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Autore: missteacakes    13/06/2010    1 recensioni
Quando Patroclo uccide accidentalmente un amico in un litigio, lui e suo padre sono costretti a fuggire a Ftia, la cui regina si dice essere una dea. Al ragazzo viene chiesto di prendersi cura del suo figlioletto, non immaginando le conseguenze di quella serie di eventi destinata a cambiare il mondo per sempre. {Patroclo/Achille}
Genere: Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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«In All but Blood»

Un ultimo addio
- Capitolo 19° -

Patroclo si appoggiò su un lato del masso a fianco a lui, con un'aria infelice. Medeo in quel momento pensò che Teti era stava davvero ingiusta per non aver permesso ad Achille e Patroclo di salutarsi. Odiava vedere il suo amico in quello stato.

L'estate era cominciata portandosi dietro un caldo rovente, poi aveva cambiato idea. Ora, con l'autunno alle porte, era fresca e piovosa. Comunque, i due erano seduti fuori, vicino ad uno stagno con una piccola cascata, bagnati fradici. Era tardi ormai per togliersi i vestiti, e le loro scarpe erano decisamente inzuppate. Medeo era sceso al villaggio per incontrare Patroclo, e si erano fermati nella caverna di Chirone giusto il tempo necessario per mettere al riparo i cavalli.

Vagando per la foresta, si raccontavano le loro vicessitudini durante l'assenza reciproca. Medeo informò il suo amico su tutto, ad eccezione delle cose che erano già brutte abbastanza di loro.

"Quando parti?" chiese Patroclo.

"Al primo gelo."

"Avrai sedici anni..." Medeo non disse niente. Patroclo lo guardò con la coda dell'occhio e disse, "Ci rivedremo prima o poi?"

"Non lo so. Presto sarò re, non posso andarmene quando mi pare."

"Sarai un re esemplare, vero?" La voce di Patroclo sembrava smorta.

"Sì...per un po'," disse Medeo. "Tutti noi abbiamo un obiettivo nella vita, deciso dagli dei; questo è quello che dice mia madre. Io so il mio adesso. Devo liberare il mio popolo dalla tirannia degli Assiri. Poi costruirò il mio stesso impero, più grande di quello degli Assiri, più grande di qualsiasi altro impero che il mondo abbia mai visto."

Patroclo gli sorrise tristemente. "E qual è il mio?" chiese.

"... Non lo so." Lo diceva molto spesso a quei tempi; non gli piaceva essere così insicuro. "Devi trovarlo da solo."

Nessuno dei due sapeva cosa dire. Alla fine, Medeo si spostò e si sedette dietro a Patroclo, che appoggiò la schiena sul suo petto, aveva ancora quello sguardo malinconico. Medeo avvolse con le braccia il suo amico. La pelle di Patroclo sembrava incandescente, e i suoi vestiti bagnati aderirono ad essa. Medeo sorrise e portò una mano sulla coscia di Patroclo, poi iniziò a muoverla sotto il chitone.

"Smettila di aprofittare del mio dolore!" disse Patroclo, ma Medeo fu lieto di sentire di nuovo un po' di umorismo nella sua voce.

"Come posso resistere, con te appoggiato a me?"

"La fai sembrare come se fossi rimasto privato del sesso tutto questo tempo, quando io so che non è così."

"No," disse Medeo, affondando il viso nei capelli di Patroclo. "Sono stato privato di te, e tu sei il mio preferito. Sai, potresti conquistare anche dei re con quelle cosce che ti ritrovi." Patroclo sbuffò. "Sono serio, potresti comandare interi imperi... Sarà meglio per te se non le avrai aperte a nessun altro. Potrei arrabbiarmi."

Patroclo lo spinse via e si voltò per guardare Medeo, accigliato. "Posso fare quelle cose con chi voglio, grazie."

Medeo non era esattamente pronto per una reazione di questo genere al suo scherzo. Di solito non se la prendeva così. Mise le braccia intorno alla vita di Patroclo e lo tirò a se, guardandolo negli occhi.

"Ehy, non fare così," disse. "E poi, non ho detto niente sul chi. Solo sul come."

"Veramente, c'era un certo tipo..." Per l'espressione che Medeo aveva sulla faccia, Patroclo iniziò a ridere.

"Sto solo scherzando. Tu puoi prendere in giro e gli altri no, eh?"

L'umorismo era tornato, Medeo portò le labbra al collo del suo amico. Iniziò a mettersi all'opera, strattonando la cintura di Patroclo; il cuoio bagnato iniziava a dargli qualche problema.

"Immagino che anche io possa essere possessivo riguardo certe cose."

"Ehy," la voce di Patroclo cambiò. "Che cosa è successo? Non eri mai stato così prima, quando eravamo insieme."

"È un segreto," mormorò al suo orecchio.

"Dimmelo."

"Non oggi."

Patroclo si aggrappava saldamente con le mani alla schiena dell'altro. Medeo sapeva che gli avrebbe lasciato dei segni dopo. Succedeva spesso quando facevano così.

"Stai cercando di distrarmi," Patroclo restò quasi senza fiato quando toccò l'acqua con la schiena.

"Ci puoi scommettere."


~*~

L'autunno passò troppo velocemente per entrambi. Medeo compì sedici anni. Non molto tempo dopo, si svegliarono con il ghiaccio luccicante per terra. Avevano ricominciato a dormire sotto le stesse coperte, quindi Patroclo si svegliò quando sentì Medeo alzarsi. Era in piedi dall'entrata della caverna, avvolto in una coperta, tremante per il ghiaccio sotto i suoi piedi nudi.

"Merda," disse Medeo.

Non era facile come sembrava neanche trovare una barca che attraversasse il Mare di Mezzo, su verso Il Mare Inospitale (attuale Mar Nero). Medeo alla fine riuscì a farsi dare un passaggio su una nave mercantile, con la promessa di aiutare durante il viaggio.

"Ascolta, Medeo," disse Patroclo, guardandosi intorno vedeva i marinai caricare le mercanzie sulla barca. "Volevo solo dirti--"

"Non farlo," lo interruppe Medeo, con uno sguardo severo. "Non voglio mai sentirti dire delle bugie. Sei troppo buono per fare una cosa simile. Non come me."

Patroclo aggrottò le ciglia. "Cosa intendi dire? Non stavo mentendo su niente!"

"Sì, invece, consapevole o no." Medeo strinse l'amico in un forte abbraccio. "Ti ricordi quel segreto? Quello che non ti avevo detto?"

"Sì?"

"Vuoi ancora saperlo?"

"Sì," disse Patroclo. Non c'era alcun fine dietro. Medeo si portò avanti e sussurrò al suo orecchio così a bassa voce che sembrava quasi un respiro. Patroclo sobbalzò. "Cosa?!"

Medeo lo guardò molto seriamente. "Dagli tempo."

Si abbracciarono un' ultima volta quando il capitano urlò a Medeo che se non fosse salito immediatamente l'avrebbero lasciato lì. Per la terza volta nella sua vita, Patroclo guardò qualcuno che amava scomparire all'orizzonte senza sapere se l'avrebbe rivisto.


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Nota dell'autrice
:

Aww.. sì.. questa è la fine di Medeo! In realtà sono molto triste... Quando all'inizio ho pensato di usarlo, lui e Patroclo in teoria non dovevano legarsi così tanto. E adesso lascio a voi indovinare il segreto per ora.

Non ho mai scritto qualcosa come l'ultimo pezzo della prima parte; ma sentivo il bisogno di inserire una battuta sulle cosce in quel pezzo. Perchè è uno dei commenti preferiti (almento, per quanto mi riguarda) su Efestione.

Un paio di altre cose: i compleanni. Non so perchè ho scelto le stagioni dei loro compleanni, mi sembravano apposite. Quello di Patroclo in primavera, quello di Medeo in autunno, e quello di Achille in inverno. E spero tanto di non aver fatto errori stupidi, perchè ho deciso che Medeo era più vecchio di Patroclo. Inoltre, stavo pensando alle differenti descrizioni di bellezza. Ho sentito chiamare Achille "splendido, bellissimo", ma non credo sia come Patroclo, che è più "bello". Medeo è solo sexy (probabilmente perchè è, dopotutto, guidato dal sesso come nessuno degli altri due sarà mai.)

Il "Mare di Mezzo" è l'Egeo—Egeo è morto da pochissimo dopotutto! Il Mare Inospitale è il Mar Nero; Non ero sicura di come chiamarlo, quindi ho usato un termine che si suppone provenga da Molto Tempo Fa. Oh, e la Colchia è l'attuale Georgia.

   
 
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