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Autore: fabiolina    13/06/2010    4 recensioni
E se dopo aver salvato Edward alla nostra Bella fosse toccata una sorte diversa a Volterra?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera e domenica a tutte...caspiterina leggete sempre in tante e non commenta mai quasi nessuno...mah!

Benvenute alle nuove seguite,preferite etc...

questo che state per leggere un altro pov...Edward...dopo tanto tempo non è stato facile ricalarmi nei suoi panni...spero vi piaccia...

Buona lettura!

Bellina: eh purtroppo ho parecchio da fare e ho dovuto rallentare parecchio i post...ma se riesco cercherò di rimettermi in marcia!per quanto riguarda Victoria...non è morta e chissà che in un capitolo di questi i Cullen se la ritrovino all'uscio...chissà...la pace per ora è ancora da trovare!grazie come sempre delle tue parole!un bacione

Maylea: ben arrivata!sono contenta tu apprezzi e diciamo che Ed sarà combattuto ancora per un pò poi chissà....ihihih

Cla: dunque per quanto riguarda i vestiti del matrimonio mancano solo quelli di Ed e Bella e quelli non li vedrete fino al matrimonio che arriverà tra un pò tantino...le battute servono ad alleggerire e colorare la storia...arriveranno anche i tempi dell'ansia e delle lacrimucce...forse...


BUONA LETTURA


TRENTACINQUESIMO CAPITOLO

Punto di vista di Edward

Dopo aver annunciato ufficialmente il nostro matrimonio alle nostre famiglie, Bella era stata quasi costretta, per ripicca, da suo padre, a comunicarlo lei stessa a Reneè. Era terrorizzata all’idea della reazione della madre. Per fortuna Reneè si dimostrò molto più elastica del previsto, e di Charlie, congratulandosi semplicemente.

Ora ero nel grande salone di casa che aspettavo i miei fratelli e nostro padre per andare alla baita.

Ci aspettavano tre giorni di caccia mentre le ragazze erano a fare la bella vita a L.A. All’inizio mi ero opposto categoricamente, ma alla fine, con il saggio intervento di Carlisle avevo ceduto, dando piena libertà a Bella.

Dopo un’ora circa eravamo tutti nella jeep di Emm.

Ovviamente non seguii nemmeno uno dei discorsi intavolati, troppo preso a messaggiare con Bella. Mi ritrovai ad incoraggiarla a godersi la gita proprio come avevo fatto la sera prima mentre eravamo a caccia.

Nonostante fossimo in estate inoltrata trovammo la baita circondata dalla neve e ci volle più del previsto per sgombrare vialetto e cortile.

Una volta sistemati, Jazz e nostro padre si persero in un’interminabile sfida a scacchi, Emm attaccò una console alla tv e io mi misi su una poltrona accanto al camino accesso, nel salone con loro, a leggere. Il fuoco scoppiettante, anche se inutile per noi, regalava un’atmosfera pacifica. E io mi persi tra le vicissitudini di Cime Tempestose.

Quanto io e Bella avessimo in comune con i protagonisti mi era stato chiaro fin da quando mi ero dedicato alla lettura di questo classico della letteratura. Ora però avevamo deciso di dare una svolta al nostro rapporto. Volevamo incominciare a crescere assieme e accettando la mia proposta Bella mi aveva dato una grande dimostrazione del suo impegno. Certo l’unico che tra i due avrebbe dovuto impegnarsi sul serio sarei dovuto essere io. Io l’avevo abbandonata distruggendola e qualcun altro aveva tenuto insieme i pezzi. Ora stava a me riguadagnarmi la sua fiducia e quella di chi le stava accanto e chiedendole di diventare mia moglie avevo fatto il primo passo. Il matrimonio per me era un vincolo sacro e indissolubile, a differenza della moda d’oggi dei divorzi. Lei avrei dedicato la mia eternità, mi sarei impegnato anima e corpo per renderla felice. Anima. Edward Cullen aveva un’anima? Io ero certo di no, ma Bella si era battuta tenacemente perché mi convincessi del contrario e forse cominciavo a fare mia davvero questa sua convinzione. Come avrebbe potuto, un mostro senz’anima, provare quelle emozioni che io provavo al solo pensarla? Forse non ero un dannato, ma l’avrei scoperto solo quando la vita sarebbe finita, cosa che, con Bella al mio fianco, avrei posticipato a mai più.

<< Ed ma ci sei? >> mi passò una mano davanti al volto Emm

<< Che c’è? >>

<< Sono 10 minuti che ti chiamiamo. Andiamo a caccia, alzati >>

<< Arrivo, arrivo >>

Così ci buttammo a capofitto tra la vegetazione della foresta canadese in cerca di qualche grosso orso o alce con cui dissetarci.

<< Ed potresti smetterla di essere così in ansia! Mi stai facendo impazzire! Goditi questo pomeriggio tra noi! Con loro c’è Esme, non potrà mai succedere nulla e poi fra poco ti sposerai e ti eclisserai completamente da casa. Chissà quando ti rivedremo! >> mi urlò esasperato Jasper mentre lasciava cadere la carcassa di un enorme orso.

<< Scusa! Hai ragione! Ma non mi piace starle lontano. E poi non mi eclisserò da casa! Avremo la nostra luna di miele e al nostro ritorno tutto tornerà alla normalità. >> rassicurai io.

Normalità. Vocabolo estraneo da un bel po’ alle nostre vite ma ora ci stavamo per sposare e nulla ci avrebbe più diviso. L’intera eternità per bearmi della sua presenza al mio fianco. Non potevo chiedere di più!

<< Ragazzi direi che abbiamo cacciato a sufficienza, che ne dite di rientrare alla baita? >> aveva esordito Carlisle che si era riunito a noi con Emmett.

<< Sfida alla play ragazzi, chi perde paga pegno! Gioca anche papà! >> ci impose il nostro fratellone.

Passammo così quasi 24 ore attaccati a quella diavoleria del XXI secolo. La sorpresa più grande fu il vincitore della nostra maratona calcistica: Carlisle! Mentre l’ultimo classificato guarda caso fui io.

<< Dopotutto dovresti essere contento, se avessi vinto io mi sarei inventato una bella penitenza per te, Eddino mio! Invece con papà la passerai liscia come sempre uffa >> piagnucolò Emm facendo scoppiare Jazz in una fragorosa risata.

Da quanto tempo non passavamo del tempo tra noi in modo così spensierato. Quasi mi spiaceva pensare che da lì a qualche ora saremmo rientrati a casa.

<< Edward, figliolo prima di rientrare volevo parlare un attimo io e te, soli. Ti vanno quattro passi fuori? >> mi richiamò pacato Carlisle.

 << Certo, andiamo >> risposi semplicemente.

Camminammo per una decina di minuti, inoltrandoci nella foresta. Era calato il silenzio tra noi e se non avessi avuto pieno accesso ai suoi pensieri avrei cominciato a preoccuparmi.

<< So che a grandi linee hai già chiaro ciò che sto per dirti, ma esporlo ad alta voce, mi farà sentire a posto con il mio ruolo di capo famiglia - aspettò un mio sorriso per proseguire – Vedi Edward quello che ti stai apprestando a fare è un passo importantissimo, soprattutto per individui come noi. Tu stai per legarti indissolubilmente ad una compagna per l’eternità e non ti nego quanta sia l’emozione per me. Vi amo tutti immensamente, ma tu sei stato prima di tutto un compagno e poi un figlio ed è indubbio che ciò che ci lega sia ancora più forte e profondo. Dopo decenni hai trovato sulla tua strada un’umana che ha “cantato” per te e ora al tuo fianco hai l’essere immortale più straordinario che io abbia mai conosciuto. Anche tu sei un ragazzo speciale, ma tra le mani hai una perla rara che credo saprà stupirci altre mille volte ancora. Il vostro amore è qualcosa che ancora ora, nonostante la mia esperienza, non riesco a comprendere davvero. Talmente grande da travolgervi e farvi perdere il senso di voi e questo potrebbe essere sempre un problema. In una coppia è necessario un giusto equilibrio tra l’individuo e l’insieme. Il dialogo è alla base di tutto. Qualsiasi sarà mai il problema da affrontare, non prendere mai decisioni avventate con la scusa dell’altruismo e del sacrificio, condividi con Isabella ogni tuo dubbio, paura e pensiero e tutto sarà estremamente più semplice perché sarete in due ad affrontarlo. Continua a coltivare le tue passioni e rendine Bella partecipe, ma non sacrificarle per lei. Non lo vorrebbe e non te lo chiederebbe mai. Ma soprattutto non impedire a lei di mantenere e coltivare quei contatti che ancora la legano alla vecchia normalità. Svaniranno in fretta e non ti perdonerebbe mai di averle fatto perdere una qualsiasi esperienza o momento con qualcuno a cui lei tiene. Sopravvivrà ai suoi cari e agli amici. Non potrete condividere secoli insieme se tra voi ci saranno i suoi rimpianti e i tuoi divieti. Sai bene soprattutto a chi mi riferisco e credo che almeno fino al matrimonio, se lui accetterà, dovrai lasciare loro spazio. Lasciala sempre libera di scegliere e vedrai che alla fine sarai sempre tu la sua scelta. >>

Ascoltai attentamente ogni parola di Carlisle e dovevo ammettere che sentirle oltre a “leggerle” aveva sortito un effetto maggiore. Avevo soppesato e stavo riflettendo su ogni concetto che voleva trasmettermi. Erano cose importanti e fondamentali perché tra me e Bella funzionasse. Avevo sempre voluto conoscere ogni suo pensiero, ma non mi ero mai premurato di condividere i miei con lei e così ero finito per abbandonarla e andare poi dai Volturi. Dovevo far tesoro dei miei errori e imparare da essi. D’ora in poi avrei discusso con lei ogni mia preoccupazione. Avrei dovuto lasciarla libera di frequentare Jacob qualora avessero chiarito. Forse prima avrei fatto un discorsetto con quel lupo pompato d’ormoni, ma mi dovevo fidare di Bella e delle sue scelte, confidando che il nostro amore avrebbe vinto sempre su tutto.

Dopo minuti interminabili di silenzio e riflessioni, mi fermai al fianco di mio padre e, avvinandomi, posai una mano sulla sua spalla.

<< Credo che sentirti dire queste cose mi abbia davvero fatto bene. Grazie Carlisle. Non potrei volere una guida, un compagno e un padre migliore per l’eternità >> e ci abbracciammo proprio come padre e figlio.

<< Ehi anche io voglio un abbraccio da mio fratello! >> ruppe l’atmosfera Emm.

<< Vieni qui orso! Approfittane perché sono ispirato! Jazz vieni anche tu! >> urlai ai miei fratelli prima di ritrovarci tutti e quattro stretti tra le braccia di Emmett.

Eravamo rientrati ormai da parecchio ed ero un po’ in ansia dopo l’ultima telefonata fatta a Bella. L’avevo chiamata per dirle che eravamo a casa, chiedendole poi che stesse facendo.

“ Non lo immagineresti mai!ma è una sorpresa! – Mi aveva detto ridacchiando prima di continuare - Sappi solo che questa vacanza è stata fantastica e ha dato ottimi frutti! Ci stiamo per rimettere in viaggio e fra 15 ore saprai tutto! Ah Edward prometti che non controllerai il conto in banca per i prossimi cento anni!”  

Poi aveva chiuso la chiamata frettolosamente non prima però di dirmi che mi amava. Almeno quello.

Lo stridere di pneumatici sportivi nel vialetto ridestò la mia attenzione. Percepivo solo un tipo di pensieri tutti incentrati su creme e profumi. Perché sentivo solo i pensieri di Rosalie? Mi precipitai fuori e ciò che vidi mi frastornò.

Rose stava scendendo da un’Aston Martin One 77 Volante, grigia metallizzata, ma cosa ancor più sorprendente era che la mia Bella era alla guida. Era tremendamente sexy sia per come era vestita sia perché stava al volante della macchina dei miei sogni. La donna e l’auto dei miei sogni in un connubio perfetto. Non potevo farcela.

Avevo appena percepito un sibilo irritante di mia sorella mentre mi passava accanto. I miei occhi erano solo per lei, per quei jeans corti che le lasciavano le gambe da urlo scoperte, per quel top stretto e per quegli occhiali da sole che mi celavano i suoi occhi.

 Era una visione! Bellissima! E inaspettatamente guidava una sportiva costosissima. Mi venne incontro allacciando le sue braccia dietro al mio collo e dopo un casto bacio sulle labbra parlò:

 << Allora? Che ne dici? Lo so che non è da me, ma … sì, sono al settimo cielo e voglio vivere a pieno la nostra eternità! Non appena mi sarò laureata e avrò un lavoro comincerò a ripagarti. Ed dimmi qualcosa per favore! Sei furioso? >>

Il fatto di vederla così felice non era una ricompensa già sufficiente? Per me si! Non dissi nulla, ma la strinsi forte e la baciai. Mi era dannatamente mancata. Un giorno o cento non faceva differenza, il vuoto che lasciava quando non era accanto a me bruciava. Scambiammo qualche buffa battuta e non appena tutta la famiglia fu di nuovo riunita Bella ci disse che aveva qualcosa di cui discutere con tutti e rientrammo.

Ci raccontò della telefonata a Sam e del proposito di quest’ultimo di ammettere Charlie al prossimo falò per metterlo al corrente delle loro leggende, delle nostre leggende.

Stava affrontando il problema con tutti noi. Non aveva semplicemente risposto “s”i o “no” a Sam. Non eravamo ancora sposati e già mi stava dando l’ennesima dimostrazione di che moglie fantastica sarebbe stata. Tutta la mia famiglia era con lei e io pure! Avevo solo paura che potesse soffrire se suo padre avesse preso male l’intera faccenda con il matrimonio vicino.

<< Voglio farlo e chiederò a Sam che tu possa essere al mio fianco al falò!Grazie! Non potrei desiderare di far parte di una famiglia migliore! >> disse per concludere prima a me e poi a tutti.

A smorzare la serietà del momento ci aveva pensato come sempre Emmett con qualche complimento ambiguo su Bella e l’Aston.

Dopo qualche battibecco tra noi fratelli Calisle ed Esme ci lasciarono e noi concludemmo la nottata spensieratamente in piscina. Ancora una volta Bella aveva attentato alla mia lucidità presentandosi coperta solo di un due pezzi blu intenso impreziosito di paillettes.

All’albeggiare rientrammo in casa perché Bella doveva tornare da Charlie per aggiornarlo e prepararsi per andare tutti e tre insieme ad invitare il branco al matrimonio.

Purtroppo saperla nel mio bagno che si cambiava aveva aggravato la situazione già resa critica dalla lontananza e il bikini. Era in bagno e mi stava parlando, ma sentivo a mala pena. La mia attenzione era completamente catalizzata sulla sua pelle liscia e bianca. Non resistetti più e in battito di ciglia mi ritrovai ad assaggiare il suo collo.

<< Eh no mio caro! Vorrei ricordarti che tu dovresti essere un “gentiluomo”! Quindi cerchiamo di minimizzare i contatti fino al matrimonio altrimenti sarà stata tutta fatica sprecata !A dopo amore mio! >> mi rimproverò per poi lasciarmi come un baccalà, solo nel mio bagno.

<< Se ci arrivo al matrimonio >> fu lo sbuffo esasperato che esalai trovandomi a fissare il vuoto. Una doccia gelata era quello che ci voleva ora. Ma perché diavolo mi ero imposto di rispettare le vecchie tradizioni?

L’Edward diciassettenne del XXI secolo stava decisamente maledicendo l’Edward “gentiluomo” del 1918.

Poco prima di pranzo arrivai come deciso davanti a casa Swan. Pioveva a dirotto e non appena suonai Bella mi aprì. Per un lunghissimo istante la vidi perdersi nell’analizzarmi centimetro per centimetro. Avrei goduto di questa adorazione a lungo se non avessi percepito i pensieri, come sempre ostili, di Charlie avvicinarsi, così riportai la mia fidanzata tra noi.

<< Buon giorno principessa! Capo Swan >>

<< Edward ti prego, chiamami Charlie, tanto a breve faremo parte della stessa famiglia e poi mi fai sentire così vecchio >> mi rimbeccò lui.

<< Buon giorno Charlie, siete pronti per andare alla riserva? >> mi corressi prima di rivolgermi al mio angelo.

<< Andiamo su. Ah mio padre si ferma da Billy >> sbuffò lei, stufa dei battibecchi tra me e suo padre, prima di infilarsi nella Volvo.

Poco dopo eravamo davanti a casa Black e Charlie ci salutava raccomandandosi con sua figlia di avere tatto con chi sapevo lei, ammonendo però me, con lo sguardo.

Lasciammo là la macchina e proseguimmo a piedi sotto la pioggia verso casa di Sam. Mentre attraversavamo la foresta un brivido scosse il corpo di Bella spingendola a stringersi di più a me.

<< Qualcosa non va Bella? >>

<< No, non è niente. Solo vecchi ricordi >> rispose in fretta sperando che non volessi approfondire.

Ma come potevo? Lei soffriva ancora al ricordo dell’abbandono. Così mi bloccai di colpo, lasciai cadere a terra l’ombrello, presi il suo volto tra le mani e prima di far combaciare le nostre labbra, guardandola fisso negli occhi, dissi serio:

<< Mi impegnerò per l’eternità per farti dimenticare quel dannato pomeriggio >>.

Non la baciai delicato ma con passione. Lenta la lingua seguì il profilo del suo labbro inferiore per poi entrare prorompente alla ricerca della sua. Si fece desiderare qualche istante, poi bisognosa quanto me di quel contatto lasciò che si unissero fameliche. Avevo spinto le mie mani sotto la giacca e la camicia, stingendole con urgenza i fianchi, attirandola a me, mentre le sue si erano tuffate nei miei capelli dopo avermi levato il cappellino. Mi perdevo nei suoi occhi che, anche se non più cioccolata, rimanevano per me oceani d’ambra in cui perdermi. Ciò rendeva il bacio ancora più eccitante. Inaspettatamente Bella prese a mordermi le labbra per poi spostarsi alla mascella. Quello fu per me un chiaro invito a proseguire così cominciai a lasciare baci sensuali fino al suo orecchio.  Giunse però il momento di staccarci, entrambi avevamo una bella dose di veleno da mandare giù e poi ci stavano aspettando.

Mano nella mano in pochi secondi bussammo alla porta di Sam.

<< Ben arrivati – ci accolse Emily – gli altri sono tutti di là >>.

<< È bello rivederti Emily, questo come puoi immaginare è Edward >> salutò Bella per poi presentarmi.

<< Finalmente conosco Edward Cullen >> mi strinse fiera la mano.

<< Per me è un piacere conoscere la grande donna che sta dietro al grande capo >> le sorrisi.

<< Ah siete arrivati – irruppe Sam – Non sapevo cosa inventare per trattenere quegli scalmanati di là >>.

<< Sam ma cos’è questa puzza di … >> Jacob era apparso in corridoio e lì si era bloccato vedendoci all’entrata.

<< Cosa diavolo ci fanno loro qui? >> sputò senza nemmeno guardare Bella e puntando i suoi occhi nei miei. Mi stava sfidando. Nel frattempo tutti accorsero nel corridoio.

<< Ciao anche a te Jake! >> gli rispose Bella indispettita.

<< Jacob vedi di darti una calmata. Andiamo TUTTI di là. Bella è qui per parlarci. >> ordinò Sam.

Una volta che tutti si erano riaccomodati nel salone, io mi sistemai su una sedia, solo per distendere il clima il più possibile, mentre Bella rimase in piedi accanto a me e prese a scusarsi e ringraziare i membri del branco per poi fare l’annuncio e gli inviti ufficiali. Durante tutto il discorso aveva fissato Jacob che di rimando la guardava con odio. Se solo la cosa non l’avesse fatta soffrire avrei staccato la testa a quel cane per l’ardire che aveva a sfidare me e ferire così Bella.

<< Ahahahah questa si che è bella! Ma ascolti almeno le stupidate che ti escono dalla bocca eh Bella?! >> le urlò a quel punto quello stupido in faccia. Io mi irrigidì. Aspettavo solo un suo passo falso per scattare.

<< Jake calmati! È un ordine e siediti! >>

<< No Sam! Non mi siedo e non mi calmo! Me ne vado perché non ne voglio sapere di queste cazzate! >> sbraitò andandosene.

<< Jake ti prego! >> fece lei per seguirlo.

In quel momento accantonai il moto di gelosia che stava per travolgermi e convenni che quella poteva essere l’occasione giusta per chiarire una volta per tutte con Black. Bella teneva a lui, rivoleva il suo amico e io avrei almeno tentano di ridarglielo quanto meno fino al matrimonio.

<< Aspetta, ci penso io, se per te va bene Sam ?! >>

<< A tuo rischio e pericolo >> disse semplicemente Sam.

Così lasciai Bella là e partii all’inseguimento.




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http://www.polyvore.com/baita_cap.35/set?id=18112843

   
 
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