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Autore: Slits    14/06/2010    5 recensioni
Ed una testa d’acciaio, con un ciuffo di peletti bruciacchiati in cima, volò via ancora una volta.
Edward Elric la evitò, come ormai stava facendo da un buon quarto d’ora, e continuò a fissare un punto indefinito appena oltre la finestra.
Ancora faticava a credere di aver accettato un compito tanto ingrato.

Un bambino fa la goia di un genitore.
Una coppia di genitori indaffarati fa quasi sempre la rovina degli amici.
[Roy/Riza; Un po' tutti]
[!OCReed Mustang]
{Children Cycle}
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alex Louis Armostrong, Heymas Breda, Jean Havoc, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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3rd Round: Hold me close
[Reed Mustang VS Alex Louis Armstrong]


Il campanello trillò con insolito fragore.
Seduto sulla penisola cucina, con un bicchiere di latte freddo in mano, Reed Mustang adocchiò pigramente la porta, per poi scrollare le spalle.
Ignorandolo, chiunque fosse se ne sarebbe andato.
Il bambino prese una seconda, rumorosa sorsata dalla bevanda, impegnandosi a fare quanto più rumore possibile.
Casa senza nessuno ad aprire e chiudere porte, accendere radio o spiegazzare giornali, era insopportabilmente silenziosa.
Roy Mustang era uscito pochi minuti prima con un vecchio paio di guanti in tasca ed il primo Tenente, facendo scattare minacciosamente la sicura della propria nove millimetri, lo aveva seguito.
Alla borbottante replica del marito circa il fatto che oramai era un uomo e che no, non aveva più bisogno di una balia pronta a seguirlo ovunque e dovunque, la donna aveva poi semplicemente alzato gli occhi al cielo denso di pioggia per infine limitarsi a replicare un secco “Inutile”.
Dell’espressione sicura dell’Eroe di Ishbal, a quella risposta, non rimase nient’altro che un puntino quasi irriconoscibile fra i tremolii del labbro inferiore.
Il bambino poggiò il bicchiere sul marmo del ripiano e sospirò. Il silenzio era davvero brutto.
Il campanello, rimasto muto per qualche istante, riprese a trillare con talmente tanta insistenza che Reed per un attimo credette che qualcuno vi si fosse addormentato appoggiato sopra.
Certo che chiunque fosse era di un’insistenza folle per essere un estraneo.
- Reeed Muuustang-kun! Tuo padre mi ha informato della gravosa solitudine che opprime il tuo nobile e puro animo! Son venuto a porgerti una nerboruta spalla su cui piangere! -
Il moro si corresse quasi senza rendersene conto.
Folle. Nient’altro.
Rimase immobile, aspettando che l’uomo decidesse di andarsene. Prima o poi in fin dei conti si sarebbe pur dovuto stancare di aspettare, no?
Il campanello trillò un’ultima, desolante volta. Silenzio.
Reed osò sperare.
- Reeed Mustang-kuuun! Non ha senso restare solo a crogiolarti nella tua sofferenza! -
Il pomello della porta attraversò la stanza in un unico, grande volo.
Pochi metri più indietro, ciò che rimaneva di un portone in legno massiccio, con cardini in acciaio e rifiniture d’ottone, fece la propria comparsa fra un paio di mani larghe, a detta del bambino, ognuna un mattone. Di quelli d’argilla, belli pesanti.
L’erede della famiglia Mustang indietreggiò d’istinto.
Beatamente avvolto da una celestiale cornice di puntini luminosi, rose e quant’altro, Alex Louis Armstrong si limitò invece a lanciare al piccolo un’occhiata di sincera apprensione.
- Non temere, bambino. Lavorando al fianco di Edoardo Eroric-kun, ho imparato a comprendere al volo le necessità di voi giovani. – proruppe improvvisamente.
- Ed adesso vieni qui e fatti abbracciare! -
Ancor prima di avere tempo e modo di capire quanto di quella minaccia fosse reale e quanto altro, invece, usato per come scusa per tenerselo buono, Reed Mustang si ritrovò incastrato in un ammasso indefinito di pettorali, deltoidi e bicipiti. Tutti rigorosamente scoperti.
La maglia del Maggiore, del resto, giaceva a pezzi una quarantina di centimetri addietro.
- Mamma e papà mi odiano. – riuscì a bofonchiare mestamente il bambino una volta liberata la bocca da uno dei radi riccioli biondi che cingevano il cranio dell’uomo.
- Mi odiano. – ribattè convinto.
Alex scosse la testa, visibilmente commosso, e strinse ancora più forte a sé il piccolo.
Un osso scricchiolò sinistramente. Reed non emesse più un fiato.

« … »

- Quindi la principessa finisce vittima di questo incantesimo? – chiudendo il libro con un gesto teatrale della mano, il Maggiore guardò il bambino, interrogativo.
Reed, sdraiato sul divano e con una discreta manciata di ossa sapientemente rimescolate all’interno della cassa toracica, si limitò ad annuire stancamente.
- Uh. La strega la addormenta con un ago ed intorno alla torre dov’è rinchiusa fa crescere una foresta di rovi. -
A quelle parole, l’uomo sussultò.
- E… e perché? – chiese.
- Per impedire che il Principe Azzurro la possa andare a salvare. -
Per un lungo, infinito istante Alex Louis Armstrong tacque.
Il bambino si sollevò perplesso, per infine lanciare un’occhiata preoccupata al soldato.
Silenzio.
- …
Reeed Muuustang-kuuun! Questa storia è davvero commuovente! -
Il moro, senza quasi rendersene conto, si ritrovò a correggersi un’ultima volta.
No, i suoi non lo odiavano.
- Ti prego, fatti abbracciare da queste nerborute braccia in cerca di conforto! -
Semplicemente lo volevano morto.



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P
er questa, se davvero ci tenete a ringraziare qualcuno, fatelo con il mio gatto.
Un tenero micio di dieci anni e pesante appena altrettanti chili, oggi alle prese con un piccolo grande a malapena la metà di lui.
Il risultato, dopo aver tratto il salvo quel che rimaneva del povero gatto, è stata questa cosa qui.
Francamente non so come mi sia uscita. E, per un attimo, sarei anche tentata di dire che non me ne importi più di tanto.
Scriverla è stata fin troppo divertente per pensare anche ad altro.

Le precisazioni da fare credo che siano davvero poche.
Mi è piaciuto rendere Reed un amante del latte, non chiedetemi il perchè. Non lo so neanche io.
La storpiatura del nome di Ed, invece, ha un suo perchè.
E' una mia personale libertà di autrice, nel manga, fortunatamente, la grande Mucca ci ha risparmiato tutto questo.
Ma seguendo l'anime, il più delle volte, non ho potuto fare a meno di sghignazzare nel modo in cui, il doppiatore del Maggiore Armstrong si diverte a sillabare il nome di Edward. L'Edoardo Eroric è dovuto semplicemente a questo.

Ringrazio davvero, di cuore, chiunque finora abbia speso il proprio tempo commentando, aggiungendo, preferendo o scegliendo.
Grazie. davvero.
   
 
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