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Autore: _Pulse_    10/06/2010    5 recensioni
“Ok ok allora. I Tokio hotel tra una settimana faranno una data qui ad Amburgo! Non è meraviglioso?!” Quasi potevo immaginarmela, nella sua camera tappezzata di poster di quei quattro, con gli occhi lucidi per l’emozione. Puah. “Sinceramente Ary, non vedo come io possa trovare meravigliosi quei quattro crucchi!” Non mi sono mai piaciuti, davvero. Soprattutto il chitarrista, quel mezzo rapper. Che schifo. Ary invece ne andava matta, poi se si parlava del suo “Bassista sessoso” Come lo chiamava sempre. Ribadisco, che schifo.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUARANTANOVESIMO CAPITOLO (ARY) Voglio vederla di nuovo felice

“Vedi, sei un coglione!”, gridai con tutto il fiato che avevo in gola, guardando con sguardo spento fuori dalla finestra della mia stanza.

“Oddio, e ora che ho fatto?”, borbottò.

“Sei un coglione, sei uno schifosissimo stronzo bastardo e oltretutto sei anche senza cervello! Ma dico, non bastava quello che hai fatto ad Ale, no! Dovevi pure farti beccare con Chantelle! Sei il massimo dell’intelligenza, davvero!”

“Le avete viste anche voi, è così?”, sospirò dispiaciuto.

“No, figurati, noi viviamo in Lapponia! Cazzo Tom, almeno la decenza di prendervi una camera! Ma ti rendi conto un minimo…”

“Ary, e ora perché piangi?”

“Perché mi fai pena!”

“Bella questa! Ma, davvero… perché piangi?”

“Perché ho litigato con Ale… ed è sinceramente il momento peggiore questo. Ho i nervi a fior di pelle, scatto sempre per niente… Ma lasciamo perdere. Quella sera in cui ti ho chiamato avevi appena finito di slinguazzarti Chantelle?”, chiesi irritata, asciugandomi le lacrime.

“Sì… cioè NO! Ma che cazzo… Ary, onestamente parlando, pensi che me ne freghi davvero qualcosa di Chantelle?!”

“Non lo so, questo dovresti dirmelo tu! Sei tu che…”

“Non ci ho fatto sesso!”

“Ah, ne dubito.”

“Dubitane quanto cazzo ti pare, io so qual è la verità: Ale mi manca tantissimo, io… io la amo! Non posso stare senza di lei, Ary!”

“E quindi stai con Chantelle. Davvero astuto.”

“Ma no! Chantelle… diciamo che ho provato a vedere se… quello che provavo era vero! Cioè…”

“Cioè tu ancora dubitavi del tuo amore per Ale, nonostante le avessi detto che l’amavi.”

“Sì”, mormorò mortificato.

“Tom, mi fai pena più di prima.”

“Grazie.”

“Ma dico, perché non me l’hai detto che ti vedevi di nuovo con quella! Almeno avrei evitato di…”

“E perché avrei dovuto?”, berciò, ferendomi più del previsto. “Noi non siamo più migliori amici, ricordi? Me l’hai detto tu.”

“Lo so”, singhiozzai di nuovo, sedendomi lì sul davanzale, la testa sulla tenda chiara. “Ma non lo pensavo davvero… Ero solo incazzata nera! Insomma, potresti anche capirmi!”

“E lo faccio”, sospirò. “Non piangere più, ti prego.”

“Io piango, invece. Perché va tutto a puttane.”

“Tu come stai?”

“In che senso come sto? Lunedì ho la prima ecografia…”, mi portai istintivamente una mano sulla pancia ancora piatta.

“Ah… ehm… a proposito di… quello…”

“Che cosa?”, sgranai gli occhi, il respiro mozzato in gola. “No. Oh no. Tom, non dirmi che l’hai fatto perché questa è la volta buona che ti uccido!”

“Mi è scappato! Non volevo…”

“Tu sei un… cretino!”, mi portai ancora le mani sul viso paonazzo, tentando di calmarmi.
Georg sapeva, Georg sapeva del bambino, Georg sapeva tutto. Come avrei fatto, ora?

“Ah, e…”

“C’è dell’altro?”, soffiai esasperata.

“Sì, c’è che lunedì torniamo lì per un po’.”

“Come mai?”, riuscii a dire, fra lo sconvolgimento. Sicuramente Georg sarebbe venuto da me! Tutto per colpa di Tom, quell’idiota!

“Sono successi alcuni casini. Comunque lunedì torniamo, sei contenta?”, quasi lo vidi sogghignare, fra la malinconia.

“Guarda, da morire! Tu e Ale dovete parlare… Non ce la faccio più a vederla così. Le hai strappato via la vita dal corpo”, sussurrai abbassando la testa.

“Sì, lo so… ma come?”

“Io ho un’idea. Te la spiegherò più avanti. Vedi di non fare altri casini fino a lunedì, io ora devo andare. Ciao Tom.”

“Ciao Ary e… grazie.”

“Ma di che cosa, bastardo? Ah già, non ti meritavi nulla di quello che ti sto offrendo di nuovo, a mio rischio e pericolo. Beh, allora prego.”

“Sei ancora la mia migliore amica, sai?”

“Sì, certo… COSA?!” 

Tom ridacchiò, prima di ripetere.

“Davvero?”, mormorai.

“Sì…”

“Anche tu”, tirai su col naso. “Ma fin quando non si sarà tutto sistemato il coltello ce l’ho io dalla parte del manico. Stai attento, non ti darò un’altra possibilità, né con me né con Ale. Ora vado, ciao.”
Chiusi il telefono di scatto: non gli davo mai la possibilità di salutarmi! Che cattiva che ero, ma lui era stato ancora più cattivo con noi.

Scesi di sotto cancellando ogni tipo di senso di colpa, con la borsa sulla spalla, e salutai mia madre in cucina.

“Ehi, dove vai?”

Mi girai e vidi papà e Davide seduti sul divano, che guardavano la televisione. Mamma mi guardò e mi incitò a parlare, tanto prima o poi avrei dovuto dirglielo comunque.

“Vado da Ale. Ah, sono incinta.”

La loro reazione fu la stessa: il mento gli arrivò fino alle gambe, gli occhi sporgevano fuori dalle orbite. Erano uno spettacolo disgustoso, manco fossi un’aliena verde.
Sollevai le spalle tranquilla e uscii fuori di casa, andai alla macchina e ci saltai sopra, diretta verso casa di Ale.

 

“Ale”, mormorai vedendola appoggiata alla scrivania con la testa, sul ripiano di legno ancora l’accendino, le cartine e i filtri che ormai conoscevo bene.

La presi per le spalle e lei mi guardò spaesata, gli occhi lucidi: in quel momento non doveva nemmeno ricordarsi dove fosse e perché io fossi lì.

“Ale, ti prego smettila con quella roba, non serve a niente…”, mormorai abbracciandola, nascondendo il viso già umido di lacrime nell’incavo della sua spalla.
“Mia madre non ti ha proprio insegnato niente, eh? Ha perso tutto, a causa della droga. E io non voglio perdere te. Mi dispiace tanto se ti ho fatta soffrire, mi dispiace davvero tanto.”

“Ary…”, mi prese delicatamente per le spalle e mi fece guardare i suoi occhi, a me scappò un singhiozzo vedendoli così spenti. Mi asciugò le guance con le dita e mi fece un sorriso amaro, stringendomi di nuovo a lei.

“Non ti preoccupare”, sussurrò. “È passata.”

“Lo dici davvero oppure solo perché sei sotto l’effetto della marijuana?”

Ale fece una smorfia e mi strinse più forte a lei. Avevamo bisogno l’una dell’altra, ora più che mai, soprattutto io avevo bisogno di lei, e stare lontane non sarebbe servito a niente, oltre che a farci del male.

 ***

“Tutto procede bene”, mi sorrise rassicurante la dottoressa, passandomi quell’affare freddo sopra la pancia ricoperta dal gel.

“E il bambino sarebbe quel fagiolino alieno?”, indicò Ale sul monitor, senza lasciarmi la mano, seduta accanto a me.

La dottoressa fece una risatina per lo strano nome con cui aveva chiamato il mio bambino e annuì con il capo, passandomi della carta per pulirmi il ventre.

“Che bello, è bellissimo!”, saltellò Ale alzandosi e raggiungendo la dottoressa, iniziando a chiederle di tutto e di più, visto che non aveva potuto con sua sorella.

Io invece non ero di molte parole perché non ne avevo, ed ero troppo sconvolta nell’insieme per mostrare la felicità che mi faceva scoppiare il cuore pensando che quel piccolo fagiolino alieno era il mio. Mio e di… Georg. Ogni volta che pensavo a lui venivo travolta da un’ondata di preoccupazione e di paura che mi bloccava tutte le parole in gola e i sorrisi nascevano appena.

“Vuole il video o la copia dell’ecografia?”, mi chiese la dottoressa mentre mi rimettevo a posto la maglietta e scendevo dal lettino.

“Tutt’e due!”, gridò Ale con gli occhi brillanti. Se una semplice ecografia la rendeva così felice, le avrei fatte tutti i giorni!

La dottoressa fece un sorriso bonario e io annuii.

“È lei il coach”, sorrisi scompigliandole i capelli.

 

“Ciao Ary, grazie per…”

“Figurati”, le sorrisi.

“No, anche per ieri…”, si grattò la nuca. “Scusami per quello che ti sto facendo passare”, sospirò.

“Non ti preoccupare, ci sono abituata”, abbassai lo sguardo.

“Mi dispiace tanto…”, mormorò.

“A me è dispiaciuto di più averti ferita, o… tradita.”

“Ary… davvero, è acqua passata. Non voglio più sentirne parlare, né di lui né di tutto il resto”, sorrise e mi stampò un bacio sulla guancia, senza accorgersi della mia preoccupazione.

“Vieni dentro con me?”, mi chiese Ale come se nulla fosse. “Non c’è nessuno, mamma ed Edo sono dai nonni e Fra è sparita. Mi annoio a stare da sola!”

“No, io… mi dispiace, io devo tornare a casa, non mi sento tanto bene.”

“Ah, ok, ho capito. Vuoi che ti accompagno?”

“No, non ti preoccupare”, sorrisi forzatamente. “Ci vediamo Ale, ti voglio tanto bene.”

Ale mi guardò stranita e scese dall’auto, mi salutò con la mano e poi entrò in casa,  chiudendosi la porta alle spalle. Io mi appoggiai allo schienale con la testa e chiusi gli occhi facendo un grande respiro profondo.
Sentivo che sarebbe stato un disastro, ma era l’unica alternativa per tentare di rimettere ogni tassello del puzzle al proprio posto. Dovevo provarci, dovevo per lei, la mia migliore amica, e la sua felicità.

 

Seduta fra una delle tante poltroncine blu nella sala d’aspetto, non riuscivo a stare ferma: muovevo le gambe e con lo sguardo non facevo altro che cercare un viso a me familiare, pregando che non incontrassi proprio quello sguardo.

Finalmente sentii delle voci conosciute e poi vidi Bill spuntare dalla folla con accanto Tom, che sembrava nervosissimo e cercava anche lui il mio di sguardo.
Quando si incrociarono lui si mise in qualche modo a correre, impedito dai pantaloni larghi, e appena mi vide mi abbracciò, nascondendomi il viso nel suo petto.

“Ary”, sussurrò baciandomi la tempia. “Ary.”

“Sì, sono proprio io. Ma ora direi che è il momento di filarcela.”

“Non potrai scappare per sempre”, mi guardò negli occhi aldilà dei suoi occhiali scuri.

“Lo so, ma non è ancora arrivato il momento! Chi lo sa, oltre te e lui?”

“Bill e Gustav… e Tiah anche, gliel’ha detto Bill.”

“Pettegoli tutti quanti!” 
Il mio sguardo si fece improvvisamente vacuo quando vidi in lontananza Georg, che appena mi vide si fermò nel bel mezzo della grande sala, bloccando anche Gustav dietro di lui.
“Ti prego andiamocene”, mormorai a Tom, una lacrima sfuggita dalle mie ciglia.

“Ok”, me la asciugò con un dito, distrattamente, e mi prese per la schiena, portandomi via con lui senza guardarsi indietro.

Il mio migliore amico.

 

“Quando credi di parlarci, almeno?”, sospirò infilandosi nella mia Mini, mettendosi al posto di guida: io non ero dell’umore giusto per guidare.

Tenni la testa con una mano, appoggiata al finestrino con il gomito.
“Non ne ho idea”, tirai su col naso, passandomi l’altra sotto gli occhi.

“Su dai, non piangere.”

“Ok”, annuii e feci un grande respiro.

Restammo qualche minuto in silenzio, senza contare i borbottii di Tom a causa della mia macchina troppo piccola per i suoi gusti. Se doveva lamentarsi, almeno che lo facesse in silenzio!

“Allora… com’è andata l’ecografia?”, chiese schiarendosi la voce.

“Ah già”, mi portai una mano sulla fronte. Mi allungai verso i sedili posteriori e presi quella specie di lastra, su cui c’era il mio fagiolino.

“È lui”, sussurrai con un velo di commozione negli occhi. Non riuscivo ancora a capacitarmi quanta felicità mi desse solo guardare quella lastra. E pensare che era dentro di me… Un brivido mi percorse la spina dorsale.

“Diventerò zio!”, esultò come aveva fatto Ale in quei giorni, ogni qualvolta si parlasse di lui.

“Non so, dipende”, dissi guardandolo male.

“Ary, ti prego”, sospirò. “Sto cercando di non pensare a quanto sono nervoso per quello che sto per affrontare, non deconcentrarmi!”

“Tom… mi raccomando.”

“Che cosa?”

“Tu non sai che sforzo disumano sto facendo per lasciarti da solo con lei… Ho riposto la mia fiducia in te, perché non so che altro fare. Voglio vederla di nuovo felice…”

“Ci proverò, Ary. Io sono il primo a volerla felice. La voglio felice e… con me.”

 

__________________________________________

 

Buon pomeriggio a tutti! ;)
Allora, allora… Sono ancora un po’ triste per la conclusione di una mia storia a cui ero particolarmente affezionata, ma vabbè :) “Incastrate” mi aiuta a superare tutto *-* Anche se, anche se… siamo ormai agli sgoccioli. Ma pensiamo a questo capitolo, che è meglio!
Ci sono un po’ di cose da dire. Ale e Ary hanno fatto pace e si direbbe proprio che Ary e Tom siano tornati i soliti di sempre: si danno forza a vicenda, come è giusto che sia. Ary ha rivisto Georg (che ha scoperto tutto per colpa di Tom! O.O Combina solo guai quell’oliva xD) in lontananza e ha preferito scappare perché non se la sente ancora, ha fatto la prima ecografia al fagiolino alieno (*-*) e… e basta per ora xD Tom ce la farà a mettere a posto le cose con Ale? (Sono aperte le scommesse xD).
Ringraziamo di cuore, per le recensioni allo scorso capitolo:

Jiada95 : Grazie mille, siamo contente che ti sia piaciuto! :) Alla prossima!

Fashion_Girl : Tom è nato idiota e morirà idiota *si tocca e fa le corna* xD Naaah, Ale aveva tutta la ragione del mondo ad arrabbiarsi, infondo Tom l’ha fatta soffrire e sapere che Ary è andata a cercare conforto anche in lui, come se lei non bastasse, l’ha fatta stare male il doppio. Comunque hanno fatto pace e questo è l’importante :) Bah, chissà se ce la faranno *-* Noi ci proviamo xD Grazie, alla prossima!

Layla : Chantelle la odiano tutti e le fanno fare sempre danni u.u (Insomma, se l’è cercata andando con Tom xD) Sì, Ale non l’ha presa bene ma ora hanno fatto pace ^-^ Sì, uno se n’è reso conto… chissà l’altro! xD Grazie, alla prossima!

XxxX_Ice Angel_XxxX : Tom rincoglionito è una brutta situazione che non siamo in grado di risolvere, ci vorrebbe un miracolo xD Comunque sì, si è comportato davvero male e chissà se Ale sarà così santa da riuscire a perdonarlo. D’altro canto, lei è davvero depressa e trova conforto in questi subdoli mezzi… Ivan sta supersimpatico anche a me, siii *-* Ci vorrebbe una bella rissa fra lui e Ivan xD Speriamo di aver soddisfatto un po’ della tua curiosità con questo capitolo! Grazie mille, alla prossima, un bacio!

Tokietta86 : Sì, è proprio una situazione complicata, di cacca oserei dire. Insomma… ora Tom dovrebbe parlare con Ale e chiarire come stanno le cose (visto che non è proprio come credevamo per Tom ;D), ma non è detto che lei lo perdoni… Chissà. Ary ha chiamato Tom xDD Sì, gli ha proprio tirato le orecchie via telefono u.u Grazie mille, un abbraccio! *-*

Ringraziamo (un po’ meno xD) anche chi ha solo letto!
Un bacio, alla prossima! Vostre,
Ale&Ary

   
 
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