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Autore: Robix    06/09/2005    5 recensioni
“Quest’anno è il nostro anno” sussurrò Sirius all’orecchio dell’amico.
“Il mio vorrai dire, tu hai già dato più volte!” ribattè Moony imbarazzato.
“Il nostro!” ripetè sorridente il bel malandrino “Quest’anno sarà per amore!”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Documento senza titolo Capitolo 42°: La vendetta si compie

“Hoy Paddy, da dove arrivi?” chiese James vedendolo entrare in sala grande per il pranzo.
“Infermeria, Lucius voleva parlarmi. Era meglio quando era tramortito e non fiatava” scherzò Black.
“Che voleva?”
“Insultarmi!”
“Cosa? Ma se gli hai salvato la vita? Che coraggio!” esclamò Lily.
“Appunto, dice che ora è in debito e la cosa lo urta parecchio!”
“Che tipo!” commentò James.
Sirius sorrise e disse “Lo conosciamo è il suo modo per dire grazie”
“Bel modo” rincarò l’amico che aggiunse “A proposito, Moony ti ha scritto perché diavolo pensavano che fosse in coma?”
“No, a dire il vero non ricevo una sua lettera da parecchio” rispose Black facendo un lungo sospiro.
“Stamattina non hanno ancora consegnato la posta, vedrai che arriverà”
“Lo spero, mi manca già da morire e non avere sue notizie neanche via posta mi strazia” mormorò il moro che udendo il tipico stridio dei gufi sollevò lo sguardo speranzoso che uno di loro si recasse al loro tavolo. E così fu.
“Hai visto, avanti aprila!” intimò Lily sorridente.
“E’ di Peter!” esclamò Paddy sorpreso “Ma che diavolo sta succedendo?”
“Cosa dice?” domandò James vedendo una seconda busta legata al dorso del gufo.
Il moretto impallidì e lesse…

“Ti prego Sirius, dimmi che non è vero.
Non posso credere che tu abbia fatto una cosa simile, rispondimi appena puoi perché non so più cosa dire a Remus per farlo calmare e farlo smettere di piangere.
Qui la situazione è veramente al limite.
Non ti dico cos’è stato gestire la luna piena con questo stato d’animo.. no comment!
Meno male che mi ha dato una mano la sua amica Joyce.
Ti scongiuro fatti sentire Peter”

“Ma che cazzo dice? Cosa avrei dovuto fare, neanche me lo scrive?” insorse Sirius sconvolto.
“Credo che la risposta alle tue domande sia qui dentro!” rispose Potter passandogli la seconda busta. All’interno i ragazzi trovarono la lettera che Fabrice aveva spedito a Moony e tutte le foto che ritraevano Sirius e il francese in posizioni e situazione equivoche.
“Oh mio Dio!” esclamò Lily vedendole.
“Paddy” mormorò James allibito.
“Credetemi, non è vero niente” sussurrò il moro “Ha mentito su tutto”
“Ti crediamo Sirius, il problema è come poter convincere Remus a migliaia di chilometri di distanza. Cazzo guarda questa foto sembra che tu sia completamente nudo e che lui ti stia sfiorando il petto”
“Lo vedo cosa sembra J, ma non è veramente quello che è successo. Non ero nudo, indossavo i miei boxer e un asciugamano e quando mi ha appena sfiorato mi sono allontanato subito”
“Lo so, non devi giustificarti con me ma concorderai anche tu che in questa pare che vi state baciando?”
“Certo, peccato che un secondo dopo il bastardo giaceva a terra grazie ad una ginocchiata nelle palle”
“Bel casino ragazzi, queste foto sono fatte maledettamente bene e sembra proprio che fra voi ci sia qualcosa” commentò Lily sfogliandole nuovamente.
“Questo è un incubo” sussurrò Black portandosi una mano sul viso “Come faccio?”
“Andiamo niente panico ora scriverai una bella lettera a Remus, spiegandogli tutto, foto per foto, vedrai che non potrà non crederti, ti ama troppo, ti conosce, sa che non lo tradiresti mai” disse James cercando di convincere più che altro se stesso.
“L’ho perso, questa volta l’ho perso davvero!”
“Non darla vinta a quello stronzo” esclamò decisa Lily “Ha mentito su tutto, non può e non deve farla franca così!”
“Direi di partire a commentare questa” disse Potter schiarendosi la voce e passandola all’amico.
“Dimmi tu, da questa angolazione sembra che stò spiando questo bastardo mentre si fa la doccia. Quando la verità è che non l’ho manco visto farsela!”
“Sinceramente non credo neanche sia tu quello in primissimo piano, è che con il vapore e l’abilità del fotografo è quasi impossibile capirlo!” esclamò la Evans convinta che aggiunse “Bastardata a parte, questo tipo ha stoffa da vendere per fare le foto. Guarda questa, lui ti asciuga il mento e tu sembri sorridere compiaciuto. Probabilmente è riuscito a cogliere l’unico istante in cui la tua smorfia disgustata poteva apparire un mezzo sorriso”
“Perché questa?” rincarò Potter “Sembra che te li stai togliendo i jeans non che te li stai mettendo!”
“Ragazzi è impossibile spiegare queste fotografie come faccio? Sono talmente curate nei minimi dettagli che risulterei patetico nel farlo!”
“Cosa vuoi fare allora rinunciare? lasciar credere a Moony che non lo ami e che hai cercato di tradirlo? Vuoi che ti lasci Sirius?” domandò James secco “No perché se non fai qualcosa, dubito che la tua storia con Remus avrà un seguito”
“Gli scriverò certo, ci mancherebbe anche altro. Spero solo che il nostro amore sia più forte dei suoi dubbi!” sussurrò Black alzandosi e allontanandosi dalla sala grande sotto lo sguardo dispiaciuto dei suoi amici.

“Avevi.. ragione tu Joy” disse Remus barcollando e cadendo rovinosamente sul suo letto “Lui ich.. non mi merita”
“Non dire stronzate, non ho mai detto questo e poi sei ubriaco!” disse l’amica.
“Lo amo e ich.. lui se ne fre.. ich ga!” aggiunse il licantropo.
“Sono sicura che Sirius non ha fatto quelle cose!”
“Ohh siii!” sussurrò Moony “Hai visto ich.. era ich.. proprio lui!”
“Certo ma conosco Fabrice, è una merda, mentirebbe anche su sua madre se avesse un tornaconto nel farlo!”
“Me ne sbat.. ich to!” singhiozzò il lupacchiotto.
“Remus, perché non ti fai una bella dormita e domattina ne riparliamo?” chiese dolcemente l’amica aiutandolo a spogliarsi per infilarlo a letto.
“No grazie, ich.. ho un’idea mi ich.. gliore!” e detto questa la tirò a sé sino a farsela cadere addosso “Baciami!”
“No, non sei in te e comunque non lo vuoi veramente. Sei solo deluso e arrabbiato”
“Ti prego” mugugnò Moony facendo gli occhi da cucciolo ferito.
“No Remus, so che te ne pentiresti ed io non voglio essere la causa dei tuoi rimorsi!”
“Niente rimorsi!” rispose lui baciandola all’improvviso con una sensualità che per un ragazzo completamente ubriaco aveva dell’incredibile. Ovviamente Joyce non era a conoscenza del piccolo, quanto mai poco provvidenziale sfasamento ormonale del suo amico, e incapace di resistergli ricambiò con passione.
“Di più” ansimò Lupin scendendo a baciarle il collo “Ne voglio ancora” ripetè come in trance succube dei suoi istinti e della rabbia accecante che stava provando ormai da giorni.
“Di cosa?” chiese l’amica tra un bacio mozzafiato e l’altro.
“Di te!” le rispose strappandole con un gesto deciso i bottoni della camicetta che stava indossando.
Joyce rimase senza parole, non poteva credere che quel ragazzo fosse il suo Remus. Era maledettamente sensuale ma c’era una freddezza nei suoi gesti, quasi meccanici e calcolati, che la spiazzavano. Era più che ovvio che in quel momento il giovane Lupin non fosse assolutamente in sé. Il suo lato animale stava prendendo il sopravvento. Era impossibile resistere a tanto impeto ed ai suoi impulsi roventi ormai incontrastabili.
“Remus smetti per favore” balbettò quando la mano di lui s’insinuò sotto la sua gonna a pieghe e raggiunse maliziosa il suo indumento intimo che con un gesto deciso cadde a terra poco dopo “Remus così non è giusto” gli disse spingendolo lontano da sé quando ormai la sua bocca aveva torturato a piacere i suoi capezzoli rosa.
“Ti voglio Joy!” sussurrò lui “Ora, qui, adesso!”
“Ma domani non mi vorrai più e io non voglio essere una scopata per dimenticare”
“Lo lascio tanto” mugugnò Moony impossessandosi nuovamente dei seni ormai turgidi di lei.
“No, lo perdonerai invece” ansimò Joyce travolta dai morsetti voraci del lupacchiotto “Perché sai che Sirius non può aver fatto quelle cose” boccheggiò “Parla con lui prima di prendere una decisione!” gli disse infine sollevandogli il viso.
“Non m’interessa!” balbettò lui avvicinandosi di nuovo.
“Si invece, perché se stanotte facessimo del sesso, perché solo di quello si tratterebbe da parte tua, domani te ne pentiresti amaramente e io ti voglio troppo bene per vederti stare male” gli mormorò lei a fiordilabbra.
“Non mi pentirò!” biascicò il lupo nel pieno dei suoi istinti.
“Si che lo farai!” ripetè lei dolcemente cercando di sollevarsi dal letto.
“No invece!” sussurrò lui che s’impossessò nuovamente delle labbra di Joyce la quale non potè esimersi dal gemere di piacere.
“Lo so che ti piace Joy” le disse tra una leccatina e un morsetto facendo scivolare la propria mano in mezzo alle sue gambe “Lascia che continui” mormorò raggiungendo la nudità di lei che al suo tocco gentile inarcò la schiena e gridò il suo nome. Remus seguitò a sfiorarla ed a giocare con lei eccitandola oltre ogni misura, tanto che ben presto Joyce fu più che pronta per accoglierlo. Quando un primo dito scivolò nell’apertura della ragazza, la bella biondina ansimò di piacere, quando un secondo andò a far compagnia al primo e insieme iniziarono a muoversi, la biondina conficcò le unghie nella schiena nuda del suo aguzzino e lo implorò di non smettere. Remus non smise, era ormai in un mondo tutto suo dove, ciò che stava accadendo sembrava lo stesse vivendo qualcun altro, lentamente portò l’amica sino a raggiungere l’orgasmo e quando la sentì tremare di piacere la baciò per suggellare quel momento.
Le lasciò il tempo di riprendere il controllo e lentamente sfilò le dita da lei, strappandole un piccolo gemito, dopodiché la spogliò del tutto e la coprì con il lenzuolo del proprio letto. Joyce era cosciente che tutto quello che stava accadendo fra loro era sbagliato e avrebbe portato solo guai ma, sebbene si sentisse tremendamente in colpa nei confronti di Sirius, non riusciva a staccare gli occhi di dosso al licantropo il quale, sensuale, gettò la propria camicia e i boxer a terra e scivolò a letto con lei.
“Ciao” le sussurrò lui ancora appannanto dai fumi dell’alcol “Come stai?”
“Ho appena avuto un orgasmo Remus, come vuoi che mi senta?”
“Vuoi averne un altro?” le chiese spudorato.
“Si mi piacerebbe, ma preferirei che tu fossi sobrio e che fossi veramente innamorato di me”
“Dammi tempo Joy!” le rispose strisciando verso di lei.
“Tempo per cosa Remus, per dimenticare Sirius o per imparare ad amare me?”
“Entrambe le cose!” rispose Moony salendole sopra e posizionandosi tra le sue gambe.
“Non può funzionare così e tu lo sai!” sussurrò lei sentendolo spingere per entrare “Non farlo, non servirebbe a niente”
La sbronza di Remus sembrò essere evaporata all’improvviso grazie alla carica adrenalinica dovuta allo sfasamento ormonale. Cosciente di ciò che stava facendo il lupacchiotto realizzò anche il vero motivo del perché lo stava facendo, voleva vendicarsi, voleva restituire il favore, voleva far soffrire Sirius tanto quanto aveva sofferto lui, voleva punirlo. Ma soprattutto realizzò che non sarebbe comunque servito, perché quel gesto non lo avrebbe fatto sentire meglio, più amato o meno disperato. Quel gesto sarebbe solo stato uno sfogo inutile e sciocco, il cui rimorso probabilmente lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
Improvvisamente quando ormai la punta del suo membro eccitato si era fatta un po’ di strada nell’apertura ancora umida di Joyce il ragazzo si fermò, sembrò tornare in sé, non era più uno spettatore esterno. Tremante la guardò negli occhi realizzando cosa le stava facendo, si scansò da lei e dopo averle chiesto scusa, scoppiò a piangere disperato. Joyce lo lasciò piangere sino a quando non si addormentò stremato tra le sue braccia.
L’indomani quando si svegliarono Remus sussultò, mal di testa a parte, trovarsi nudo a letto con l’amica non lo rassicurò per niente.
“Se ti stai chiedendo se abbiamo fatto sesso? la risposta è quasi!” disse la bella francesina “Fortunatamente però, sei tornato in te giusto in tempo” aggiunse baciandolo dolcemente.
“Joy mi dispiace, perdonami, io..”
“Non dispiacerti Remus, quello che è successo è stato sciocco ma lo volevamo entrambi, anch’io ho la mia parte di colpa perché non ti ho fermato come avrei dovuto fare. Ma tu eri così maledettamente disinibito che..”
“Cosa abbiamo fatto?” le chiese con il cuore in gola.
“Niente di cui tu debba pentirti” rispose la biondina che proseguì e raccontò quanto accaduto rassicurandolo che la sua verginità eterosessuale era ancora intatta.
“Sono mortificato, non avrei dovuto usarti per dimenticare Sirius” balbettò Lupin lievemente sollevato di non essere stato a letto con l’amica.
“Glielo dirai?”
“Dubito che ci sarà un noi dopo quanto ha fatto ma, si glielo dirò!”
“Vorrei che cercassi di prendere in considerazione l’ipotesi che Sirius non ti abbia tradito. Remus conosco Fabrice, è un bastardo di prima categoria, falso e spergiuro”
“Perché avrebbe dovuto mentire?”
“Non lo so, ma sicuramente dev’essere successo qualcosa ad Hogwarts che lo ha fatto infuriare. E’ una persona molto vendicativa”
“Quelle foto, sono così…”
“Reali? Lo so, Armand è un vero esperto con la macchina, ma non dimenticare che è proprio la capacità di catturare attimi che sembrano inarrestabili che fa la bravura di un fotografo. In questo lui è maestro!”
“Mi stai dicendo che è tutta una montatura?”
“Si, ti sto dicendo che quest’ipotesi non è del tutto da scartare. Sono giorni che cerco di fartelo capire ma tu non hai mai voluto ascoltarmi”
“Il mio cuore mi dice che è tutto falso ma la mia mente continua ad urlarmi che non può essere tutta una sceneggiata” sussurrò il grifone.
“Ascolta il tuo cuore, non ha mai sbagliato a quanto mi risulta!” replicò Joyce abbracciandolo e venendo ricambiata.
I due ragazzi si fecero una doccia veloce e scesero a colazione, il tavolo anglosassone era in festa.
“A cosa si deve tanto buon umore?” domandò Remus abbozzando un sorriso dopo giorni venendo subissato un istante dopo da abbracci e pacche da parte degli amici.
“Due ottime notizie Moony” esclamò Peter “La prima è che domani ce ne torniamo a casa, Silente ci fa tornare prima per festeggiare il quindici dicembre ad Hogwarts e la seconda, forse più importante, è che è arrivata questa per te da parte di Sirius” e detto questo gli porse la missiva appena giunta.
Con mano tremante il lupacchiotto afferrò la lettera, ringraziò gli amici per il loro sostegno di quei giorni e uscì nei giardini innevati di Versailles a leggerla.
Emozionato si sedette su una panchina e dopo aver recitato un incantesimo che gli consentisse di stare all’aperto senza morire di freddo, srotolò la pergamena e lesse…

“Posso solo immaginare cosa starai pensando.
In questo momento il tuo cuore sarà a pezzi e la tua mente ti starà urlando di odiarmi con tutte le tue forze. Non posso biasimarti Moony, ho guardato e riguardato quelle foto, fino allo sfinimento, cercando di trovare anche un solo particolare che ne evidenziasse la loro falsità, ma non ci sono riuscito. Nulla che tradisse il loro mandante, niente che potesse scagionarmi ai tuoi occhi.
La mia prima reazione nel vederle è stata d’incredulità mista a risentimento, continuavo a ripetermi - Non può credere che io abbia fatto una cosa del genere? Non Remus, lui mi conosce.
Poi però ripensandoci a mente più lucida mi sono chiesto - Pensa Sirius, se su quelle foto ci fosse lui, tu vedendole, cosa penseresti?
La risposta che mi sono dato non mi è piaciuta. Mi ha fatto talmente male che credevo mi si spezzasse il cuore dal dolore. Purtroppo dev’essere la stessa che devi esserti dato tu, perché altrimenti non saresti tanto disperato.
Cosa posso dirti amore se non.. ti prego credi a noi, credi al nostro amore, credi che ti amo talmente tanto che delle volte mi sembra che mi manchi persino l’aria a pensare a quanto insieme siamo felici e ci completiamo. Credi alla mia lealtà, sei il dono più bello che la vita potesse concedermi e per nulla al mondo rinuncerei a te, ai tuoi sorrisi, ai tuoi abbracci, ai tuoi baci. Sei l’unico Moony che riesce a farmi sentire speciale anche solo con uno sguardo e il solo che riesce a capirmi senza che io dica nulla. Con te divento migliore perché tu mi rendi tale.
Ti mentirei se ti dicessi che non ho paura di perderti, ne ho tanta, ne ho sempre avuta tanta.
Non te l’ho mai detto ma le prime volte che dormivamo insieme restavo ore a fissarti dormire, per paura di svegliarmi al mattino e non trovarti più.
Mi dicevo - Non sei abbastanza per lui, non sei in grado di amarlo come merita, lo farai soffrire..
Poi però mi bastava guardarti risposare beato tra le mie braccia e quei pensieri svanivano.
Vorrei tanto che fosse una di quelle sere, ma tu non sei qui amore, non sei tra le mie braccia, ti trovi a migliaia di miglia di distanza e questa lettera è ciò che mi resta per far svanire certi brutti pensieri che so essersi insinuati nella tua testa e purtroppo anche nel tuo cuore.
Ora, come mai mi era successo prima, ho il timore di non essere in grado di farti capire quanto io tenga a te e quanto ti ami, quanto morirei per te e pur di vederti felice sarei disposto a rinunciare a tutto ciò che posseggo.
Sei la mia vita Remus, il mio sole, il primo a cui rivolgo il mio pensiero al mattino e l’ultimo a cui penso ogni sera, senza di te mi sento vuoto e tremendamente solo.
Ti prego Moony, puoi dubitare delle mie promesse per essere meno impulsivo o meno propenso ad infrangere le regole o della mia rinnovata volontà ad essere immune alle provocazioni, ma ti scongiuro, non dubitare mai dell’amore che provo per te, perché quello non potrà mai cessare di essere in quanto tu ormai sei parte di me.
Tuo Sirius”

Remus finì di leggere, si appoggiò allo schienale della panchina su cui si era seduto incurante che il mantello gli si sarebbe riempito di candida neve e chiuse gli occhi. Tra le mani stringeva ancora il foglio che aveva appena letto.
Ogni parola si era impressa a fuoco nella sua mente tantè che avrebbe potuto recitarne l’intero contenuto senza commettere il ben che minimo errore.
Mentalmente rivide la bella ed elegante calligrafia di Sirius risplendere grazie all’inchiostro color topazio che aveva usato, lo stesso con cui spesso si tingeva le mani nel fare i compiti e il medesimo che suo padre si era raccomandato spesse volte di non sprecare per futili scribacchiate senza senso, come era solito definire i loro adempimenti scolastici o le lettere che il moro spediva a casa per dare sue notizie.
Moony sospirò profondamente e continuò a restare ad occhi chiusi. Non aveva ancora voglia di tornare al caldo, tra le spesse mura della scuola. Voleva pensare e per poterlo fare aveva bisogno di restare da solo e quale posto migliore di quello?
All’improvviso una folata gelida di vento lo fece sussultare. Non di freddo bensì di ricordi e sensazioni. Lentamente si portò la pergamena al viso ed inspirò, la carta aveva perso il suo tipico odore ma al contrario, con immensa gioia di Remus, era pregna dell’odore del ragazzo che amava. Lo sentiva distintamente, come se fosse stato li accanto a lui. Quel profumo muschiato che lo aveva sempre inebriato e di cui era follemente succube, un aroma impossibile da dimenticare. Quell’odore che caratterizzava un unico solo essere, il suo Sirius.
Lacrime silenziose scesero a bagnargli le guance arrossate per il freddo dicembrino andando a formare piccole gocce che stinsero la missiva in alcune parti.
Remus non fece nulla per impedirgli di cadere, lasciò che scorressero copiose sulle proprie gote sino a quando non ce ne fu più nemmeno una. Immobile aspettò paziente che il suo dolore scomparisse insieme alle proprie lacrime rimanendo con la lettera appena ricevuta stretta al petto.

“Ti ha risposto?” domandò James vedendo l’amico seduto sul davanzale della finestra della loro camera intento a guardare fuori con lo sguardo perso nel vuoto.
Sirius scosse la testa e non disse nulla.
“Sono sicuro che presto lo farà”
“Se avesse voluto farlo, starei già leggendo la sua risposta” sussurrò sconsolato il moro.
“Vedrai che..”
“L’ho perso J, è inutile che m’illuda che tutto tornerà come prima” lo interruppe con una voce strozzata dal magone “Ormai è finita!”
“Oh Paddy, mi dispiace così tanto” sussurrò Potter che non sapeva veramente cosa dire per farlo sentire meglio.
“La cosa che mi fa stare più male è sapere che questa volta, dopo tutte quelle in cui ho rischiato di perderlo per la mia impulsività, la mia testardaggine o la mia stupidità, questa.. è l’unica dove non ho assolutamente un briciolo di responsabilità. Ironia della sorte, vengo lasciato per non aver commesso il crimine vostro onore” mormorò il cacciatore mentre una lacrima colma di dolore scese a rigargli il bel viso.
“Parlerò anch’io con Moony, vedrai che riusciremo a convincerlo” disse James gentilmente.
“Non servirebbe J” singhiozzò “Remus non si fida più di me, potrà anche perdonarmi ma gli resterà sempre il dubbio che io l’abbia tradito. E sai meglio di me che quando in un rapporto viene a mancare la fiducia, tutto finisce con l’andare a puttane”
“Non voglio sentirti parlare così”
“E cosa dovrei dirti? tranquillo sono sicuro che tutto si sistemerà. Non ce la faccio, ho il cuore spezzato e non riesco a pensare ad altro che a lui ed allo sguardo carico d’odio che mi riserverà vedendomi” insorse Paddy scoppiando a piangere.
Potter abbracciò il suo migliore amico il quale, si abbandonò in quella stretta continuando a sfogare la propria disperazione. Sirius era sempre stato un ragazzo forte, sempre pronto a reagire alle difficoltà e deciso a non farsi sopraffare dagli eventi. Ma per la prima volta da quando lo conosceva, non lo aveva mai visto tanto indifeso e rassegnato. Stava soffrendo indicibilmente e lui non sopportava vederlo in quella situazione.
“Sai che si fa Paddy? Adesso ci cambiamo, ci facciamo belli e scendiamo in sala grande. C’è una cena sontuosa che ci aspetta e una festa ancora migliore ad attenderci”
“Non.. me.. la.. sento” balbettò l’amico tirando su con il naso.
“Ti è sempre piaciuto festeggiare il quindici dicembre e quest’anno non faremo eccezioni” replicò Potter sorridente.
“J non sono in vena”
“Si invece, non lascerò il mio migliore amico a struggersi tutta sera in questa camera. Lo porterò di sotto con me e cercherò di farlo sorridere e divertire. Perché questo è quello che si merita”
“Ti rovinerò la festa, Lily non si merita di..”
“Lily è d’accordo con me, se non mi credi chiediglielo” rispose James indicando la sua bella ragazza la quale, rimasta in silenzio ed in disparte sino a quel momento, sorridente annuì.
Sirius guardò entrambi gli amici riconoscente, si alzò e senza dire nulla si chiuse in bagno per farsi una doccia e tornare presentabile.

  
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