“Come
son pesanti i giorni,
A
nessun fuoco posso riscaldarmi,
non
mi ride ormai nessun sole,
tutto
e’ vuoto,
tutto
e’ freddo e senza pietà,
ed
anche le care limpide stelle
mi
guardano senza conforto,
da
quando ho appreso nel mio cuore,
che
anche l’amore può morire.”
G.l. (garcia Lorca)
Le Rouge
ARGENTINA, 8 GIUGNO
"No
te vayas!" [
non andartene!] le urlò mentre lei in lacrime correva via
"No desaparece? ¿Por qué? Para
verte! Y la mujer se casan?”
[non andarmene?? perchè? per vedere te! e quella donna unirvi in
matrimonio?!]
lui
abbassò lo sguardo e strinse i pungi
"Ustedes saben que este es
programada martimonio! Sucederá si me caso con un golpe de Estado!"
[sai che questo matrimonio
è programmato! se non mi sposassi succederebbe un colpo di stato!]
lei lo guardò furente e con le lacrime che
ormai scendevano copiose sul so viso gli urlò prima di salire in macchina
"Así que ... ¡Adiós!"
[allora...ADDIO!]
salì
e mise in moto senza dargli il tempo di rispondere...
la
vide allontanarsi con la macchina...credeva di rivederla ma si sbagliava...
TOKYO, 10 GIUGNO
Erano 5 anni che non vedeva il
suo paese natale, era partita per l’argentina per approfondire la conoscenza
del tango e del flamenco, ma li aveva conosciuto anche l’amore...un amore che
però si rivelò un dolore che le spezzò il cuore al punto da non farla più
credere nell’amore.
Camminava per una strada di Tokyo
era pomeriggio inoltrato, si guardava intorno, non ricordava che le strade
fossero così piene di gente, ad un certo punto intravide finalmente l’insegna
che tanto cercava “Le Rouge” il locale di sua sorella
Nojiko, il locale dei suoi genitori, quanto le era mancato, iniziò a camminare
con passo più spedito, voleva rivedere la sorella, ormai l’unica parente
rimasta.
Arrivata alla porta suono il
campanello e subito senti dei passi avvicinarsi ed una voce seria ma squillante
parlare
“si? Chi è?” nel momento che
parlò aprì la porta e su felicemente sorpresa di rivedere la sorella
“NAMI? MA!? CHE CI FAI QUI!?”
“sono tornata” le disse con un
sorriso malinconico per poi buttarsi fra le sue braccia
Nojiko era stupida, non se lo
aspettava proprio e questo la insospettì.
Ricambiò l’abbraccio poi chiuse
la porta e accompagnò la sorella nel salone prendendole la valigia, osservando
sempre Nami, era preoccupata...
Nami nel frattempo si guardava
intorno non era cambiato nulla; il bancone di legno scuro lungo con dietro
tutti i tipi di alcolici, i bicchieri messi tutti in ordine e puliti, poi Sgabelli
sempre di legno scuro messi in fila davanti al bancone del bar, i tavoli con le
tovaglie rosse messi tutti intorno al palco, gli strumenti musicali lasciati
sul palco dai musicisti e poi quelle tipiche luci soffuse che davano al locale
il suo solito aspetto seducente, ma soprattutto il locale aveva sempre il
tipico odore di mandarino e rhum, quell’odore le era mancato tantissimo, ora si
sentiva a casa.
“allora? Perché sei tornata?” le
chiese Nojiko interrompendo i suoi pensieri
“mi mancava casa mia” disse
speranzosa che la sorella le credesse, cose che non fece, la conosceva troppo
bene
“Nami? sicura?”
“certo! Perché mai sarei tornata
altrimenti?!”
“bhè...fino qualche tempo fa non
avevi la minima intenzione di tornare...e Mihawk? Lui come mai non è con te?”
Quando senti pronunciare quel
nome dalla sorella quel piccolo bagliore di felicità che si vedeva nei suoi
occhi scomparve e abbassò la testa, la sorella comprese allora che il suo
ritorno era dovuto a lui, lei si avvicinò e l’abbracciò
“cosa è successo? Dai racconta?”
le disse mentre si mettevano a sedere
Nami la guardò e stringendo la
stoffa della gonna iniziò a raccontarle
“ti avevo detto che lui
apparteneva ad una famiglia di politici li in argentina, ricordi?”
“si, melo avevi detto”
“essendo un punto fondamentale
della società, lui aveva una promessa sposa...” Nojiko la guardò stupida
“da quanto lo sapeva lui?”
“da sempre...” le rispose Nami
sospirando
“ e tu? Lo sapevi?”
Nami non le rispose, guardò
altrove
“Nami? rispondimi”
“inizialmente no...poi melo
rivelò...ma...” delle lacrime iniziarono a scenderle dal viso, Nojiko le
strinse la mano
“ma...mi aveva detto che non
l’avrebbe sposata...melo aveva giurato...sigh...ci ho creduto...lo amavo come
potevo non credergli...ed invece una settimana fa...sigh...per caso sono venuta
a conoscenza che il matrimonio si sarebbe tenuto il 9 giugno, cioè ieri! Non ho
retto son andata da lui e glielo chiesto...sigh...e lui mi ha detto che melo
avrebbe detto! Che anche se si sposava amava me!...sigh! mi ha detto che la
nostra relazione non sarebbe finita! Praticamente mi ha chiesto di diventare la
sua amante! Sigh...gli ho detto di no! gli ho ricordato che mi aveva promesso
che non si sarebbe sposato con quella! E lui...sigh...mi ha detto che non era
possibile! Che se si fosse rifiutato sarebbe successo un casino!...sigh...mi ha
illusa!...sigh...così sono corsa via...ho fatto le valige e sono tornata
qui!...sigh...!”
Nami scoppiò in un pianto
liberatorio, Nojiko l’abbraccio, non voleva vedere la sorella in quello stato
“dai sorellina...ora sei a casa,
quell’uomo non ti farà più soffrire! Vedrai ora andrà tutto bene, ti rifarai
una vita e anche un nuovo amore”
“NO! io non credo più nell’amore!
L’amore per me è morto!” disse disperata
Nojiko la guardò preoccupata
“Nami...non dire così”
“non crederò più a nessun’uomo!
Sono tutti dei bugiardi!”
Detto questo si alzò e prese la
valigia e si incamminò verso le scale che portavano al piano superiore dove si
trovava la loro abitazione
“vado nella mia stanza, ci
vediamo dopo” detto questo Sali le scale
Nojiko la guardava preoccupata.
Arrivò l’ora di cena e Nojiko
iniziò a preparare il locale, che da li a poco tempo sarebbe stato pieno.
“sera bella signorina” Nojiko si
girò e salutò il ragazzo appena entrato
“ciao Ace, come mai così presto?”
“sono venuto a dare una mano al
mio capo no!?” disse facendole l’occhiolino
Nojiko gli sorrise
“bene,allora aiutami a spostare i
tavoli, penso che questa sera ci sarà un spettacolo unico” disse sorridente
“come mai?” chiese curioso
“oh! Lo scoprirai tra breve”
Così si misero a lavoro.
Ace era il cameriere del locale,
Nojiko lo aveva assunto perché i clienti con le cameriere erano troppo audaci,
quindi un cameriere maschio era perfetto, poi Ace le piaceva era un bellissimo
ragazzo, simpatico, però un po’ troppo provolone. Ad un tratto entrò un’altra
persona nel locale.
“Yohoho! Sera capo!yohoho!”
“Brook! Sera! Mi servivi proprio
tu!”
“ah si? Come mai? Yohoho!”
“sai suonare la chitarra acustica
vero?”
“certo! Io suono qualsiasi
strumento! Yohoho! Come mai!?”
“oh lo vedrai!” disse ridendo
“ ma che ha stasera? Yohoho!”
chiese Brook ad Ace
“non lo so...glielo ho chiesto ma
non mi ha voluto dire niente”
“bene, ora Brook vai a
prepararti, tu Ace accogli i clienti come sempre ok?mentre io vado un attimo
su!”
I due annuirono, Nojiko corse su,
andò da Nami che era ancora chiusa nella sua stanza
“sorellina posso?”
“ si entra pure”
Nojiko aprì la porta
“dimmi?” le chiese Nami
Nojiko si appoggiò allo stipite
della porta e le chiese
“non prendertela per quello che
sto per dirti, ma ora tu sei tornata e non stai bene, perché stai soffrendo per
Mihawk, ma non penserai di rimanere tutto il tempo qui dentro? Vero?!”
Nami la guardò, la capiva ma non
le andava di fare nulla
“e se anche fosse?”
“devi trovare lavoro! Almeno di
distrarrai!”
“e tu pensi che sia facile?? chi
prenderebbe una ragazza come me a lavorare!?”
“oh! Molte persone...ma io avevo
in mente altro” gli disse Nojiko con un sorriso calcolatore stampato in faccia
Nami la guardò non capendo
“che cosa hai mente sorellona?”
le chiese dubbiosa
“bhè mettiti il tuo vestito da
flamenco e scendi...e poi vedrai” detto questo uscì dalla stanza lasciando Nami
confusa.
FINE PRIMO CAP^^
Le parti in spagnolo
le ho tradotte con google quindi mi scuso se ci sn
degli errori ^^
Cmq ringrazio tnt di cuore Rolo che mi aiuta ^^
E grazie e tutti
quelli che seguono le mie storie ^^
Prometto che piano
le finisco tutte XD