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Autore: Parsifal    16/06/2010    3 recensioni
\\Un notte arrivarono qui, a trovarmi, due amici miei che non sentivo da tanto tempo. Hanno voluto che raccogliessi la loro testimonianza e che la mettessi su carta. Eccola qui, per tutti quelli che si fanno fermare dalle barriere. E' un musicista che tenta di far capire, al suo compagno, il perchè di una scelta che cambierà tutta la sua vita. Per tutti quelli che non sanno che, per amare, serve soltanto un cuore. Passatela, fatela leggere a chi ne ha bisogno. Fatevi portatori anche voi, come me, del loro messaggio. Ragazzi...spero di essere stata alla vostra altezza ^_^\\
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel mio silenzio.
\\Io sono la musica, tu le parole.
La canzone è il silenzio.\\
Qui, dove io sono, dove esisto fin da qundo sono venuto al mondo, c'è un eterno silenzio.
Un silenzio totale, assoluto.
Credevo che tu lo avessi capito ed invece, evidentemente, le mie parole sono scivolate su di te come acqua fresca.
Quelle parole che faccio fatica a pronunciare, che non posso ascoltare.
E che invece ho imparato a farlo soltanto per te.
Io vivo nel mio silenzio, non conosco altro.
Non so cosa siano i suoni, la musica.
Non so che vuol dire l'emozione di una canzone, una voce che canta soltanto per te.
Che pronuncia parole d'amore.
Che si alza, pura e cristallina, nell'aria.
Tu che invece canti da quando la memoria ti sorregge e non puoi farmi ascoltare le tue canzoni nè la tua musica.
Eppure lo sapevi.
Quando sei entrato nella mia vita e hai rotto il mio voluto isolamento, sapevi che io ero sordo.
Io sono sordo.
Sordo dalla nascita e di conseguenza anche muto.
Lasciato dai miei  e cresciuto in un istituto dalla pietà di alcune suore che mi hanno insegnato tutto quello che so.
Hanno impedito che io vivessi recluso nella prigione peggiore che mai essere umano potesse costruire: quella voluta dalla nostra anima.
E quella costruita dal nostro orgoglio.
Loro mi hanno cresciuto e fatto studiare.
Custodi di un'eredità d'amore che non trovi più, in un mondo che non ha tempo per chi è diverso.
Tu sei arrivato e hai sconvolto il mio silenzio.
Sei entrato a forza e ti sei fatto ascoltare senza bisogno di una sola parola.
Hai voluto che imparassi a parlare, a pronunciare parole che non ho mai voluto dire, consapevole di rendermi ridocolo.
L'unica cosa che mi rimaneva era la mia dignità.
Invece tu mi hai insegnato che la dignità non è qualcosa che ti rende grande.
Non sei grande se hai dignità ma hai dignità se sei grande.
E con te lo sono diventato.
Perchè adesso vuoi rovinare ogni cosa?
Come puoi dire di amarmi se non riesci a capire e a penetrare nel mio silenzio?

Tu sei tutto ciò che io ho sempre aborrito e allontanato da me con decisione.
Sei il silenzio assoluto e totale.
Io che vivo immerso nella musica e nelle parole.
Io che mi esprimo soltanto attraverso i suoni.
Guardarti e capire che saresti stato mio è stata una decisione unica e improvvisa.
E io non sono quello delle decisioni improvvise.
Non sono impulsivo, mai stato in tutta la mia vita.
A parte quel momento unico, prezioso e perfetto.
Quando ho capito che in tè c'era racchiuso tutto quello che io volevo nel mondo.
Con decisione sono entrato in te, mi sono fatto “ascoltare” a forza, quasi.
Consapevole che , se lasciavo fare a te, non avrei avuto una sola speranza.
Non potevi ascoltare la musica ma potevi sentire le sue vibrazione sulla tua pelle.
E leggere le parole che scrivevo.
Ti ho insegnato a parlare.
Ho voluto che tu imparassi a parlare lo stesso, vincendo la paura.
Paura di renderti ridicolo e sgraziato.
Di perdere quell'orglogio al quale ti aggrappavi con le unghie e con i denti.
Hai capito che non ci sono solo le mani e i gesti per comunicare e che l'orgoglio non è tutto ciò che abbiamo...ma soltanto una stupida ancora che ci tiene legati in fondo al mare.
Ti ho insegnato anche ad amare senza riserve, senza paura di farti male.
Di essere respinto come fecero i tuoi, troppo deboli per amare.
Pensavano forse di non avere la forza di difenderti...senza capire che saresti stato tu a difendere loro.
Tu che mi hai dato così tanto.
Appena hai capito che potevi amarmi senza spezzarti in due mi hai sommerso con la tua dolcezza, con la tua tenerezza.
Con il tuo Amore.
Tu, così cupo, silenzioso, chiuso,
ti sei aperto per me.
E sei entrato in me.
Ti sei fatto spazio in mezzo alla mia musica, hai creato la tua sinfonia con le mie note.
E adesso mi chiedi, stupito ed arrabbiato, perchè voglio rovinare ogni cosa.
Come fai a non capire quello che è così semplice ed elementare?
Io non voglio rovinare ogni cosa, non voglio penetrare nel tuo silenzio.
Non ne ho bisogno.
Nel tuo silenzio ci sono già e non voglio vivere in nessun'altro luogo.
Capiscilo.
Capiscimi.
Lascia che io faccia di te la mia casa.
Il mio lavoro.
La mia musica.
Permettimi di diventare la tua famiglia sempre.
Non soltanto quando i miei impegni me lo permettono.
Sempre.
Non soltanto tra una tournèè e l'altra.
Voglio aprire gli occhi e trovare i tuoi che mi stanno osservando.
Voglio specchiarmi nel tuo silenzio e annegarci dentro.
Voglio ascoltare le tue parole pronunciate soltanto per me.
E suonare le mie canzoni...soltanto per te.
Voglio comporre con te dinnanzi.
Tu, la mia musa ispiratrice.
Non puoi impedirmi di lasciare le torunè per vivere con te, sempre.
Suonare soltanto per te, tu che hai imparato a superare la barriera dell'udito e a commuoverti fino all'estremo.
Non ho bisogno di nessuno se ho te.
Non sentirti responsabile di nulla se non del mio amore.
Per te, che sei tutto ciò che io voglio dalla vita.

Fu così che il Duca lasciò il mondo dello spettacolo, le tournè, la televisione e quant'altro faceva per promuovere e far ascoltare la sua musica.
C'è chi disse che si ritirò in America, in uno sperduto paesino del Canada.
Chi giurò e spergiurò che l'aveva visto in Tibet in un monastero.
Mentre i giornali trovarono la sua casa sul lago di Garda, in Italia.
Ma dopo i primi tempi, come ogni cosa, il clamore suscitato dal suo ritiro scemò, si placò lentamente.
Ogni due anni circa usciva un suo nuovo disco e ai suoi fan questo bastava.
La sua musica era maturata.
Sembrava che si rivolgesse direttamente all'anima, suoni che con l'orecchio non potevi capire...se non accendevi anche il cuore.
Quello che è certo è che, ogni sua composizione, era dedicata alla persona che rese possibile questo...miracolo.
Scritto a mano, sulla copertina di ogni suo disco, c'era una dedica semplicissima.
Tre parole soltanto:
“Per il mio sole.”
Tutto qui.
E il mondo non aveva bisogno di altro.
\\ Dedicata a Marc, musicista di immenso valore.
E a Janni, la sua Luce\\
   
 
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