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Autore: Rozalia    12/06/2010    1 recensioni
In questa FF viene introdotto nel mondo magico di Merlin un nuovo personaggio mitologico. Anche se non fa propriamente parte del Ciclo Bretone, in alcune versioni è presente. Non troverete slash Arlin, se è questo che cercate, ma uno slash appena accennato alla fine, e non tra loro. Questa storia è collocata dopo la seconda stagione. Ricordo che questa è la mia prima Fic, vi prego non tartassatemi^^. .***NOTA*** ho ripostato tutto, ho notato che era impossibile leggere prima. Spero che ora la storia sia più gradita ^_^
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. Dreams are more precious

“Diavolo!Ho sentito una presenza che mi scutava…qualcuno mi stava osservando…probabilmente da una finestra del castello…eppure nessuno è intervenuto. 
Che egli, chiunque sia, sia corso da Uther a riferirgli l’accaduto? 
Possibile…ma allora, perché nessuno mi ha ancora arrestata? Delle mie percezioni mi fido, sono una delle mortali più potenti al mondo, l’intuito non mi inganna. 
Ma perché non è successo nulla? Che vogliano ricattarmi?Mah…non riesco a capire” 
Scatàch era seduta immobile sulla sua branda, immersa in mille pensieri. Da sola, completamente sveglia, ascoltava il potente russare di Gaius e i lievi respiri di Merlino. Se si concentrava, riusciva anche ad ascoltare tutto il castello. Così, la ragazza decise di usare i suoi poteri per scoprire se qualcuno fosse ancora sveglio, magari colui che l’aveva spiata. Chiuse gli occhi. Respirò attorno. Poco alla volta, cercava di oscurare tutti i sensi per ampliare le capacità uditive. C’era riuscita. Viaggiando con la mente, riusciva a sentire tutti gli abitanti di Camelot. Respiri regolari…respiri regolari…tutto tace, il castello sembra anch’esso addormentato. Qualcuno che russa…altri respiri profondi…altri…NO!
Qualcosa non funzionava. Chiunque stesse ascoltando in quel momento Scatty, non stava affatto dormendo. La ragazza sussultò. Sgranò i suoi grandi occhi verdi. 
Non le sembrava possibile…aveva capito che la persona che l’aveva spiata era il principe Artù.

* * * * * * * * * *

Il clima che si respirava a Camelot non era dei migliori. 
La gente aveva paura, moltissima paura. Nessuno si fidava più di nessuno. Un Cavaliere di Camelot era stato pietrificato. Era il giovane Sir Leon, scampato alla morte per un pelo già molte volte, a trovarsi in quella situazione di pericolo. 
Gaius aveva tentato di tutto per contrastare gli effetti della pietrificazione. Ungeva ogni giorno con speciali unguenti i colpiti, ma serviva a poco. Certo, rallentava il processo di pietrificazione totale: le persone non erano morte, non ancora almeno. 
Ma a poco servivano le pozioni del buon medico, molto poco. Tutta Camelot sapeva ciò che stava succedendo: la pietrificazione era senza dubbio provocata da qualche strano artefatto magico, e solo con la stregoneria si poteva contrastare. Ma la paura,lo strano senso di angoscia e di ansia che attanagliava tutto il popolo, non erano solo loro la causa del comportamento degli abitanti di Camelot. Anche il fattore psicologico era da considerare. 
Anche a Camelot, regno dove la quiete regnava sovrana, la gente cominciava a impazzire. 
Le madri non riconoscevano più le figliole, quelle sputavano addosso a loro, i figli rinnegavano i padri, quelli li mandavano a morire, molti nobili del regno fuggivano, un parente non riconosceva più l’altro. Pochi erano rimasti inalterati da questa nuova minaccia. 
Il Re, Uther Pendragon, decise allora di consigliarsi col suo medico di corte, nonché fidatissimo amico, sul da farsi. – Pensi anche tu quello che penso io, non è vero, Gaius?- Dipende da cosa intendete, Sire. Credo che tutto il popolo sia d’accordo sull’affermare che è opera di magia e stregoneria, non lo si può negare.- 
-Speravo che esistesse qualche speranza…qualche malanno strano e poco conosciuto. Ma, ovviamente, non si può negare l’evidenza. Dimmi, è un abitante di Camelot a tramare contro il regno?- 
-Mio Signore, in tutta sincerità, credo proprio di no. Penso che entrambi abbiamo ben chiara la situazione, Sire. Sappiamo entrambi il nome di uno dei più probabili colpevoli.- Gaius tacque, aspettando la reazione del re, che di sicuro sarebbe stata furibonda. Egli rifletté per qualche minuto. Poi, la sua rabbia e la sua ira esplosero, come d’altro canto aveva previsto il medico. 
–Quella…quella…MORGAUSE!!! È senz’altro lei la causa di tutto. Se l’è portata via…la mia bambina…la mia bambina.- Uther si riscosse. 
Il suo comportamento non andava affatto bene. Non era più in grado di farsi vedere in pubblico, ormai. Era stremato. Stremato dalla vita, dalla condizione in cui stava vivendo. Si sentiva vecchio, gli anni gli cadevano alle spalle, li sentiva come un fardello. Si sentiva debole, pieno di acciacchi dati dall’età. Si sentiva debole anche nella mente. Stava resistendo, ma la storia delle pietrificazioni lo stava riducendo a brandelli. Morgause o non Morgause, chiunque stesse agendo in questo momento stava agendo astutamente. 
Lavorando poco alla volta, lavorava anche nella mente del re, rendendolo sempre più debole. Sentendo che il re aveva bisogno di stare da solo, Gaius decise saggiamente di lasciare la stanza del trono. 
– Discuteremo più avanti, Signore. Ho del lavoro che mi attende- Oh, ma certo, ma certo. Và pure Gaius, grazie molte.- Gaius uscì. “Mi ero completamente dimenticato della sua presenza. Sì, ho davvero bisogno di stare da solo...Devo assolutamente fare qualcosa. Ordinerò a mio figlio, Artù,  di cercare indizi che possano ricondurci al colpevole, anche se so che non potremo fare molto. Questa è una magia antica, molto potente. Non ho idea del perché Morgause ci tenga tanto a farmi impazzire. Perché ha bisogno del regno? È solo brama di potere quella che la anima? No, non credo, non ne sono affatto sicuro, anzi. Vendetta… la stessa che provocava l’ira di Nimueh. Ma mai mi pentirò di quello che sto facendo! La lotta contro la stregoneria è una cosa assolutamente indispensabile! Ciò che sto facendo è completamente buono e giusto!” Con una smorfia provocata da quei pensieri iracondi, il re Uther Pendragon uscì dalla sala del trono per ritirarsi nelle sue stanze a riposare. La giornata sarebbe stata spossante, ne era certo.

* * * * * * * * * *

Artù si svegliò di soprassalto. Aveva dormito poco bene, senza la cura di Merlino nel preparare la sua stanza.
Rammentò a se stesso di non fare mai più una cosa del genere, di decidere di non usufruire della bravura del ragazzo. 
– Come state, giovane babbeo? Avete dormito bene anche senza le mie cure?- Artù grugnì. Un sorriso malizioso apparve sul volto del mago, sorriso che scomparve molto presto lasciando posto al consueto ghigno. –Allora?- Altro grugnito. Merlino era sempre più soddisfatto di sé. Quel piccolo versaccio significava certamente un complimento. – Mai dormito meglio – rispose infine il principe con un tono molto convincente, tradito però purtroppo da un lungo sbadiglio. – Mmm mmm- sussurrò Merlino sempre più divertito. – Bhè, che fai lì impalato? Avanti, non ho tempo da perdere!- sbraitò infine Artù, riprendendo finalmente la sua consueta arroganza. 
– Corro a prepararvi i vestiti, Sire. Sapete già quali sono i vostri programmi odierni?- Ah, no, ma penso che presto mio padre mi convocherà…- Lasciò la frase in sospeso, inarcando le sopracciglia. – Oho! Giusto! Vostro padre ha indetto per stamane una riunione tra di voi, i Cavalieri di Camelot e i suoi Consiglieri. Si svolgerà dopo il pranzo. Sapete, ha convocato il consiglio anche per la brutta faccenda capitata al povero Sir Leon…Ovviamente, anche Gaius parteciperà alla riunione. 
Così, in caso facciate la figura dell’idiota potrete farvi aiutare da lui, che è una gran brava persona, a formare frasi di senso compiuto che possano giovarvi nel rimediare l’imperdonabile errore fatto. Certo, voi riuscite a passare per babbeo anche stando zitto…- 
-Merlino! Zitto tu, se non vuoi che ti mandi alla gogna!!!-

* * * * * * * * * *

Quella sera, il principe decise di farsi preparare la camera ed il letto dal suo servo per due ragioni. Primo, non voleva insospettirlo. Secondo, anche se non lo voleva ammettere, Merlino nel suo lavoro era davvero bravo, e non aveva nessuna voglia di passare un’altra notte insonne per via delle coperte messe male.
Comunque, Artù sapeva che non sarebbe stato molto nel letto a riposarsi. Il principe era inquieto e preoccupato, aveva paura che la sua proposta fosse bocciata clamorosamente. 
“Non so se quello a cui sto pensando sia una cosa sensata. Certo, probabilmente mi sarebbe utile, soprattutto in tempi come questi. Anche Sir Leon, un mio giovane Cavaliere, è stato colpito. Quanto ci vorrà pria che gli stregoni arrivino a me e a mio padre?”

* * * * * * * * * *

“Uno scontro…lampi di luce…magia, certo…urla…grida…voci…voci conosciute…voci che urlano, voci che gridano…quelle voci…quelle voci…voci che ho sentito per anni o voci conosciute da poco…ora non capisco. È un vortice? Un…non lo so. Voci…magia…la magia è nell’aria…occhi…occhi azzurri…occhi verdi…occhi d’ambra. Occhi verdi…mi sono sconosciuti…a chi appartengono?”         
–Aaah!- 
Morgana si svegliò di soprassalto.

* * * * * * * * * *

* * * * * * * * * *

Disclaimer: i personaggi usati da me in questo racconto appartengono agli aventi di diritto e non vengono usati per scopo di lucro. Grazie a tutti i lettori silenziosi, grazie di cuore.
   
 
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