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Autore: wolfin    13/06/2010    1 recensioni
“Sì, scusi, mi sento.. confusa. Che mi è successo?” chiesi, per poi sentire una fitta alla testa. Ma cosa..? “Non ne abbiamo idea” iniziò a spiegare. “L’ha trovata un passante sulla tredicesima. Era svenuta. Ha chiamato subito l’ambulanza. Era il diciassette agosto”. Diciassette agosto. Ma.. “Scusi, e oggi quanti ne abbiamo?” chiesi, perplessa. “Sedici” “Come scusi?” Lui mi guardò, e fece un sorriso tra le scuse e l’apprensione. “Scusi, signorina, dimenticavo. È il sedici novembre”. [Dal capitolo 1]
Genere: Generale, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rosso.

Sul mio corpo, per terra, ovunque.

Rosso.

Un rosso scuro, denso, penetrante.

Rosso.

Gocciola dalle mie mani, lento.

Oh mio dio..

La testa gira.. e invece di rosso, vedo nero.

 

“Come procede la signorina?”

“Non so se sia un bene o un male, ma è stabile”.

Voci, intorno a me. Nero, e voci.

“E si è scoperto chi sia?”

“No, non ne abbiamo idea, purtroppo”.

Ma cos’era quella storia? Chi non si sapeva chi fosse?

Ehi no, un momento.. chi ero io? Mi interrogai per un paio di minuti, senza riuscire a concentrarmi su nulla. Il cervello scoppiava.

A quel punto, dato che il cervello non voleva funzionare, decisi di aprire gli occhi.

Appena lo feci, me ne pentii. Troppa, troppa luce.

“Dottore! Sembra che..”

Mugugnai un “Mmmmh” per lamentarmi della luce.

Sentii dei passi, che si avvicinava, e cercai di capire dove fossi solo dai rumori: non avevo più voglia di aprire gli occhi.

Un bit-bit vicino a me. Oh no, non poteva essere. Non potevo essere in ospedale.

Aprii gli occhi di scatto.

“Signorina, mi sente?”

Era un uomo di carnagione scura, e stava a venti centimetri dal mio viso. Non ero mica cieca, non c’era bisogno di starmi così vicino!

“Mh?” riuscii solo a dire.

“È già qualcosa.. signorina, io sono il dottor Fa. Ora devi solo riposarsi e..”

“Come fa a essere nero e avere un cognome cinese?” chiesi, stupita.

A quel punto, mi stupii doppiamente, rendendomi conto di aver parlato senza alcun problema, senza sapere di esserne capace. E senza sapere di conoscere i cognomi cinesi, soprattutto.

Lui sorrise, apparentemente sollevato.

“Forse non ha ricevuto alcun danno celebrale, vista la sua capacità di collegamento, signorina..?”

Lasciò in sospeso, aspettandosi che io dicessi il mio nome.

Ma.. vuoto. Non trovavo nulla. Sembrava di sbattere su pareti di cemento.

“Scusi, deve essere ancora un po’ stordita, suppongo” disse, cordiale.

“Sì, scusi, mi sento.. confusa. Che mi è successo?” chiesi, per poi sentire una fitta alla testa. Ma cosa..?

“Non ne abbiamo idea” iniziò a spiegare. “L’ha trovata un passante sulla tredicesima. Era svenuta. Ha chiamato subito l’ambulanza. Era il diciassette agosto”.

Diciassette agosto. Ma.. “Scusi, e oggi quanti ne abbiamo?” chiesi, perplessa.

“Sedici”

“Come scusi?”

Lui mi guardò, e fece un sorriso tra le scuse e l’apprensione. “Scusi, signorina, dimenticavo. È il sedici novembre”.

Co-come? Naah, dovevo aver capito male. “Novembre?”

Il dottore annuì.

Ma quindi.. “E gli altri tre mesi?” chiesi, sconcertata, temendo di aver capito.

Si avvicinò. Non capivo la sua espressione. Voleva dire molte cose. Era.. sconfortante, ma voleva essere il contrario. “Non credo sia davvero il momento adatto per dirlo, ma a me sembra una ragazza sveglia, e non mi sembra abbia neppure danni per quanto riguarda il ragionamento. Quindi credo ci sia arrivata anche da sola. Sì, è stata in coma quasi tre mesi. Avevamo perso la speranza, ormai, e speravamo solo in un miracolo. Anche perché, nessuno sai chi lei sia, e, dopo un mese senza reclami delle persone scomparse , abbiamo perso la speranza anche di scoprire chi sia.

Ma ora è sveglia. Se sia un miracolo non ne ho idea, ma lei è estremamente fortunata” mi fece un sorriso assurdamente sollevato, ma che mi fece incredibilmente piacere.

Quindi.. niente famiglia. Non avevo parenti, a quanto pare.

E così, iniziai a cercare informazioni dentro di me, sulla mia identità.

Ma, dov’ero in quel momento?

Nessuna informazione, se non “ospedale”.

Ok, ok. Dove ero nata?

..

Quando ero nata?

..

Ok, allora quanti anni avevo?

..

Iniziai a sentirmi a disagio con la mia mente.

Ok, ultima domanda. Ma non volevo farla. Se non avessi avuto la risposta, mi sarei spaventata.

Ok, respiro.

Chi ero, io?

 

 

Risposta recensioni di questo capitolo:

Nina95: Sì, maledetta, ce l'hai fatta -.- mi hai mandato in panico con quelle etichette T.T

  
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