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Autore: name    14/06/2010    1 recensioni
Lvellie sentiva un profondo senso di completezza che lo faceva stare bene.
Si sentiva in pace con il mondo mentre sorseggiava il suo tè, ammirando il paesaggio fuori dalla finestra.
Purtroppo, il caro Sovrintendente non sapeva che le cose stavano per cambiare.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Non so veramente che fare se non chiedere umilmente e solennemente perdono per tutti questi mesi d'interruzione. (profondissimo inchino)

Spero che questo, in ogni caso, non abbia demotivato nessuno dei lettori.


Buona lettura!



Capitolo III


Il viaggio in carrozza si rivelò essere breve; dopo svariati scossoni per le strade di Londra, Abele e Allen scesero a King's Cross.

Fu allora che Allen venne colto da un pensiero fulmineo: non aveva nulla.

Né valigie, né una borsa, nulla. Assolutamente niente.

Decise di esporre il suo problema alla gentile signorina.


-Mi scusi, signorina...-


-Abele.- lo interruppe lei, bruscamente.

Allen sorrise titubante


-Signorina Abele, io...-


-No, non hai capito. Abele e basta.-

Quest'interruzione era stata fatta in modo brusco e aveva lasciato intendere all'albino che obiezioni di sorta non sarebbero state accolte.


-Abele.- ripeté Allen, che in quel momento sentiva di essere affine ad un pappagallo ammaestrato.

Lei annuì, guardandolo, in attesa.


-Non ho nulla con me.-

Allen aveva indovinato che il modo più semplice che aveva per comunicare con quella donna era andare per le direttissime.


Abele lo squadrò per qualche secondo; aveva lo stesso sguardo di un sarto a cui è stato chiesto di prendere delle approssimative misure per un vestito.

Poi, sorrise serena e serafica.


-Non ti preoccupare: sono sicura che Mat ti presterà qualcosa; sembrate avere le stesse misure...-


Ad Allen, da brava e gentile persona qual era, non andava di disturbare qualcuno, soprattutto uno sconosciuto Mat per via di semplici vestiti.


-Ma non faremmo prima, tornando all'Ordine per un momento? Dopotutto ho una valigia sempre pronta, in caso di missioni improvvise...-


-Hai paura che i vestiti di Mat possano trasmetterti qualche malattia?-


Abele aveva pronunciato quelle parole in modo semplice e casuale, non come una qualsiasi persona avrebbe fatto; ad Allen bastò pensare a come le avrebbe pronunciate Lavi (anche se il rosso non poteva essere propriamente considerato “Una qualsiasi altra persona”...): tono irriverente, sorrisino canzonatorio e posa strafottente.

Abele, invece, no: sgguardo serio, labbra e sopracciglia lievemente crucciate, posa ferma e tesa; sembrava averla presa fin troppo sul serio, la sua stessa domanda.


-No, no, assolutamente! Ma come le viene in mente?! Stavo solo pensando che non è giusto disturbare un'altra persona se posso evitarlo e...-


Non ebbe neanche il tempo di finire la frase che uno scoppio di risa lo travolse.

Abele aveva voltato la testa indietro, ridendo sguaiatamente e tenendosi la pancia.


Allen si trovò interdetto.

Da una parte era offeso a morte: era caduto nell'ennesimo, infantile, stupido scherzo.

Dall'altra non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte di una persona del suo rango.


Pochi secondi dopo, mentre Abele si asciugava le lacrime ridacchiando, Allen aveva deciso di fingersi offeso per quella presa in giro: gonfiò le guance e distolse lo sguardo.


Non sentì più nulla per alcuni secondi. Nulla, né risa, né ansiti post-ridarella.

Decise di voltare il capo.


A tre centimetri di distanza c'era il volto di Abele, con la sua espressione più serena.


-Te la sarai mica presa davvero?- il tono era scherzoso, ma in attesa di una risposta.


Allen si scostò in fretta, andando in fiamme per l'imbarazzo.

Poi, ripreso un po' di contegno, balbettò.


-N-no, facevo finta, sa...-


Altro breve scoppio di risa e una pacca sulla spalla assicurarono Allen del buonumore del nuovo Sovrintendente.


Abele lo superò velocemente e procedette verso uno dei treni della stazione.

Allen, pochi secondi dopo, realizzò che non aveva ancora ricevuto una risposta alla sua domanda.


-No.- la voce di Abele era arrivata non appena aveva aperto bocca per parlare; il suo tono, però, sembrava diverso da prima, più cupo, più autoritario.


La donna si voltò appena, facendo intravedere un sorriso tranquillo.


-Non torneremo all'Ordine: dobbiamo partire. Ma non ti preoccupare: Mat te li presterà di certo i suoi vestiti.-


Allen sospirò e cominciò a seguirla sulla banchina.


I biglietti, scoprì in seguito, erano già stati fatti e per la prima classe, oltretutto.

Si sedettero in uno scompartimento privato, uno di fronte all'altra.

Presto vennero serviti dei piccoli stuzzichini: Allen ne approfittò.

Risultato: il signore del carrellino ambulante era rimasto shockato e senza più niente da offrire a nessuno. Questo scatenò i sensi di colpa di Allen, il quale si prodigò in ogni possibile scusa, e le risate incontenibili di Abele.


Durante il viaggio parlarono. O meglio, Allen domandava e Abele tergiversava sulle risposte.

Le domandò svariate volte dove stessero andando, ma lei non gli diede mai una risposta convincente; allora le chiese chi fossero i collaboratori che dovevano essere trasferiti all'Ordine, dato che lei le aveva spiegato cosa ci facesse lui lì, ma anche su questo punto era rimasto piuttosto vaga: non aveva nominato nessuno, tranne il sopraccitato Mat.


Alla fine, l'albino rinunciò (temporaneamente, s'intende) e si concesse un pisolino.

Ormai nel dormiveglia, osservava la donna davanti a sé; non poteva dire se era giovane o vecchia e non poteva dire se era bella o brutta, però c'era un alone rassicurante intorno a lei, che le permetteva di essere da subito accettata dalle persone, nonostante questo suo distacco da tutti e da tutto.

Non diede troppo peso a queste osservazioni e in poco tempo si addormentò.


Non si accorse che il treno si svuotò progressivamente e che, alla fine, erano rimasti solamente lui, Abele e nessun altro, neanche il personale di bordo; ma della misteriosa scomparsa del personale, se ne rese conto solo dopo, quando...


-Siamo arrivati!- trillò Abele, tutta contenta, svegliandolo si soprassalto.


Allen aprì intontito un occhio. Dov'erano? Che stazione? Che paese?

Ma nessuna delle sue domande interiori trovò risposta, dato che fu, letteralmente, trascinato di peso fuori dal treno e caricato su una barca.


E qui, finse di dormire. Probabilmente Abele aveva capito che fingeva, ma lo lasciò fare.

Aveva bisogno di pensare: c'erano troppe cose strane.

Perché non avevano incontrato nessun Akuma, nonostante lui fosse uno dei bersagli preferiti dal Conte?

Perché non avevano incontrato un Noah?

Perché nessuno sembrava aver notato la presenza di Abele? Eppure non passava molto inosservata...


Non ebbe il tempo di rispondersi perché, proprio mentre stava per farlo, fu svegliato da uno scossone assestatogli da Abele, che fino ad allora aveva fatto proseguire la barca come se stesse navigando su un mare di olio.


-Su, sveglia, pigrone: siamo arrivati a destinazione.-


Allen riemerse dalle coltri del suo cappotto e alzò la testa oltre ilo bordo dell'imbarcazione, mentre Abele scendeva e attraccava la piccola barchetta.


Erano davanti ad un molo e oltre il molo c'era una piccola villetta.

Guardò dalla parte opposta: un lago.

Lago? Per quanto avevano viaggiato? Non c'erano laghi vicino all'Ordine...


-Hai intenzione di dormire lì? Guarda che mi offendo e, soprattutto offenderai il cuoco, che si è perso la briga di prepararti un pasto coi fiocchi, dato che sei uno dei nostri rarissimi ospiti...-


A quelle parole, Allen rinsavì in fretta: scese dalla barca, si riassettò alla bell'e meglio e fece intendere ad Abele che era pronto a seguirla.


La donna sghignazzò brevemente, prima di precederlo verso la villetta.


In quel breve tratto di strada, Allen osservò la casa.

Era piccola, a due piani e molto simpatica, sebbene un po' decadente. Aveva i muri color ocra pallido, ma in più punti la vernice era creapata e si poteva intravedere un intonaco più scuro.

Davanti alla porta d'ingresso c'era una piccola veranda di legno.

Salirono gli scalini in silenzio e poi qualcosa lo aggredì.


Fu un attacco fulmineo, l'assalitore lo colse alle spalle, urlando a tutto spiano e prese a strattonargli il cappotto.

Allen si divincolò per un po', poi decise di attivare l'Innocence.

Ma proprio nel momento in cui portava la mano al braccio maledetto, l'assalitore lo abbandonò, dirigendosi verso Abele e facendosi vedere.


Non era possibile. Aveva il fiatone, il battito a mille ed era tutto scompigliato.

E per cosa? Una scimmia.


Corpo piccolo, occhi brillanti, mantello color caramello e lunga coda avvolta intorno alle spalle della padrona, il primate lo guardava e sembrava sogghignare.

Ma di sicuro quella che si era divertita più di tutte era Abele, che sembrava non riuscisse a stare seria, quel giorno.


Allen si ricompose, lanciando sguardi fuoco alla scimmietta, che ora faceva le feste alla padrona.


-Allora...- esordì Abele, una volta calmatasi, riacquistando la sua attenzione.


-La casa davanti a te si chiama Kodikas e il mio piccolo amico è Tinh Ranh-


Allen annuì, ancora un po' sconcertato che la casa avesse un nome.


-Tinh Ranh è il primo del gruppo che si trsferirà all'Ordine Oscuro, vieni: ti presento il resto della compagnia...-


Allen non era entusiasta dell'arrivo della scimmietta, ma appena Abele aprì lo porta non ebbe più tempo di pensare all'imprevedibile primare.



Bene, spero vi sia piaciuto e credo di continuare presto.

La prossima volta si scoprirà...non lo dico: leggete il prossimo capitolo.

E ora...


Thanx:


to cupe cupe sisters: grazie e spero che questo vi sia piaciuto ancora di più!


to bleachnaruto: contentissima e lusingata. Spero che anche questo ti sia piaciuto e non ti preoccupare: Cross tornerà presto alla ribalta!


to Eva92: be', è vero: Allen sa essere veramente testardo, soprattutto nelle sue maniere da gentleman. Certo che comparirà Kanda e ci saranno anche delle sorprese al riguardo...


to JhonSavor: beccata. È vero, l'idea originale è partita da Halibel, ma ho deciso di farne poi un mix con altri personaggi (tipo Nel), non solo di Bleach, ma anche di altri manga...

In quanto a legami con Allen...niente anteprima,per ora...


Un particolare ringraziamento va Kate_Shinigami e alla sua email, che mi hanno dato di nuovo la forza di continuare questa FF, anche se non ci credevo più. Grazie, di cuore. (profondo inchino)


Ovviamente, grazie anche agli anonimi. (inchino)


A presto!


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