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Autore: Nuage9    15/06/2010    3 recensioni
Uno scrittore ed un aspirante pianista, entrambi muti. Una pittrice e la sua Musa; una giovane violinista dagli occhi verdi.
In una desolata periferia cittadina, alcuni artisti solitari si incontrano, quasi per caso, attratti da un'eco lontana che arriva, improvvisamente, a squarciare il silenzio delle loro vite.
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Echi.
Lo scrittore ed il ragazzo

Non sente altro che echi lontani, lo scrittore, chiuso nel suo afoso studio ventiquattr’ore al giorno; i contatti con il mondo esterno non gli interessano, ché cerca solo la solitudine, lui.
Pertanto non distingue il rumore del traffico, il canto di qualche coraggioso uccellino che si spinge fino a quel tratto di periferia cittadina ove morirà a causa delle esalazioni industriali, che stesero tutti gli animali randagi in precedenza; non distingue l’urlo roco dei venditori ambulanti, o le risate dei giovani che schiamazzano in strada, incuranti del caldo estivo che pare sciogliere addirittura il cemento.
Ascolta soltanto, ogni giorno, un pianoforte suonare - Chopin, Mozart, Beethoven, senza un ordine preciso -; la sua melodia, tanto commovente da risvegliare lo scrittore dal torpore in cui si trova, sembra cancellare qualunque altro suono in sottofondo.
Per mezz’ora, ogni giorno, ci sono solo lo scrittore e la musica di quel piano.

Vorrebbe incontrare colui che ogni giorno si esercita, ma non sa da dove cominciare. Lo scrittore non esce di casa: tutto quello che gli serve è lì, a portata di mano. E quello che gli manca è prontamente ordinato su internet.
La sua casa, abbandonata a se stessa, non reca nemmeno tracce del proprietario. Eccetto lo studio, provvisto di brandina in un angolo, ed il bagno, sembra un appartamento disabitato.
Perché lui è solo, completamente, e scrivere assorbe ogni ora della sua vita. Ogni attimo.
Tuttavia la voglia di incontrare quel ragazzo (o quella ragazza?) è grande, tanto che lo scrittore, dopo mesi di silenzioso ascolto, si affaccia alla finestra del salotto, e lo vede: è un ragazzo, giovane, non particolarmente bello, ma nemmeno peggio di tanti altri che si vedono in giro - o che si potrebbero vedere, se solo lo scrittore non si fosse rinchiuso in una clausura forzata, affatto immotivata. Vive proprio nel palazzo di fronte al suo, e la stanza con il piano si trova proprio di fronte al suo salotto, ma lo scrittore non l’aveva mai notato.
Il ragazzo, invece, conscio di essere osservato, finita la solita mezz’ora di esercizio, si volta verso la finestra dall’altro lato della strada: vede un signore di mezza età, affaticato dagli anni, così magro che sembra abbia sofferto la fame. Gli sorride, il ragazzo, e non si spaventa. E continua a sorridere anche quando il vecchio dall’altra parte della strada si allontana, rosso in volto, dalla finestra, come spaventato da chissà cosa.

E così continuano le loro vite, per un po’. Entrambi seduti l’uno di fronte all’altro per mezz’ora ogni giorno, l’uno a suonare e l’altro ad ascoltare quel concerto di musica classica che gli dà la forza di andare avanti, quasi.
Ma, verso i primi di settembre, il ragazzo smette di aprire la finestra. Lo scrittore si intristisce, tuttavia continua a sedersi ogni giorno alla stessa ora in salotto, in attesa di qualcosa che non arriva.
Dopo un mese di solitaria inquietudine, qualcuno bussa alla porta di quella casa dimenticata da tutti, persino da Dio - pensa lo scrittore, scettico, cosciente che nessuno si ricorderà di lui alla sua morte: è il ragazzo che, con una mano fasciata, gli chiede a gesti se può entrare.

Il ragazzo, scopre, è muto, non ha mai imparato a parlare in vita sua; lui, invece, ha disimparato a furia di evitare i contatti col mondo esterno. Così, entrambi incapaci di esprimere a voce i loro sentimenti, hanno trovato nella musica e nella letteratura uno sfogo. Ma nessuno ha mai assistito ai concerti di piano del giovane, ed allo stesso modo nessuno ha mai letto i numerosi libri scritti dal vecchio nel corso degli anni. Soli, incompresi, ed incuranti del mondo che li circonda, si confortano in silenzio, solo guardandosi, credendo di aver trovato finalmente qualcuno con cui condividere la solitudine.

Il giovane non si impressiona per l’aria di abbandono che regna per tutta la casa, e si lascia condurre nello studio: oltre alla scrivania invasa dalle carte stampate, che a mala pena lasciano intravedere il computer sotto di loro, ed alla piccola branda nell’angolo, non c’è altro, solo spazzatura di cibo da asporto non ancora buttato via. Ma non gli interessa: qualcuno, finalmente, è rimasto ad ascoltare la tristezza delle sue note, è riuscito a comprendere il suo mondo muto.
Si siede sul bordo della branda, trascinando sopra di sé lo scrittore che, incredulo, a tutta prima non sa come comportarsi. Ma ben presto si lascia trasportare, e dona tutto se stesso a quel giovane che, per la differenza d’età, potrebbe benissimo anche essere suo figlio; e vengono insieme, soddisfatti, non esprimendo a parole il loro piacere, ma trasmettendolo comunque all’altro.

E rimangono lì, nudi, abbracciati, per ore, finché lo scrittore si alza e gli porge alcuni suoi fogli: così come il giovane gli ha parlato attraverso la musica, lui gli vuole comunicare qualcosa attraverso i suoi scritti. Ritorna sul letto, sorridendo per la prima volta dopo molti anni. Quella felicità, però, si trasforma ben presto in amara delusione: il ragazzo, confuso, non capisce i suoi testi.
Arrabbiato, senza pensarci, prende la prima cosa che gli capita e gliela tira addosso. E urla. Non emetteva suono da molti anni, e quel grido roco all’inizio spaventa anche se stesso, dal momento che non riconosce la propria voce. I suoi pensieri si annebbiano, così come la vista - ha gli occhi pieni di lacrime di rabbia, lo scrittore, e di vergogna, perché si è pentito di essersi mostrato così tanto ad uno sconosciuto; solo quando si calma capisce che, nella foga dell’ira, ha ucciso il giovane.

E non sente altro che echi lontani, lo scrittore, chiuso nel suo studio ventiquattr’ore al giorno; i contatti con il mondo esterno non gli interessano, ché cerca solo la solitudine, lui.
Ora più che mai.

Ma questa sua insofferenza, questa sua incapacità di distinguere i rumori del traffico, fanno sì che lui non si accorga della volante della polizia che arriva d’improvviso, chiamata da una vicina sconvolta dall’urlo che ha sentito prima, proveniente da una casa che credeva disabitata.
Se ne accorge tardi, lo scrittore, quando già la porta d’ingresso è stata sfondata. Arrivano due poliziotti, armati, che lo sollevano di peso dalla scrivania, ove si era rimesso a scrivere con più impegno di prima; i due, sconvolti da cadavere nudo sul letto, chiamano con urgenza un’ambulanza, pur sapendo, senza volerlo ammettere ad alta voce, che non c’è più nulla da fare.
Ma lo scrittore è impassibile: non aveva capito i suoi testi, il giovane, e si era regolato di conseguenza.

In una casa dimenticata dal mondo e da Dio, dice, non valgono le leggi degli uomini comuni.

Successivamente, poco prima di suicidarsi nella buia cella in cui avrebbe dovuto passare il resto della sua vita, ricorderà il dolore provato in tribunale: condannato all’ergastolo per aver ucciso Andrei Petrowsky, giovane russo trasferitosi da poco in città per imparare la lingua.
Così aveva capito, lo scrittore, che non è che il giovane non capisse ciò che voleva trasmettere attraverso i suoi scritti, semplicemente, non aveva ancora imparato a leggere nella sua lingua.





Note Finali ~ [editate il 18/05/2011]
Era nata per essere una one-shot, poi era stata trasformata in una raccolta. Per ragioni varie (leggasi: mancanza d'ispirazione e di tempo), rimarrà una two-shot. Scritta con un font un po' più grande, così da non accecare i lettori strada facendo.
Tutto qui, né più, né meno. Le recensioni fanno sempre piacere, anche dopo un sacco di tempo, ma tutta la pappardella sul "come m'è venuta l'idea" è stata cestinata - interessava davvero a qualcuno?
In ogni caso, grazie a chi ha già recensito (anche se non ho risposto/non ci sono più le risposte qui sotto, i vostri commenti mi hanno fatto molto piacere :D), aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate. E grazie a chi ha letto fin qui ~
  
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