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Autore: beesp    14/06/2010    1 recensioni
Storia classificata ottava al "Movies Contest" di Himechan84.
“Ogni creatura sulla terra, quando muore, è sola”.
E rischia di venire dimenticata, in alcuni casi.
Ecco la battaglia più cruenta del mondo: quella che segue quella vera e propria e che si trova dentro gli uomini che sopravvivono.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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L'ultima battaglia

L’ultima battaglia
[432 parole]

Ogni creatura sulla terra, quando muore, è sola”.

Sorreggevo un pesante fucile di metallo mentre il sole, ogni mattino, sorgeva sulla valle, illuminando i corpi sanguinolenti – alcuni imputriditi – dei nostri compagni e dei nostri nemici, uniti in un’unica sorte. Intrecci di gambe, di armi, di divise militari. Scintillava come fiori bagnati dalla rugiada il loro ferro, e nelle nuove pozze di sangue scuro e denso.
Se non fosse stata guerra, e per tanto morti nobilitate da tale, da ragioni che rendevano vane le vite di qualsiasi uomo che fosse stato obbligato a combattere per amore della propria patria, quella strage sarebbe stata chiamata per ciò che era: un massacro. Perdevano la loro identità, alcuni erano talmente maciullati che era impossibile riconoscerne i tratti… girovagamo tra le file, sperando che avremmo scorto un battito flebile, o un respiro affannato. Le famiglie, figli, storie, ricordi venivano cancellati in un colpo. Un calo d’attenzione, la distrazione dello scintillio di una pupilla e all’improvviso, senza che se ne rendessero conto, erano nell’oscurità più profonda, tastando il vuoto attorno a loro, soffocando della loro stessa solitudine.
Nei libri di storia veniamo descritti come “quattromila uomini che persero contro”, in pochi sopravivvemmo – e non ci aspettavamo certo che i mesi a seguire sarebbero stati rosei e cordiali. Per anni, decenni, nelle mie orecchie risuonavano le voci dei miei compagni. Non potrei mai scordare come, sdraiati nelle nostre tende, scrivevamo lettere promettendo che saremmo tornati, che eravamo sul punto di assediare l’ultimo punto strategico dopo il quale, finalmente, saremmo stati liberi. Il mio migliore amico, con il quale crebbi, che ebbi la fortuna di ammirare nel giorno del suo matrimonio, al quale feci da testimone… ero a un chilometro di distanza da lui, mi sorrideva nel frastuono dell’ultima battaglia: eravamo stati bravi, avevamo resistito fino a quel momento. Qualcosa cadde dal cielo e di fronte a me divenne tutto grigio, polveroso. Ci fu ancor più rumore. Era scomparso, sotterrato dai detriti e dai corpi degli altri – ci volle poco per comprendere che era stato ucciso.
« Quando si è in guerra, e si perde la vita, non è morire, né essere uccisi. Non è nemmeno considerabile come reato ».
Quando ti sporchi le mani del sangue di un uomo, che sia tuo nemico o no, non ha importanza per cosa chiunque, fino a quel momento, abbia donato la propria esistenza. Si rimane imbambolati e ci si chiede dove diavolo si è finiti. Sulla coscienza ci sono tutti i sorrisi e gli abbracci che avrebbero potuto donare alle persone che amavano.
Chi vive, dopo, non è talentuoso. È soltanto sfortunato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice: Questa storia si è classificata ottava [38/45] al contest “Movies Contest” di Himechan84.
Bisognava ispirarsi ad alcune frasi tratte da film per scrivere una storia; come prevedevo, ho composto una storia deprimente con la frase tratta dal film “Donnie Darko”: “Ogni creatura sulla terra, quando muore, è sola”. Nei commenti chiederò d’inserire all’organizzatrice il giudizio che mi è stato dato, com’è già stato fatto con altre utenti.
Spero che commentiate, alla prossima.

   
 
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