra qualche minuto la band di supporto ha finito. – Li avvisò un ragazzo moro, con una cartella in mano.
- Bene. – Risposero i ragazzi, sorridenti.
Non appena il ragazzo se ne fu andato, Yu prese a bussare insistentemente sulla porta della stanza di Strify.
- FRA POCO TOCCA A NOI! – Urlò il chitarrista, per sovrastare il caos ed esporre meglio il concetto.
La porta si aprì all’improvviso.
- Sono pronto. – Disse Strify, allargando le braccia.

Avevano fatto molti altri concerti, eppure quello li aveva resi agitati come non mai.
Shin si stava tamburellano sulle gambe quasi ossessivamente, nell’attesa di arrivare alla sua dolce batteria. Yu e Kiro si stavano guardando intorno, chiedendosi dove fossero i loro preziosi strumenti. Romeo invece stava sbirciando il palco, osservando la postazione in cui avevano messo lui e la sua tastiera.
Ma il più agitato era sicuramente il cantante. Era a braccia conserte, in piedi, a fissare il vuoto, con la bionda di fianco a fargli mille domande a cui rispondeva con monosillabi.
Stai calmo, si ripeté più volte,
è solo un altro concerto. Uno come tanti.
Sapeva bene il motivo della sua agitazione, ma anche tristezza. Ancora una volta, però, il suo cervello si stava rifiutando di ammettere quel nome.
Doveva autoeliminarsi o l’avrebbe distrutto.

Videro i ragazzi, sudati e sorridenti, della support band entrare nel backstage.
- Ok, tocca a noi. Vediamo di mettercela tutta! – Disse Strify, con un sorriso un po’ forzato, ma sincero.
Arianna fece alcuni urletti, mentre i ragazzi si dirigevano verso il palco.
Due ragazzi, intanto, avevano portato un basso e una chitarra a Kiro e Yu, che si erano già messi a tracolla gli strumenti.
Entrarono uno per uno: prima Shin, poi Romeo, Yu, Kiro e infine Strify.
Il ragazzo diede il benvenuto al pubblico e partì subito con la prima canzone, che avevano deciso fosse Escape To The Stars, seguita da
Angel In Disguise.
La loro performance era iniziata, Strify aveva con sé un bastone nero, su cui piroettava, mentre con voce incredibilmente ferma cantava.
 E poi in un attimo, quei pochi secondi in cui aveva lanciato un occhio alle ragazze nella prima fila, l’aveva vista.
Rimase un attimo come imbambolato, muto, ma subito si riprese e iniziò di nuovo a cantare.
Nel momento di pausa tra le due canzoni, il biondo si era avvicinato a Kiro.
- L’hai vista? -
- Chi? –
- Elena. -
Il ragazzo pensò per un attimo che il cantante avesse le visioni, ma nella prima fila, quarto posto a partire da destra, c’èra Elena.
Era sorridente, aveva le braccia alzate verso il cielo e saltava ritmicamente.
Il cantante cercò di non perdersi in chiacchiere e continuò a cantare. Gli occhi, però, erano come spinti da una forza ignota verso la ragazza mora. Non riusciva a cambiare visuale, era come incantato.
Ed era felice.
Felice che la ragazza fosse tornata per loro, che la loro musica fosse più importante di una stupida litigata.
A metà concerto, i ragazzi fecero una pausa e, mentre se ne tornavano nel backstage, Strify disse a uno dei bodyguard di portare la ragazza mora da loro, senza però dare troppo nell’occhio, altrimenti tra le altre fans sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale.
- Non vengo. – Aveva detto Elena. – Sono qua per il loro concerto, non per parlargli. -
Il bodyguard aveva insistito un po’ e alla fine la ragazza aveva ceduto. Aveva, poi, cercato di indietreggiare fino ad arrivare, per una via secondaria, al backstage.
Erano in fondo a una stanza, avevano tutti e cinque un asciugamano attorno al collo e una truccatrice sulla ventina stava risistemando il trucco a tutti e cinque con una velocità impressionante.
- Cosa c’è? – Chiese la ragazza, andando incontro a Strify.
Arianna era lì, li stava fissando, mantenendo però le distanze. Come mai aveva deciso di fare ritorno quella stupida?
- Volevo salutarti. –
Scemo! Non è quello che le volevi dire.
- Grazie. – Elena si girò e fece per andarsene, con la stessa freddezza di prima.
- No, aspetta. Volevo anche dirti che mi è dispiaciuto da morire quando te ne sei andata, davvero non era mia intenzione. -
- Dovrai abituarti perché non ci vedremo più. – Ora la voce aveva subito come una sfumatura triste.
- Non voglio che succeda. – Fece una pausa. – Queste due settimane sono state abbastanza movimentate, sono successe parecchie cose, non tutte positive. Ma non voglio che te ne vada. Non ci rivedremo più per troppo tempo, forse mai e non voglio sprecare questa occasione. Magari mi dirai di no, te ne andrai, mi insulterai anche, ma almeno ci avrò provato. So che è colpa mia se te ne sei andata, è stata tutta colpa mia, ma…vuoi venire con noi? -
Strify si diede dello stupido. Aveva fatto un casino, aveva spiegato malissimo ed era sicuro che la ragazza gli avrebbe detto di no.
- Senti, se vuoi pensarci…-
- Strify, è finita la pausa. – Era Kiro, da dietro, che fino a quel momento si era trattenuto per lasciarli parlare in pace, ma ora era letteralmente saltato addosso alla ragazza.
- Mi sei mancata! – Le disse all’orecchio.
- Anche tu. – La mora si staccò dall’abbraccio.
I ragazzi stavano tornando sul palco.
- Elena, fai come pensi sia meglio, ma quello che ha detto è vero. Gli piaci seriamente e gli sei mancata tanto. – Kiro le mise una mano sulla spalla e poi, con un sorriso, andò verso gli altri, pronti a ricominciare il concerto.
- STRIFY! – La ragazza lo chiamò, sotto lo sguardo scettico e arrabbiato di Arianna.
Il ragazzo corse verso di lei.
- E’ un sì. – Disse Elena, mordendosi un labbro.
- Sì? – Il cantante le prese le mani e l’abbracciò.
- Mi sei mancata troppo. -
- Anche tu, ma ora vai che hai un concerto da mandare avanti. – La ragazza gli sorrise e indicò i suoi compagni che lo aspettavano.
- Giusto. – Fece per andarsene, poi tornò indietro e baciò la mora.
Un bacio stupendo, Strify aveva le mani sul viso di lei e sembrava voler continuare in eterno, ma Elena, a fatica, dovette staccarsi dal biondo.
- Daaaai, hai un concerto! Non vorrai mica farci attendere?! –
Strify alzò gli occhi al cielo e fece un sorriso monco, correndo di nuovo sul palco.

                                                                 
                           
Fine

Mi sembra incredibile di essere alla fine di questa Fan Fiction e non nascondo che un po’ mi dispiace. Spero che il finale vi sia piaciuto :)
Alla fine non me la son sentita di far finire male questa storia ù.ù Anche Elena, dopo tutto quello che le è accaduto, ha diritto al suo lieto fine. xD

Grazie a quelli che l’hanno messa nei preferiti:
Denni
Viholy

Achi13
Ada12
Revi_Kau


E nelle seguite:
Alex93
EkaPlastic
Francy_m85
Laban
Pikkolastrify
RubyAnna
Tattina
TokiToki


Grazie a tutte e buona estate! ^___^



  
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