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Autore: Archangel 06     10/06/2010    2 recensioni
Lei si chiama Angela e viene dall'Italia, lui è Janne, il tastierista dei Children of Bodom, e viene dalla Finlandia. che cosa succedrà quando i due si ri incontreranno dopo un paio di anni a Helsinki, e si renderanno conto piano piano di piacersi? succederà che il dispettosissimo cupido si divertirà a rimescolare le carte in tavola a suo piacimento...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo Children of Bodom'
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Mi svegliai con un mal di testa atroce che mi trapanava il cervello. Mi alzai, sentendo un urgente bisogno di caffè per schiarirmi le idee. Massaggiandomi le tempie mi diressi verso il salotto. Infatti avevo capito di essere a casa di Angela… il come non me lo ricordavo affatto, ma ero li.
Entrando in salotto vidi Francesco stravaccato a pancia in su sul divano, che a bocca spalancata russava sonoramente, con un braccio appoggiato sulla pancia, l’altro alzato, una gamba spenzolata dal divano, coperto da un paio di plaid. Angela invece, il mio bell’angioletto biondo, era in cucina, seduta con la testa appoggiata sul tavolo davanti a un portatile spento e profondamente addormentata. Doveva essere stata sveglia tutta la notte per controllare che non ci soffocassimo nel sonno, poi quando aveva tentato di farsi un caffè doveva essersi addormentata. In silenzio le arrivai da dietro, e mi chinai a darle un bacio sulla guancia. Sbattendo gli occhi si svegliò, intontita.
“Mmmh? Janne?”
“Sono io. Vai a dormire un po’, ti porto a letto…” dissi, dandole un altro bacio. La feci alzare e la presi in braccio, portandola con delicatezza a letto e coprendola con le pesanti coperte dopo averle tolto i vestiti. Mi sdraiai accanto a lei, osservandola dormire.

***

“Virginia!! Sono quiii!!” mi sbracciai per farmi vedere dalla ragazza appena uscita dalla sala arrivi. Su un carrello aveva una grossa custodia nera, che indovinai contenere la sua tastiera, e in spalla un borsone che doveva contenere i suoi effetti personali. Ci abbracciammo al settimo cielo. Dietro di me Janne aspettava pazientemente che li presentassi.
“Virginia, questo è Janne, il mio ragazzo… Janne, lei è Virginia, la mia amica e nuova tastierista dei DeathCall!” la Virgi aveva riconosciuto Janne, e lo guardava con tanto d’occhi. Poi guardò me, socchiudendo gli occhi con un sorrisino malvagio, e mi sentii morire. Terzo grado in arrivo!! Durante il tragitto verso casa di Janne (l’avremmo lasciato li, poi la sera sarebbe passato lui a prenderci per portarci fuori), io e Virginia cominciammo a chiacchierare senza freni. Ogni tanto Janne interveniva, faceva qualche domanda, ma per lo più ci lasciò parlare. Quando scese iniziammo a chiacchierare in italiano.
“Allora??? Come l’hai incontrato sto tronco di gnocco? Eh? Vi siete mantenuti in contatto e non me lo hai detto?? Voglio sapere tutto quanto!!!”
“Come sei curiosa, accidenti a te! Ma non sei stanca?”
“Nossignora! E ora voglio sapere tutto, ma proprio tutto- tutto!”
Ridendo mi misi a raccontarle delle circostanze in cui io e Janne ci eravamo rincontrati, sorvolando come lo avessi “sedotto”… mi pareva di essere tornata a scuola, quando durante la ricreazione ci parlavamo dei nostri musicisti preferiti, decantandone i pregi e le virtù.

***
I giorni che seguirono non vidi molto Janne purtroppo, perché i lavori per l’incisione assunsero un ritmo frenetico. Eravamo anche alla ricerca di un nuovo bassista, che però non si trovava. La sera ero stanca morta, tanto che non avevo la forza di uscire, e crollavo addormentata sul letto… se lo avessi controllato un po’ di più, forse tutto quel casino non sarebbe scoppiato, e non mi sarei rovinata il fegato… ma raccontiamo tutto con ordine. Quella sera avevamo finito più tardi del solito, perché avevamo lavorato su una canzone che non ci soddisfaceva appieno. Eravamo usciti dalla sala di registrazione alle nove di sera, e mentre Francesco e Virginia erano tornati subito a casa, io avevo deciso di farmi due passi per il parco, per farmi passare il mal di testa con un po’ di aria fresca. Quella sera c’era una festa, una specie di sagra credo, e logicamente la birra scorreva a fiumi. Mentre mi facevo largo fra la folla, vidi Janne non molto lontano: stavo per chiamarlo, ma la voce non mi uscì dalla gola. Non era solo. Stava… stava baciando una ragazza. Il cuore mi mancò di un battito. Pensai di aver visto male. Invece no. “Janne…” sussurrai, “JANNE!!” urlai. In mezzo al casino nessuno mi badò, ma lui mi sentì, mi sentì eccome, e si voltò. Doveva aver bevuto, ma non mi importava. In quel momento pensai soltanto all’espressione di puro orrore che gli si era dipinta sul viso.
Mi aveva tradita.
Mi aveva usata.
Mi voltai, e fuggii più velocemente possibile.

***

Oh cazzo. Riuscii a pensare solo questo, quando la vidi in mezzo alla folla che mi guardava. Ero mezzo ubriaco, e quasi senza rendermi conto di quel che facevo, avevo scommesso con uno che avrei baciato la cameriera. E l’avevo fatto. E lei mi aveva visto. Ero mezzo ubriaco, ma ancora abbastanza lucido per capire che avevo combinato un incredibile casino. Lei si voltò e scomparve fra la folla, e invano tentai di inseguirla. La chiamai, ma o non mi aveva sentito o non voleva sentirmi perché non rispose. Janne Wirman, mi dissi, sei un idiota. Un perfetto idiota. Quello shock mi aveva restituito la lucidità, perciò presi il telefono e provai a chiamare. Non rispose, perciò lasciai un messaggio sulla segreteria. Imprecando fra me e mi misi a vagare per il parco, completamente dimentico della festa, dandomi dell’idiota e del cretino. Che dovevo fare ora? Andare a casa sua, cercarla, o lasciarla stare? La sua espressione mi si era incisa nella memoria e non mi dava tregua: incredula, sbigottita, ferita.

chiedo scusa per il ritardo immane, ma l'ispirazione è tornata solo adesso!!!!!!
Darkdancer e sweetevil, grazie per i commenti^^
   
 
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