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Autore: Music Addict    11/06/2010    2 recensioni
Non sono una grande fan di twilight, ma in fondo mi è piaciuto. Ho scritto questa one-shot perchè mi sembrava giusto analizzare anche i personaggi dei "cattivi". Sono convinta che dietro l'odio di ognuno ci sia una giustificazione. Spesso nei libri, nei fumetti, nei libri, non pensiamo mai che i "buoni" in realtà sono spesso i più ipocriti e falsi del racconto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Victoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ricordo tutto alla perfezione, di quando sono stata trasformata. So solo che mi ritrovai a passeggiare per un bosco. Sentii un urlo, poi un ringhio. Incuriosita, mi avvicinai. Un uomo era a terra, morto, mentre una grossa figura sopra di lui lo azzannava sul collo. Probabilmente è un animale, pensai. Poi lo vidi meglio. Era un ragazzo.Ero impaurita, ma la curiosità mi spinse ad avvicinarmi ancora di più. Il ragazzo sentì i miei passi e si girò. Ed io rimasi di stucco. Era così... così... terribilmente bello! Gli occhi erano color vinaccia e un po' di sangue gli colava all'angolo della bocca. Aveva un paio di jeans e una giacca pesante, ma non calzava scarpe. Le parole mi uscirono di bocca senza che me accorgessi:
<< Ciao. Mi chiamo Victoria >>
<< Interessante >> disse sarcastico.
<< Già >> sorrisi, e mi sedetti al suo fianco.
Sapevo che avrebbe potuto uccidermi, sapevo che era pericoloso, ma ero attratta da lui, in ogni senso. Lui mi guardò curioso.
<< Non hai paura? >>
<< Un po’ >> dissi, e lui rise.
Avvicinò le labbra al mio collo. Sto per morire, pensai.
Invece, con mio grande stupore, mi baciò.
<< Io mi chiamo James >> sussurrò.

Da quel giorno mi portò sempre con lui, ovunque andasse. Mi raccontò di essere un vampiro, un vampiro nomade, mi fece vedere come cacciava e io ero attratta da tutto, mi piaceva. Adoravo quando mi portava sugli alberi, in cima, e lì, mi baciava, al chiaro di luna. Lo amavo, ne ero certa. Questi sono ricordi umani, poco nitidi, ma sono cose che non si dimenticano facilmente. Lui, tutto il mio mondo era lui.
Un giorno eravamo stesi sotto un albero, io con la testa sul suo petto, mentre lui mi stringeva a sé.
<< James? >> gli sussurrai.
<< Hmm..? >>
<< Posso essere anche io un vampiro? >>
Lui sgranò gli occhi.
<< Quante volte ti devo raccontare di quanto sia stato doloroso? >>
<< Non mi interessa! Voglio essere come te! >>
Allora lui si alzò a sedere e io lo imitai. Mi prese in braccio e mi cullò. Mi baciò, con passione, poi si staccò e disse:
<< Non ti basta questo? >>
<< Si, James. Io AMO questo. Io amo te. Lo sai. Ma voglio esserti utile! >>
Dopo giorni di litigi, si decise. Preferisco non ripensare alla trasformazione, ma soffrii molto, avevo voglia di morire, tutto bruciava, non capivo più nulla. Poi tutto cessò e mi ritrovai la Victoria che ancora sono.
Anni dopo, James trasformò Laurent, che da allora si aggiunse a noi. Un giorno passammo per una cittadina, Forks, per cacciare. Sentimmo dei rumori e Laurent si accorse che c’erano altri vampiri. Così andammo a vedere. Otto vampiri, riuniti in un campo, avevano in mano mazze da Baseball ed erano tutti voltati verso di noi. Davanti a tutto c'era un vampiro dai capelli biondi, probabilmente il capobranco. Tutti ci guardavano allarmati.
<< Ci sembrava di aver sentito giocare. Mi chiamo Laurent. Questi sono Victoria e James >> disse indicandoci.
Il biondo sembrò rilassarsi un po' e ci presentò la sua famiglia. Ci disse di chiamarsi Carlisle. Aveva un'aria molto mite.
Per un po' Laurent e Carlisle chiacchierarono, mentre io e James ci mantenevamo a distanza.
Arrivò un po' di brezza e mi resi conto che il vampiro dall'aspetto più giovane, Edward, si irrigidì e alle narici mi arrivò odore di... sangue?
James fece un passo avanti e Edward ringhiò.
<< E questa cos'è? >> chiese Laurent.
<< E' con noi >> .
Io continuavo a non capire.
<< Vi siete portati uno spuntino? >> chiese James sorpreso. Edward rispose con un altro ringhio.
<< Ho detto che è con noi >> ribadì Carlisle freddamente.
<< Ma è umana! >>
<< Si >> stavolta fu quello grosso, Emmett, a parlare.
<< A quanto pare dobbiamo conoscerci meglio >> rispose Laurent.





<< Hai portato lo spuntino? >> sogghignò.
Era umana! Che ci faceva un’umana con sette vampiri?
Fu subito guerra. Cercai di calmare James, di dirgli di lasciar perdere, ma quando il vampiro che era davanti alla ragazza ringhiò difendendola, James andò in estasi: per lui era un gioco. Furono giorni che le demmo la caccia, a quella maledettissima umana. Lui le tese una trappola. Ma quando arrivai anche io, era troppo tardi. La ragazza era stata portata in ospedale e lui… non c’era più. Lui era morto, l’avevano uccisi quei bastardi. Lui, il ragazzo dell’umana, quello giovane, era stato lui, ne ero certa! Ma non l’avrebbe passata liscia, e non gli avrei certo fatto il favore di ucciderlo. No, assolutamente. Occhio per occhio… avrei ucciso l’umana. Quello stronzo doveva vivere la sua vita con l’angoscia di aver perso l’amore. Come io con James. James… chissà se c’è qualcosa, dopo la nostra morte. Chissà se ci rincontreremo mai. James, perché? Perché hai voluto proprio LEI? Ora sei morto… Solo Dio sa quanto ti ho amato. James… Per giorni e giorni rimasi in quella vecchia scuola di danza, vicino alle sue ceneri, a piangere lui che non c’era più.

   
 
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