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Autore: La Matta    15/06/2010    3 recensioni
Abbiamo lasciato i nostri eroi nel cuore di Moria, li ritroviamo sulla strada per la foresta di Lothlorien, con Konstantin e Boromir che ancora non hanno capito come gestire il loro curioso rapporto, con Andael che ancora non ha azzeccato un incantesimo che fosse uno, con Vanamir che spara cazzate a manetta e con l'intera Compagnia sull'orlo di una crisi di nervi. Ecco il secondo capitolo delle "Cronache di Andael", in cui l'imbranato apprendista di Saruman, nonché spia del cattivo e amico dei buoni tenterà, ancora una volta, di distruggere il mondo con tutta quell'incoerenza che abbiamo imparato ad amare!!
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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andael 2 - 19

CAPITOLO DICIANNOVESIMO

PARLARE CON GLI ALBERI AIUTA

ovvero

INTERMEZZO DI METAFANFIC

 

Nota dell’Autrice.

Cosa vorrà mai dire “Metafanfic”? Beh, è qualcosa tipo il metateatro. Solo che in questo caso non è una riflessione sulla fanfic, situata dentro la fanfic, ma è un dialogo pacifico (o un diverbio furioso, non ne sono ancora stata messa a parte), fra una parte dell’Autrice (nello specifico, la sua iperzelante Musa) e uno o più personaggi del racconto. Detto questo, si va in scena.

 

- Sei uno stupido cretino incompetente!- stava dicendo Boromir, brandendo minacciosamente un ramo secco. Sembrava davvero molto impegnato ad offendere l’albero, tanto che nemmeno si era accorto della presenza di Frodo.

Il Portatore scosse la testa: era evidente che Boromir stava definitivamente impazzendo.

Poi infilò una mano sotto al mantello, estraendo un copione strapazzato e privo delle pagine finali, dato che i punti di cucitrice stavano iniziando a perdere il loro mordente.

- Là c’è la ragazza della tua vita, e l’unica cosa a cui riesci a pensare è “e se poi combino qualche casino?”. Dannazione, non ti sembra il momento di crescere?- Boromir stava ancora dialogando con l’albero (vedi cosa succede? Mandi uno a far legna nei boschi, ed ecco cosa succede! Santissimo Cielo, la prossima volta mandate il Nano a far legna, e poi vediamo se capita un simile sfacelo!).

Da dietro un alto faggio, apparve la Musa dell’Autrice.

Picchettò gentilmente sulla spalla di Boromir, cercando di attirare la sua attenzione

- Secondo il copione, adesso dovresti cercare di prendere l’Anello a Frodo.- gli suggerì (con una cortesia che usa solo coi personaggi. Perché tratta tutti bene, tranne me? Mi rivolgerò al sindacato!)

- Adesso ho altro a cui pensare.- la liquidò l’uomo, tornando a borbottare contro l’albero ma, ormai l’avrete capito da soli, più contro sé stesso

- Sì, ma se tu non salti addosso a Frodo e lui non si mette l’Anello, il racconto non va avanti!- protestò la Musa, con una vocetta un po’ isterica – Non posso essere l’unica, qui, che pensa alla fanfic, mentre tutti voi siete presi nelle vostre occupazioni più irrilevanti!-

- Ti ho detto che adesso ho altro per la testa.- ribadì Boromir, con quella testardaggine che doveva aver ereditato dal mostro di fang… ehm, volevo dire, da suo padre.

- Ma se Frodo non sparisce e non ha quella visione strana, come faccio a…-

 

E in quel momento, Frodo scomparve, e nella radura rimase solo l’eco della sua voce, che ripeteva: - Ma che cazz…!-

 

(Guadi dell’Isen, sera del 25 febbraio 3019)

 

Thèodred di Rohan era caduto in battaglia.

E, purtroppo, non nel senso che era caduto e si era sbucciato un ginocchio come gli era successo a quattordici anni, andando sull’altalena.

Caduto nel senso che era lì, moribondo, con quindici ferite superficiali e una che era tutto tranne lieve. Accipigna (sì, lo so, quest’imprecazione cancella definitivamente il pathos della scena… ma aspettate di leggere il seguito…).

Il giovane aveva detto a Grimbold e ad un tale Elfelmo, giunto in ritardo coi rinforzi ma alla fine giunto, che avrebbe tenuto lui i guadi, attendendo suo cugino.

Quindi stava lì, moribondo, fra i cadaveri dei nemici abbattuti, quando una voce, l’ultima voce che si sarebbe aspettato di udire, mormorò alle sue spalle

- Non sei venuto a riprendermi.-

Joiandra si avvicinò lentamente. Anche se in possesso di una capacità di astrazione che stava rapidamente diventando proverbiale, comprendeva la situazione. E la sua voce era triste.

- Ho avuto un contrattempo.- sussurrò Thèodred

- Ho sentito.- la ragazza si sedette accanto al guerriero, passandosi fra i capelli un pettine saltato fuori da solo Iluvatar sa dove. Ci fu un breve silenzio. – Vuoi che aspetti con te?-

- … ti dispiace?-

- No. Comunque avevo ragione io. Le battaglie sono stupide.-

- Molto stupide.- convenne Thèodred. Era incredibile. Stava morendo, eppure la presenza di quella pazza schizzata vestita di bianco riusciva ancora a farlo sorridere.

“Se, cosa quanto mai improbabile, esco vivo da questa maledetta guerra” ponderò il giovane “potremmo diventare amici.” la guardò, considerando che era tutto tranne che una brutta ragazza “… amici.” 

- E’ un tipo puntuale questo tuo cugino?-

- Di solito sì. –

- Meno male, perché se continui così ti sporcherai tutti i vestiti di sangue.-

Dopo quella sentenza un po’ particolare, Joy rimase immobile per qualche istante, riflettendo. Poi il suo viso s’illuminò. Aveva avuto una delle sue idee geniali

- Se vuoi ti metto un cerotto. O una benda. Meglio la benda, ora che ci penso.-

E, senza aspettare risposta, si diresse verso Typho, nella cui sella teneva la Borsa del Pronto Soccorso. Oggetto più che necessario, dato che Andael, quando andava a fare le scampagnate nel bosco, rischiava di ferire mortalmente più o meno ogni forma di vita senziente che gli capitava di incontrare…

E così l’anti-Nazgul era diventata una provetta infermiera per situazioni complicate.

 

(Accampamento ai piedi di Amon Hen,che sta per essere ridotto in cenere dall’ira della Musa)

 

Andael infilò il dito nel suo ciondolo che, a conti fatti, assomigliava molto ad un anello, visto che aveva persino le scrittine in lingua sconosciuta (vedi: fine capitolo 12).

Legolas si bloccò per qualche istante, ascoltando il relativo silenzio.

- Avete sentito qualcosa?- chiese poi, perplesso

- No. - fu la risposta unanime

- No, niente, mi pareva di aver sentito qualcuno urlare “ma che cazz…”, ma devo essermelo sognato. Ho i nervi un po’ a fior di pelle, in questi giorni.-

 

(Imladris, quasi contemporaneamente)

 

- Vuoi del the?-

Glorfindel emerse dalla cucina con una teiera e due tazze

- Scusa un po’. Una si fa svariati giorni di volo a velocità razzo, e tu le domandi se vuole un the? Razza di Elfo demente, NO, che non voglio un the! Voglio che tu mi dica cosa prevede la missione, adesso!-

- Continua come da copione, dai!- Glorfindel sospirò.

Mezze Aquile. Sempre un po’ più strane.

- Cioè, non devo raggiungere nuovamente la Compagnia, ma devo continuare a seguire i miei ordini come se niente fosse. Cioè aiutare quegli insopportabili Uruk e insegnare loro come si cattura un Hobbit con un Anello? E’ questo che devo fare?-

Glorfindel sorseggiò distrattamente il the bollente

- Esatto.- disse, serafico

- Ma allora perché sono venuta fin qui a chiedertelo, quando lo sapevo benissimo?-

- Perché, mia cara, stai semplicemente impazzendo. Non temere, in questa fanfic pare capiti a tutti quanti.-

Ikar imprecò. Poi svolazzò fuori, da una finestra lasciata provvidenzialmente aperta.

 

(Siete confusi? Della serie, chi sta con chi, chi è il cattivo di chi, chi si è alleato con chi? Beh, è naturale. E’ il bello dei racconti fantasy con un nemico potente e degli infiltrati, no? Non temete, alla fine di questa storia vi sarà fornito uno specchietto illustrativo che ritengo… illuminante!!)

 

(Amon Hen, boschetto di)

 

Frodo ricomparve una mezz’ora dopo, dopo aver sorvolato le terre di Mordor, aver chiacchierato più o meno amabilmente con un occhio infuocato, essersela fatta addosso per la paura, ed aver preso una drastica decisione.

- Andrò a Mordor da solo.- annunciò, a nessuno in particolare.

- Buona fortuna.- squittì uno scoiattolo, che passava per di là

- Sì… aehm… adesso dovrei incontrare qualcuno a cui comunicare la Grande Scelta…- ponderò, prima di rendersi conto che la radura era vuota e con tutte le probabilità del caso, vuota sarebbe rimasta per un altro po’.

- Oppure…. … - Frodo rimase immobile, fissando il cielo, improvvisamente ispirato – oppure tacerò di ogni mio intento, preparandomi al Sommo Sacrificio, abbandonerò la Compagnia senza dire niente a nessuno!!-

- Sei un eroe.- borbottò lo scoiattolo, ironico

- Ma chi ti ha chiesto un cavolo di niente?!- protestò l’Hobbit.

E così, scemo pure lui però, si diresse verso il fiume, fermamente determinato ad uscire dal boschetto, requisire una barchetta e, con una strada che neppure lui conosceva, raggiungere Mordor da solo.

Lui, piccolo, innocuo e, a dirla tutta, non proprio un campione di intelligenza superiore.

 

Molti chilometri più in là, Sauron conobbe la sua scelta, e sghignazzò come un cretino per venti minuti buoni.

 

FINE CAPITOLO DICIANNOVESIMO

 

La Coda!!

 

Colgo l’occasione per chiarire alcune delle mie posizioni.

Frodo non mi sta così antipatico come sembrerebbe!

Solo che, dai, non ditemi che non si presta ad essere preso in giro!!

Manca poco… comincia il grande count down per la Separazione della Compagnia, e per la fine di questo secondo capitolo delle Cronache!!

 

Ringraziamenti!

A tutti coloro che hanno seguito fin qui…

 

Dragon89: i cattivi apprezzano sinceramente il tuo tifo e, naturalmente, io sono entusiasta che la mia storia ti stia facendo ridere! E’ uno degli scopi principali!!

Evening_Star: che dire? La Musa rompe le palle per principio, e per principio Boromir e Konstantin devono continuare ad inseguirsi inutilmente… ancora per un po’. Coraggio, ragazzi, dico solo che fra un po’ avrete un po’ di pace!! Grazie per aver seguito fin qui! Basi!

 

KISSES

CHAR--

  
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