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Autore: baby80    15/06/2010    13 recensioni
L'inaspettato porta alla verità? Può un errore volgere a qualcosa che non si pensava possibile? Uno sbaglio può mutare in qualcosa di bello? Cosa sarebbe successo se, nella puntata dello strappo della camicia, (che qui non c'è) André non si fosse fermato, ed Oscar avesse ascoltato le nuove sensazioni del suo corpo di donna? (sono di nuovo qui, in piena incontinenza creativa... e in assoluta confusione, credo che questa storia avrà al massimo 3 capitoli... come sempre si accettano consigli)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi stai baciando ed il tempo sembra svanire.
Dimentico ogni cosa.
Dimentico chi sono.
Scordo il tuo essere nobile, ed il mio essere servo.
Ignoro il tuo amore per Fersen, e il tuo voler essere un uomo.
Nulla in te mi ricorda un uomo, in questo istante.
Non c'è uomo, nella tue labbra a ridosso delle mie.
Non vi è l'ombra di mascolinità, nei piccoli gemiti che accompagnano la frenesia delle nostre bocche.
Ci sei solo tu, Oscar, una donna che si è arresa alla propria natura, una bellissima donna che ha il potere di uccidermi, con un bacio.
Mi stai baciando.
Oscar, tu stai baciando me!
Ancora non mi par vero.
Sei impazzita come sono impazzito io stesso?
Cosa succede? Perché non hai serrato le labbra come qualche attimo fa?
Perché, io stesso, non ho la forza di impedirmi di...
baciare la tua bocca, così arrendevole da farmi perdere quel briciolo di ragione che ancora mi è rimasta.
Perché non sono in grado di impedirmi di...
saggiare la tua bocca che è come un frutto succoso, sulla mia lingua.
Ti sento sulle mie labbra, ti sento, maliziosamente, in ogni lembo del mio corpo.
Davvero, anche tu, desideri tutto questo?
Vuoi anche tu ciò che voglio io?
Non ti sento muovere. Non odo le tue grida.
Tu desideri, come desidero io.
No, Oscar, no!
È tutto maledettamente sbagliato.
Io. Te. Noi. La sera che ha portato, con questa luna maliarda, la follia.
Oscar, ritorna in te!
Impedisci questo mio profanarti.
Te ne prego, allontanami! Allontanami da te prima che...
Prima che sia troppo tardi, prima ch'io smarrisca quel soffio di lucidità che sento, di già, abbandonarmi.
Esilio la mia bocca dalla sua, eludendo il suo sguardo, senza un soffio di respiro, senza una sola parola.
Sei salva, ed io con te, sopravvissuti all'irreparabile.
Che Dio mi perdoni.
Un sospiro scivola lungo le mie labbra, ancora umide di lei.
Non ho il tempo, ancora una volta, di lasciare questo letto.
Le tue mani dietro la mia testa, le tue dita, tra i miei capelli, mi attraggono a te.
Sulla tua bocca, di nuovo.

“No... Oscar...”
Le mie parole sulla tua lingua.
Il suo bacio, adirato, a succhiare, alle porte delle mie labbra, parole che non vuole udire.
Io non devo! Io non posso seguitare a...
a morire nella tua bocca.
Non posso, ma non arresto i miei gesti, perché sono un miserabile, un debole, uno spregevole vigliacco.
Dio, getta su di me la tua ira.
Puniscimi, perché anelo il peccato, lo desidero, per il resto della mia vita.
Quanta delizia vi è in questo sbaglio? La senti anche tu Oscar?
È come una carezza, lieve e bruciante, sulla pelle.
Uno sbaglio che marchierà a fuoco la mia carne.
Uno sbaglio che segnerà, per sempre, lei.
Lei.
No, no, no!
André sei un pazzo!
Cosa sto facendo? Cosa pensavo di fare?

“Oscar, no! È un errore...”
Tento di dirle, obbligando il mio cuore.
Mi guarda con i suoi occhioni azzurri, ancora intrisi di lacrime, e mi sembra di leggervi una supplica, tra le ciglia.
Forzo la presa delle sue dita tra i miei capelli, cercando, con tutto me stesso, una via di fuga.
Devo lasciarti Oscar.
Devo.
Non posso permettere che la lussuria uccida questo ultimo alito di intelletto, devo scappare prima di perdermi definitivamente nell'oblio.
Un oblio da cui non potrei più far ritorno, e non posso immaginare, il resto della mia esistenza, senza di te.
Non vi sarebbe vita.
Devo andare.
Serro le mani attorno ai suoi polsi, con la medesima brutalità impressa sulla sua pelle, al principio di questa assurdità.
Sei arresa, Oscar, dinnanzi alla mia forza, non opponi resistenza.
Provo una fitta di delusione nel sentirti inerte.
Sei deluso André? Pensavi davvero che lei potesse desiderarti? Credevi davvero che lei potesse...
Sono un mostro, un mostro che ha cercato, con la disperazione nel cuore, di rubare ciò che spetta ad un altro uomo.
Oh signore, perdona questo mio gesto dettato dall'amore.
Un amore malato, forse, ma pur sempre amore.
Sono libero.
Tu sei libera.
Siedo sul letto, con le mani a sorreggermi il capo, chinato pesantemente su di esse.
Non posso guardarti Oscar. Non posso ascoltarti.
Dio, rendimi cieco e sordo, solamente questa notte.

“Oscar io... io... mio Dio, perdonami. Ho vissuto accanto a te per 20 anni e... ho provato dell'affetto per te, solo per te... io ti... Devo andare. Scusami.”
L'amore grava pesantemente su questa stanza, troppe volte è stato udito, questa sera.
Il silenzio guarirà le ferite.
Alzati André!
Cosa diavolo stai aspettando? Vattene!
Non posso! Non voglio lasciarla.
Dio, Oscar, quale potere hai su di me?
Respiro profondamente, poggio le mani sul materasso, pronto a lasciare questa camera.
Fuggi André, il più lontano possibile, fuggi dall'azzurro del suo sguardo, dalla pienezza delle sue labbra, dal profumo della sua  pelle, dalla delicatezza delle sue mani...
Le tue mani Oscar, piccole e delicate.
Le tue mani, incerte, attorno al mio petto...
Le tue mani attorno al mio petto?
Non farlo Oscar!
Sento il tuo viso poggiarsi alla mia schiena, percepisco la tua guancia ed il tuo respiro, così bollente da oltrepassare il candido cotone della camicia.
Non voglio udirti, e tu non proferisci parola.
Non voglio sentirti, e tu rimani immobile, unita al mio corpo.
Come è possibile che tu mi voglia qui, dopo ch'io ti ho ferito?
Come puoi sopportare la mia vicinanza, dopo il male che ti ho procurato?
Cosa ti accade Oscar?
Dov'è Fersen?
Dov'è l'amore?
Non posso ignorarla.
Non posso fingere di non sentire le tue lacrime, bagnare la mia camicia.
Sono perduto, ancora una volta.
Ti stringo le braccia, intraprendendo una lotta con quella dolce forza che hai impresso, attorno al mio corpo.
Vinco, nuovamente, questa sera.
Sapendo di errare, consapevole che, da questo momento in poi, non mi sarà più  possibile tornare indietro, mi volto... volgo il mio essere al tuo cospetto e tu, Oscar, mi sei addosso, come un istante fa.
Mi si stringe contro, con prepotenza, col viso poggiato sul mio petto, quel viso che non posso scorgere, offuscato da una cascata di riccioli biondi.
Mi stringi così forte, Oscar, da togliermi il respiro.
Vorrei toccarti, ma ho paura di farlo, ho paura che, se ora ti stringessi non sarei più in grado di dividermi da te.
Piangi.

“André, rimani con me, ti prego...”
“Oscar ma... io... no...”
“Ti supplico André...”
Il suo pianto diventa inarrestabile ed accontentarla è divenuta la mia sola ragione.
Cingo il suo corpo con le braccia e precipitiamo, ancora, sulla follia.
Il mio corpo sul tuo. Le tue lunghissime gambe attorno ai miei fianchi. I tuoi occhi, perduti nel verde del mio sguardo.
Cosa vuoi fare Oscar?
Cosa sei divenuta?
Chi sei?
I nostri respiri si fondono contro le nostre bocche, così vicine, così spudoratamente dischiuse.
Provo per me il disprezzo più profondo, eppure non posso fare a  meno di perpetuare il mio peccato.
Sfido Dio, sfido il Diavolo.
Punitemi, strappatemi l'anima, crocifiggete quest'uomo soggiogato dalla lussuria.
Amo la mia tentazione, amo il mio peccato.
Amo questa creatura innocente che eccita la mia carne e strugge il mio cuore.

“Oscar io... che Dio mi perdoni... Ti amo.”
Amo questo amore che mi ha avvinto a te, e alla morte.
Vorrei possedere entrambe, così che io possa gioire e morire, nel medesimo istante.

“Lo so...”
Mi sussurri sfiorandomi l'orecchio, prima, e il collo, dopo.
Me lo sussurri un istante prima di legare il mio corpo al tuo, poco prima d'essere rapito dalla lussuria, dall'eccitazione, dal desiderio che ferisce la carne.
Spingo il mio corpo sul tuo, cosicché tu possa sentirmi, sulla pelle... nell'anima.
Muovo il mio essere sulla tua figura di donna, così chiara come mai prima d'ora.
Istigo la tua follia, incitando il mio vigore, contro quell'assenso dischiuso tra le tue gambe.
Ti sento gemere e vorrei morire sulle tue labbra.
Ti sento rispondere ai miei assalti e vorrei perdermi in te.
Ti sento Oscar.
Sei viva al di sotto della mia carne. Tu vivi ed io muoio.
Muoio sapendo di farti del male, muoio con la consapevolezza d'essere complice, della tua pazzia.
Piange ancora, Oscar.
Che anche le lacrime siano innamorate di lei?
Piange, mentre con la fermezza delle sue piccole dita, cattura il mio volto.
Guardami Oscar, uccidimi! Bramo la morte con la stessa intensità con cui bramo il tuo amore.
Piangi posando il tuo sguardo sul mio viso, ed io vorrei asciugare le tue lacrime e consolare il tuo cuore, spezzato da un amore respinto e dal dolore che non posso smettere di donarti.
Ti guardo e vorrei poterti sussurrare il mio amore all'infinito.
Riesci a vedere quando amore c'è, nel verde dei miei occhi?
Mi sorridi, Oscar, con le lacrime a bagnarti le labbra.
Mi sorridi colpendomi ancora una volta, in questa folle notte, con l'inaspettato delle tue parole.

“Amami...”
Sussurri tra l'umido piacere di un bacio.
Ed io gioisco, e muoio, nel medesimo istante.
  
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