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Autore: Archangel 06     12/06/2010    2 recensioni
Lei si chiama Angela e viene dall'Italia, lui è Janne, il tastierista dei Children of Bodom, e viene dalla Finlandia. che cosa succedrà quando i due si ri incontreranno dopo un paio di anni a Helsinki, e si renderanno conto piano piano di piacersi? succederà che il dispettosissimo cupido si divertirà a rimescolare le carte in tavola a suo piacimento...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo Children of Bodom'
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"Ohi ohi… la mia testa… ma dove sono?" Janne non riconobbe il posto in cui si svegliò. Ricordava vagamente di aver partecipato a una rissa nel parco, e poi di essere andato in cerca dei suoi amici, gli altri Bambini… allora li aveva raggiunti? I ricordi erano tutti soffocati da un lancinante mal di testa. "Che sbornia da chilo devo aver preso," pensò.

“Janne, sei sveglio?” la voce di Alexi ruppe il silenzio.
“Alexi? Dove sono?”

“A casa mia, imbecille. Sei arrivato ieri sera sbronzo marcio, con un livido su un occhio e un taglio sulla fronte…” Alexi si sedette sul bordo del letto. “E così non ce l’hai detto, eh?? Noi siamo rimasti una settimana a preoccuparci per te, imbecille!!! Perché non ci hai detto che avevi problemi con la tua ragazza??? Ti avremmo aiutato!!” esclamò arrabbiato.

“Io… mi vergognavo…” mugugnò Janne, abbassando lo sguardo. "Cazzo, da ubriaco ho vuotato il sacco!!" pensò imbarazzatissimo.
“Vaffanculo!! Sai quanto ci siamo preoccupati? Spiegami un po’ perché sei così coglione!!”
“Piantala di darti arie da amico maturo e responsabile, Alexi! Che poi, detto fra noi, non è che tu sia tanto meglio quando si tratta di ragazze, eh?”
“Almeno io vi racconto le cose!”
“Si, come quando…”
“Non è vero! Io ve l’ho detto, ma voi eravate sbronzi!”
“Si, come no…”
“CAZZO, SEI IMPOSSIBILE!!” urlarono all’unisono.

Si guardarono in cagnesco per qualche secondo, poi scoppiarono a ridere. Dopotutto non erano migliori amici per niente. “Perkele” disse Alexi “raccontami tutto, così sistemiamo questo casino…”

“Non c’è molto da dire… ero alla festa al parco, cinque giorni fa… voi non c’eravate, ricordi? Ecco, ero ubriaco marcio… e ho fatto una scommessa con un tipo… che avrei baciato la cameriera… però lei mi ha visto! Mi sento una merda…”

“Stupido.”
“Evita le osservazioni banali, Alexi! Dimmi qualcosa che non so, come una soluzione!!” rispose causticamente Janne, esasperato.

“Beh, potresti…” Alexi non riuscì a completare la frase, perché il telefono di Janne si mise a squillare. “Toh, guarda un po’… è Francesco. Mi sa che vuole farti il contropelo… rispondi” ordinò secco.

“Ma…” provò ad obiettare debolmente Janne.

“Niente ma imbecille! Rispondi e basta!!” ordinò il wildchild cacciandogli il telefono in mano.

“Pronto…”
“Janne? Sono Francesco, l’amico di Angela! Vieni a casa sua, devo parlarti con urgenza. Ieri sera si è presa una sbornia, e mi ha raccontato tutto di te e lei… vieni immediatamente qui, io ti aspetto. Ti avverto: se non vieni tu qui, ti cercherò, e ti troverò io… Devo spiegarti un paio di cose. E ti assicuro che non ti piaceranno affatto!” Janne si sentì mancare.

“Va bene” riuscì a dire prima di appendere. “Vuole che vada a casa di Angela per “spiegarmi un paio di cose”… e la lezione non sarà affatto piacevole!” esclamò depresso.

“Andiamo in due, così se alza le mani lo sistemiamo noi” disse Alexi pratico. In un quarto d’ora arrivarono a casa di Angela, correndo come due deficienti. Suonarono e salirono le scale di volata.
Francesco era li che li aspettava, ben piantato in mezzo al salotto. Janne non se lo ricordava così grosso… “Janne Wirman” cominciò “adesso io ti pesterò a sangue, perché hai leso l’onore di mia sorella nonché i suoi sentimenti, usandola come un oggetto… perciò preparati, perché farò felice il tuo dentista!!!” esclamò, guardandolo trucemente. Virginia al suo fianco appariva non meno determinata, e i pesantissimi anfibi chiodati non promettevano nulla di buono. Per non parlare delle borchie.

“Se volete pestarlo, dovrete fare i conti con me prima!” esclamò Alexi, posando una mano sulla spalla di Janne.
“Con tutto il rispetto che ho per te, Wildchild, è meglio se non ti intrometti. Potrei procurare lavoro extra anche al tuo dentista!” ringhiò in risposta Francesco. “Ora preparati, Janne Wirman!!” e caricò con un violentissimo destro mirato al torace del tastierista, che preso alla sprovvista venne scaraventato contro la parete. Alexi stava per intervenire, ma Virginia lo placcò prima spedendogli una sequenza rapida di pugni, non molto forti a dire il vero, ma molti, e tutti sullo stesso punto, la pancia. Alexi si scansò per sottrarsi a quella gragnola di colpi, afferrandola per i polsi. Virginia cominciò quindi a tempestarlo di calci, e Alexi, maledicendo di doversi scontrare con una ragazza, le mollò una mano per tirarle un ceffone.
Intanto Francesco aveva afferrato brutalmente Janne e lo stava sbattendo con violenza contro la parete.
Proprio in quel momento, la porta della camera si aprì, e strofinandosi gli occhi apparve ,come una dea ex machina, Angela.
“Chi è che urla? Francesco, cosa…” si bloccò. “Janne?” esclamò, cercando di capire come mai Francesco lo stesse tenendo per il bavero con l’aria di volerlo massacrare. Alexi capì al volo cosa fosse meglio fare, e senza tanti complimenti afferrò per un braccio, cogliendoli di sorpresa, Francesco e Virginia, trascinandoli fuori.
“Scusate noi togliamo il disturbo ci vediamo dopo ciaoo!” gridò prima di chiudere la porta, continuando a trascinare e spingere i due malcapitati giù per le scale, senza lasciar loro il tempo di reagire.
Quando arrivarono in strada dovette trattenerli perché non corressero di nuovo su per le scale.
“Aspettate, imbecilli!! Non avete capito?”
“Ho capito solo che se non ci lasci tornare su da nostra sorella, Wildchild, ti spacco la faccia e poi la spacco a Wirman!”
“Lasciaci andare, Wildchild!!” esclamò Virginia, che, molto battagliera, si stava già preparando a prenderlo a calci.
“Fermi! Ascoltatemi, Janne mi ha detto tutto! Si sente di merda per quello che è successo… era ubriaco, e aveva scommesso con uno che avrebbe baciato la cameriera!! Non voleva tradirla!”
I due fratelli si guardarono.
“Dovremmo crederti? Dopotutto sei il suo migliore amico, faresti di tutto per cavarlo dai guai” ringhiò Francesco, poco incline a deporre la rabbia.
“Perché dovrei mentirvi? Janne ne ha fatte di cazzate, ne ho fatte io, ne abbiamo fatte tutti!! Si sente di merda, e i cinque giorni che ha passato rodendosi l’anima per quello che ha fatto sono stati una punizione sufficiente!”
Francesco e Virginia si guardarono di nuovo.
“Non ce lo dici solo per rabbonirci?”
“Sul mio onore, vi giuro di no…”
“Che casino” commentò Virginia.
“Sentite, qui fuori fa freddo, voi siete senza giubbotto e non è il caso di tornare su per non rovinare l'atmosfera... Venite a casa mia: è vicino, e vi offro come calumet della pace una buona birra. Vi va?”
L’offerta di Alexi Laiho era troppo allettante per lasciarsela scappare, così i tre si avviarono senza più voglia di pestarsi.

***

Intanto, su in casa, si stava svolgendo l’ultimo atto del dramma.

“Janne!!” urlò Angela precipitandosi da lui, che intanto dopo che Francesco lo aveva mollato era crollato a terra stordito. Il taglio sulla fronte della sera prima aveva ripreso a sanguinare. “Janne, svegliati!! Janne!!” lui si riscosse, e riuscì a rialzarsi. “Porc… con cosa mi ha colpito… con un badile??? Ha dei pugni che sembrano calci di mulo!” esclamò, portandosi le mani dove lo aveva colpito. “Cazzo, che male... mi sembra che la testa mi stia scoppiando!!”
Angela sospirò di sollievo. “Siediti, ti porto dell’acqua… e ti medico anche quel taglio… in effetti Francesco quando picchia ci va giù duro” disse scomparendo in bagno e riapparendo con la cassetta del pronto soccorso. Janne si era prontamente lasciato cadere sul divano.
“E questo livido? Non mi pare te l’abbia fatto Francesco, è vecchio di almeno un giorno…” chiese, sfiorandolo con le dita gelide. Pulsava ancora forte, e il tocco freddo lenì in parte il dolore.
“Ieri sera ero mezzo… beh, non mezzo, completamente ubriaco, e… credo di aver scatenato o quanto meno partecipato ad una rissa… non che mi ricordi molto bene” confessò, mentre lei scuoteva la testa con un sorriso indulgente.

***

“Angela… sono un idiota, lo so perfettamente” cominciai. “No, ascoltami!” esclamai quando tentò di interrompermi. “Sono un imbecille. Quella sera… ero ubriaco marcio, e quasi senza rendermene conto ho accettato la scommessa di un tizio di baciare la cameriera. Questo non mi giustifica, lo so… e non ti chiedo di perdonarmi. Solo, volevo spiegarti… te lo dovevo” dissi abbassando lo sguardo. Lei rimase un attimo con lo sguardo perso nel vuoto. Quasi temetti che non avrebbe risposto, ma poi iniziò a parlare.
“È già successo una volta… però lui non era ubriaco. Mi ha seriamente tradito con un’altra. Credevo… fosse successo di nuovo” disse con un tremito nella voce. “Mi… giuri, che non l’hai fatto per tradirmi seriamente?” aggiunse.

“Su quanto ho di più caro, Angela, e sarei disposto a farmi picchiare mille volte da Francesco per dimostrarlo. in fondo mi meritavo ben di peggio” disse serissimo. Angela gli lesse la sincerità negli occhi.
“Credo… di poterti dare un’altra possibilità, no?” disse infine con un sorriso. Anche se piangeva.
La abbracciai stretta stretta, e smise di piangere quasi subito. Non sapevo più cosa dire: mi ero accorto che era vestita solo con una maglietta a maniche corte e le mutande, nient’altro. Come se non fosse stato sufficiente a scatenare le mie fantasie! Il fatto che poi fosse uscita da dove volevo trascinarla, non mi aiutava certo a cercare di mettere insieme una frase sensata. Ripensando alla volta precedente, fui colto all’improvviso dall’ispirazione.
“Angie?”
“Si?”
“Come era quella poesia… quella che hai letto l’altra volta? Quella di Paolo e Francesca…” intuizione corretta. Le spuntò di nuovo il sorriso, e cominciò a recitare.

"Noi leggiavamo un giorno per diletto
Di Lancialotto e come amor lo strinse…"

Dopo appena due versi, la zittii baciandola.

***

Mi lasciò recitare a malapena due versi, poi mi interruppe baciandomi. Le sue labbra erano esattamente come me le ricordavo: incredibilmente morbide, terribilmente eccitanti.
“Se non vuoi che vada oltre… fermami ora” mi disse, ma ormai era troppo tardi. Non avrei voluto che si fermasse nemmeno per tutto l’oro del mondo. Mi baciava con un’avidità che era quasi fame, mentre con urgenza mi toglieva quei pochi vestiti che avevo addosso. Dopo poco ci trovavamo di nuovo sul mio letto, mentre i suoi vestiti andavano a fare compagnia ai miei sul pavimento.


e finalmente si risolve tutto il casino!!! xD
Sweetevil: Janne ha avuto il fatto suo... ben gli sta XD
Darkdancer: eccola li, battagliera e pronta la nostra Virgi, che non si fa scrupoli di sorta!
grazie per aver letto la mia ff!! ci sarà un ultimissimo capitolo, una sorta di epilogo, e poi partirà la seconda parte incentrata sugli stessi personaggi ^^ spero continuerete a leggermi!
   
 
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