-Si sporse appena, prendendo la
cornetta del telefono
con mano tremante. Che fosse Soul? Che si fosse pentito di quello che
aveva
fatto? Che volesse chiedere scusa? O magari le voleva chiedere di
uscire per
parlare di quello che era successo.
Deglutì. Non l’avrebbe scoperto mai se non si
fosse
data una mossa.
Tremando, si portò la cornetta all’orecchio
intrecciando il dito nel cavo e mormorando con un filo di voce.
“Pronto?”-
Il cuore di Maka
mancò un
battito. Deglutì, sospirando e tentando di trattenere nuove
lacrime sentendo
che la voce non era quella della buki. “Ehi.. Ciao
Kid-kun..”
“… Ti sento piuttosto giù.
Cos’è successo?”
La ragazza sospirò
nuovamente. “Diciamo che… Non lo so… Mi
sento un po’ sola, tutto qui.”
“…” Maka sentì il ragazzo
sospirare dall’altra parte del telefono. “Soul-kun
se n’è appena andato. Ho
saputo tutto.”
La shokunin sobbalzò. Soul?!
Da DEATH THE KID?! Si arrotolò il filo del telefono attorno
al dito, tentando
di rimanere neutrale. “Soul…”
Sospirò. “Come sta?”
“È piuttosto scosso. E
sembrava preoccupato. Ma credo di essere riuscito a farlo
ragionare… Dovrebbe
essere per strada. Sono fiducioso del fatto che stia tornando.
… Maka-chan,
confido che tu riesca a risistemare la situazione… So
benissimo che non è stata
colpa tua, ma se non sarai tu a mettere in chiaro il fatto che vuoi far
pace
dubito che quella testa di legno ci arriverà da
solo…”
“Lo so…” mormorò lei,
accavallando le gambe mentre tirava su col naso e spostava la cornetta
sull’altro orecchio. “Anche se… Devo
ammettere che ho paura…”
“Di cosa Maka-chan?”
“Ho paura che possa andar
peggio…”
Lo shinigami sorrise
incoraggiante, anche sapendo che la ragazza non poteva vederlo, e
tentò di far
suonare rassicurante il suo tono di voce. “Ma no. Sei
l’unica che riesce far
ragionare quello stupido. So che riuscirai a rimettere tutto a
posto.”
“Grazie Kid-kun…”
“Stammi bene Maka-chan, mi
raccomando.” Clack.
Maka sospirò, rimettendo a
posto il telefono deglutendo lentamente. Soul stava tornando
dunque… Era pronta
ad accoglierlo?
No, diamine, non lo era. Cosa
gli avrebbe detto? Che le dispiaceva? Cazzate del genere non
l’avrebbero
aiutata. Soul aveva la testa più dura di un mulo. Non
sarebbe stato lui a fare il
primo passo, e Maka lo sapeva.
Si stese sul divano,
affondando il viso nel cuscino con un nuovo singhiozzo. Stupida,
stupida,
stupida. Se solo fosse stata più paziente con
lui… Forse aveva esagerato?
Strusciò il volto contro il
cuscino, ora bagnato, e infilandovi le mani tremanti sotto.
Sì, lei aveva
esagerato, ma anche la buki aveva la sua buona parte di colpe. Come
aveva detto
Tsubaki, aveva sul serio approfittato troppo della sua pazienza.
Singhiozzò. Non sapeva cosa
pensare. Era combattuta; scusarsi, o aspettarsi le scuse?
Non lo sapeva. Non lo sapeva
e dubitava l’avrebbe mai saputo. Spostando la testa sino a
poggiare la guancia
sul cuscino, scoccò un’occhiata alla porta. Non ci
volle molto perché si
addormentasse, tormentata da quei pensieri che difficilmente le
avrebbero fatto
fare
sogni tranquilli.
Soul si rigirò
le chiavi di
casa tra le dita tozze, storcendo le labbra pensieroso. Era di fronte
alla
porta di casa da circa un quarto d’ora e stava rimuginando su
cosa avrebbe
detto o non detto a Maka. Insomma, presentarsi così dopo
aver detto di
essersene andato… Non era per niente cool. Si sarebbe
solamente umiliato in una
maniera orrenda.
La buki sospirò, grattandosi
la nuca deglutendo prima di prendere coraggio e infilare la chiave
nella
serratura, girandola di scatto. Prendendo un bel respiro,
aprì la porta,
strizzando le palpebre terrorizzato quasi si aspettasse di vedere un
libro
volare dall’altra parte della stanza e prenderlo dritto in
testa.
Quando, dopo dieci secondi
buoni, riaprì uno degli occhi constatando che nulla era
ancora accaduto,
deglutì entrando e richiudendosi la porta alle spalle mentre
si ficcava
malamente le chiavi in tasca. Ma perché tutta
quell’esitazione? Insomma, doveva
soltanto far finta che nulla fosse accaduto. Dopotutto loro due
litigavano
spesso, certo non violentemente come quella mattina ma… Si
sarebbe rimesso
tutto a posto, Soul era fiducioso.
“… Maka?”
Silenzio. Che fosse uscita?
Il ragazzo sospirò, muovendo qualche passo
nell’appartamento che condividevano
con aria circospetta. Si diresse in cucina. Niente. Andò
nella camera della
shokunin, e ancora niente. Finalmente la trovò, accoccolata
sul divano che
stringeva convulsamente il cuscino, bagnato per via di alcune lacrime
che anche
nel sonno continuavano a scendere.
Soul ebbe un colpo al cuore,
sentendosi improvvisamente una merda. Che aveva fatto?
Sospirò,
inginocchiandosi lentamente accanto a lei e allungando appena una mano
per
scostarle uno dei codini biondi dalla spalla.
Com’era bella… Il viso
delicato e morbido, con le guance arrossate per via del probabilmente
isterico
pianto che aveva fatto, e il petto che si alzava e si abbassava
lentamente
ritmato sul calmo respiro ogni tanto interrotto da qualche sporadico
singhiozzo.
Soul abbassò lo sguardo
ritirando la mano contrito. Era stato lui la causa di quel pianto, lo
sapeva, e
questo lo fece sentire un vero stronzo. Forse era stato troppo
avventato ad
andarsene così, come aveva detto Kid.
Kid… Si era ritrovato a
seguire i consigli di quel pazzo simmetrico ora? Sospirò,
allungando nuovamente
la mano per accarezzarle dolcemente il viso bagnato.
“Ohi, Maka.”
Vide la ragazza aprire
lentamente gli occhi verdi, e battere le palpebre un paio di volte per
mettere
a fuoco l’ambiente circostante. Parve spaesata per qualche
istante, finché non
spalancò gli occhi scattando seduta e strofinandosi una mano
sul viso bagnato
per asciugarsi dalle lacrime. “S-Soul!”
Lui si aprì in un sorriso
triste, poggiando i gomiti sulle ginocchia con un sospiro.
Maka borbottò, abbassando lo sguardo
per non fissarlo. “… Hmpf…
Ciao…”
La buki ridacchiò, alzandosi
in piedi. “Ciao.”
Lei deglutì, alzando lo
sguardo fissandolo con un dolce broncio.
“Che ci fai
qui?” borbottò, arrossendo appena.
“Che ci faccio qui?” ripeté
lui aggrottando le sopracciglia, mentre infilava le mani nelle tasche
della
felpa. “È anche casa mia, no?”
“Non sembrerebbe, dato che
non fai nulla per renderla tale,” borbottò lei
freddamente di rimando,
continuando a fissarlo malissimo.
Soul alzò un sopracciglio,
fissandola. Che diamine le prendeva ora? Voleva litigare di nuovo?
“Pfh.”
Sbuffò, guardando altrove. “E io che ero venuto
per porgerti delle scuse… Se
magari non ti agitassi tanto per cazzate del genere, mi sentirei
più motivato a
porgertele non credi?”
“Cazzate?!” ripeté lei
alzandosi in piedi. “Ti sembra una cazzata il fatto che mi
spacchi dalla
mattina alla sera senza ricevere nulla in cambio?”
“Uffa,” sbuffò lui. “Non
ricominciamo per fav-“
“Soul sei tu quello che ha
voluto ricominciare,” ringhiò Maka bloccandolo.
“Io?!” fece lui indignato.
“Ma se sei stata tu la prima ad attaccarmi! Uno torna per
chiedere scusa e tu
lo accogli così?!”
Maka sbuffò, incrociando le
braccia e alzando la testa con fare sprezzante. “E allora
falle, queste scuse!”
“Mi hai fatto completamente
passare la voglia,” ringhiò lui dirigendosi nella
sua camera. La shokunin si
alzò, seguendolo: “Ah sì? Non hai
voglia di chiedere scusa?!” si piantò, a
gambe larghe e con le mani sui fianchi, sulla porta della sua camera
fissandolo. “E allora perché io dovrei aver voglia
di raccattare la tua roba in
giro per casa?”
“Uffa Maka, ma che palle!”
sbottò lui voltandosi verso la sua meister. “Hai
finito?”
“No che non ho finito!!” Maka
batté un piede per terra, stringendo i pugni. “Ma
perché non capisci?!” fece, portandosi
le mani al viso.
“Sarò idiota,” ringhiò lui di
rimando, iniziando a raccattare roba per la stanza con fare stizzito.
“…” Maka lo fissò aggrottando
le sopracciglia. “E ora che fai?”
“Che faccio?” ripeté lui,
ficcando in uno zainetto un paio di cuffie, dei cd e
qualche manga, “ti libero della mia
fastidiosa presenza, cosa dovrei fare?”
“Eh?!” lei spalancò gli
occhi. “N-No… Non…!!”
sbuffò, “Sei sempre così
esagerato!”
“Esagerato.. Io?” ringhiò
lui, mettendo nello zaino un lettore mp3. “Adesso sarei IO
quello esagerato?”
“Si!” strillò lei, sull’orlo
di un altro pianto.
Soul la ignorò
bellamente, chiudendo lo zaino
e mettendoselo in spalla lanciandole un’occhiata
profondamente offesa. “Bene,
scusami la farsa di stamattina, stavolta me ne vado sul
serio.”
“No che cos… Soul!” gli corse
dietro mentre lui si dirigeva nell’ingresso, aprendo la porta
e uscendo.
“Aspetta!”
“Maka, lasciami stare.”
Ringhiò questo senza neanche voltarsi, scendendo velocemente
le scale con la
shokunin alle calcagna.
“No Soul aspetta…!” tentò
lei, prendendo a singhiozzare. Dannato orgoglio! Non era possibile
perdere la
propria arma per una cazzata del genere!
La buki la ignorò, salendo
sulla moto con lo zaino in spalla. Si voltò
un’ultima volta verso di lei,
fissandola con sguardo colmo di rancore. “Salutami
Blair.”
“SOUL!”
Fu tutto inutile, lui era
partito e lei non poteva far altro se non correre dietro alla moto
gridando il
suo nome mentre le lacrime scendevano a fiotti, bagnando il colletto
della
camicia della ragazza.
Si accasciò singhiozzando in
mezzo alla strada, coprendosi il viso con le mani lasciando che le
lacrime
colassero dalle fessure tra le dita.
Se n’era davvero andato… E
stavolta, Maka lo sapeva, non sarebbe tornato.
Ohohoh.
Salve ragazze. C: E finalmente anche questo capitolo è
fatto… Non credevo ci
sarei riuscita, davvero. X_X Un ringraziamento particolare
và a Midnight_Rose
a cui il capitolo è dedicato v_v Grazie mille
tesora! ♥
E
insomma, mi sono sentita male io a scriverlo,
sinceramente. ç_ç Soul.. *sniff*
Va beh va.. Passiamo ai ringraziamenti~
subaku
no temari: Oh si Adam!!
°ç°
Adamadamadamadamadamadamadamadamadam..
Ok
basta. XD
Grazie
della recensione! ♥
-Rikori