Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: BloodyApple    07/09/2005    2 recensioni
"E questo pensiero la colpì come un pugno in pieno petto: ciò forse significava che aveva mentito a se stessa e preso in giro Ron riguardo la loro storia?" E' la mia 1 ff, sperò vi piaccia sia la trama sia lo stile di scrittura. Spero in un qualke commentino, sia x un giudizio, sia x un consiglio ^^
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
OTTOBRE
-Ora: d’accordo che siamo finiti in punizione per colpa tua, e va bene anche che hanno tolto a Grifondoro 15 punti a testa sempre a causa tua…ma che tu abbia dato la colpa a me e che adesso la punizione la stia scontando solo io, non mi pare una cosa ragionevole- aveva calcato sulle parole “colpa” e “tua”. Hermione era in piedi su una sedia a finire di lucidare una placca dedicata alla squadra di Quiddich di Tassorosso di qualche anno prima, posizionata più in alto rispetto alle altre. Cercava di mantenere una calma apparente, ma dentro di lei la rabbia ribolliva, e continuando di questo passo in poco tempo l’avrebbe portata a esplodere. –Guarda che è stata una tua idea andare nella sessione proibita della biblioteca nel cuore della notte- la rabbia aumentava e la ragazza iniziò a contare fino a 10 come di solito si fa per scaricare la tensione -…però…una cosa mi sfugge…perché- “1...” -mi hai trascinato in questo tuo folle piano? Non fraintendermi,- “2…” - s’intende che io sia ben lieto del fatto che la perfetta e intelligentissima- “3…” - nonché rispettosa delle regole Hermione Granger abbia finalmente deciso- “4…” -di fare qualcosa che macchi il suo impeccabile curriculum scolastico con una gita notturna in biblioteca,- “5…” - però non riesco a capacitarmi del perché sia dovuto venire con te…- Eh no, era veramente troppo… -questo riporta al fatto che la colpa non sia stata mia ma…- ma non ebbe il tempo di terminare quella frase che la sua controparte, così rossa in volto da far invidia ai capelli del ragazzo, scese giù dalla sedia come una furia, e puntandogli un dito contro, all’altezza del petto, gli si avvicinò pericolosamente. Dire che di li a pochi secondi sarebbe scoppiato ciò che tutti quelli che conoscevano Hermione Granger, temevano e tentavano di evitare in tutti i modi possibili, sarebbe un eufemismo. Infatti l’ira “funesta” della ragazza si abbatté con la forza di un uragano sul povero mal capitato –IO?!?!?!? AH, SAREI IO CHE TI HO COSTRETTO A VENIRE CON ME???- in quel momento, si ritrovò a pensare il rosso, più che la dolce e studiosa Hermione, la ragazza assomigliava a una banshee inferocita. Terrorizzato, iniziò a indietreggiare, trovandosi presto con le spalle al muro. –RONALD WEASLEY! COME HAI POTUTO SCARICARMI ADDOSSO TUTTA LA COLPA??? SE TU NN FOSSI STATO UN FIDANZATO COSI’ GELOSO E NON MI AVESSI OBBLIGATA A PORTARTI CON ME PER EVITARE CHE MI SUCCEDESSE QUALCOSA, A QUEST ORA NON MI AVREBBERO BECCATO NEL CORRIDOIO DELL’ALA EST, A CERCARE DI FAR RIALZARE IL MIO RAGAZZO, INCIAMPATO NEL GRADINO TRUCCATO DELLA SCALA” sbottò irata la ragazza.
Ron, non avendo via di fuga, si sorbì tutta la sfuriata, e più e più volte rabbrividì nel notare l’impressionante somiglianza tra sua madre e la sua ragazza quando s’infuriavano.
Finito che ebbe di riversare la sua ira, come un fiume in piena, sul povero Ron, Hermione alzò i tacchi e uscì dalla porta sbattendola violentemente e lasciando il suo ragazzo a sbrigarsela da solo con la punizione. Ron, sconcertato, continuava a boccheggiare senza riuscire a proferir parola, poi, non avendo atro modo di abbandonare la Saletta dei Trofei, se non finendo di lucidare tutte le placche e le coppe, si rimboccò le maniche e impugnò straccio e lucidante.
Hermione s’incamminò per i corridoi del castello, calcando ogni passo, quasi a voler lasciare l’impronta, solo x far sbollire un po’ la rabbia. Ormai era cambiata, aveva 16 anni compiuti e non era più la mocciosetta so-tutto-io di qualche tempo addietro; ma, anche se ora le sue forme erano più armoniose e piene e il suo fisico più slanciato, il suo spirito restava sempre quello della bambina di 6 anni prima, nei cui occhi brillava la determinazione e la caparbietà.
Accelerò il passo e si diresse spedita verso la torre della sua Casa. Sentiva che la rabbia che provava non accennava a diminuire; perché aveva dovuto prendersela così tanto per una sciocca punizione? Forse la collera iniziava a colpevolizzarla dell’accaduto; e forse si sarebbe potuta risparmiare la ramanzina rivolta a Ron, che in fondo non aveva poi tutta questa gran colpa dell’accaduto, dato che l’idea di fare una visitina in biblioteca alle 2 di notte era stata sua. Magari, ora che ci pensava, avrebbe dovuto porgere le sue scuse a Ron…così…probabilmente…avrebbero rifatto pace. Ma a che scopo fare pace con Ron? Tanto nell’ultimo periodo non facevano altro che litigare: era come ai vecchi tempi, quando lei e Weasley si amavano, sì, ma non quell’amore che tutti noi un giorno speriamo di trovare, ma semplicemente un amore fraterno; come quello che legava entrambi al loro amico più caro: Harry.
Ma poi il destino, come suo solito, ci ha voluto mettere lo zampino, e PUFF! l’amore fraterno è diventato un amore di baci e carezze, di parole dolci sussurrate al chiaro di luna e passeggiate mano nella mano.
E così, in una fresca mattinata d’inizio estate, che Hermione si era vista costretta a trascorrere alla Tana, Ron, per uno scherzo giocato dai gemelli, aveva fatto la dichiarazione alla ragazza. Non che a lei non avesse fatto piacere, ma, li per li, non aveva saputo come rispondere. Si era girata ed era corsa al piano di sopra, lasciando il ragazzo a deprimersi, credendo che ciò che aveva fatto avrebbe compromesso per sempre la loro amicizia. Ma così non andò. Infatti, non solo la loro amicizia si rafforzò, ma, a questo loro rapporto, si aggiunse l’amore. O, più che altro, pensava Hermione, al momento si poteva chiamare attrazione. Difatti, non che lei non volesse bene a Ron, ma ciò che provava era di nuovo l’affetto fraterno e niente di più. E questo pensiero la colpì come un pugno in pieno petto: ciò forse significava che aveva mentito a se stessa e preso in giro Ron riguardo la loro storia? Sentì 2 calde perle salate rotolare giù dai suoi occhi lasciando una scia umida lungo le guance. Tentando di asciugare le lacrime e il trucco che stava colando, accelerò il passo, sperando che la sala comune non fosse troppo distante e desiderando che nessuno la vedesse in quello stato. Fortunatamente la sua supplica fu ascoltata, e entro pochi minuti raggiunse la Torre Grifondoro senza incappare in qualche conoscente.
Finalmente entrò nella sua stanza e si barricò all’interno, chiudendo fuori la restante parte del mondo e andandosi a tuffare sul suo letto, soffocando qualche altra lacrima e qualche singhiozzo nel cuscino.
Dopo diversi minuti in quella posizione, l’aria consumata e il pianto le stavano facendo venire mal di testa: convenne che una passeggiata nel parco non le avrebbe potuto far altro che bene. Controllò l‘orologio: perfetto, mancava ancora un’ora e mezzo prima del coprifuoco, e lei non voleva correre di nuovo il rischio di essere beccata a bighellonare per la suola, anzi il giardino, fuori orario massimo.
Agguantò il mantello e aprì la porta della stanza dirigendosi verso le scale, ma delle voci la fecero bloccare davanti alla porta. Anzi, più precisamente, la fece fermare una di quelle voci, quella di Ron. Non aveva voglia di parlargli, ne tanto meno di vederlo quindi attese che le voci non si udissero più e poi si sporse spiando dal corrimano. Nessuno, tranne 3 o 4 studenti del primo anno, era presente in sala. Soppresse un sospiro di liberazione e scese velocemente la scala a chiocciola. Altrettanto velocemente uscì dalla Sala comune e si diresse con passo felpato giù, lungo l’imponente gradinata centrale che portava nell’ingresso.
Alfine varcò l’imponente portone di legno massello e il vento fresco e birichino di fine ottobre le invase i polmoni, le scompigliò i capelli e le arrossò le gote. Restò qualche attimo a godere di quel piacevole e rinfrescante tocco e poi, quasi inconsciamente, incominciò a muovere un passo dietro l’altro. Il cielo era plumbeo e le nuvole non permettevano di scorgere le stelle; si sentiva già nell’aria che presto sarebbe piovuto. Proprio a voler confermare quella teoria, un tuono squarciò l’aria all’orizzonte. Hermione rabbrividì e si strinse di più nel mantello. Si diresse verso la capanna di Hagrid, il guardiacaccia: sapeva che qualunque problema lei avesse avuto, lui non avrebbe chiesto niente a riguardo ma le avrebbe offerto una buona tazza di tè caldo e una spalla su cui piangere.
Giunta davanti alla bicocca bussò. Un colpo. Niente all’interno dava il benché minimo indizio che la casa fosse abitata. Un altro colpo. Non si sentivano nemmeno i latrati di Thor che di solito accoglievano il nuovo visitatore. Cominciò a sospettare non ci fosse nessuno. Si accomodò su un gradino e attese.
Qualche minuto dopo, appurò che a stare seduta al freddo sicuramente le sarebbe venuto un malanno, così si alzò e si diresse di nuovo alla volta del castello quando, dopo pochi passi, qualcosa attirò la sua attenzione. Sulla riva del lago, a pochi metri da lei giaceva un corpicino inerme, sembrava morto, o forse lo era. Subito si precipitò verso quell’esserino, che si rivelò essere un gatto: aveva il pelo grigio chiaro ma totalmente sporco di sangue raggrumato , fuoriuscito dalle numerose ferite che aveva sparse su tutto il corpo. Gli occhi erano chiusi, ma gonfi e sporchi, probabilmente ridotti così da qualche lieve infezione. Solo il quasi impercettibile movimento del torace fece capire alla ragazza che era ancora vivo. Lo afferrò con quanta più delicatezza avesse e lo nascose al caldo sotto al mantello, dopodichè tornò sui suoi passi tornando verso il castello.
Doveva fare attenzione a nasconderlo, perché, secondo le regole di Hogwarts, uno studente poteva avere solo un animale, e lei al momento possedeva già Grattastinchi. Intanto il primo acquazzone della stagione cominciava a imperversare sul castello.



Nn so qnt presto aggiornerò qst storia (dovrei farcela massimo x l'inizio della prox settimana ma nn assicuro niente).
Ribadisco che sarei ben lieta di ricevere una recensione ^^
A presto ^_^
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: BloodyApple