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Autore: Tsu_Chan    12/06/2010    2 recensioni
Non ho mai avuto problemi con le donne, ho sempre avuto chiunque mi fosse passato per la testa, tranne persone morte ovviamente... dicono che posso conquistare anche un uomo... ma questo fino a che mi sono interessato a ragazze piccole, dolci, gentili e delicati... fino a quando non sono stato io ad essere messo al muro. Fino a quando non ho incontrato una come te...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Reita
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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29 marzo 2010...  4° giorno sera atto II

Beh direte voi fino ad adesso non è che sia successo chissà che, e in effetti avete ragione sinceramente pure io speravo che questa storia catalizzasse più in fretta, insomma sono quattro giorni che tento di fare il carino con lei. Di questo passo il termine del prossimo mese è inutile: mi ci vorrà come minimo un anno anche solo per avere il suo numero di telefono.
Per uno come me che riesce a portarsi a casa una ragazza in una serata e a mollarla il mattino dopo come già detto, quattro giorni sono già un eternità molto lunga: se entro stasera non riesco a combinare nulla di nulla rinuncio ufficialmente e vado a farmi frate oltre naturalmente a fustigarmi con un carciofo di quelli belli spinosi tutte le sere mentre ripeto questo mantra ‘Sono un inutile,inetto, impotente carciofo buono nemmeno a farlo andare.’
E darsi del carciofo da solo è la parte più umiliante del discorso…
Comunque teoricamente ora mentre vi ho impappinato con questo bel discorsetto sono venti minuti che giro per casa alla ricerca delle chiavi della macchina: teoricamente.
In verità sto seduto in mezzo alla stanza a fissare una fetta di pizza dell’altro ieri abbandonata in una scatola per terra, non dite nulla vi prego sono patetico.
Ma che ci posso fare non è che mi posso ricordare tutto quello che faccio soprattutto quando si tratta di cose insignificanti come se ho chiuso il dentifricio, se ho 4 o 5 plettri in borsa o dove ho messo le chiavi della macchina che ora rappresentano la mia prima opportunità di rimorchiare come si deve! CAZZO! Era un po’ che non lo esclamavo… forse i ragazzi hanno ragione sto perdendo di virilità. Chissà che stanno facendo ora i ragazzi, staranno esaltando il loro spirito maschio sfasciandosi di alcool film e videogame ad alto contenuto di violenza … AAAAH perché NON SONO ANDATO ANCHE IOOOO!
Ma porc … o il telefono … no chi è il santo genio che riesce a chiamarmi a casa a un orario del genere, sarò quasi le undici oramai! Su facciamo almeno lo sforzo mentale di rispondere: dite che se cerco di far spostare il telefono con il pensiero ci riesco? Nooo senno a sto punto avrei già belle che ritrovato le chiavi della macchina, lasciamo che sia la mia amata segreteria a rispondere per me.
‘MA DOVE MICHIA SEI! Avevi detto dieci minuti e invece sono quasi quaranta che sto qui …’
‘TOMOYO!’
Scatto da felino e afferrò la cornetta.
‘Tomoyo scusa arrivo subito!’
‘Perché ci metti tanto! Fa freddo qui fuori! E sto diventando un tutt’uno con il marciapiede …’
‘Arrivo subito solo che.’
‘Le chiavi della macchina le hai nella tasca destra dei pantaloni se è questo quello che stavi cercando.’
‘Come fai a?’
Infilo una mano nella tasca posteriore  dei pantaloni e tiro fuori il mazzo di chiavi… AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! …. AAAH!
Ok mi sono sfogato …
‘Sono in tasca vero.’
‘Si’
‘Lo sapevo.’
‘Come facevi.’
‘Io al contrario tuo ho spirito d’osservazione.’
‘MI STAVI GUARDANDO IL CULO!’
‘Può darsi … ora muovilo dato che lo hai e non manco tanto male o vado a casa a piedi.’
Sono. Altamente .Sotto . SHOCK!
Quellaquellaquella …
Ooooh Ryo non ora concentrati, vai a prendere quella dannata macchina e il rimorchio e vai a tirare su dalla strada quella dannata ragazza.
Scendo o meglio mi scapicollo giù dalle scale e non so manco se ho chiuso la porta di casa, anzi non mi ricordo manco se l’ho aperta lo do per scontato dato che sono già in garage e non ho traumi cranici di nessun genere.
Appena apro il box e apro la macchina la mia moto sembra guardarmi con i fanali spenti e tristi del genere, ma mi lasci qui così! Oddio la mia piccola!
‘Tranquilla papà va a caccia e poi torna da te!’
Accendo i fanali, ingrano la marcia , parto, metto la cintura, inserisco la chiave, curva a un semaforo,apro il cancello,metto in folle … ok non so in che ordine ho fatto le seguenti azioni anche se credo aver prima aperto il cancello e poi girato se no a quest‘ora sarei a righe come una bistecca alla griglia, ma come vi ho già detto. SONO SOTTO SHOCK!  E già tanto se riesco a capire che sono in macchina e non a cavallo!
Ho sentito un nitrito …
No non è il momento di farsi prendere dalle allucinazioni devo trovare un parcheggio ora, parcheggiare, e ma no direte voi, e andare a recuperare quella povera anima che ho lasciato in mezzo alla strada.
Ah ecco finalmente un parcheggio, ma lei dove diavolo s’è cacciata?
Va beh facciamo una cosa veloce il manager mi ha dato i numeri di telefono devo averli in giro la chiamo e facciamo prima che scendere e cercarla.
Rubrica … Tomoyo … Chiama.
Speriamo risponda quella stupida, non ho mica voglia di dannarmi a cercarla …
Ooook è colpa mia non ricordo di preciso dove l’ho lasciata so che era seduta per terra, qui da qualche parte.
Uno squillo … due … tre e andiamo dove lo hai infilato il cellulare.
E rispondi scem!
Sto volando per terra, perché qualcuno mi ha aperto la portiera ed io ero appoggiato ed ora sono spiattellato per terra davanti a un paio di stivali.
‘Quanto minchia ci hai messo ad arrivare ?’
‘Scusa …’
‘E hai anche sbagliato strada: ti ho dovuto inseguire spingendo la moto .’
‘Scusa di nuovo.’
‘E poi …oh va beh lasciamo stare, dammi una mano a caricare il motore sul quel cavolo di rimorchio e basta va. ’
Ma dico nemmeno un grazie, o magari una aiuto per tirarmi su da terra!
Va beh ho capito mi arrangio, mi arrangio, grazie mille miss capelli rosa!
‘Fai una cosa sali sul rimorchio e fermala appena la carico.’
‘Ok.’
Dopo dieci minuti buoni di lavoro, non tanto perché la moto pesa una tonnellata e mezza ma perché ha avuto da ridire su ogni minimo movimento che ho fatto ‘Attento che la graffi!’ ‘non così!’ ‘Attento!’ riusciamo a salire in macchina e a partire.
‘Allora dove ti porto ?’
‘Periferia, giù a destra di qui, la riconoscerai subito è una villetta rossa.’
‘Agli ordini. Intanto che andiamo però posso farti un paio di domande ?’
Curva a destra e ancora no mi risponde, fortuna che c’è un semaforo così mi giro un attimo a guardarla.
‘Tomoyo ma ti sei addormentata in tronco ?’
Io.Non.Ho.Parole. Si è messa le cuffie dell’mp3, del genere pronta a tutto pur di scongiurare una qualunque discussione: mi toccherà farmi la strada come se avessi in macchina una mosca non una persona. O magari un manichino, una mosca sarebbe troppo di compagnia.
Allora cosa ha detto la villetta rossa, ma che razza di colore è rosso, per una casa poi. Ma una cosa meno appariscente no è? Tipo bianco, grigio, rosino al massimo!
‘FERMO è QUI !’
Tiro un inchiodate di quelle da film d’azione e Tomoyo seduta accanto a me tira una capocciata dritta sul cruscotto davanti a lei.
‘Ma sei scemo !’
Si tiene la fronte leggermente rossa e mi guarda in cagnesco mentre con l’altra mano si strappa le cuffie dalle orecchie.
‘Sei tu che hai urlato e mi hai spaventato!’
‘Urlato? Non è vero!’
‘Avevi le cuffie, magari hai sentito la tua voce normalmente, ma fidati hai urlato!’
Con uno scatto d’ira apre lo sportello della macchia e scende di corsa, sbattendoselo alle spalle. E ora mi ha fatto veramente incazzare, scendo anche io di corsa e raggiungo il rimorchio dove intanto lei ha scaricato velocemente la moto e la sta spingendo verso un vialetto d’ingresso.
‘Ehy guarda che ho appena finito di pagarla la macchina! Mi sono serviti due anni di rate per completare il pagamento! Percui trattala bene!’
‘Mia mamma ci ha messo nove mesi a farmi la fronte percui trattala bene.’
‘La fronte si aggiusta da sola la macchina no !’
‘La macchina tra due mesi è da rottamare, come te. Io ho ancora una vita lunga.’
‘E… e!’
Ok non so che rispondere a questo, mi ha totalmente spento! Autostima sotto i tacchi.
‘Almeno di grazie.’
‘Lo stavo per fare prima che tu tentassi di sfracellarmi la scatola cranica!Vieni su!’
‘Che ?’
‘Entra in casa deficiente!’
Tiene aperto il cancelletto con un piede e aspetta che io la raggiunga: diciamo che non me lo faccio proprio ripetere. Chiudo la macchina e le corro dietro mentre lei parcheggia e apre la porta di casa.
‘E anche se mi chiami per nome mi fai un favore sai !’
‘Ok, Ryo-senpai attento.’
‘Attento a cosa ?’
Prima che la porta possa essere spalancata del tutto una strana bestia dalle zampe enormi e cicciotte mi salta addosso e mi sbatte per terra, più per la sorpresa che per il peso, perché in effetti sto coso è uno scriciolo!
‘Attento a Gringoire. Il mio cane.’
Allunga le mani e solleva il cucciolo sbavante di pastore tedesco che mi ha sbattuto a terra, mi scavalca ed entra in casa accendendo la luce, mostrando un ambiente semplice e spartano, un divano, qualche quadro, poster, il televisore e un angolo convertito in cucina.
‘Entra: vuoi qualcosa da bere ?’
Mi alzo a fatica, oggi il terreno è stranamente vicino ed entro in casa lasciando le scarpe vicino all’ingresso, cosa che lei invece non ha fatto: ma è pur sempre buon educazione.
‘Che bella casa emh … cosa offri da bere ?’
‘O una bionda o una rossa… oltre a quelle acqua frizzante.’
‘Mi sa che opterò per la bionda allora.’
‘D’accordo.’
Intanto che lei armeggia nel frigorifero e tenta di tenere a distanza il cucciolo di pastore tedesco io gironzolo discretamente per il salottino guardandomi intorno: ci sono foto di ogni tempo anche una in cui c’è lei da piccola. Oh almeno penso sia lei ha la stessa espressione di ora: anche se ha davanti una mega torta di compleanno sembra distaccata o forse schifata.
Tra le varie foto trovo anche alcune più recenti che la ritraggono insieme a un gruppo di amici abbracciata a un ragazzo magro ed alto dall’aria troppo allegra.
‘Eichiro il mio ex, quello stronzo che mi ha piantato lasciandomi la casa totalmente a carico.’
‘Um non hai ancora smaltito la rabbia per il fatto che ti ha mollata è ?’
‘Mi ha piantato domenica scorsa; scusa se non sono così rapida.’
Tadanananannà! Figura di merdaaa!
Mi passa la bottiglia di birra fredda appena stappata e prende in mano la foto che stavo guardando.
‘Sai che è colpa tua se mi ha mollato ?’
‘Eh ?’
‘Quando ha saputo che avrei suonato con voi, mi ha detto che non approvava, che avrei dovuto lasciare tutto. Gli ho detto che la vita è mia e che era una grande opportunità’
‘A mi spiace.’
‘Era uno stronzo, e poi la vita da single mi piace molto di più.’
Si siede sul divano litigandosi il cuscino con Gringoire e io faccio lo stesso dalla parte opposta.
‘Gli altri in foto chi sono ?’
‘Amici di Sapporo, dove vivevo prima. Il ragazzo più basso era il vocal di una precedente band.’
‘Ma nella tua vita c’è sempre stata solo musica ?’
‘C’è qualcosa di male in questo per caso?’
‘No, e non rispondere a domande con altre domande così la discussione non è interessante!’
Buttando indietro la testa beve un lungo sorso dalla bottiglia che tiene in mano e io faccio lo stesso come un bambino che non sa come comportarsi.
‘Comunque mi hanno piantato anche loro: non gli è andato a genio il mio trasferimento. Perché ti trasferisci per inseguire un sogno, resta qui con noi trovati un lavoro normale, sposati Eichiro e vivi felice il resto dei tuoi giorni tra figli e nipoti. L’unica cosa che volevano era che non li lasciassi. Che egoisti.’
‘Non è che forse si sono sentiti messi in secondo piano, tu li hai lasciati per venire a suonare qui con noi!’
Appoggia la bottiglia per terra e incrocia le gambe tirandosi in braccio il cucciolo che intanto si stava addormentando.
‘Ti rendi conto di quello che hai detto: suonare con voi è un ottimo trampolino di lancio! La vostra fame cresce di continuo! Non potevamo sperare in meglio! Il vostro prossimo concerto sarà in uno dei centri più grandi esistenti in Giappone ed io e le altre apriremo quel concerto! Lo capisci, pure tu al posto mio avresti lasciato tutto per afferrare questa possibilità.’
‘No io non l’avrei mai fatto.’
Mi guarda con gli occhi spalancati e trattiene il fiato, forse non è la risposta che si aspettava o che aveva bisogno di sentire, ma è la verità. Amo la mia vita ma lasciare amici, famiglia e tutto il resto della baracca per avere anche solo mezza possibilità di diventare famoso, non l’avrei mai fatto. Avrei tenuto quelle persone vicino e proprio come ha detto lei mi sarei sposato, avrei trovato un lavoro onesto e avrei visto la fine dei miei giorni tra i miei figli e i miei nipoti.
‘Mi spiace. Forse mi credi una persona diversa da quello che sono in realtà.’
Lascio la bottiglia ancora mezza piena per terra mi alzo e faccio il giro del divano per uscire dalla porta non prima però di averle passato una mano in testa.
‘Sei ancora giovane, un anno massimo due e vorrai tornare a casa tua dai tuoi amici.’
Esco dalla porta, non so che faccia ha ora, non mi voglio voltare nemmeno per guardarla perché mi prenderebbero i sensi di colpa.
Ma la verità è che la credevo diversa, soprattutto dopo quello che mi ha detto Kai  che si preoccupa così tanto per le sue amiche. In verità è un egoista senza fondo: ha smantellato la sua vita, ha rovinato il rapporto con il suo ragazzo per avere una possibilità su cento di sfondare nel mondo della musica.
Non pensavo fosse così egoista: ma forse anche quando ho iniziato io ero così, giovane, inesperto, pronto a tutto pur di scalare.
‘Aspetta !’
Sto per salire in macchina quando dalla porta la vedo in piedi scalza e fissa il terreno con aria pentita.
‘Ryo-senpai … Grazie …’
‘Da deficiente ora mi chiami pure senpai ?’
‘Ti credevo più scemo di quanto sei veramente.’
Dicendo questo lei si chiude la porta alle spalle e io la portiera dopo di che sgommo verso casa e vado a dormire un po’ perché diciamocelo: ne ho veramente bisogno.
   
 
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