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Autore: Phoenix_cry    12/06/2010    3 recensioni
Dopo la morte di diversi Vulcaniani Spock incomincia a comportarsi aggressivamente fino a che l'equipaggio comincia ad avere paura del leale Vulcaniano. é presto chiaro che Spock non è l'unico Vulcaniano affetto e ciò che resta della sua specie potrebbe essere in serio pericolo.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek Series'
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Capitolo 9

Quattro giorni dopo il matrimonio, Spock era di nuovo al suo posto sul Ponte. Nyota era fuori servizio al momento e un giovane Guardiamarina era alla sua postazione. Spock era rinvenuto prima che lei entrasse in bagno trovandolo svenuto sul pavimento. Dato che era rimasto illeso dalla caduta aveva deciso di non disturbare l’Infermeria per l’incidente.

Per quanto ne sapeva Spock era una reazione del tutto normale dopo ciò che era successo fra lui e Nyota. Era stato il tempo più lungo nel quale aveva mantenuto una fusione mentale con qualcuno e già questo da solo era stato spossante. Con suo padre morto non aveva nessuno a cui chiedere se doveva preoccuparsi o no. Dato che l’evento non si era ripetuto aveva deciso di ignorarlo.

L’Enterprise si avvicinò al pianeta che le era stato ordinato di sorvegliare e impostò l’orbita. Chinandosi in avanti Spock si concentrò sui dati che stava ricevendo dai sensori della nave e che ora stavano venendo analizzati dai computer. Mentre stava leggendo i dati una goccia verde brillante cadde sulla console.

Sorpreso Spock guardò da più vicino la brillante gocciolina. Mentre la fissava ne cadde un’altra. Spock si toccò il naso con la punta delle dita. Osservò la macchia verde che ora si trovava sulla sua mano. Il sangue da naso era leggero, ma inquietante. Deciso a tenerlo segreto Spock si ripulì di tutto il sangue che poteva strofinandosi il naso con la mano. Si leccò il labbro superiore per rimuovere le ultime tracce e si domandò come fare a togliere il sangue che ora gli macchiava la mano.

“Spock?”

“Sì, Capitano?”

“Che succede sul pianeta?”

“Pianeta di classe K, abitabile con qualche adattamento. Possiede un diametro di approssimativamente 7,250 chilometri, ha un’età compresa fra i 7 e i 10 miliardi. L’atmosfera comprende una mescolanza di ossigeno e azoto, tuttavia è troppo rarefatta per essere respirata senza l’aiuto di qualche apparecchio. Attualmente non ci sono segni di forme di vita. C’è un’intensa attività vulcanica da questa parte del pianeta.”

“Quindi non è esattamente un paradiso?”

“No, Signore.”

“Pensi di riuscire a trovare un posto sicuro nel quale far sbarcare un piccolo gruppo per prendere qualche campione del terreno?”

“Penso di sì.”

“Bene, fallo.” Ordinò Kirk. “Un’altra cosa, Spock.”

“Sì, Capitano?”

“Perché mi stai parlando dandomi le spalle? Non lo fai mai.”

“Le mie scuse, Capitano.” Spock si girò, tenendo le mani dietro la schiena.

“Non era un ordine di girarti, Spock, ero solo curio…”

Kirk si arrestò e Spock poté sentire la sottile striscia di sangue che gli colava dal naso ancora una volta. Quando cercò di fermare la perdita di sangue rivelò che la sua mano era già macchiata. Kirk saltò in piedi dalla sua sedia e gli si avvicinò immediatamente. Spock chiuse brevemente gli occhi, sapendo che il Capitano stava per ingigantire la situazione. Aveva ragione.

“Sulu, prenda il comando.” Ordinò Kirk. “Spock, in Infermeria…ora.”

“Capitano…”

“È un ordine.”

Spock rimase immobile per un momento ma alla fine annuì. Kirk lo seguì mentre si dirigeva verso l’ascensore. Una volta dentro Kirk guardò l’amico con uno sguardo critico. Spock non diede nessuna spiegazione per l’emorragia. Kirk ordinò all’ascensore di andare al livello dell’Infermeria.

“Spock, che ti sta succedendo?”

“È solo sangue da naso, Capitano. Non è necessario che si allarmi.”

“Se tu fossi umano ci crederei, tuttavia da quanto ho visto non è facile per te sanguinare, e certamente non senza motivo.”

“C’è sempre un motivo, fa sì che la vita non sia spaventosa.”

“Spock, voglio una risposta diretta: sai cosa c’è che non va in te?”

“Ho una teoria.”

“Ti va di parlarmene?”

“No, Signore.”

Prima che Kirk potesse riformulare la frase e cercare di metterlo alle strette per ottenere delle risposte, arrivarono al livello dell’Infermeria. Spock marciò fuori dall’ascensore verso il dipartimento medico come se stessero andando là per fargli un’iniezione letale. Bones era occupato a bendare la mano di un ingegnere che si era ferito durante una riparazione. Spock si fermò  all’entrata dell’Infermeria, aspettando il suo turno. L’infermiera Chapel notò subito Spock e diede un leggero colpo sulla spalla al Dr. McCoy. Lei prese il suo posto a fasciare la mano dell’ingegnere. Bones si voltò e vide Spock in piedi nell’Infermeria con del sangue che gli colava di nuovo dal naso.

“Che è successo, Spock? Il Capitano si è finalmente preso la rivincita?”

“No, Dottore.

“Ha cominciato a sanguinare all’improvviso, Bones.” Lo informò Kirk.

“Beh vieni qui, vediamo cosa possiamo fare.”

“Grazie, Dottore.”

“Devi essere davvero malato se accetti di rimetterti alla mie cure così facilmente.” Disse Bones non del tutto scherzando.

“Ho l’impressione di non avere scelta.”

“La tua impressione è giusta, non ti voglio vedere sul mio Ponte finché non sarò sicuro che stai bene.”

Spock annuì solennemente. Camminò fino al tavolo vicino al quale si trovava Bones e vi ci sedette. La prima cosa che fece Bones fu fermare l’emorragia. Diede a Spock un pezzo di un tessuto assorbente e gli diede istruzione  di applicare una leggera pressione al naso con la testa piegata all’indietro. Spock deglutì convulsamente contro il nauseante sapore di sangue che improvvisamente gli corse giù per la gola.

“Okay, l’emorragia dovrebbe essersi fermata ormai.” Disse Bones togliendogli il panno e dandogliene uno inumidito. “Tieni, con questo ti puoi ripulire il sangue dalle mani.”

Spock accettò l’asciugamano e si tolse il sangue, che nel frattempo si stava seccando, dalle mani e dal labbro superiore. Una volta che si fu ripulito McCoy lo fece stendere. Il display con i segni vitali si animò e impazzì con vari bip e luci lampeggianti. Bones permise all’irritazione di mostrarsi chiaramente sui suoi lineamenti prima di premere qualche tasto sul pannello che controllava il display. Il computer si calmò considerevolmente.

“Bones?” Chiese nervosamente Kirk.

“È tutto a posto, Jim, l’equipaggiamento era impostato per gli umani, pensava che Spock fosse in defibrillazione, cosa che chiaramente non è possibile. Comunque, la sua pressione sanguinea è alta, anche per un Vulcaniano. Spock, hai avuto mal di testa, vertigini o problemi di vista?”

“Non al momento.”

“Sai cos’è che amo di te, Spock?” Chiese improvvisamente Bones.

“Non posso immaginarlo.”

“Hai la sconcertante abilità di evitare la verità senza mentire. Per cortesia, sto cercando di aiutarti.”

“Molto bene, Dottore, ho avuto diversi mal di testa nelle ultime due settimane. Ho sofferto un leggero squilibrio, ma le assicuro che è del tutto normale per un Vulcaniano.”

“Stai soffrendo uno squilibrio proprio ora, i tuoi livelli di dopamina e adrenalina sono pericolosamente alti.”

“Passerà.” Annunciò Spock alzandosi.

“Spock, se non mi dici cosa sta succedendo non ti permetterò di tornare sul Ponte.” Disse seriamente Kirk. “Capisco che sia una violazione della tua privacy, ma io devo pensare alla sicurezza del mio equipaggio…il quale include anche te.”

“La mia parola che mi riprenderò non è sufficiente? Sono il suo Primo Ufficiale, speravo di avere la sua fiducia.”

“Dannazione, Spock.” Ringhiò Kirk.

Spock fissò Kirk, chiaramente non intenzionato a cedere. Sospirando di frustrazione Kirk guardò McCoy per un po’ di supporto. Bones sapeva che se Spock non aveva intenzione di parlare nulla gli avrebbe strappato le informazioni che volevano. Kirk lo sapeva altrettanto bene.

“Hai la mia fiducia, Spock, lo sai.”

“Grazie, Capitano.”

“Ancora non posso permetterti di ritornare in servizio contro il parere medico.”

“E il mio parere medico è di darti almeno una cura contro l’ipertensione.”

“Non è necessario.”

“Lo è se vuoi il mio certificato medico per tornare a lavoro. Non ti lascerò andartene dall’Infermeria con quella pressione sanguinea.”

“Molto bene.”

Bones preparò in fretta la siringa e gliela iniettò. I segni vitali che sul display stavano lampeggiando di rosso tornarono blu. Spock non sembrò stare né meglio né peggio dopo l’iniezione e continuò a guardare in silenzio i suoi amici. Kirk stava per continuare le sue vane domande quando il ponte lo chiamò.

“Qui Kirk.”

“Capitano,” replicò la voce di Sulu “urgente chiamata di soccorso dalla Indipendence.”

“L’Indipendence, è una fregata da guerra, quali sono le sue condizioni?”

“Non lo sappiamo, Capitano. Il segnale di aiuto è tutto ciò che abbiamo. Non ha risposto a nessuna chiamata.”

“Quanto è distante?”

“Non molto, Signore, meno di un’ora a Velocità 6.”

“Imposti la rotta, parta subito, allerti la Flotta Stellare, allarme giallo.” Ordinò Kirk per poi premere sull’interfono. “Scotty.”

“Sì, Signore?”

“Può portarci a Velocità 8 per un rapido balzo?”

“Sì, Signore, non sarà efficiente ma posso farlo.”

“Allora lo faccia.”

“Sì, Signore.” 

“Bones, Spock è abbastanza in salute per tornare sul Ponte?” Chiese Kirk.

“Non saprei, non so abbastanza delle sue condizioni.”

“Io sì.” Intervenne Spock. “Sono in grado svolgere i miei compiti come Primo Ufficiale.”

“Mi fiderò della tua parola.” Annuì Kirk.

Spock scese dal tavolo e rimase ad aspettare gli ordini. Quando si diressero verso il Ponte McCoy li seguì senza dire una parola. A Velocità 8 non ci volle molto per raggiungere la nave in pericolo. Kirk prese il suo posto sulla poltrona del Capitano con Spock e Bones ai suoi lati. Uhura arrivò sul Ponte, pronta a prendere il suo posto durante l’allarme giallo.

“Sulu, esca dalla curvatura giusto al di là del raggio dei suoi sensori. Spock possiamo vederla prima che lei veda noi?”

“Sì, Capitano. La USS Indipendence è un vascello più vecchio con sensori a corto raggio. Tuttavia, possiede scudi e armamenti di molto superiori a quelli dell’Enterprise.”

“È per questo che voglio essere io il primo a vederla e non viceversa.”

“Una saggia precauzione.”

“Jim, non pensi che qualcuno abbia preso il controllo dell’Indipendence, vero?”

“Il pensiero mi ha attraversato la mente, Bones.”

“Stiamo uscendo dalla curvatura, Signore.” Annunciò Sulu.

“Spock?”

Comprendendo la richiesta silenziosa del Capitano, Spock si diresse alla console dei sensori. Lesse le informazioni che apparivano sullo schermo ad una velocità troppo alta per gli occhi umani. Mentre determinava la natura delle condizioni della nave, Uhura era altrettanto occupata. Aveva uno sguardo concentrato mentre premeva i tasti della sua console.

“Capitano,” chiamò Spock “l’Indipendence è esteriormente illesa e funzionante alla massima potenza ad impulsi. I segni vitali segnano un considerevole numero di forme di vita a bordo.”

“Le stia dietro, Sulu.”

“Sì, Signore.”

“Qualche idea sul dove stiano andando?”

“Attualmente sembrano essere senza rotta.” Replicò Spock. “Alla loro attuale velocità l’unico corpo terrestre che potrebbero sperare di raggiungere in un tempo decente, è il pianeta di classe K che abbiamo appena lasciato, e non si stanno dirigendo nella giusta direzione.”

“Capitano?” Chiese Uhura.

“Sì?”

“L’Indipendence sta cercando di contattare la Flotta Stellare.”

“Cosa glielo impedisce?”

“Non stanno trasmettendo via sub-spaziale, sono su una frequenza locale.”

“Forse hanno perso le comunicazioni sub-spaziali e stanno cercando disperatamente di contattare qualsiasi vascello della Federazione nell’area.” Teorizzò Spock.

“Allora perché non hanno risposto alla nostra chiamata di prima?”

“Signore, credo che il Tenente Sames stesse provando via sub-spaziale.” Disse Uhura.

“Capitano, c’è un’altra possibilità.” Disse Spock. “Se l’Indipendence è stata presa e l’equipaggio ha avuto poco tempo per reagire, potrebbero aver spento le comunicazioni sub-spaziali e aver lanciato il segnale di aiuto per assicurarsi che qualsiasi vascello si avvicinasse con estrema cautela, inoltre in questo modo avrebbero impedito ai loro assalitori di utilizzare le comunicazioni sub-spaziali a loro vantaggio.”

“Quanto è ben armata l’Indipendence?” Chiese Bones.

“Potrebbe dilaniarci in un secondo.” Disse Kirk solennemente. “Noi siamo più veloci, ma se vogliamo scappare dovremo girarci e farlo in fretta. Anche a questa distanza potrebbe spararci se le diamo la nostra posizione contattandola.”

“Capitano, un messaggio dalla Flotta Stellare, priorità uno: investigare sull’Indipendence. Non ci sono altre navi nei dintorni per darci supporto.”

“Perché siamo sempre noi gli unici nei dintorni?” Domandò Kirk. “Dove diavolo sono tutte le altre navi?”

“La USS Intrepid è attualmente nel quadrante Delta, la USS Phoenix è sulla Terra per riparazioni, la USS Endurance è…”

“Grazie, Spock.” Lo interruppe Kirk. “Non volevo un rapporto completo.”

“Che facciamo, Jim?” Chiese Bones.

“Sulu, stia pronto a portarci via da qui se sarà necessario. Uhura la chiami con le trasmissioni locali.”

“Sì, Capitano.” Uhura digitò per qualche momento sulla console. “Canale aperto.”

“USS Indipendence qui è la USS Enterprise, Capitano James Kirk. Vi prego di risponderci e informarci sulle vostre condizioni.”

“Capitano,” replicò una voce rauca “stavo cominciando a credere che a nessuno alla Flotta Stellare importasse delle vite dell’Indipendence.”

“Capitano,” disse Sulu con tono urgente “l’Indipendence sta cambiando rotta per dirigersi verso di noi.”

“Restate dove siete Enterprise,” ringhiò la misteriosa voce maschile “o ammazzerò ogni singolo essere presente su questa nave.”

“Che cosa vuoi?” Domandò Kirk.

“Voglio solo parlare…”

“Possiamo ‘parlare’ da qui.”

“Voglio che vediate alcuni volti di coloro che si trovano qui.”

“Trasmissione interrotta, Capitano.” Annunciò Uhura. “Saranno nel raggio di comunicazione visiva molto presto.”

“Capitano,” Spock si voltò verso Kirk “se restiamo qui non ci sarà una distanza sufficiente fra noi e l’Indipendence se decide di attaccarci.”

“Se ci muoviamo quel pazzoide incomincerà ad uccidere qualcuno.” Si oppose Bones.

“Comunque stiano le cose ci sono buone probabilità che l’equipaggio della Indipendence sia già perso.” Disse Spock.

“Buon Dio, diavolo dal sangue di ghiaccio, non possiamo tirare a sorte con le loro vite!” Gridò Bones.

“Suggerisce invece di scommettere con le nostre?”

“Signori, per favore.” Intervenne Kirk. “Resteremo, se l’Indipendence aprirà il fuoco su di noi sono sicuro che Sulu sarà in grado di metterci in salvo senza nessun danno se non al nostro orgoglio. Spock puoi scoprire quanti sono a bordo?”

“Dovranno avvicinarsi di più,” Spock ritornò ai sensori “ma presto potrò avere un numero.”

“Bene, comparalo con il numero dei membri dell’equipaggio della Indipendence presente nel database. Almeno sapremo a cosa stiamo andando incontro.”

“Capitano, ci sono ventisette persone in più a bordo dell’Indipendence.”

“Non è così male…”

“Capitano,” la voce maschile fu accompagnata dall’immagine di un uomo possente che aveva lo sguardo di chi ne ha viste davvero tante “dato che sembra che noi siamo impossibilitati ad usare le comunicazioni sub-spaziali lei inoltrerà il nostro messaggio alla Flotta Stellare.”

“Voi siete al corrente che la Flotta Stellare non negozia con coloro che prendono ostaggi.” Replicò Kirk con calma. “Dov’è il Capitano della Indipendence?”

“Il Capitano Thames ha combattuto bene, sfortunatamente ho dovuto ucciderlo.”

“Thames…” Disse Spock sottovoce.

“Chi sei?” Chiese Kirk.

“Sono Zions.”

“Che cos’è che vuoi?” Domandò Kirk per guadagnare tempo.

“Vogliamo la completa e immediata ritirata della Federazione dal Sistema Tangary.”

“Ci sono otto pianeti sviluppati nel Sistema Tangary,” notò Spock “vuole dirci che lei parla per il governo e la popolazione di otto pianeti?”

“Io parlo per i Sistemi Stellari in qualunque parte della Galassia che non vogliono essere sottomessi a voi! Fa’attenzione, Capitano, ammazzerò un membro dell’equipaggio di questa nave ogni dieci minuti finché le nostre richieste non saranno accolte. Se proverete a scappare ammazzerò anche voi. I dieci minuti iniziano ora!”

Zions allungò una mano fuori dalla visuale dello schermo e trascinò una giovane dottoressa a sé così che Kirk la potesse vedere. Lacrime le rigarono il viso quando lui le tirò i capelli per farle piegare il capo. Zions le premette un coltello alla gola e premette abbastanza forte da far scendere un rivolo di sangue lungo la lama. La dottoressa piagnucolò debolmente mentre incominciava  a tremare per la paura.

Spock fissò intensamente la giovane che era stata scelta come prima vittima. Serrando i denti cercò disperatamente di controllare e contenere la rabbia che stava rapidamente consumando i suoi pensieri. Prendendo un profondo respiro riuscì a riprendere il controllo. Voltò le spalle allo schermo per parlare a Kirk.

“Me ne occuperò io, Capitano.” Annunciò Spock.

“Spock?”

Senza dire nient’altro Spock si voltò e si diresse verso l’ascensore.

“Spock? Cosa stai…” Kirk si fermò quando le porte dell’ascensore si chiusero. “Bones, perché il nome Thames suona così familiare?”

“Si graduò all’Accademia con Spock, ha parlato di lui qualche volta, sempre con il massimo rispetto.”

“Certo, mi ricordo ora.”

“Ha otto minuti, Capitano,” ringhiò il capo della banda “e non la vedo fare niente per contattare la Flotta Stellare.”

“Le comunicazioni sub-spaziali sono bloccate da una Nebulosa nelle vicinanze,” mentì Kirk “dovremo spostare la nave dall’area…”

“Non le credo.”

“Credimi o no questa è la verit…”

Kirk si fermò quando sentì improvvise grida di panico e caos sull’altra nave. Zions spostò la sua attenzione dal Capitano e dallo schermo per vedere cosa stava succedendo. Dal di là della porta sul Ponte della Indipendence proveniva una cacofonia di spari di phaser e urla. Zions e i sette uomini che si erano impadroniti del Ponte si guardarono l’un l’altro in preda alla confusione.

Quando la porta del Ponte si aprì Spock entrò e non esitò minimamente a sparare ai due uomini più vicini con il suo phaser. Un terzo uomo lo attaccò fisicamente e Spock, con la massima calma, lo colpì talmente tanto forte al petto da farlo svenire, o morire. Il quarto gridò di rabbia e gli si lanciò contro. Invece di usare il suo solito metodo di combattimento, vale a dire mettere fuori combattimento l’avversario con una presa al collo, usò una mano per spezzargli il collo.

Zions spinse via l’ostaggio e lanciò il coltello che teneva in mano verso la schiena di Spock con incredibile forza. Allertato del coltello dal suono che emetteva mentre tagliava l’aria Spock si voltò. Prese a mezz’aria il coltello dalla parte della lama e lo lanciò nella direzione dalla quale era arrivato ad una velocità allucinante. Zions indietreggiò di qualche passo prima di cadere a terra con il coltello conficcato nella gola.

Spock guardò con aria feroce gli altri tre uomini e quelli caddero immediatamente sulle ginocchia con le mani dietro la testa. Mettendo il phaser su stordimento Spock li colpì. L’intera scena era durata pochi minuti. Spock si incamminò verso lo schermo per rivolgersi all’Enterprise.

“La nave è sua, Capitano.”

Comportandosi come se nulla fosse successo Spock uscì dal Ponte, presumibilmente dirigendosi alla sala teletrasporto per tornare a bordo dell’Enterprise. L’intero Ponte dell’Enterprise, che aveva appena assistito alla violenta riconquista della Indipendence, era in assoluto silenzio. Persino il Capitano stava fissando lo schermo completamente incredulo.

“Okay…um…” Bones disse lentamente “qualcun altro è rimasto terrorizzato da quello che è successo oltre a me?”

 

Eccoci! Grazie per aver recensito,  terrò a mente i vostri consigli per i capitoli successivi.

  
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