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Autore: JhonSavor    16/06/2010    0 recensioni
Seifer guardava assorto, il mare dal pontile: il sole, tramontando, tingeva di rosso il cielo e le acque. Ehilà Qui è JhonSavor che vi parla questa è una mia fan che ho iniziato a scrivere un bel pò di tempo fa e ho deciso di postarla così eccola qua : fatemi sapere
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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gigi CAPITOLO VII

La notte sembrava non passare più. Squall si rigirò per l’ennesima volta nel letto e guardò la sveglia vide: era quasi l’alba. Tirando un sospiro di sollievo si voltò verso Rinoa che dormiva al suo fianco. Era incantevole.
I lineamenti rilassati, il viso che sembrava quello di una creatura del paradiso, il suo respiro lento come se non ci fosse niente che la turbasse, lo tranquillizzava, lo faceva stare calmo. Si alzò, facendo il minimo rumore per non svegliarla.
Aveva deciso di andare prendere una boccata d’aria. Si era ricordato che dalla stanza in cui avevano parlato il giorno prima, si poteva passare direttamente su una terrazza che si affacciava sulla città.   
Appena aprì la porta che conduceva in terrazza, fu subito investito da una ventata d’aria fresca che lo inebriò.
Si appoggiò al parapetto e guardò in basso: la città di Zanarkand dormiva ancora tranquilla.
Quel panorama, unito all’alba che sorgeva, trasmise al moro un senso di pace.
Squall si vergognò subito di quel suo stato d’animo.
Come poteva permettersi il lusso di essere calmo e spensierato, mentre dall’altra parte dell’oceano, la sua città natale, la sua gente, erano assoggettati da un guerriero sanguinario preso da manie di grandezza?
Il viso di Sephiroth, il suo sguardo freddo come il ghiaccio gli ritornarono alla mente: il suo sorriso beffardo.
Preso da un impeto di rabbia tirò un violento pugno sul parapetto di pietra.
“Guarda che se lo rompi, poi me lo ripaghi”
Squall si voltò di scatto e trovò di fronte a se Tidus.
“Sempre così mattinieri voi di Galbadia?” disse il biondino sbadigliando.
“Dovrei rigirarti la domanda… che ci fai qui, a quest’ora?”.
Tidus avanzò e si appoggiò anche lui, di fianco al moro “Ogni volta che ne ho l’occasione vengo sempre qui ad osservare la mia città… in alcuni momenti, quando la osservo, ho come l’impressione, la paura che sia tutto un sogno e che da un momento all’altro debba svegliarmi, non ritrovandomela più davanti… e lo sai il perché? Perché mi sembra incredibile che sia risorta dalle sue ceneri dopo quasi un millennio… la mia adorata città”.
Squall si appoggiò allora con la schiena al parapetto e gli disse “Si è vero, me n’avevi già parlato; essa fu distrutta da Sin quasi mille anni fa e tu sei l’unico sopravvissuto e testimone di quell’atrocità”.
Ci fu un attimo di silenzio poi Tidus riprese “È per questo, infatti, che la festa dell’anniversario della sconfitta di Sin è particolarmente sentita dai nuovi Zanarkandiani”
“Sai, Tidus…- disse Squall - stavo pensando, appena le acque si saranno calmate, di togliere il disturbo e trasferirci da qualche altra parte per ingaggiare la nostra guerra personale contro Sephiroth...”.
Tidus lo guardò esterrefatto “Ma che stai dicendo?”
“Non voglio che un’altra città sia coinvolta nelle nostre faccende personali”
“Ma stai parlando sul serio? Anzi sono io a dispiacermi di non potervi dare maggior appoggio! Zanarkand ha fatto un patto d’amicizia e di solidarietà reciproca con Galbadia, e per noi l’amicizia è un qualcosa di sacro! I miei cittadini sarebbero i primi a vergognarsi se io mi rifiutassi di porgervi aiuto. Purtroppo la città non è ancora pronta per un impegno militare, e sfortunatamente Paine, Lulu e Wakka sono in missione diplomatica per arginare il pericolo di una guerra in un altro continente… però potrai sempre contare sul miglior guerriero di tutta Spira!”.
Squall scherzosamente gli rispose “Davvero? E sai dirmi dove potrei trovarlo?”
“Ce l’hai davanti…”
“Scusa Tidus ti puoi spostare, perché non riesco a vederlo”
“Molto spiritoso… in ogni caso non ti facevo così altruista e coscienzioso, non sarà che la pace e la compagnia di Rinoa ti abbiano rammollito?”
“Può darsi, d’altro canto la gente cambia, ma quando combatto ridivento un freddo guerriero”
“Oh certo - gli disse Tidus ridendo - come quando c’incontrammo per la prima volta due anni fa per la firma del trattato d’alleanza!”.
Squall si mise una mano sulla fronte sospirando “Non me lo ricordare, a momenti finiva in tragedia! Anche in quell’occasione Seifer dovette dire la sua!”
“Eddai fu anche colpa di Gippal che aveva cominciato a questionare su questo e su quello…”
“Beh a pensarci bene anche noi due calcammo un po’ la mano” ammise Squall.
“Già specialmente dopo che Wakka e Zell iniziarono a discutere su chi fosse il più forte tra noi due”
“A proposito, Tidus, la ferita che mi facesti al braccio destro durante quel duello mi duole ancora…”
“Esagerato!”
“Tu scherzi, ma si cicatrizzò dopo un bel po’ di tempo!”
“E tu allora? Guarda che fui costretto a fare tre mesi di riabilitazione alla gamba sinistra dopo quell’incontro!”
I due continuarono a parlare e ridere delle loro peripezie per molto tempo finché ognuno non si svegliò.

“Allora che cosa proponete di fare?”
La riunione era iniziata e tutti la presiedevano a parte Seifer, Quistis e la dottoressa Kadowaki. Lo stesso Zell anche se con la spalla ancora fasciata, aveva deciso di partecipare.
“Io direi di analizzare i nostri punti a favore nei confronti del nemico” disse Quistis entrando improvvisamente nella stanza. Tutti si voltarono verso di lei, stupiti del fatto che fosse presente.
“Quis, che ci fai qui non dovresti essere con Seifer?” le domandò Rinoa
“Le sue condizioni sono quello che sono e non avrebbe senso che non prendessi parte a questa riunione”.
Yuna era incredula di fronte alla forza d’animo e alla determinazione della donna. Capì inoltre che ciò che aveva appena detto lo pensava davvero, non era solo un modo per mascherare la sua preoccupazione: infatti i suoi occhi benché arrossati non lasciavano trasparire alcuna incertezza.  
“Senti Quistis se vuoi posso darti io il cambio mentre tu sei qui…” disse Rikku
“Mi faresti un grosso favore, grazie Rikku”
“Non c’è problema” e detto questo si diresse in infermeria.  
“Quis tu prima hai parlato di punti a favore… e scusa quali sarebbero?” disse Zell.
Quasi tutti sostennero questo fatto: non si trovavano in una situazione molto buona.
“Beh, innanzi tutto Sephiroth non troverà l’appoggio popolare di conseguenza avrà pochi seguaci o addirittura sarà da solo e ciò ci faciliterà la missione, potendo concentrare tutte le nostre forze solo su di lui”.
Zell accennò una risata amara “Bene! Ora siamo certi di dover affrontare SOLO il guerriero più forte del mondo, invece di pensare anche ad un possibile gruppo di seguaci…”
“Intendevo dire che dovrà affrontare noi tutti da solo… il nostro numero lo soverchierà!” disse Quistis un po’ stizzita.
“Per me sei un po’ troppo ottimista -disse Tidus- se non mi sbaglio ci avete detto che Sephiroth ha usato un incantesimo chiamato “Sin Harvest”… con solo quello, sarebbe in grado di affrontare da solo anche tutti gli Eoni”
“A questo -intervenne Yuna-  posso risponderti io: ogni incantesimo che sia offensivo, difensivo o curativo si basa sempre su leggi ed equilibri ben precisi che non possono essere elusi; tieni presente che ogni incantesimo prevede un impiego di energia magica che è sottratta al mago… se aggiungiamo che la potenza di un incantesimo è proporzionale all’energia magica usata, per quanto potere magico Sephiroth possieda non potrà usare il “Sin Harvest” che per un determinato numero di volte o essere inefficace per una certa quantità di tempo. Me lo puoi confermare Rinoa?”
“Si, è proprio come hai detto tu. Basta trovare un modo per contrastarlo e il gioco è fatto”
A quel punto Squall intervenne “Ragazzi il nostro obbiettivo è di trovare ogni singola incrinatura nella figura di Sephiroth e sfruttarla a nostro vantaggio perché solo così saremo in grado di sconfiggerlo; ora studieremo un modo per rendere inefficace la parte magica di Sephiroth, in quanto al suo lato guerriero ho già un paio d’ idee che ci permetteranno di sistemarlo anche in quel senso. Ora avanti, diamoci una mossa”
L’intervento di Squall fu accolto con gioia e ogni partecipante alla riunione ritrovò un forte ottimismo.
                        
“Ma… ti sei svegliato!”
Seifer sentì quella voce giungere dalla sua sinistra e si voltò per capire a chi appartenesse. Davanti ai suoi occhi comparve una bellissima ragazza, la più bella che avesse mai visto. I capelli color dell’oro, la pelle leggermente abbronzata e due occhi di un verde intenso, per un attimo, fecero pensare a Seifer di essere morto e quello che aveva davanti non era altro che un angelo.
“Vado ad avvisare gli altri, tu non ti muovere, okay?” ed uscì di corsa
Seifer era confuso, non capiva dove si trovava, quando sentì un dolore acutissimo alla spalla. Il dolore gli fece ricordare tutto: del vecchio di Fisherman’s Horizon, di Sephiroth, del suo duello con Squall… ogni cosa.
“Non muoverti troppo o la ferita si riaprirà” disse la dottoressa Kadowaki che sedeva di fianco a lui “Doctrine…sei tu? Dove mi trovo?” chiese con fatica Seifer
“Ti trovi a Zanarkand dai nostri alleati di Spira… hai dormito per quasi due giorni, sai?” gli rispose
“Zanarkand…” incominciò a dire il biondo quando sentì dei passi veloci che si stavano dirigendo verso la sua stanza. La porta si spalancò e Quistis entrò nella stanza fiondandosi su di lui per abbracciarlo.
“Seifer -  esclamò la ragazza piangendo -stai bene! Grazie al cielo stai bene!”
Dopo di lei, tutti, uno dietro l’altro entrarono, salutandolo:
“Ehi Amalsy hai la pellaccia dura a quanto vedo!” affermò Zell
“Questo ormai dovremmo saperlo, caro Zell… ha nove vite come i gatti” continuò Irvine
“È una fortuna che tu ti sia ripreso, Seifer!” disse dolce Rinoa
“Capo, dannazione, stai bene!” “Ci hai fatto preoccupare, stupido!” dissero Rajin e Fujin piangendo.
L’ultimo ad entrare nella stanza fu Squall. Appena lo vide, Quistis si staccò subito dal biondo.
Il moro si avvicinò al letto senza dire una parola. Seifer ricevette all'improvviso un pugno in faccia:
“Brutto idiota… ti rendi conto di quello che hai fatto?”
Stranamente il biondo non reagì. Nella stanza scese il silenzio e tutti divennero seri. Il gesto di Squall riportò ognuno alla realtà.
“Ti rendi conto del casino che hai creato?” Squall lo colpì di nuovo.
“Squall smettila, è ancora convalescente!” disse la dottoressa Kadowaki.
Il moro non la sentì neanche “Che cosa hai intenzione di fare ora? Avanti rispondi!”.
Seifer alzò lentamente il volto e vide che anche Quistis lo guardava ora con tono freddo e severo.
“Non lo so…” disse Seifer con un fil di voce.
“Sephiroth ci ha lanciato una sfida e noi tutti ci stiamo organizzando per poter riportare la libertà nel nostro paese- continuò il moro -ma credo che tu non parteciperai dato che sei troppo vigliacco per prenderti le tue responsabilità… e troppo debole”
Punto nell’orgoglio, Seifer sentì dentro di se una fiamma d’ira che lo rianimò e una voce che esigeva vendetta. Vergognandosi come un cane per essersi dimostrato così debole si alzò dal letto e gridò al moro:
“No, non ho alcuna intenzione di lasciare che un lurido bastardo qualunque, osi prendermi per il culo in questo modo! Giuro che, a costo di andarci da solo, cercherò quel maledetto e gli farò pentire di tutto ciò che ci ha fatto… gli farò pentire di aver solo avuto a che fare con Seifer Amalsy!”.
Il biondo ansimava e Squall gli sorrise.
“Sono contento che la pensi così”
“Ho fatto molte cazzate nella mia vita… ma ho sempre cercato di porvi rimedio”.
Seifer risentì il dolore acutissimo alla spalla e si risedette sul letto.
“Sono veramente contento di sentirti così motivato… ti aggiorno sulle ultime novità: abbiamo deciso di lasciare a Rinoa e Yuna il problema di trovare il modo di contrastare il potere magico di Sephiroth dato che sono le più esperte in quel campo… mentre riguardo al modo di affrontarlo con la spada ci penseremo noi altri”
“Cosa c’è tanto da pensare? Basta che andiamo là e lo affrontiamo, più semplice di così…” disse Seifer
“No quel tipo è al di fuori della nostra portata… per il momento non avremmo alcuna possibilità; la tua, sarebbe una buona idea per lasciarci elegantemente le penne” gli rispose sarcastico Squall.
“E allora che cosa dovremmo fare?” domandò il biondo.
“Sephiroth è già stato sconfitto una volta… abbiamo deciso che andremo a cercare colui che è riuscito nell’impresa e chiedergli aiuto… e voglio che tu venga con me, Tidus e Irvine d’accordo?”.
“Mi spiace ma questo non posso permetterlo! -intervenne la dottoressa Kadowaki- Seifer non si è ancora del tutto ripreso, e non può partire in queste condizioni”.
Seifer le rispose scocciato “Doctrine non si preoccupi per me. Ho cose più importanti a cui pensare adesso…”
“Proprio perché sono un medico non posso permetterti di andar via così… sentite, voi andate a preparare il Lagunarock, ci penso io a rimetterlo in sesto… al Garden stavamo sviluppando un nuovo metodo per occasioni come questa…”
Il volto di Seifer si schiarì “Grazie Doctrine”
“Aspetta a ringraziarmi, per quest’operazione ci vorrà un po’ di tempo. Inoltre dopo ti dovrai riposare e fare alcuni test per vedere se tutto sarà in ordine… avremo finito all’incirca per domani pomeriggio sul tardi”
“Va bene lo stesso- disse Squall avviandosi alla porta- l’importante è che rimettiate in sesto questo tipo il prima possibile”.

Una volta che tutti furono usciti, la dottoressa si mise subito all’opera:
“Bene distenditi sul letto e rilassati, dovrò iniettarti un po’ d’anestetico e poi inizierò il mio lavoro”
“Dormirò?”
“No, sarà solo un’iniezione locale”
“Senti Doctrine… stai già facendo molto ma vorrei chiederti lo stesso una cosa”
“Dimmi tutto”
“Come te la cavi con forbici e pettine?”.

“E poi che è successo?”
Il viaggio era iniziato. Squall era alla guida mentre Irvine, Tidus e Seifer stavano parlando nella cabina dietro a quella di pilotaggio.
“Niente, ho sentito soltanto uno strano tepore alla spalla mentre Doctrine mi stava sistemando la ferita. Ha detto che è una tecnica nuova basata sull’unione di chirurgia e magia”
“Caspita!” disse Irvine.
“Il bello è che non ha dovuto neanche usare camere asettiche o altro…abbiamo risparmiato un sacco di tempo”
“E i capelli? Come mai te li sei tagliati?” gli chiese Tidus.
Seifer gli rispose semplicemente toccandosi la zazzera “Quei capelli lunghi erano una conseguenza della possessione di Sephiroth… non avevo intenzione di tenere qualcosa che fosse legato a lui. Mi basta già la cicatrice che ho sulla spalla per ricordarmi di quel bastardo”.
Poi Tidus si rivolse a Squall “Scusa ma ti sei informato almeno su dove si trovi quel tipo?”.
Da dietro la parete divisoria, il blitzer sentì la risposta di Squall “Stando alle informazioni che avevo ottenuto dai dossier del mio amico scrittore, il nostro uomo si troverebbe in quella che ora è la città più florida della nazione in cui vive, Junion City. Sembra che sia diventato il proprietario di un grosso bar chiamato << Seventh Heaven Delux >> e che ormai si sia ritirato dal lavoro di mercenario”.
A quel punto intervenne Seifer “Piuttosto mi dite come si chiama questo grande guerriero? Di lui mi avete detto praticamente tutto a parte la cosa più semplice”.
Sempre da dietro la parete giunse l’esauriente risposta di Squall “Strife. L’uomo che stiamo cercando, si chiama Cloud Strife” detto ciò Squall si richiuse nel silenzio e non parlò più per il resto del viaggio.
   
Erano quasi le otto del mattino e Squall, con Tidus, Seifer e Irvine, si aggirava per le vie di Junion City.
I commercianti iniziavano ad aprire i loro negozi per dare inizio ad un’altra giornata di lavoro.
“Sinceramente Squall… hai la più pallida idea di dove si trovi il bar che stiamo cercando?” gli disse Irvine.
Dopo un attimo di silenzio il moro rispose “Beh… in realtà pensavo di chiedere informazioni una volta arrivati”
“Fantastico…” disse Seifer.
Non cogliendo il sarcasmo del biondo, Squall si avvicinò ad un passante e gli chiese:
“Scusi mi saprebbe dire dove si trova il bar << Seventh Heaven Delux >>?”
“Quello gestito dall’ex-mercenario Cloud Strife? Andate sempre diritti verso quella piazza, poi dirigetevi verso << Restauration street >> e ve lo ritroverete proprio di fronte”.
Detto ciò l’uomo si allontanò salutandoli.
“Visto? Sempre a polemizzare… è stato più semplice del previsto…” disse Squall, e così il gruppo si mosse seguendo le indicazioni.
Il bar era veramente grosso; l’insegna che era appesa fuori dall’edificio informava che era anche una locanda << Bed and breakfast >> oltre che semplice locale. Tidus si avvicinò e guardò attraverso i vetri della porta.
“Ragazzi non vorrei fare il menagramo ma secondo me è ancora chiuso”
“Un bar secondo te a che ora dovrebbe aprire scusa? Dai muoviamoci, vi faccio strada io…” disse Seifer e con  decisione afferrò la maniglia della porta che cedette.
Dopo aver guardato Tidus con sguardo di trionfo il biondo entrò, seguito a ruota da Irvine. Superato l’ingresso si aprì di fronte ai loro occhi una gran sala con numerosi tavolini e sedie sparsi qua e là.
Dall’altra parte Seifer intravide il bancone, dietro il quale si trovava una persona indaffarata a pulire dei boccali.
Essendo in penombra, non riuscì a distinguere bene chi fosse e non sapeva come comportarsi.
A toglierlo d’impiccio fu la stessa: “Mi dispiace, ma oggi il bar aprirà un po’ più tardi. Ieri sera c’è stata una festa e il proprietario sta ancora dormendo… se volete essere serviti dovrete aspettare ancora un po’…” detto ciò accese alcune luci che però, avendo poca luminosità, lasciavano ancora gran parte del locale nell’ombra, ma abbastanza forti da illuminare l’interlocutore dei ragazzi.
Era una donna. Una donna molto bella, sulla trentina, con lunghi capelli castano scuri.
Da quel che Seifer poté vedere, indossava una maglietta bianca e alle mani portava un paio di guanti neri
“Ecco, a dir la verità -incominciò Seifer- noi non siamo clienti. Siamo venuti perché vorremmo parlare con il proprietario…”
“In realtà io preferirei di gran lunga parlare con lei, signorina…” disse Irvine interrompendolo.
Il ragazzo non appena aveva visto chi era la persona con cui stavano parlando, più che altro soffermandosi sulle sinuose curve della suddetta, si era fiondato al bancone e ora teneva le mani della ragazza tra le sue, parlando e atteggiandosi come un perfetto dongiovanni.
Squall e Seifer, che lo conoscevano da molto tempo e quindi erano abituati a scene di questo tipo, sospirarono attendendo annoiati una qualche reazione della ragazza, mentre Tidus, un po’ stupito dal comportamento del cow-boy, non riusciva a fare a meno di ridere sotto i baffi.
“Lei è veramente una splendida fanciulla, sa? Potrei sapere come si chiama?”
“Tifa Lockhart…” gli rispose la ragazza tranquillamente.
“Tifa? Bellissimo nome davvero! Vorrei però conoscerla meglio… che ne direbbe di una cenetta al lume di candela noi due soli, stasera? Ah mi scusi non mi sono ancora presentato: mi chiamo Irvine Kinneas, molto lieto di conoscerla”.
Irvine attendeva ansioso una risposta. La ragazza non fece neanche in tempo a rispondere che un enorme spadone comparve frapponendosi tra i due. Irvine rimase per qualche secondo a guardare perplesso la propria immagine riflessa, ma venne riportato alla realtà da una voce sconosciuta, proveniente dalla penombra, che con tono freddo disse:
“Una cenetta al lume di candela? Beh credo che il marito della qui presente << splendida fanciulla >> non la prenderebbe molto bene, sai?”
“Ah caro ti sei svegliato!”
“Caro?” Irvine lasciò immediatamente le mani di Tifa e indietreggiò di qualche passo verso i suoi amici.
Il nuovo venuto si mostrò agli altri uscendo dalla penombra. Era un uomo alto, anch’egli sulla trentina, biondo di capelli e occhi di un azzurro molto chiaro. Uno sguardo incredibilmente freddo. Indossava dei jeans e una canottiera bianca.
Squall pensò subito che quel tipo fosse colui che stavano cercando: un uomo normale non sarebbe stato in grado di muovere con tanta disinvoltura, e ad una mano sola per giunta, quell’enorme spada che a vederla sembrava pesare almeno un quintale.
“Lei è per caso il signor Strife?” disse infine il gunblader
“Si, sono io ma fatemi il favore di non chiamarmi << signor Strife >>, se no sembra che vogliate darmi più anni di quelli che in realtà ho…” disse Cloud sedendosi su uno dei seggiolini vicini al bancone “Chi siete e cosa volete da me?”
“Il mio nome è Squall Leonheart mentre loro sono Seifer, Irvine, che ha già prontamente conosciuto, mentre lui è Tidus. Siamo venuti a chiederle aiuto” disse il moro
“Ma davvero? Beh non so se lo sapete ma sono quasi dieci anni che mi sono ufficialmente ritirato dal mio lavoro di mercenario, quindi vi avverto fin da subito che il mio conto, se accetterò l’incarico ovviamente, sarà piuttosto salato”
“Beh in quanto a soldi non credo che ci saranno problemi…” disse Tidus
“Ah si? Allora sono pronto ad ascoltare la vostra storia nei minimi particolari… Tifa prepara ai lor signori un po’ di caffè”
“Tu invece che cosa vuoi?”
“Mah, fammi un Margarita grazie…”
“A quest’ora?”                                     
“Si, a quest’ora!”
Mentre Tifa incominciava a preparare il necessario, Cloud si rivolse di nuovo ai suoi stupiti clienti “Allora, sentiamo che cosa avete da propormi?”
“L’obiettivo della missione è la detronizzazione di un bastardo che ci ha cacciato dalla nostra patria” disse Seifer molto semplicemente
“Avevo intuito che non siete di queste parti… da dove venite?” chiese Cloud senza scomporsi troppo
“Noi tre veniamo da Galbadia mentre Tidus invece proviene da Zanarkand, Spira” rispose Irvine
“Il grande continente dell’Est? Non so molto su di voi mentre Galbadia la conosco di fama per il fatto che addestra uomini e donne per farne dei soldati d’elite… come si chiamano… i Seed, giusto?”
“Infatti, noi tre siamo tutti Seed…”disse Seifer
“Così giovani? Non l’avrei mai detto… potreste darmi qualche informazione in più su questa missione?”
A quel punto intervenne Squall “Le sembrerà strano ma lei quel dittatore lo conosce molto bene”
“Davvero?” disse Cloud un po’ confuso
“Si, perché si tratta di quell’abominio che in passato lei ha affrontato e sconfitto… si tratta di Sephiroth”
Il silenzio scese di colpo nella sala e un’atmosfera pesante venne a formarsi. L’aria stessa sembrava essersi bloccata dallo stupore. Cloud che teneva il suo bicchiere di Margarita saldamente stretto nella mano destra parlò con un tono cupo:
“Erano esattamente nove anni che non sentivo più pronunciare quel nome… che balle siete venuti a raccontarmi, voialtri?”
“Nessuna balla, se vuole ascoltarci le racconteremo tutto…”
Cluod bevve un sorso del suo cocktail e dopo un attimo di silenzio disse “D’accordo vi ascolto, d’altronde ve l’avevo promesso, però smettetela di darmi del << lei >>…”   
I ragazzi incominciarono a raccontare ogni cosa per filo e per segno, non lasciando niente in sospeso, facendo di tutto per convincere Cloud della propria sincerità.
“…e questo è quanto” concluse Squall.
Cloud si scolò l’ultimo goccio che c’era nel suo bicchiere e disse freddamente “I casi sono due: o siete pazzi oppure mi state prendendo per i fondelli… e dato che non credo che siate pazzi, propendo per la seconda tesi e vi dico chiaramente che è una cosa che detesto”
“So che è difficile da credere, ma è la pura verità”
“Ascoltatemi… io ho sconfitto Sephiroth nove anni fa, io e i miei compagni… ora le sue ceneri si saranno sparpagliate per tutto ciò che resta della vecchia Midgar City… egli ormai non esiste più, fine della storia!”.
Il biondo fece una pausa.
“E poi dai… Sephiroth che usa la magia… e sarebbe tornato in vita grazie ad una di esse? Ma andiamo!”.
Mentre diceva ciò si era voltato verso Tifa per trovare conferma a ciò che diceva:
“Io gli credo” disse la ragazza
“Che cosa?” esclamò il biondo incredulo “Ma che stai dicendo?”
“Se ti eri voltato per sentire la mia opinione beh è questa: io gli credo”
“Tu davvero credi alla storia di questi quattro mocciosi?”
“A dir la verità abbiamo tutti vent’un’anni, più o meno…” disse Squall
Cloud non lo sentì nemmeno “E per quale assurdo motivo, mi vorresti spiegare?”
“Hanno l’aria sincera, non hanno mostrato alcuna titubanza o incertezza quando hanno raccontato la loro storia e poi se ti avessero voluto veramente ingannare avrebbero inventato qualcosa di più verosimile, piuttosto che il ritorno di un tuo vecchio nemico che tu stesso hai sconfitto”
“Appunto!- disse Cloud alterato -Che io ho sconfitto! E poi da quando in qua Sephiroth sarebbe stato in grado di usare la magia?”
“Beh non è che lo conoscessimo così bene e forse per qualche motivo non la volle utilizzare… lui prima di tutto era uno spadaccino se la memoria non m’inganna” disse Tifa con una punta d’ironia
“Ma si può sapere tu da che parte stai?”
“Cloud…- si intromise Squall -vuoi delle prove? È questo che vuoi?”
Il biondo si voltò verso il moro e il suo sguardo era inequivocabile
“Se è così, allora ti parlerò di quali erano i suoi movimenti durante il duello che ha avuto con me, di come combatteva, della sua soverchiante forza…”
“Ma possiamo renderla anche più semplice… vuoi vedere la cicatrice che mi rimasta a causa di quel bastardo?” proruppe Seifer
Cloud mostrò loro le spalle e disse freddamente “Per me l’argomento è chiuso: Sephiroth fa parte di un capitolo della mia vita passata che non intendo riaprire e ora vi pregherei di andarvene…”
“Quindi è deciso, non ci credi?” disse Tidus
“Proprio tu ragazzo di Zanarkand… stando a ciò che dite, tu non c’eri neanche nel momento in cui Sephiroth li ha attaccati … perché allora continui a sostenerli così fermamente?”
“Non ho bisogno di prove per credere quando delle persone, in questo caso degli amici, vengono disperati a chiedermi aiuto”
Senza neanche dare peso alle parole del blitzer, Cloud si rivolse a Tifa dicendole “Senti, preparamene un altro…”
“Per curiosità- disse Tifa ignorandolo -quella targhetta metallica di cui ci avete parlato non sarebbe una prova sufficiente?”
“Purtroppo non l’abbiamo in questo momento e poi la nostra  << fanatica di tecnologia >> di fiducia, ci ha detto che la reversibilità del messaggio per il momento non è possibile” disse Tidus amareggiato
“Però non è quello il vero problema signorina: il fatto è che suo marito, non è che non ci creda ma NON VUOL crederci… ma non si preoccupi, gli porteremo delle prove inoppugnabili e alla fine dovrà arrendersi all’evidenza. Andiamo ragazzi” e detto questo Squall si voltò e si diresse verso l’uscita.
In quel momento Cloud alzò gli occhi verso Tifa, la quale dopo averlo guardato in faccia, distolse lo sguardo indignata.
A poca distanza dalla porta, Squall sentì alcuni passi veloci, e subito dopo la vide aprirsi con violenza.
Attraverso di essa entrò a tutta velocità una ragazza sui venticinque anni, gridando a squarciagola “Cloud!”.
Il moro non fece in tempo a scostarsi che la ragazza si schiantò contro di lui. Ruzzolarono entrambi al suolo e finirono l’una sopra l’altro.
“Ahi, ahi, ahi che botta!” disse la sconosciuta
“Non dirlo a me…” fece il moro
Ora riusciva a vederla bene: aveva un viso luminoso, con i capelli e occhi neri.
“Accidenti, ti chiedo scusa, non ti avevo visto!”
“Non fa niente, non ti preoccupare…”. Quella ragazza gli ricordava, nel carattere, Selphie.
“Il mio nome è Yuffie Kisaragi molto piacere!”
“Squall Leonheart, il piacere è tutto mio… e se stai cercando IL SIGNOR STRIFE - sottolineò il moro - è li al bancone che sta annegando i dispiaceri nell’alcool”
“Ah molte grazie” e detto ciò si rialzò da terra.
Squall non ebbe neanche il tempo di rialzarsi che subito Tidus, con tono scherzoso, gli disse:
“Diamine Squall da quando sei così farfallone? Incontri una ragazza che neanche conosci e ci provi subito?”
“Ma la smetti di fare l’idiota?” gli rispose lui seccato, rialzandosi
Intanto Yuffie aveva raggiunto Cloud al bancone e aveva iniziato a dondolargli di fronte al viso un foglio dicendogli:
“Cloud non ci crederai mai…è successa una cosa incredibile… indovina un po’ che cosa ho trovato navigando in rete sul sito di un giornale straniero?”
“Uff… non vorrai dirmi di aver trovato un articolo che parla di Sephiroth, misteriosamente tornato in vita, sul fatto che è diventato il nuovo governatore di un lontano paese e che, magari, sa pure usare la MAGIA?!” disse Cloud rispondendo ironicamente alla frecciatina precedente di Squall.
“E tu come diavolo fai a saperlo?!” disse strabiliata la ragazza.
Cloud si voltò di scatto “Che cosa? Ma io stavo scherzando!”
“Di magia non ne parla ma per tutto il resto hai azzeccato in pieno l’argomento dell’articolo” disse qualcuno che in quel momento stava attraversando la soglia del bar.
Squall si voltò per capire chi fosse stato a parlare: era un uomo alto sulla quarantina, con capelli lunghi e nerissimi. Indossava un soprabito nero coperto da un mantello rosso e una bandana dello stesso colore. Una sorta di aurea sinistra lo avvolgeva destando una strana sensazione nei presenti, come una sorta di paura.
Ma ciò che colpì di più il giovane Seed era che al posto del braccio sinistro, aveva una grossa protesi d’acciaio con rifinimenti dorati, che terminava con una mano artigliata. Aveva un portamento fiero e due occhi talmente freddi che non sembravano mostrare alcun che di umano, su un viso estremamente pallido.
“Ciao Vincent, vuoi che ti prepari qualcosa ?” disse Tifa
“No grazie, al momento abbiamo cose più importanti cui pensare” rispose l’uomo
“Siete sicuri che sia quello vero e non un falso ?” chiese calmo Cloud
“Non ne siamo certi ma da come ne parlano sembrerebbe proprio di si” disse Vincent appoggiandosi di schiena a una colonna
“E dovresti sentire con che parole l’acclamano -intervenne Yuffie- sembra che si sia fatto una buona reputazione da quelle parti, è incredibile”.
Quella frase fulminò Squall e i suoi compagni che erano rimasti avendo avuto la sensazione che avrebbero tratto informazioni interessanti dalla comparsa di quei due: “Che cosa? Passami quel foglio” esclamò il moro e senza tanti complimenti glielo strappò dalle mani.
Iniziò a leggere agitato e dopo un po’ il suo volto si fece cupo.
Seifer gli chiese “Avanti Squall che cosa dice ?”.
Il moro iniziò a leggere ad alta voce:

“GRANDE GIOIA A DELING CITY”

“Ieri nella capitale sono stati resi pubblici i risultati del referendum speciale che avrebbe permesso a sua eccellenza Sephiroth di essere nominato nuovo presidente di Galbadia. Possiamo definirlo cosi: uno schiacciante plebiscito. Il 90% dei cittadini ha votato SI, convinto delle grandi cose che il salvatore di Deling compirà una volta ottenuto la carica, ma facciamo un piccolo riassunto di ciò che accadde, per far conoscere anche a coloro che non erano presenti nei giorni scorsi in città.
Iniziò tutto tre giorni fa. Era passata da poco l’ora del pranzo e in città si stava diffondendo il panico: c’era stata la segnalazione che un Rubrumdragon, il più grande che si fosse mai visto, proveniente dall’“Isola più vicina all’Inferno”, si stava dirigendo a tutta velocità verso Deling City e sarebbe giunto in pochi minuti.
Tutti siamo consapevoli della potenza di uno di quei mastodonti e di quanti danni e morti possa causare anche uno solo di loro.
Il corpo di polizia non sapeva come agire. Non si sapeva se far evacuare la città oppure far intervenire l’esercito. D’altro canto la città non possedeva più difese personali come macchine belliche anti-aeree dalla fine della guerra, da quando, in pratica miss Trepe, non le fece togliere poiché ritenute inutili in tempo di pace. Pessima scelta personalmente perché un pericolo può essere sempre in agguato.
Però, essendo il Presidente il capo delle forze armate, bisogna avere la sua autorizzazione per mobilitarle, inoltre essendo egli anche il sindaco della capitale bisogna affidarsi a lui per decisioni drastiche come un’evacuazione di massa.
Purtroppo la Presidentessa Trepe non era raggiungibile. E neanche l’illustre Capitano dei Seed, Squall Leonheart. Come si venne a sapere più tardi dalla testimonianza di alcune guardie della sicurezza del palazzo presidenziale, circa un’ora prima la diffusione della notizia riguardo il mostro, la presidentessa aveva lasciato l’edificio in fretta e furia in compagnia del Capitano Squall. Il panico iniziò a diffondersi a macchia d’olio e nessuno sapeva che fare.
Quando tutto però sembrava perduto dal nulla comparve lui: non è necessario che vi ricordi chi.
Con incredibile abilità uccise la bestia, il cui corpo inerme crollò pesantemente nell’oceano sotto gli occhi esterrefatti della città […]

Squall si fermò. Nessuno era riuscito a credere a quello che il moro aveva appena letto; gli unici che non sembravano turbati dalla cosa erano Cloud, e ovviamente, Vincent e Yuffie.
“E come continua l’articolo?” domandò Cloud inespressivo, mentre giocherellava con i cubetti di ghiaccio restanti nel suo bicchiere, facendoli roteare.
Squall che stava riducendo il foglio ad una poltiglia tanto lo aveva serrato con le dita, rispose:
“Continua sottolineando la delusione di tutta Deling City di fronte al nostro << atto di vigliaccheria >>… encomiando la grandezza di quel bastardo… e dei suoi piani per un futuro prospero, di pace e di sviluppo…”.
La sua voce era rotta dalla rabbia e non riuscendo più a trattenerla, lasciò il foglio e poi con un velocissimo movimento lo trancio in due con il gunblade.
“Cloud…- incominciò a dire ansimando -allora qual’è la tua ultima parola? Anche se a questo punto credo che non m’importerà più di tanto… quel bastardo lo affronterò anche da solo se sarà necessario…”
“Pienamente d’accordo con te Squall” dissero i suoi compagni.
Cloud senza dire una parola si alzò, e successivamente si allontanò nella stessa direzione da cui era comparso la prima volta. Squall lo sentì salire delle scale. Il moro non sapeva che cosa pensare: prima aveva detto quelle parole in uno scatto d’ira ma sapeva benissimo che non ci sarebbero state speranze se Cloud non avesse accettato.
Dopo alcuni minuti tutti sentirono di nuovo i passi del biondo. Appena uscì dall’oscurità tutti notarono che  sfoggiava un abbigliamento assai diverso da prima: pantaloni e scarponi neri in coppia con una giacca nera senza maniche. All’altezza del cuore c’era una borchia d’argento a forma di testa di lupo che tra i denti teneva un grosso anello. Dalla borchia scaturiva un cinturino che proseguiva dietro la schiena del biondo al quale agganciò il suo enorme spadone.
Prima che chiunque altro potesse proferir parola Cloud disse, con tono che non accettava repliche “Forza Tifa prepara le valige… dobbiamo partire al più presto…”
“Allora ti sei deciso a darci una mano!” disse Seifer entusiasta
“Sapevamo di contare su di te” disse Tidus
“Non vi preoccupate penserò io a tutto… anzi penseremo noi a tutto, perché spero che non vi tirerete indietro, vero, ragazzi?” disse riferendosi a Yuffie e a Vincent
“Beh se viene Tifa non vedo perché noi non dovremmo venire!” rispose Yuffie
“Saremo al tuo fianco, come sempre del resto” aggiunse il sinistro uomo
“Un momento Cloud che cos’è questa storia?” intervenne Squall
Sulle prime Cloud sembrò non capire poi disse “Okay, è vero: scusatemi per prima, ho detto una marea di stronzate perché non volevo credere che Sephiroth fosse tornato… mi sono comportato come uno stupido però adesso ho appena detto che ci penserò io a risolvere tutto, qual è il problema?”
“È proprio questo il punto: in altre parole tu ci stai dicendo di farci da parte e di lasciar fare a te?”
Ci fu un momento di silenzio.
“Tu hai intenzione di combattere contro Sephiroth?” gli chiese freddamente il biondo
“Esatto e credo di parlare a nome di tutti” gli rispose il moro risoluto
“È fuori discussione, Sephiroth è di tutt’altra categoria”
“Per qual motivo credi che siamo venuti fin qui? Perché tu c’insegnassi come affrontarlo!” disse il Seed alzando la voce
“Ah perché dovrei fare pure da insegnante a voi?- alzando anche lui il tono -E cos’è che ti spingerebbe a voler affrontare Sephiroth a tal punto?… Spero che non sia per ricercare fama e gloria”
Squall si fermò un secondo, poi strinse i pugni e iniziò a parlare lentamente “Dopo la fine della guerra che era scoppiata nel mio paese, tutti pensavano che avessi raggiunto l’apice della potenza con la spada… tutti mi riconoscevano come il più grande guerriero del mondo… e io ci presi gusto a pensarlo infatti non c’era nessuno che potesse mettermi in difficoltà, anche gli scontri con Seifer non riuscivano più a darmi soddisfazione. Però sperai sempre di riuscire a trovare qualcuno che mi permettesse di spingere al limite le mie possibilità. E lo trovai in un ragazzo di Spira”
“Tidus fu l’unico a farmi pensare che le mie capacità non erano poi così assolute, potenti si ma non invincibili. Anche lui, non a caso, veniva considerato dal suo popolo uno spadaccino invincibile… difatti la nostra potenza si equivaleva, nessuno dei due soverchiava l’altro. Poi arrivò Sephiroth, di fronte al quale mi sentii come un bambino di fronte ad un leone… egli mi confermò di quanto, in realtà, fossi lontano dall’apice, di quanti traguardi avrei dovuto tagliare per raggiungerlo…”
“In altre parole…” lo interruppe Cloud
“In altre parole io cerco la forza, per difendere ciò di cui mi è più caro… per il mio onore…”
“Sì, sincero… dì che lo vuoi fare anche perché tu desideri combattere… tu ambivi a diventare il più forte e vedendo che c’era qualcuno che ti sovrastava in tal modo, si è riaccesa dentro di te quella bramosia …  così tanto da volerlo affrontare e di volerlo superare…” disse Cloud
“Anche per quello… io pensai subito che mi sarei allenato ancora e ancora, per poi sconfiggerlo… e io tutto ciò l’ho giurato…”
Con uno scatto improvviso Cloud si avvicinò al moro e lo prese per il bavero con la mano destra:
“E a chi lo avresti giurato?” disse fissandolo negli occhi
“L’ho giurato alla mia anima”
Cloud continuò a guardarlo negli occhi; non una sola incertezza c’era nel suo sguardo. E anche quando si voltò verso i suoi compagni, neanche loro mostravano alcunché.
A quel punto l’ex soldier lasciò la presa “D’accordo, d’accordo, mi arrendo, farò come volete voi… però muoviamoci!”
Squall, Seifer, Irvine e Tidus esultarono.

Aeroporto di Junion City: era quasi mezzogiorno.
I preparativi per il viaggio stavano per terminare quando Irvine si avvicinò a Vincent:
“Senti ma… tu in cosa sei specializzato?…cioè quali sono le tue capacità in battaglia?…”
Vincent senza dire una parola scostò il suo mantello e mostrò al ragazzo il calcio di una pistola.
“Ah sei un pistolero quindi…”
“Il migliore” rispose semplicemente Vincent
“Ah si? Beh dalle mie parti si afferma che sia IO IL MIGLIORE… perché non mi dai una dimostra…”
Ancor prima di riuscire a finire la frase, Vincent sfoderò la sua arma e sparò.
Irvine ne uscì leggermente rintronato: infatti, un colpo gli era passato ad un soffio dall’orecchio destro e un altro anche dalla spalla sinistra come testimoniava uno strappo della sua giacca: si accorse, inoltre, che il suo amato cappello era stato colpito e che era finito a qualche metro di distanza .
Chinandosi a raccoglierlo, ora aveva un grosso buco proprio nel centro, gli chiese:
“Ma che razza di arma è quella?”
“È una Cerberus, una pistola a tre canne, molto efficace nelle schermaglie… bisogna essere degli esperti per poterla usare” disse l’uomo soffiando via il fumo che usciva dalla sua arma
“Fenomenale…” ammise Irvine.        
Tifa che fino a quel momento era rimasta ad osservare, divertita, il colloquio tra i due ad alcuni metri di distanza, si avvicinò a Cloud che invece se ne stava seduto su una cassa a guardare il vuoto.
“Sai che ti dico Tifa? - incominciò a dire il biondo avendola sentita arrivare - Non l’avrei mai detto che dopo tanti anni, avrei di nuovo vestito i panni del guerriero che si getta a capofitto nel pericolo per salvare il mondo…”
“Sarà il tuo destino” disse scherzosamente Tifa
“Non sapevo che credessi nel destino”
“No, infatti, questa è una frase di un amico di Tidus. Mi diceva che era solito ripeterla parecchie volte…credo fosse il suo mentore”
“Sai una cosa? -continuò la ragazza- Quando eravamo ancora al bar, mentre Squall spiegava le sue intenzioni… ecco… in quel momento mi sei tornato in mente tu alla sua età!”
“Eh già hai proprio ragione… è vero… ma non dirle ste cose se no sembro davvero un vecchio! Cazzo ho appena trent’anni, mica ottanta!”.
La ragazza rise.   
“Credi che lei sarebbe d’accordo? Lei che amava così tanto la pace e che si è sacrificata per essa?” le domandò Cloud
“Ma è appunto per la pace che stiamo combattendo…dobbiamo ricordarci ciò che lei ci ha insegnato…”
“Provare pietà e mai odio anche verso il più terribile dei criminali, si lo so…”
Dopo questa frase entrambi tacquero. Alcuni minuti dopo, tutti salirono sul Lagunarock e partirono alla volta di Zanarkand.

Giunsero a Spira alle ventidue circa. Una volta che tutti scesero Squall parlò:
“Okay ragazzi scarichiamo in fretta e raggiungiamo il municipio di Zanarkand, così potremmo avvisare gli altri delle novità e preparare un piano d’azione”
“Ehi guardate laggiù! C’è qualcuno che sta correndo verso di noi… chi sarà?…” chiese Seifer
Squall aguzzò lo sguardo e anche al buio riuscì a riconoscere chi fosse “Ma quella è Rinoa!”
La ragazza raggiunse il gruppo, stremata e si lasciò cadere tra le braccia di Squall. Stava piangendo.
“Rin! Che cosa succede?” chiese preoccupato il moro.
La voce della ragazza era rotta dal pianto “Squall… appena ho saputo che stavi tornando sono corsa velocemente qui… è successa una cosa terribile…”
“Cos’è successo!?” intervenne Seifer con foga
“Aspetta, aspetta, lasciala parlare!” disse Tidus
“Squall, Sephiroth…” Rinoa scoppiò nuovamente a piangere.
“Che cosa ha fatto quel bastardo?” esclamò Squall
“Sephiroth…Sephiroth ha attaccato il Garden di Trabia!”.
Un agghiacciante silenzio calò in quel momento e un incredibile peso si formò sul cuore di tutti
  
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