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Autore: Nuage9    14/06/2010    3 recensioni
Alice camminava, camminava. E continuava ad essere intrappolata in quel “Paese delle Meraviglie”, che di “meraviglioso” non aveva poi tanto.
Abbandonata dal Bianconiglio, in balia di una bambina con delle soffici orecchie da gatto sulla testa e dalla risata cristallina, Alice cerca l'uscita.
Genere: Generale, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lost in Wonderland'
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Alla fine, ho deciso di pubblicare anche la seconda one-shot di Is this Wonderland?... Comunque, per leggere questa storia non serve aver letto la precedente. Non solo collegate, e l'unico riferimento al precedente capitolo non compromette la comprensione della storia.
By the way, ringrazio molto chi ha commentato l'altra shot (Human_ e finnish_pancake): sapere se vi ha trasmesso qualcosa, o che cosa, fa sempre molto piacere ;)
Enjoy it ~
[Edit del 21/05/2011] Ho aumentato il font e cancellato un po' di virgole (che, in alcuni casi, sembravano essere state lanciate a random...). Dovrebbe scorrere meglio, ora ~

In Wonderland, wishes are in your hand ~

Alice camminava, camminava. E continuava ad essere intrappolata in quel “Paese delle Meraviglie”, che di “meraviglioso” non aveva poi tanto.
Ad un certo punto, continuando per una larga e colorata strada asfaltata, vide un gatto. O meglio, una bambina con delle morbide orecchie da gatto nere sulla testa che, in contrasto con i suoi capelli lunghi, rossi e ricci, si notavano ancora di più.
Pensò di toccarle, ma quando le vide muoversi ci ripensò.
« Cerchi qualcosa? » chiese, la gatta, con voce indecifrabile.
Voleva aiutarla? Avrebbe cercato di metterla nei guai? Non riusciva a dirlo.
« L’uscita. Mi aiuteresti a trovarla? »
Lei inclinò la testa da un lato, facendo tintinnare il campanellino appeso al suo collo.
« Chissà... Tu mi dici che cerchi un’uscita... Ma sei troppo vaga. » ed iniziò a ridere.
Alice non sapeva cosa dire, così preferì stare zitta.
A quel punto la bambina (o sarebbe meglio dire la gatta?) si mosse, invitando con un cenno Alice a seguirla. Camminarono fino ad arrivare dinanzi ad un’altissima torre che sembrava uscita da un libro di favole.
Piena di finestrelle, non se ne vedeva la cima: che ci fosse una principessa rinchiusa là in alto? Ma allora non sarebbe stato meglio portar lì un principe?
« Entra. » le sussurrò gentilmente l’altra, aprendo un poco il portone. Come ipnotizzata, fece quello che le era stato detto, e si ritrovò in una stanza rotonda dalle alte pareti - niente scale? Era un’unica stanza con il soffitto posto a metri e metri d’altezza, quindi? - pareti che alla base erano viola scuro e, andando verso l’alto, sfumavano in tonalità sempre più chiare, diventando rosa.
« E’ pieno... Di farfalle! » commentò estasiata Alice, osservando la miriade di farfalle di tutti i colori che volava nella stanza.
« Queste non sono farfalle » ridacchiò l’altra, dicendolo come se stesse recitando una filastrocca « Sono desideri! Puoi realizzare il tuo, se vuoi... Se ne sei capace. »
Si portò al centro della stanza, per poi tornare ad osservare la gatta che, seduta su una poltrona nera (da dove era spuntata?), si pettinava distrattamente i peli della coda.
« Come faccio a prenderne una? »
« Non serve: una è già lì, nella tua mano. Stringila a te e, forse, questa non ti scapperà. Così con essa potrai realizzare il tuo desiderio. »
Alice osservò la sua mano e notò che, effettivamente, una farfalla azzurra vi era posata sopra.
« E se, stringendo la mano, scivolasse via? »
« Allora » ridacchiò la bambina « Vorrebbe dire che il tuo desiderio di “trovare un’uscita” non è abbastanza forte, o importante, per te. »
Alice chiuse la mano a pugno, cercando però di non schiacciare la farfalla, e portò la mano al petto, all’altezza del cuore.
« Ding! Ding! » esclamò la gatta « Hai vinto il gioco dello Stregatto! » saltò in piedi ed iniziò a ridere, di una risata così pura e cristallina che, finalmente, per un istante sembrò una bimba per davvero. Una bimba con delle morbide orecchie nere da gatto ed una coda.
Ma pur sempre una bimba che ora le saltellava intorno felice.
« Dai, Alice! Esprimi un desiderio! »
« Io... Voglio uscire di qui. »
Lo Stregatto si fermò, ed il suo sguardo si rabbuiò all’improvviso.
« Ma... Avevi vinto! » urlò, mettendosi a piangere « Ed io ti avevo detto di scegliere bene le parole! » continuando a piangere, iniziò pian piano a scomparire.
Come era successo con il Bianconiglio, anche lei se ne stava andando, perchè Alice l’aveva delusa. Solo in quel momento capì il suo sbaglio: chiedendo “un’uscita”, aveva ottenuto solo di far aprire il portone della torre.
Così si rimise in viaggio, e continuò a camminare per moltissimo tempo.
E alla fine... Si ritrovò esattamente al punto di partenza.
  
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