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Autore: Tempesta2000    15/06/2010    4 recensioni
Sana e Akito.
Lei e lui.
Insieme e divisi.
Vicini e lontani.
...Sempre la stessa storia insomma.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La solita storia




C'è stato un periodo in cui io e Akito ci siamo voluti bene, un periodo in cui ci aiutavamo a vicenda solo stando l'uno vicino all'altra e siamo arrivati anche al punto di metterci insieme.
Sembrava che le cose funzionassero, o per lo meno credavamo fosse possbile, ma i nostri caratteri troppo diversi e varie tematiche successe, hanno portato alla disfatta del nostro rapporto. Sono stata io a rompere con lui, ebbene sì, io Sana Kurata ho preso questa difficile decisione, ma l'ho fatto per entrambi, l'ho fatto soprattutto per lui.
I miei continui viaggi di lavoro mi portavano a stare sempre più tempo lontano da casa, dalla mia Tokio ,dai miei amici, da Mama e Rey e soprattutto da Akito. Ogni volta che gli annucciavo il mio imminente viaggio vedevo i suoi occhi farsi tristi.
Presi la decione di lasciarlo quando mi resi conto che senza di me poteva benissimo andare avanti, non che avesse mai avuto bisogno di me , ma fino ad all'ora avevo creduto che se io non gli fossi stato a fianco sarebbe tornato quello che era prima, il bambino scontroso e asociale, che a detta di lui avevo salvato.
Ma non mi sono resa conto che Akito era cresciuto e che solo io ero rimasta indietro, solo io non avevo capito che dovevo crescere e che dovevo smettere di essere egoista.
Non era lui ad aver bisogno di me, ma io di lui.
Ho sempre avuto paura di trovarmi sola, abbandonata dalle persone a cui volevo bene e anche se ho sempre mostrato una Sana allegra e piena di vita, la verità era un altra, ero insicura più di quanto si potesse credere. Ora sono in terza superiore ed è passato molto tempo .
Io e Akito non ci rivolgiamo più la parola, pur essendo ancora in classe insieme.
E' cambiato molto, non è tornato quello di una volta, ora è più aperto con le persone anche se parla sempre a monosillabi, ma non disdegna più nuove conoscenze, soprattutto quelle di ragazze.
E' diventato un don giovanni, tanto che ormai ha raggiunto una certa fama essendo stato sopprannominato: "il biondo che conquista senza fatica la fica", molto azzeccato!
Mi giro verso di lui, che è seduto come me all'ultima fila ma completamente dalla parte opposta.
Sta scrivendo qualcosa e la frangetta gli copre per mettà gli occhi e non posso far altro che pensare che sia bello come un dio greco, il più bel esemplare di sesso maschile che io abbia visto in vita mia, insomma dicono tutti che Brad Pitt è figo ma gli fa un baffo ad Akito.
Improvvisamente tutti gli occhi sono puntati su di me, tranne queli di Akito che come al solito pensa agli affari propri e alzando la testa scopro con orrore che il prof è davanti a me.
"Kurata a chi sta pensando?" mi chiede lui con un tono da predica.
"Stavo pensando a quanto la matematica sia difficile, davvero diciamocela tutta, quelle cose che lei scrive alla lavagna sono per me incomprensibili e non riesco proprio a trovare la soluzione." Lo guardo dritta neglio occhi sperando che mi creda o che almeno ci metta un mattone sopra senza quindi andare a mettere il dito nel buco.
"E mi spiega come pensa che guardare Hayama possa aiutarla signorina?" Akito sentendo pronucciare il suo nome alza gli occhi facendoli vagare per tutta la classe, alla ricerca di colui che ha pronucciato il suo nome invano, ponendo infine il suo suardo prima sul prof e poi dritto nei miei occhi occhi. Incrociando il mio sguardo mi lancia quello che facilmente potrei decifrare come un sorriso divertito, un ghigno, ma subito ritorna a fissare il foglio.
"Si sbaglia professore, a che mi servirebbe fissare quello? Non lo trova anche lei inutile e controproducente non portare piuttosto attenzione a quello che fa lei visto i miei risultati alquanto pessimi in questa materia?" Facile rigirare la frittata e non voglio che Akito pensi che lo stavo fissando, anche se poi era così.
"Le ripeto che se lei trova utile fare la radiografia a raggi x ad Hayama e che ciò la possa aiutare.." e qui si interrompe per le varie risa scatenate dalla sua indispensabile risposta ".. le propongo di farsi aiutare da lui, dato che nella mia materia va piu che bene. Hayama lei è daccordo?" Ma questa è una congiura contro di me.
Perchè i professori non pensano a fare il proprio lavoro invece di preoccuparsi a chi faccio o non faccio la radiografia? Dovrebbe pensare a come rimediare al fatto che è una persona tremendamente noiosa, sembra Maurizio Costanzo 2 la vendetta, con l'unica differenza che lui non è sposato mentre l'altro ha per moglie niente di meglio che la de Filippi.
Intanto Akito sentendosi ancora richiamato punta subito lo sguardo sul prof con un espressione accigliata, evidentemente non ha seguito la discussione.
"No! Mi rifiuto di essere aiutata da quello. Posso farcela anche da sola e se proprio devo essere aiutata da qualcuno che non sia almeno quello." Sbuffo sonoramente, stanca di questa situazione in cui mi sono cacciata solo per due guardatine.
"Ma come Kurata, avresti l'occasione di farmi la radiografia da vicino e rifiuti pure?"
Questa voce.
Mi giro subito verso di lui esterefatta di quello che ha detto, ora anche lui ci si mette di mezzo.
Mi viene voglia di pugnalarlo con la matita.
Intanto la classe si è rimessa a ridere mentre alcune ragazze inizziano a guardarmi male, probabilmente hanno una cotta per Akito.
Cerco lo sguardo di Fuka per rassicurarmi un po, ma non fa altro che ridere insieme ad Aya, razza di traditrici. "Bene, se Hayama è daccordo non vedo perchè non dovrei accetare di essere aiutata da lui, ma io mi riferisco alla matematica, perchè la radiografia non mi serve fargliela, conosco benissimo ogni centimetro del suo corpo, niente che quindi non abbia già visto." La frase la dico fissando e riferendola al professore , ma la frecciatina lanciata ad Akito è evidente e infatti non tarda a rispondermi.
"Come io del resto conosco ogni centimetro di te" dice in tono stizzito.
Questa risposta mi smozza il fiato.
E' vero, io e Akito ci siamo conosciuti anche dal lato fisico, è stato il primo e l'unico a cui io mi sia donata. Rimango in silenzio, fissando un punto indefinito davanti a me con gli occhi spalancati, mentre in classe parte un lungo -ohhhhh-.
Il professore, dopo aver fatto il tipico tossimento di rito, se ne ritorna alla cattedra.
"Se non avete altro da dirvi io sposterei Kurata vicino ad Hayama, così potrà essere aiutata, ma sarà una posizione permanente quindi per tutto il resto dell'anno starete vicino."
Come, come, come? Ma, maledizione non può farmi questo. Ha sentito come ci scanniamo eppure vuole metterci vicino. Un sadico, ecco cosè! Che vada al diavolo.
Mi alzo senza dire una parola, raccimolando le mie cose, sparse per il banco, e la cartella e mi siedo a fianco ad Akito, dopo che la sua amichetta Tiziana mi ha ceduto con grande e immenso piacere il posto, tanto contenta da avermi dato una gomitata -casulamente- mentre mi passava a fianco.
Sbuffando riposiziono le mie cose sul mio nuovo posto , non prestando minimamente attezione al mio vicino. Il professore mi guarda vittorioso e inizia a scrivere una nuova formula in lingua aliena, cioè un' espressione e si aspetta pure che noi la riolviamo in 10 minuti.
Cerco la penna per scrivere, frugo tra i libri, dentro l'astuccio e anche in cartella, ma della mia penna non cè l'ombra.
"Ma dove l'ho messa accidenti?" dico quasi sussurrando, ma abbastanza alto per essere ascoltato da Akito. "Cercavi questa?" chiede rigirandosi tra le mani la mia penna rosa con sopra un coniglietto.
Mannaggia a me, con tutte le penne che avevo, proprio quella dovevo scegliere?
Annuisco in risposta alla sua domanda, mentre sento le guance imporporarsi. Ecco la disgrazia di avere la pelle chiara, se sei imbarazzata le guance ne mostrano subito l'effetto.
Allungo la mano per farmela ridare, ma lui non sembra volermi accontentare.
"Te l'ho regalato io questa." Ora mi fissa negli occhi e so che chiede spiegazioni.
Speravo che non si accorgesse che era un suo regalo, ma ora si aspetta che gli dica perchè ce l'ho ancora. "M..mi pia..ce." Sono stata molto decisa nella mia risposta, se come no.
"Mi ricordo ancora il giorno in cui te l'ho comprata. Sapevo che ti piaceva perchè me l'avevi indicata il giorno prima e siccome volevo farti un regalo l'avevo presa. Non avevo premeditato niente, stavo facendo la mia solita corsa per gli allenamenti e poi sono passato davanti a quella vetrina. Sono entrato con l'intento di comprartela, ma mi sembrava troppo da femminuccia fare un regalo del genere e così stavo per uscire, ma prima che potessi farlo il commesso aveva detto una frase, che poi mi ha spinto a comprartela: le farà piacere. Non sapevo come il commesso lo sapeva, ma alla fine lo comprata.... e così... eccola qua"
Accenna un sorriso, mentre io rimango con la bocca aperta.
"Non mi hai mai raccontato questa storia Akito" gli dico, mentre le labbra mi si curvano naturalmente in un sorriso.
"Da quanto non mi chiami più ..Akito?" Rmango spiazzata da questa domanda, soprattutto perchè non riesco anche a trovarne il senso. Insomma è da una vita che non ci parliamo, dopo che io ti ho lasciato non ci siamo più rivolti la parola. Che vuoi che ti dico?
"Da quanto non mi chiami piu Sana?" Rispondere ad una domanda con una domanda è sempre una opzione buona , quando non si è ingrando di dare una risposta che comprenda un insieme di parole che formino una frase di senso compiuto.
"Da troppo." La sua risposta arriva come un fulmine, inaspettata e spiazzante. Ha risposto senza nemmeno pensarci e mi rendo conto che ha anche perfettamenta ragione.
Improvvisamente sento la sua mano afferrare la mia e ruotandola col palmo verso l'alto inzia a fare cerchi concentrici, continuando a guardarmi profondamente negli occhi, probabilmente sta cercando di decifrare una mia possibile reazione.
"Mi manchi" dice con voce smorzata.
Le due parole rieccheggiano ancora dentro le mie orecchie e quasi non posso crederci.
Siamo stati insieme e ci siamo lasciati, ma ciò non significa che non possiamo ricostruire il vecchio rapporto d'amicizia che c'era.
Non posso negare di volerlo ancora vicino a me, quindi la mia risposta esce come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Mi manchi... anche tu".


...Come andrà a finire non si sà, ma chi vivrà vedrà!



The end
 * * *


A mia discolpa, per aver pubblicato questa oscenità, posso dire che l'ho scritto in mezz'ora e che l'ho riletto 2 volte.
Sono a casa frebbricciante e annoiata, quindi compatitemi.

  Questa foto è la causa della mia momentanea ispirazione.
L'ho trovata navigando un pò a zonzo e così ho partorito questa -idea-.

  
xxx
Tempesta2000
  
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