GUAI
Nami guardava scioccata quel simbolo che
le aveva appena sconvolto la vita.
Gli occhi sgranati, le labbra
leggermente dischiuse e le mani tremanti che sorreggevano a malapena
quell’oggetto. Nel suo cervello girava solo una domanda.
Come era potuto accadere?
Ok, forse era la domanda sbagliata, dato
che sapeva fin troppo bene come era successo, ma era sempre stata attenta.
Ripassò mentalmente le varie volte e non trovò mai un errore in ciò che aveva,
o meglio, che avevano fatto.
Ma allora? Come diamine era successo?
Un flashback confuso fece capolino nella
sua mente, ripescato dal suo subconscio per dare una risposa alla sua domanda.
La festa.
Circa un mese prima avevano festeggiato
la vittoria della ciurma contro la marina. Una festa come tante altre, ma la
prima da quando…
“Merda” disse a denti stretti.
Il ricordo di quella sera diventò meno
sfuocato e molto più gradevole…
Diamine! Possibile che non resisteva mai
ai suoi sguardi desiderosi?!
Stupida mocciosa! Si, quel nomignolo le
stava a pennello!
Come un adolescente al primo amore,
quando lui la guardava in quel modo accattivante gli ormoni prendevano il
sopravvento.
Sbuffò sonoramente rendendosi lentamente
conto che era in un mare di guai. Cosa sarebbe successo alla ciurma? E a lui?
Non avrebbe mai rinunciato al suo sogno per una dimenticanza, per una
debolezza. Si perché per lui quello che c’era stato era solo una debolezza.
E adesso? Come avrebbe potuto dirglielo?
“Nami? Tutto bene?”
Sobbalzò spaventata e quel dannato test
le cadde dalle mani.
“Si Robin” rispose alzandosi.
Riafferrò quel maledetto aggeggio che le
aveva appena distrutto la vita e lo infilò nella tasca della minigonna.
Fece un respirò profondo ed aprì la
porta del bagno.
Robin la guardava interrogativa “Stai
bene?”
“Si” rispose sorridendo.
Non era pronta per dirlo a qualcuno,
faticava già a rendersene conto da sola.
“Sicura?” chiese preoccupata.
“Si, vado a controllare la rotta”
rispose correndo via per il corridoio.
Si guardò alle spalle controllando che
non l’avesse seguita. Non la vide, ma sapeva che prima o poi le avrebbe fatto
vuotare il sacco.
Andò a sbattere contro qualcosa di duro,
il colpo le fece perdere il fiato.
Adesso Franky si metteva a costruire pareti
di punto in bianco?!
“Mocciosa! Guarda dove vai!” avrebbe
preferito un muro.
Alzò il viso e si ritrovò davanti
l’ultima persona che avrebbe voluto vedere. Sul suo viso era dipinto un sorriso
bastardo.
Beh, lui era il re dei bastardi.
Perché? La risposta era molto semplice:
sapeva che lei era stracotta di lui e ne approfittava quando voleva.
Diamine come era stupida!
Una vocina affiorò nella sua testa e le
urlava una sola parola: “Scappa!”
“Scusa” mormorò.
Lo superò e corse sul ponte. Una fresca
brezza la colpì sul viso e il calore del sole le riscaldò le membra. Sarebbe
stata una bella giornata se non avesse fatto quella scoperta.
“A tavola!” l’urlo di Sanji si sentì per
tutta la nave e attirò tutti i pirati verso la cucina.
Fece un sospirò e seguì gli altri.
Tutti i componenti della ciurma stavano
divorando il pranzo, tranne uno. Nami si sedette al suo posto e guardò il suo
piatto stracolmo. Sembrava tutto delizioso ma le era passato l’appetito.
La porta si aprì. Sulla soglia era
apparso lo spadaccino. Nami corrugò le sopracciglia vedendo la sua faccia: era
sbiancato, gli occhi assenti e la bocca leggermente aperta.
La navigatrice si chiese se stava bene.
Lo guardò meglio cercando di vedere se
avesse qualche ferita, ma vide qualcosa di peggio.
Un vuoto le attanagliò lo stomaco e
deglutì spaventata.
Si portò scioccamente una mano alla
tasca e la sentì vuota. Doveva esserle caduto quando gli era andata addosso e
ora lui lo stringeva in una mano.
Zoro si riprese e la guardò negli occhi.
Formulò quella fatidica domanda a mezze labbra.
Il suo cuore accelerò veloce sentendo
che l’attenzione della ciurma si stava lentamente puntando su di loro.
Nami annuì tremante e Zoro sgranò gli
occhi.
“Nami vieni, ho bisogno di parlarti”
disse con poca voce.
“Nami, amore, cosa succede?” cinguettò
il cuoco.
“Non è il momento Sanji” disse Robin
mentre beveva il suo succo.
L’archeologa sapeva della loro
“relazione” e a quanto pare aveva fatto due più due.
Relazione! Era solo sesso!
Mai una parola dolce, mai una
dichiarazione. Beh, dopotutto si parla di Zoro Roronoa, lo spadaccino di
ghiaccio.
Nami si alzò ed uscì dalla cucina
seguita dallo spadaccino e dagli occhi interrogativi dei compagni.
Si rifugiò nel suo agrumeto e lui la
raggiunse subito.
“Da quanto tempo lo sai?” era la domanda
più stupida e inutile che avesse mai fatto.
Ma ora che ci pensava magari voleva
andare a livelli. Lo ringraziò mentalmente per non usare i suoi modi rudi anche
in quel momento.
“Da un’ora, non volevo che lo sapessi
così” rispose accarezzando un suo mandarino.
Sentiva la sua presenza alle spalle, ma
non aveva il coraggio di voltarsi.
“Forse non te l’avrei proprio detto”
“Perché?” la sua voce era stupita.
“È stato solo un errore, tu hai il tuo
sogno ed io ho il mio. Non c’è spazio per un bambino” fece fatica a dire quelle
parole, perché in fondo una parte di lei, la parte senza logica e perdutamente
innamorata di lui, aveva sempre sognato quello che stava succedendo.
Ma quella era la realtà, e nella realtà
lui stava con lei solo per lussuria.
Ricacciò indietro le lacrime e continuò
“Poi non ci amiamo e non potremmo mai essere dei buoni genitori”
“Quindi cosa vorresti fare?” quella
domanda le fece male, era la prova che lui non provava niente per lei,
affermava che il suo sogno era più importate del loro bambino.
“Credo che Chopper possa aiutarmi”
Ci fu qualche secondo di silenzio e Nami
si sentì terribilmente sola.
Sobbalzò incredula sentendosi
abbracciare da dietro.
“Non dire idiozie mocciosa, lo so che mi
ami”
Si girò di scatto e lo guardò con rabbia
“Smettila di prendermi in giro! Ti sei sempre approfittato di questa cosa! Non
succederà mai più!”
Lui corrugò le sopracciglia
“Approfittato?” chiese incredulo “Non mi sembrava che disprezzassi” aggiunse
offeso.
“Quanto sei idiota!” esclamò sentendo il
sangue ribollirle nelle vene “Se non fossi stata innamorata di te questa cosa non
sarebbe mai successa!!” urlò.
Si girò e fece per andarsene, ma lui
l’afferrò per un braccio e si ritrovò intrappolata tra le sua braccia.
“Dimentichi il fatto che anche io sono
innamorato di te” le sussurrò all’orecchio.
Sgranò gli occhi non credendo alle
proprie orecchie. Si girò verso di lui appoggiando le mani sul suo petto, quante
volte aveva dormito comoda lì sopra.
“Cosa?”
Lui corrugò le sopracciglia iniziando a
capire “Tu credevi che non ti amassi?”
“Non è così?” chiese spaesata.
“Certo che non è così!” esclamò tra
l’offeso e l’arrabbiato “Io ti amo più della mia stessa vita”
Nami si sentì morire a quella frase
“P-perché n-non m-me l-l’hai m-mai d-detto?” balbettò sentendo lacrime di
sollievo bagnarle le guance.
Lui le asciugò “Perché sono un idiota
orgoglioso”
Sorrise appoggiando la fronte alla sua
“Sono d’accordo”
“Scusami” mormorò guardandola negli
occhi.
Si strinse a lui, intrufolandosi nel suo
abbraccio.
Le diede un bacio sulla fronte “Ti amo
Nami”
Non resistette oltre. Alzò il viso e si
attaccò alle sue labbra. Lo baciò con foga, aveva temuto che non l’avrebbe più
potuto fare. La paura di perderlo rese quel bacio ancora più speciale. Era una
promessa non scritta, la promessa che non si sarebbero più separati.
Quando si staccarono lei chiuse gli
occhi e si accoccolò sul suo petto.
Era tutto perfetto.
“Voglio proprio vedere che faccia farà
il cuoco” sogghignò lo spadaccino.
Nami aprì gli occhi di scatto sentendo
una vampata di calore colpirle il viso. Si staccò bruscamente e gli lanciò un’occhiataccia
assassina. Caricò il destro, che partì prima che Zoro lo vedesse. Lo colpì sul
viso e il povero spadaccino si ritrovò con la faccia spiaccicata per terra.
“Un momento romantico come questo me lo
rovini così???!!!” esclamò infuriata “Ma di tutti gli uomini di questa terra,
proprio di un cavernicolo come te dovevo innamorarmi?!” urlò dirigendosi verso
la sua cabina sbattendo frustata i piedi per terra.
Zoro rimase immobile, pensando che era
più facile vincere un duello che capire le donne.
ANGOLO DI ROGI
Salve gente!!! Dopo lunghi giorni di
assenza sono tornata con una piccola fic, siate clementi sono un po’ fuori
allenamento ^^ Questi ultimi giorni di scuola sono stati folli e non ho avuto
il tempo neanche di accedere il pc!! Ma ora mi rimetto al lavoro promesso, ho
qualche ideuzza per qualche fic a più capitoli. Intanto vi lascio con questa,
scritta di getto. Spero che vi abbia fatto sorridere.
Un abbraccio a tutti!!!