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Autore: Per_Aspera_Ad_Astra    16/06/2010    1 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe la vostra vita se la ricominciasse tutta da capo? Se tutto quello che avete vissuto è solo nullità?
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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THE DOOR

Volevo dedicare questo capitolo a due persone. Alla mia Cicci Erika (Farah) e ad una persona speciale Claudia (Aglaja). Volevo dedicarlo sopratutto a quest'ultima che sperro si sia ripersa..perchè davvero le voglio bene. Alla mia cicci invece spero che starà facendo un viaggio stupendo. Un grande grazie a tutti quelli che hanno seguito e seguiranno la storia

 

Viaggiava invano, tra le ombre della città che si facevano sempre più scure…quelle ombre che viaggiavano a testa bassa, per non vedere la luce, come piccoli spettri in cerca di un posto sicuro… correvano…

Correvano.

Si scontravano, ma nulla gli faceva rallentare il passo.

Continuava a camminare, anche lui come uno spettro, però lui una meta non c’è l’aveva..ma forse uno scopo si.

Lo scopo di rivivere almeno quel pezzo di vita che gli era stata tolta, quel pezzo di vita che forse non avrebbe più trovato.

S:Jared?

J:eh?

S:Da quanto tempo stavi sognando ad occhi aperti?

J:Da tanto?

S:Penso proprio di si…

Vedevo dietro di lui una grande borsa, che trascinava grazie a due ruote poste sotto di essa. Era rossa, accesa ma era fatta di un materiale che non era tessuto, policarbonato forse…

J:A cosa ti serve quella cosa?

S:Intendi la tua valigia?

J:La mia ? A cosa mi serve adesso?
Sapevo perfettamente a cosa mi serviva, ma non volevo infrangere forse uno spiraglio di luce.

S:Ad andartene via

Lo vedevo che apriva quel piccolo armadietto di metallo davanti a me, e prendeva cose che non avevo mai usato.

J:Ma stai scherzando vero?

S:Sto scherzando?

J:…no?

S:Ecco, ora prendi quel tuo culo rosa e vestiti

J:Cosi, mi stacco tutto?

S:Infatti, allora ci vedremo tra poco alla sala giù va bene?

J:Aspetta, quale sala?

S:Ti porteranno loro….

J:Va be…

Non riuscì neanche a finire la frase, che lui era già sparito dietro quella porta.

Non sapevo che girono era oggi ma lo avrei ricordato di sicuro…forse come il giorno più bello della mia vita.

Inf: Buongiorno, oggi è arrivata la sua ora.

J:Di andarmene giusto?

Inf: Certo, le stacco quello che devo ma si ricordi una cosa, adesso io le attaccherò questo respiratore che dovrà tenere per un po’ di tempo, la prego solo di una cosa: lo tenga e non se lo tolga

J:Ma perché dovrei mettere questa cosa?

Inf: Sostituisce questo tubicino che ha lei in gola. Ecco perché è cosi rauco. Se lei lo toglie entro il tempo che le diciamo dovrà ritornare qui, e non sarà bello.

J:Va bene…ma poi lo potrò togliere vero?

Inf:Ma certo stia tranquillo.

Mi accarezzò il viso e cominciò a togliere le flebo che erano quasi parte della mia pelle. Non volevo portarlo, avevo pensato di non farlo, ma non ne potevo più di stare in quel posto, la mia pelle quasi bruciava al contatto di tutto quello che mi stava intorno.

Avrei sofferto un altro po’.

Solo un altro po’. Solamente un poco.

-Pensi che ritornerà a casa?-

-Lascialo stare, è solo un bambino-

-Ma è tuo…-

-NON E’ NIENTE PER ME…e non lo sarà mai-

Tutto andava cosi veloce ormai nella mia mente, cosi veloce che nemmeno le immagini più nitide riuscivo a distinguere, dalla mia mente uscivano solo pensieri non sapevo se uscivano neanche quelli…vagavano nella mia mente i pensieri più nitidi.

Inf:Quello è suo fratello vero?

Annuì.

Se avessi parlato da quella maschera che teneva imprigionate le mie parole sarebbe uscito solo un suono sordo. Mi sentivo ancora più a disagio, cercavo di coprire il mio viso con il capelli biondi, che scendevano lunghi sul mio viso.

Feci dei passi lunghi e veloci. Per arrivare da mio fratello…le mie gambe non mi reggevano, ma dovevo andarmene senza farmi vedere.

Inf:Signore suo fratello!

S:Jared?

Volevo dirgliene di santa ragione a quella infermiera per aver fatto girare tutti, ma continuavo ad annuire, speravo che almeno mio fratello avrebbe capito il grande disagio.

Sudavo freddo anche se era maggio inoltrato. Sentilo la fronte riempirsi di queste goccioline che grondavano tutto il mio viso, quasi come se lo stesserò bagnando.

Mi sentivo un grande peso sullo stomaco, come se una grossa macchina mi ci fosse passata sopra. Non mi potevo contrarre dal dolore, perché non lo era…avevo una gran paura.

S:JJ..cos’hai? Ti senti bene?

Feci capire che stavo benissimo, ma fingevo.

Dicevano che ero un attore giusto? Allora provavo a metterlo in atto.

S:Allora c’è la fai?

Presi una grande boccata di quell’aria artificiale, che passava per i miei polmoni.

Vedevo mio fratello, mi sorrideva…non potevo avere paura se c’era lui…e non ne avrei avuta.

Davanti a me, questa grande porta di vetro…il grande manubrio che faceva scattare l’apertura, lo vedevo proprio come si mi chiamasse…tutto si stava avverando, avevo paura…sentivo una spinta che mi voleva fare uscire…mentre uno strattone che voleva che io stessi li.

Lo feci.

La porta si aprì a vista, il sole annebbiava la mia vista, come una candida nebbia, il vento leggero quasi come una volata di aria fresca si contraeva sulla pelle del mio viso…quasi creando un brivido di piacere.

Aprì gli occhi per contemplare la vista di quel meraviglioso paesaggio, che consumava quasi i miei occhi per quella bellezza.

S:Benvenuto al mondo Jared…

Volevo sorridergli… ma non potevo.

Sentivo la voce dentro di me gridare “Benvenuto nel tuo inferno..caro piccolo ingenuo Jared”…ma non mi importava…avrei saputo combattere quello che mi stava davanti…a qualunque costo.

Benvenuto Jared, benvenuto…

 

  
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