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Autore: Fuffy91    13/06/2010    3 recensioni
Strinse il pugno sul suo bastone magico, aggrottando il viso, corrucciato. Era ancora vigile, su di loro, e pronta ad attaccare. Poteva avvertire il suo respiro gelido sulla sua pelle e il suo risolino beffardo scuotergli le viscere. Sbarrò gli occhi, alzandosi dal suo seggio di scatto, attirando l’attenzione di Frodo e di Aragorn, che seguì lo sguardo di Legolas, dilatato e teso, verso un punto indefinito della boscaglia.
“ Arrivano.”
Sussurrò, nel momento esatto in cui una massa brulicante di orchi fuoriuscì dagli alberi, urlando e sguainando le loro armi.
AGGIUNTO 25° CAPITOLO!!! BACISSIMI, FUFFY91!!!^____^***
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Frodo, Legolas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo23

Quel mattino, Frodo si ridestò con l’inconfondibile odore di brina ad invadergli le narici. Respirò profondamente, incurvando le labbra rosee in un sorriso sereno, alzando le braccia e puntellando i piedi, fasciati dalla coperta che sentiva accarezzargli le gambe, stiracchiandosi con un mugolio soddisfatto.

Solo allora, aprì gli occhi, sbattendo più volte le palpebre, per abituarsi alle prime luci del sole, i cui raggi penetravano attraverso la fenditura creata dall’apertura dell’ampia tenda, in cui lui ed i suoi compagni, avevano trascorso la notte. Nel momento in cui si levò a mezzo busto, lasciando che la coperta in pelle di cervo, scivolasse dal suo petto, fino alla sua vita, in un morbido fruscio e stropicciandosi gli occhi, ancora velati di stanchezza, avvertì la Gemma del Destino, brillare di una luce rassicurante, riscaldandolo con il suo calore, dolcemente e senza fretta.

Frodo, quasi inconsciamente, la strinse nel pugno della sua mano, avvertendola, per la prima volta, pulsare come il cuore di un pulcino. Sorpreso, la osservò sul suo palmo, lasciando che i suoi bagliori luminescenti, colpissero Sam, disteso al suo fianco e che, infastidito, mugugnò, strizzando le palpebre serrate, aprendo gli occhi ambrati di scatto, levandosi come se gli avessero gettato un secchio d’acqua fredda sul viso. Si guardò intorno, circospetto, per poi puntare lo sguardo sbalordito, sul volto del suo padrone ed in seguito, sul piccolo sassolino di diamante e cristallo, che brillava nel palmo della sua mano.

“ Brilla spesso, ultimamente.”

Costatò, sospirando affranto, Sam.

Frodo annuì, osservando la Gemma, rapito da invalicabili pensieri.

“ Si, molto spesso.”

Sam lo osservò a lungo. La preoccupazione dipingeva il suo volto bonario. Era da un po’ che Frodo gli appariva più sereno, rilassato, sorridente come molti anni, dopo l’avvento dell’Unico Anello di Sauron, non era mai stato. Questo, da un lato,  lo riempiva di gioia, ma dall’altro era fonte costante di ansietà.

La Gemma appariva come una lucciola nell’oscurità di un bosco, illuminandosi ad intermittenza, come se seguisse i battiti di un cuore. In un lampo, una scoccante consapevolezza lo raggelò. Ricambiando quasi automaticamente, il sorriso del suo padrone, non udendo le sue parole rassicuranti, mentre lo seguiva con gli occhi alzarsi e dirigersi verso la tenda, ad un tratto, il mondo sembrò gravargli sulle spalle come un peso opprimente, e quasi era tentato a richiamarlo, per arrestare il suo passo, come se fuoriuscire da quella tenda, equivalesse non rivederlo mai più.

Sam comprese che quella Gemma, quel piccolo gioiello magico, in apparenza così innocuo, stava succhiando via, dal suo migliore amico, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, tutta l’energia vitale.

Lo illudeva, facendogli credere che la sua natura fosse buona, ma in realtà, agli occhi di Sam, sembrava più simile ad un parassita. Taras aveva detto la Gemma non era come l’Anello, che non fosse dotata di vita propria. Ma Sam aveva letto nello sguardo di Gandalf il timore quando la Gemma aveva preso vita nel palmo della mano di Frodo, quel giorno, a Gondor.

Lo stesso timore e la stessa ansia che aveva scorto nel mago, anche la sera prima, durante la cerimonia festosa delle amazzoni.

Il giovane hobbit sospirò, strofinandosi la testa con una mano, corrucciato. Pensieri frenetici affollavano la sua piccola mente, tutte concentrate sul rischio di vita del suo padrone.

“ Sam, va tutto bene?”

Si sentì richiamare alla realtà da un preoccupato Frodo, che non appena si era voltato per informarlo della loro prossima partenza, lo aveva trovato in preda ai morsi dell’agitazione, senza capirne il motivo.

Ma Sam lo tranquillizzò con un sorriso gentile, alzandosi a sua volta da sua giaciglio e dicendogli:

“ Tutto bene, Padron Frodo. Solo un po’ di mal di testa, sicuramente dovuto al vino di ieri sera.”

Cercò di sdrammatizzare. Ma il sorriso con cui lo ricambiò l’hobbit bruno, era debole. Non era riuscito a convincerlo del tutto.

“ Dimmi la verità, Sam. C’è qualcosa che ti turba, vero?”

Sam spense il suo sorriso ed abbassò lo sguardo, pensoso ed indeciso se renderlo partecipe dei suoi pensieri, oppure evitargli ulteriori affanni.

Frodo, notando la sua incertezza, si avvicinò e posò una mano sulla sua spalla, cercando di catturare i suoi occhi, improvvisamente tristi.

“ Qualunque cosa sia, non avere timore a confidarti con me. In tal caso, mi operò ad aiutarti, in qualsiasi modo.”

Sam rimase piacevolmente colpito dalle parole del suo amico, tanto da portare le sue labbra ad incurvarsi di un sorriso riconoscente, che Frodo ricambiò, ora meno teso. Era davvero fortunato, ad avere un amico come lui.

“ A dire il vero, Padron Frodo, ci sarebbe una cosa che mi angustia e di cui non riesco a liberarmi.”

Frodo annuì, serio ed attento.

“ Parla pure liberamente, Sam. Ti ascolto.”

Sam si mosse irrequieto, ma poi, preso coraggio, lasciò che le parole e tutti i suoi dubbi prendessero vita e fuoriuscissero dalle sue labbra, senza alcun freno.

“ Ecco…so che forse vi arrabbierete, ma io…devo dirvelo. È la Gemma, Padron Frodo. Ho timore che vi stia facendo del male, senza che voi ne siate cosciente.”

Frodo abbassò il capo al suolo, per poi sorridere ed osservarlo comprensivo e sereno.

“ Lo so, Sam, lo credo anch’io.”

Sam strabuzzò gli occhi, calmando il suo affanno, dovuto all’agitazione di quella confessione che, ne era convinto, avrebbe potuto scatenare una lite fra lui e Frodo. Credeva che si sarebbe rabbuiato e che avrebbe cercato di convincerlo che non era vero, che andava tutto bene, che la Gemma del Destino era diversa dall’Anello, che leniva le sue ferite, causate dall’oblio che il gioiello malvagio del Signore Oscuro aveva causato nella sua anima…di certo non si aspettava quella placida accondiscendenza.

“ Davvero? Lo credete anche voi?”

Frodo annuì, per poi sospirare e mormorare:

“ Ah, Sam! Mio caro Sam!”

Si sedette sul giaciglio, e Sam lo seguì, ancora sbigottito.

“ Sono perfettamente cosciente che la Gemma si sta impadronendo, a poco a poco, della mia essenza. Ed in fondo, non posso nemmeno fargliene una colpa. È questa la sua vera natura. La consapevolezza si è fatta strada dentro di me, da molto tempo, ormai.”

“ E, pur sapendolo, non volete rinunciare?”

Frodo scosse la testa, in segno di diniego, e Sam alzò gli occhi al cielo, esasperato.

“ Ma, Padron Frodo, non potete lasciare che accada di nuovo. Che un altro gioiello magico, si impadronisca di voi. Io…”

Disse, alzandosi e dandogli le spalle. Frodo lo osservò, sorridendo tranquillo. Ormai, qualsiasi cosa gli avesse detto, non sarebbe tornato sui suoi passi. Aveva deciso.

“ Io non ve lo permetterò! È troppo rischioso. Non sappiamo cos’altro potrebbe farvi Venia, nel momento cruciale della battaglia. E poi, anche se riuscisse a porre la Gemma nella Nicchia di Luce, e se questa riuscisse a purificare la Signora dell’Oscurità, che cosa succederà a voi, Padron Frodo?”

Lo osservò animato. Frodo, puntando lo sguardo limpido sulla Gemma, che brillava dolcemente nella sua mano, disse placido ma deciso.

“ Non ha importanza, Sam, cosa mi capiterà.”

“ Non ha importanza!? Ma, Padron Frodo…”

Esclamò indignato e sorpreso, allo stesso tempo, Sam, avvicinandosi a lui, nuovamente, e risedendosi al suo fianco.

“ Per tutti i troll, Padron Frodo! È la vostra vita, di cui stiamo parlando!”

“ Lo so, Sam. Ma…”

Aggiunse, prima che potesse investirlo con altre parole, per lui, ora, superflue.

“ Ho già rischiato la mia vita, Sam, in un’altra occasione, in un'altra guerra. Cambiano i nemici, cambiano i luoghi, ma il movente è sempre lo stesso, ciò che ci spinge a lottare, lottare, lottare senza sosta, finché l’ultima goccia di energia, defluisca dal nostro corpo.”

Si voltò verso Sam, per poi continuare:

“ Difendere il buono che c’è in questo mondo, Sam. Come tu stesso mi dicesti, quando ormai la disperazione e l’angoscia aveva schiacciato ogni mia speranza.”

Sam trasalì a quelle parole, e Frodo gli sorrise, circondandogli le spalle con un braccio.

“ Perciò, non posso arrendermi Sam. Non posso permettermelo, non ora né mai. Non posso e non voglio. Ma voglio aiutare Aragorn, Gandalf, Taras e tutti gli altri a sconfiggere il male. Voglio far continuare a sorridere la principessa Herion e concederle di correre liberamente, nei prati di Bosco Bianco. Voglio che i regni di Holmes, Ruer e Murnirm, siano liberi di pensare ad un futuro senza ombre. Voglio che Arwen veda Aragorn ritornare da lei, sano ed incolume. Voglio vedere Gimli scambiarsi battute taglienti con Legolas. Voglio che Gandalf ritorni a farci visita nella Contea, e a vivere tante altre avventure. Voglio che Will inviti Romilda a ballare con lui. Voglio vedere Merry e Pipino ritornare alla Contea e prendersi in giro, mentre fumano erba-pipa a volontà.”

Concluse, osservandolo e scontrando la fronte con la sua:

“ Ed infine, voglio vedere te, Samvige Gaingie, ritornare da Rosy, godere delle risate dei tuoi figli e piantare nel mio giardino tutti i fiori che più ti aggradano.”

Sam rise a quelle parole e staccatosi da lui, con lo stesso brillio di consapevolezza che vedeva risplendere negli occhi di Frodo, afferrò la sua spalla e gli promise:

“ Anch’io, allora, voglio restare al vostro fianco, Padron Frodo, fino alla fine, come sempre. E desidero, vedervi tornare con noi alla Contea e costruire un futuro in pace, senza alcuna malvagità a minacciarvi.”

Frodo gli sorrise, riconoscente.

“ Grazie, Sam.”

Fu proprio quando Sam ricambiò il suo sorriso, che Aragorn fece la sua entrata nella tenda. Li osservò e se comprese il motivo dei loro discorsi, non lo rivelò mai.

“ Frodo, Sam. È ora. Dobbiamo partire.”

****

“ Raggiungeremo Murnirm. E da lì, poi, ci imbarcheremo verso il regno di Venia: Isidras.”

Disse Taras, a Vanesia, che annuì, per poi comunicare le loro intenzioni alle sue sorelle Amazzoni, già, come lei del resto, in groppa ai loro rispettivi destrieri, armate e pronte a partire. Tra di loro c’era anche Romilda, a cui Will inviò un bacio, causandole un gesto di esasperazione, che causò una sua risata fragorosa.

“ Taras, hai detto, che ci imbarcheremo.”

Gli chiese Frodo, già posto dietro Aragorn.

“ Isidras è un’isola. Dovremmo raggiungerla per via mare.”

Lo informò il tenace Taras.

“ Sir Orfin ha delle navi capaci di contenere gli eserciti di Ruer, Holmes, Murnirm, quelli delle Amazzoni e degli Yorias?”

Gli chiese calmo Aragorn, che spronò il suo cavallo scalpitante.

“ Si. A detta di Edward, Orfin possiede tre vasti galeoni da guerra, che usa durante le lotte contro i mercenari.”

“ Tre non basteranno a contenerli tutti.”

Disse Gandalf, affiancandoli, in groppa al suo Ombro Manto, più bello e lucente che mai, ai raggi del sole.

“ Ce ne servirà almeno un altro, per riuscire a trasportare più di centomila uomini e donne…” aggiunse, ad un accenno indispettito di Oleandro che sorrise, per poi affiancare la sua regina:

“ …ad Isidras.”

Concluse il mago, nel momento in cui Will si unì a loro.

“ Magari Edward, Rayon o lo stesso Orfin, ci avranno già pensato, durante la nostra assenza.”

“ Lo spero vivamente.”

Sussurrò Gandalf, per poi riscuotersi e galoppare verso la base della vallata.

“ Forza, allora. In marcia verso il regno di Murnirm. Se partiamo ora, saremmo lì all’alba del secondo giorno.”

Gimli, in groppa al cavallo di Legolas, con l’elfo che stringeva le redini, sbuffò amareggiato.

“ Ci toccherà cavalcare senza alcuna sosta, trascurando il rifocillamento ed il riposo.”

Borbottò il figlio di Gloin, facendo sorgere un sorriso involontario sulle labbra di Legolas.

“ Come disse qualcuno, Gimli: sono i cavalli che corrono, non noi.”

Luthien si voltò nella sua direzione e ricambiò il suo sorriso, con uno lieve ma sincero, per poi raggiungere i cavalli di Taras e Will, frapponendosi fra i due.

“ Beh, non hai tutti i torti.”

Disse Gimli, facendogli nascere un nuovo sorriso, il cuore addolcito dallo sguardo più morbido e luminoso della sua amata. Solo la notte precedente, le aveva confessato il suo amore. Lei non aveva risposto, ma non lo aveva nemmeno respinto, né aveva rifiutato le sue attenzioni né si era dimenata, risentita, nella stretta tra le sue braccia.

Ora, doveva essere paziente e concederle il suo tempo. Doveva prima imparare ad amare sé stessa, ed in seguito, concedergli di varcare le porte del suo cuore.

Si sentiva pervaso di una nuova energia e non gli sarebbe dispiaciuto inaugurare un’altra gara con Gimli, che gli stava intimando di muoversi a raggiungere gli altri, già partiti verso la loro meta.

Intanto, mentre il vento fischiava tra le orecchie, per via della corsa incessante, udendo i nitriti e rumore roboante degli zoccoli dei cavalli, che tastavano con violenza il suolo erboso, Frodo strinse la Gemma del Destino luminescente al suo petto, lo sguardo lontano, prima di incontrare quello di Sam, aggrappato alla schiena di Luthien, che annuì sorridendogli.

Si, si ritrovò a pensare, stringendo ancora di più la presa sulla Gemma, che sembrò battere d’impazienza e speranza come il suo cuore, sarebbe andato tutto bene.

Isidras sarebbe stato l’ultimo atto in cui si sarebbe disputata la resa dei conti. Vincere o perire. Frodo avrebbe fatto di tutto per portare a termine la sua e la battaglia di tutto il mondo, contro il male. Ora e per sempre.

****

Come previsto da Gandalf, giunsero a Murnirm all’alba del secondo giorno dalla loro partenza da Marzia. Gli abitanti della città, osservarono sbigottiti le tribù delle Amazzoni e degli Yorias, attraversare le ore strade, correndo incessantemente, fino ad arrestarsi definitivamente, nell’ampio cortile della fortezza, dove i loro soldati e quelli di Holmes e Ruer, era in fermento per ultimare i preparativi per il viaggio verso Isidras.

Venne loro incontro il principe Varen, sorridente più che mai.

“ Siete tornati. È una gioia rivedervi.”

Disse, abbracciando Aragorn e stringendo la mano di Taras, entusiasta.

“ Finalmente, siete arrivati. Orfin era diventato così impaziente, da minacciare di partire senza di voi.”

Disse il re di Ruer, Sir Rayon, i capelli biondo cenere, resi bianchi alla luce tenue del primo sole.

“ Fortuna che siete giunti, giusto il tempo per rendervi partecipe di un nostro problema.”

Gandalf sospirò alle parole di Sir Edward, mentre Varen e Rayon facevano la conoscenza di Vanesia e Yoria. La prima sorridente e fiera, l’altro deciso e sbrigativo.

“ Immagino, che il problema di cui parlate, sia la mancanza di mezzi.”

Edward strinse le sue labbra rosse e i suoi occhi dorati brillarono di frustrazione.

“ Si. Ah, maledizione! Proprio ora che eravamo ad un passo per disputare la battaglia definitiva contro la Dama delle Tenebre.”

Disse, indignato.

“ Potremmo costruire un’altra nave, se è questo che vi occorre.”

Si offrì Yoria, ottenendo un conferma di aiuto in Romilda, che otttenne.

Ma Aragorn soppresse la loro azione sul nascere.

“ No, occorrerebbe troppo tempo. Dobbiamo agire in fretta, per non evitare l’effetto sorpresa in Venia. Di certo non si aspetterà un’unione tra Yorias ed Amazzoni.”

“ Aragorn ha ragione.”

Disse Rayon.

“ Si, ma allora cosa proponete di fare? Non ci rimane altro modo, al momento.”

Disse Will, smontando dal suo cavallo ed affiancandosi a Taras e Luthien, intenta a giocare con i suoi capelli. Frodo si arrovellava per cercare un soluzione alternativa, ma all’improvviso, scorse in lontananza, fra i lavori dei soldati, Sir Orfin procedere a grandi passi verso il loro gruppo, più infuriato e sdegnoso, che entusiasta come il figlio ereditario, prima di lui, seguito da sua figlia, Dama Molis, i capelli raccolti in boccoli ordinati e biondo ramato, abbaglianti alla luce del nuovo dì, come l’azzurro intenso del suo elegante vestito.

A mano che si avvicinavano, Frodo riuscì a captare i loro discorsi.

“ Padre, vi prego, vi invito a ragionare. È l’unica soluzione possibile.”

Diceva lei, cercando di affiancarlo.

“ No, no, e ancora, no! Non permetterò mai che mia figlia scenda a patti con un delinquente, un furfante, un intrigante, uno scellerato, un fuorilegge, un…”

“ Un bravo uomo!”

Esclamò lei, arrestandosi di scatto e scrutandolo risentita, i pugni chiusi e le braccia tese lungo i fianchi.

Orfin si arrestò di scatto, voltandosi sorpreso dalla sua reazione. Evidentemente, non aveva mai visto la sua dolce figliola rivoltarglisi contro così, data la sua espressione sbalordita, sottolineata dagli occhi color acquamarina sbarrati e le labbra tremolanti socchiuse.

Romilda e Vanesia la guardarono con interesse, sorridendosi a vicenda e a Frodo parve di sentire la prima mormorare:

“ Però, che caratterino ha la principessina.”

“ Molis, cara, ti prego. Cerca di ragionare. È un mercenario della peggior specie. Io, non posso permettere che…ho delle responsabilità verso il mio popolo…non posso metterlo in pericolo, io…”

Ma Molis era irremovibile. Rimase in quella posizione autoritaria, quasi senza respirare, fino a quando non disse:

“ Lui verrà. Me l’ha promesso. Ci aiuterà. Non ha nulla da perdere. In fondo, la guerra contro Venia interessa anche lui.”

Insistette Molis, ma Frodo non riuscì a capire a quale lui si riferisse.

Orfin sbuffò, borbottando:

“ So io, che cosa interessa a quel manigoldo libertino.”

Molis rilassò le membra del suo corpo, per poi rivolgersi al re di Ruer, che la accolse tra le sue braccia, come se fosse un’altra delle sue figlie.

“ Ti prego, Rayon. Cerca di convincerlo tu, che è la cosa migliore per tutti.”

Lo pregò, gli occhi castani e grandi pieni di commozione, che minacciò di sciogliere il cuore troppo tenero del sovrano di Murnirm, che temporeggiò indeciso.

Sir Rayon sorrise alla principessa.

“ Ti aiuterei volentieri, dolce Molis, se solo sapessi a cosa ti riferisci.”

“ Per la nave in più che vi occorre. Devis ha promesso che sarebbe accorso a  Murnirm, per rederci il suo utile apporto.”

Rayon osservò prima Edward e poi Aragorn, che chiese gentile alla principessa, anche se la sua voce profonda, trapelava una nota di entusiasmo.

“ Chi è Devis, mia signora?”

Molis puntò il suo sguardo sul re di Gondir, per poi sorridere amabilmente.

“ E’ il mio migliore amico. Mi ha salvato da morte certa, cinque anni or sono. E da allora, le sono stata sempre riconoscente.”

A quelle parole, seguì un nuovo sbuffo del re.

“ Non esageriamo. Per aver ucciso un paio di orchi. Non vedo una riconoscenza eccessiva, in questo.”

Molis lo trucidò con lo sguardo.

“ E’ un bravo uomo. E ha salvato la vita di vostra figlia.”

“ Ha ragione padre.”

Disse Varen, scoccando nuovamente Orfin, che li guardò entrambi come se non li riconoscesse.

“ Oh, ma bene! Messo alle strette da entrambi i miei figli. È una cosa inammissibile! Io,  Sir Orfin, sovrano di Murnirm, chiedere aiuto a un…un…”

“ Se non c’è altra via, io approverei di buon grado la soluzione di Molis. Semplice e vantaggiosa.”

Approvò Rayon, ammiccando verso Molis, che mimò con le labbra un “ grazie” riconoscente.

“ Anch’io, se fossi in lei Sir Orfin, non la sdegnerei.”

Concluse Gandalf, appoggiandosi al suo bastone, sorridendo alla principessa, che ricambiò imbarazzata.

Ad un tratto, seguita la capitolazione di Sir Orfin, un soldato accorse trafelato. Portava un’armatura verde smeraldo, con un leone ed un serpente sul davanti, che si davano battaglia. Era uno degli eserciti di Murnirm.

“ Mio signore!”

Urlava, prima di giungere al cospetto del suo re, fermandosi affannato.

“ Mio signore…una nave, mio signore, …al porto, è attraccata…ha vele nere…mio signore, e sulla prua la testa di un leone.”

Lo informò, con relativo sforzo. A quelle parole, le guance di Molis si accesero di un rossore di piacere, sorridendo felice e luminosa.

“ E’ lui! E’ Devis! Solo lui ha una nave con un leone inciso nel legno della prua.”

Detto questo, corse lungo le pendici del monte ad est, seguita da suo padre e dal resto della compagnia, mentre gli Yoria e le Amazzoni avevano preferito unirsi ai soldati dei rispettivi regni, per affrettare la partenza.

“ Molis! Molis, aspetta! Oh, ma dove è andata!”

Disse Sir Orfin, arrivato ai piedi del porto, le cui entrate erano scolpite nella roccia. Frodo e Sam si meravigliarono nello scorgere tre grandi navi in legno di frassino, molto più simili a galeoni, riempire quasi interamente lo spazio. Ma grande fu il loro stupore nell’intravedere un’imponente nave con vele nere, con assi del colore della terracotta e le fauci spalancate della testa di un leone, che si confondeva con la prua.

Ai piedi del porto, con la spuma del mare che si infrangeva lungo gli scogli, il vento ricolmo di salsedine a smuoverle i capelli e la veste, c’era Molis, mentre in piedi, sul parapetto della nave, afferrato ad una cima, c’era un giovane vestito con abiti semplici, camicia bianca sbottonata ad intravedere il petto abbronzato, pantaloni di cuoio marroni, capelli neri più del carbone, lunghi, ondulati e lasciati sciolti sulle spalle, occhi anch’essi neri, ma brillanti di malizia.

Con un sorriso abbagliante, investì Molis, che ricambiò dolce, nonostante il rossore diffuso sulle sue guance.

“ Salve, principessa.”

 

 

Angolo dell’autrice.

Salve a tutti!!! Scusate il ritardo immenso, ma tra uno studio e l’altro, sono riuscita a regalarvi solo questo capitolo!!! Mi scuso umilmente per l’immenso ritardo! Vedrò di rimediare in seguito!!!

Ma ora, passiamo ai

Ringraziamenti a…

LadyElizabeth: Non preoccuparti!!! Grazie mille per i tuoi commenti!! Sei dolcissima e cara, come sempre!!! Vedrò di farlo presente a Legolas, che sei disponibile anche se, come hai letto, è sempre più preso dalla misteriosa Luthien!! Sarà dura fargli cambiare idea!XD Vanesia e Yoria sono personaggi fieri e temerari che mi riempiono di orgoglio, mentre con Romilda e Will c’è sempre da ridere e scherzare, anche nei momenti più calienti!XD Spero ti sia piaciuto anche questo nuovo capitolo, e che mi seguirai anche in seguito!! Baci baci e grazie mille ancora, Fuffy91!!^__^*

Elizabeth Black: Accidenti, Fanny, mi piace troppo il tuo nuovo nick!! È così…Black!!!XD

Allora, che mi dici?? Ti è piaciuto questo nuovo cap??? Spero di si!!! Grazie mille per i tuoi immancabili commenti!!! Sei sempre carina e divertentissima!!! Quel “pezzo di elfo “ di Legolas sarà più fortunato, vedrai, vedrai!!! Ma non ti dico più nulla, altrimenti mi sbilancio!!!XD A prestissimo, allora!!! Baci baci, Fuffy91!!^__^*

Inoltre, ringrazio tutti quelli che leggono, che seguono, che hanno messo questa storia tra i preferiti e le storie da ricordare!!!

Baci baci a tutti voi!!! Fuffy91!!!

^________________________________________^***

 

 

 

  
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