Film > Altro
Segui la storia  |      
Autore: The black angel    10/06/2010    0 recensioni
racconto di una mattina di fine scuola
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

MI DICEVANO CHE PRIMA O POI TUTTO SAREBBE FINITO.


NON CI HO MAI CREDUTO.

Mi dicevano che prima o poi tutto sarebbe finito, ma io nn vi ho mai creduto. Mi dicevano esci e divertiti, non ci sarà più tempo per fare queste cose, ma non mi è mai passato per la testa che queste parole sarebbero state vere; avevo ancora tanto tempo a dispozione e mi sembrava che non potesse finire mai, per questo non ci ho mai pensato seriamente. Questa notte qualcosa dentro di me è cambiato, in un modo del tutto inaspettato, sono in un qualche modo cresciuto, anche solo per il fardello che mi tocca portarmi dietro.
La scuola è finita, gli studenti gridano, gioiscono, si lanciano in azioni folli e di puro divertimento: finalmente vacanza! Dopo aver passato un’intero anno dentro quelle mura, ora ci si può divertire senza dover studiare, la sera si può stare fuori molto più a lungo del solito, mare, sole ... Per me non è tutto rosa e fiori. Mi mancano di già le mie abitudini, l’arrivare di corsa in box, prendere la moto, seguire il mio amico fino a scuola e lì rompermi a sentire lezioni noiosissime di greco e latino; in tutto questo, però, ero felice, perchè sapevo di avere al mio fianco amici che mi avrebbero fatto ridere, avremmo fatto tante stupiderie una dietro l’altra, senza pensarci e ci saremmo veramente goduti la vita. Ora per tre mesi non so cosa fare, il caldo sarà insopportabile, l’ombra non porterà refrigerio, la malinconia e la voglia di rincominciare inizieranno a farsi strada, come succede tutti gli anni, prepotentemente.
Stamattina, non riuscendo a dormire, mi sono alzato di buon ora, ho preso casco, chiavi e un quadernino e mi sono deciso a fare un giro in qualche parco per prendermi del tempo in pace per pensare. La voglia mi è presto passata, perchè sono passato vicino a dove giocavo a calcio un po’ di anni fa, e mi sono voluto fermare. Vedere bambinetti che rincorrevano un pallone, esattamente dove l’avevo fatto io, riconoscere quei campi e quegli spogliatoi dove ho passato miglialia di pomeriggi ogni anno, le porte e i palloni che sembravano salutarmi, le vecchie scritte che ho lasciato con i miei compagni, ancora lì in bella vista. Poi il saluto dei miei vecchi dirigenti e il loro stupore nel rivedermi da quelle parti, il fatto che mi hanno chiesto dove giocassi adesso e i loro complimenti mi hanno riempito di gioia, a dimostrazione che i ricordi e la malinconia servono, e che da un ricordo lontano ne derivi quasi sempre anche uno più recente, che si aggiunge a quello.
Rimesso il casco e riacceso il motorino, ho preso la palla al balzo e sono andato a vedere anche gli altri posti più simbolici ed importanti dell’ultimo anno, per cercare di rivivere altre emozioni forti come quelle che avevo vissuto. Sono tornato, com’è naturale, ad Opera, e sono andato a cercare tutte le strade nelle quali sono salito per le prime volte su una moto; mi sono ricordato di quando Ale veniva da noi esclusivamente per fare chilometri, e noi prendevamo la scusa per usare la moto e divertirci a cambiare marce. Non vedevo la strada, negli occhi  avevo ancora le immagini di quelle volte, non stavo guidando la mia moto, ma la sua.
La cosa veramente importante è che ho trovato il vero potere dei ricordi: farteli rivivere ancora una volta, cambiando o magari migliorandoli, sempre facendoteli avere ben stampati nella mente. Tornato a casa, ovviamente non avevo scritto che poche righe, forse una decina, ma sapevo che da quelle poche righe sarebbe nata dentro di me una convinzione, quella che ora sto malamente cercando di riportare qui, la mia certezza su quello che accadrà. E se tutto dovrà cambiare, che lo faccia, cambi pure. Se siamo destinati a non vivere più certi momenti, questi non se ne andranno mai, ma rimarranno dentro di noi. Se non parliamo più come prima con una persona, non vuol dire che l’abbiamo persa, ma che le nostre strade si sono allontanate, ma potremo sempre farle riavvicinare proprio grazie ai nostri ricordi e a ciò che abbiamo in comune.
Una paura mi è rimasta, in fondo: tutto ciò che mi sono ricordato oggi, e che mi ritornerà in mente in futuro, è solo l’ultimo strato, e sbiadito, dei miei ricordi. Temo che domani non mi ricorderò più di quella strada fatta sulla sua moto, ma di quello che ho fatto oggi, che l’ultimo fatto si posi come un velo a coprire quello vecchio. Temo che un ricordo possa sbiadirsi col tempo, anzi lo farà, e non sarà sempre una cosa positiva. Certi momenti vorresti riviverli in eterno, vorresti che il tempo si fosse fermato, ma non succederà; quindi perchè non possiamo smettere di pensarci e viverne altri intensi allo stesso modo, che più nuovi sbiadiranno dopo e ci faranno rimanere questo piacere più a lungo? Forse è proprio questo il trucchetto, forse dobbiamo solo cercare di non lasciar scomparire un ricordo, ma di donargli nuovo colore prima che sia troppo tardi. Ognuno di noi si ricorda di azioni che ha fatto e che ora sa perfettamente essere stupide, ma perchè ogni volta che guardiamo al nostro passato queste cose ci fanno piacere? Perchè vorremmo che quel ragazzino ormai lontano dal mondo esterno, riuscisse a tornare ancora per un solo secondo dalla nostra mente? La risposta che mi sono riuscito a dare è una sola, ma è complessa. Io penso che ci faccia piacere pensare a qualcosa, ma ricordandola, vorremmo essere lì a viverla e per questo che nasce la malinconia, la malinconia di non riuscire a far rivivere quei momenti.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Altro / Vai alla pagina dell'autore: The black angel