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Autore: Any Ikisy    17/06/2010    3 recensioni
C’è una voce, tra gli attori di anime, secondo cui entri completamente nella parte del tuo personaggio nel momento in cui dici la tua battuta credendoci fino in fondo.
[ Spoiler del capitolo 483 ]
[ KakaIru ]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Iruka Umino, Kakashi Hatake
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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QUESTIONE DI PAIRING



Prologo: C’è una voce, tra gli attori di anime, secondo cui entri completamente nella parte del tuo personaggio nel momento in cui dici la tua battuta credendoci fino in fondo.

“Sasuke… non mi piace ripetermi, ma te lo dirò ancora una volta. Non farti consumare dalla vendetta!”

Il regista sussulta alla bravura del suo attore, stupendosi nuovamente dell’ottima scelta per il personaggio di Kakashi Hatake.

“AHAHAHAHAHAHAHA… Cought!”

“STOOP!”

Ferma tutto, manda un bicchiere d’acqua al suo collaboratore in difficoltà: “Sugiyama-kun, non devi strozzarti così… Ti do un paio di minuti, poi riprendiamo.”

Ma, con grande sorpresa di tutti, in lontananza non si ode nessun commento denigratorio riguardo la pessima figura recitativa: Inoue-kun, interprete del ruolo di Kakashi, è da sempre un grande appassionato dell’Anime per cui lavora. A questo punto, tutti si aspettano che se ne esca con un commento tipo Huahhaha, Sasuke che fa una figura del genere… Ehi, lo inseriamo in un filler?!

Gli era stato detto che avrebbe avuto una parte marginale, che sarebbe uscito dal cast rapidamente… ma il suo personaggio ha avuto più successo del previsto e lui ha continuato a recitare la sua parte.

Dicevo, nessuna risata echeggia dalla stoffa della maschera, e questo turba l’attrice dai capelli rosa al suo fianco a tal punto che gli si avvicina e gli chiede “Tutto ok?”.

L’uomo intanto ha uno sguardo perso, rivolto a Sugiyama, che sparisce solo quando risponde “Chiedilo a Sasuke, Sakura-chan. Non vedi che c’è quasi rimasto con quella sghignazzata?”

Pochi minuti dopo, il trentenne dai capelli argentei è seduto su una sedia, con una bottiglietta d’acqua in mano, mentre una cerchia di persone continua a domandargli cos’ha, come si sente e se sia il caso di riprendere a lavorare.

Questo regala al regista-mangaka un gran mal di testa, e decide che non è proprio giornata; regala a tutti il pomeriggio libero e torna a casa.

“Ok, ma… chi lo porta a casa, Inoue-kun? Non ricorda nemmeno il suo nome, voglio dire, come facciamo?”

“Tu non ti preoccupare Takeuchi-chan… tra poco devi essere allo studio 4 per interpretare Maka, Soul Eater, no? Me ne occupo io, non preoccuparti.”

Il problema principale però è un altro: Kakashi elimina le proposte, chiarendo immediatamente che nessuno dei presenti ha la sua fiducia.

Descrive con minuziosa attenzione il modo in cui Sasuke ha completamente perso la testa, in particolar modo dopo che gli ha insegnato il Chidori; esalta con particolare cura la superficialità con cui Sakura prende le decisioni più importanti; loda l’abilità del Kyuubi, che riesce a far sopravvivere Naruto nonostante questi si nutra sempre e solo di ramen.

A questo punto Kishimoto si vede costretto a cercare, nella sua mente, i personaggi che non ha mai svilito.

È dura, ma un nome riesce ad affiorare dalle recondite profondità della sua mente, e si tratta di Toshihiko Seki. “Fatelo chiamare, così la finiamo.”

Kakashi è alquanto diffidente: non sa bene cosa stia succedendo, e questo lo spaventa. Si è ritrovato catapultato in un mondo che non ha mai visto, dove ognuno dei suoi conoscenti pare avere una vita parallela, che non ha niente in comune con ciò la sua.

Non si aspettava di vedere Sasuke tossire in quel modo convulso, ma si aspettava ancora meno che questi accettasse l’aiuto di chi gli offre un bicchiere d’acqua.

Tutti lo guardano stupiti, direbbe compassionevoli, fino a ‘che un uomo non entra, con fare trafelato nella stanza: la sua ombra supera un agglomerato di fili elettrici, alcuni impianti sonori e diversi riflettori, prima di uscire dall’oscurità.

“Iruka… tu…?”

L’uomo ha i capelli tirati in una coda alta, e spera che Kakashi non si accorga che la sua cicatrice non è altri che un segno di pennarello marrone fatto dietro le quinte.

“Sì, sono io. Che sta succedendo?”

L’uomo si guarda intorno, cercando di capire meglio la situazione: è un attore indaffarato, uno dei più famosi nel suo ramo, e non credeva davvero che lo avessero chiamato perché uno dei suoi collaboratori più vicini si crede il personaggio da lui stesso interpretato. Suona tanto più come una presa in giro, anche ora che se lo ripete.

L’uomo dal volto coperto si avvicina rapidamente a lui, e per un momento dubita che usi la controfigura quando recita la parte del ninja, per poi sussurrargli “Iruka, cosa succede? Perché nessuno ricorda niente?”

E lui sta al gioco. Perché è questo ciò che serve.

“Kakashi, che importanza ha? Dobbiamo capire piuttosto come fare per ripristinare la situazione.” Cerca in sé il personaggio che deve fingere di essere, perché a quell’uomo serve solo un aiuto. Anche a lui è capitata una crisi simile: sono problemi dati dal mestiere che fanno…

“Cerca di capire perché tu non hai subito cambiamenti, a contrario di tutti loro, e riportali come prima.” Così ti renderai conto che sei tu ad avere il problema in questione. “Ma… finché non capisci cosa c’è che non va, mantieni le apparenze.”

“Come potrei…?”

“Torna a casa: ti ci porto io.”

Kakashi ammette a se stesso che forse Iruka è un po’ diverso da come lo ricorda, prima di partire in missione… giusto un tantino più freddo.

Il moro invece si sta chiedendo perché mai debbano capitare tutte a lui: magari questa esperienza fortificherà ulteriormente la sua bravura come attore, e senza dubbio gli permetterà di sentirsi più vicino al personaggio di Iruka Umino ma… non poteva capitare, chessò, ad uno dei protagonisti che deve interpretare, anziché ad un ruolo marginale?

Accompagna il collega sino alla sua abitazione; la conosce bene, dato che è stato il suo compagno per molto tempo, ed è certo che questa intera faccenda si concluderà comunque nel migliore dei modi. Non importa il passato.

Non ha più rimorsi, come un tempo: questa prova sarà solo l’ennesima soddisfazione che collezionerà.

Hatake sembra un peso morto, ormai, quando lo abbandona alla porta di casa. È sospettoso all’inverosimile; ha praticamente assoldato che nemmeno Umino capisce la sua situazione, ma che quantomeno cerca di essergli vicino e di sostenerlo: questo glielo concede.

“Iruka, come mai così silenzioso?”

“Ah, ti aspetti che ti chieda come procedono gli allenamenti di Naruto, vero?”

“Mh, sì…”

Iruka si è distratto.

“Beh, io ti lascio qui: entra e fatti un bagno caldo… io vado a casa. Ci vediamo presto, quando ti sentirai in forze.”

“Iruka, quanto ti appassiona la storia che ci vede coinvolti?”

“Sono coinvolto in molte storie attualmente, per la verità; non ho il tempo di approfondirle tutte…”

Kakashi sogghigna al doppio senso che ha creato.

Quando i loro occhi si abbandonano, Iruka Umino torna ad essere il rinomato Toshihiko Seki.

Rientra nella sua automobile, quella che tutti gli ripetono di cambiare perché è un modello troppo antiquato, ma a cui è tanto affezionato.

Percorre lento le strade illuminate con la radio accesa, ascoltando qualcosa di simile al rock.

Allunga le dita sulle chiavi per estrarle, una volta giunto a destinazione.

Scende, e accompagna i movimenti lenti al pensiero rivolto all’amico: la crisi di personalità che lo sta cogliendo potrebbe essere un sentore del fatto che lavora troppo. Non sa dirlo, e pensa che farebbe meglio a non chiederselo… non sono più affari suoi, dopo tutto.

Sta per aprire la porta del suo appartamento, in sovrappensiero, quando un’ombra oscura la fessura in cui avrebbe dovuto infilare le chiavi; l’ombra raggiunge dimensioni ragguardevoli, ed infine prende forma: una mano lo afferra e lo volta, sbattendolo di potenza contro la porta.

“Buonasera.”

“Ha-Hatake!” È questo folle!

Kakashi, ancora vestito nella sua uniforme ninja, allunga un dito verso il volto del moro. È quasi minaccioso, la sua lentezza disarma. Gli accarezza la guancia, e da lì raggiunge il naso.

Toshihiko può giurare di scorgere un sorriso sotto la maschera, quando Kakashi sfrega il pollice sul naso, per poi allontanarlo e mostrarlo sporco di colore.

“Credevi non me ne fossi accorto?”

Iruka ha il fiatone. Sta pensando a tante maledizioni. E non è da lui imprecare in questo modo.

“Mi lasci entrare? Hai per caso una tuta di ricambio?”

Kakashi si avvicina. “Sai, ho idea di farlo a casa tua, il bagno.”

Iruka è immobile. Pensa in questo momento che forse avrebbe fatto meglio a occuparsi di più del rapporto tra i due personaggi. Intanto l’altro approfitta del suo sgomento ed entra.

“Hai-” si volta per guardarlo negli occhi, e stavolta fa di tutto per cercare di non immedesimarsi troppo nella sua parte “-pensato alla situazione? Vuoi che ne parliamo?”

“Prima preferirei farmi una doccia, se non ti dispiace.”

“Va bene…”

È strana la familiarità che Kakashi mostra a Iruka, pensa Toshihiko. Direbbe quasi che c’è del tenero tra di loro. Si compiace dell’affinità tra di loro, ed è di buon umore quando si immerge completamente nella parte e accompagna Kakashi con un asciugamano a lavarsi.

L’aria, che non sa bene come sia diventata così piacevole, termina quando la porta del bagno si chiude, e lui resta fuori. Solo. Come dovrebbe sempre essere.

Kakashi lo ha guardato in un modo strano, quasi volesse farlo entrare con lui, comunque. Mah.

Vediamo di riassumere la situazione: Inoue-kun stava recitando il capitolo 483, nella scena che precede la risata di Sasuke Uchiha.

Toshihiko corre verso la stanza dove tiene i copioni; anche se non sono scene di sua competenza, gliele fanno avere per tenere d’occhio la storia, in caso di una sua ricomparsa.

In seguito, ha dimenticato chi fosse, e ora è convinto di essere Kakashi Hatake, del villaggio di Konoha.

Cerca la parte del collega, da’ un’occhiata alle battute per notare qualche dettaglio significativo… e alla fine chiude il tomo.

Che spreco. Era un così bravo attore… come faremo a riportarlo tra noi?

Rimane a pensarci sul divano, poggiando mollemente il volto su una mano per sorreggersi. Sta per andare a preparare del the, quando il cigolio di una porta lo riporta alla situazione iniziale.

“Hai finito? Ti senti meglio?” accoglie con un sorriso l’altro, stupendosi della maschera sul suo viso. Cerca di non fare troppo caso al corpo attraente e sensuale di Kakashi, dato che sa che una parte di sé non disdegnerebbe un incontro ravvicinato.

Si alza freneticamente, alla ricerca di un cambio di vestiti. Non crede di poter avere un dialogo serio con quel corpo davanti… figuriamoci se quel corpo è pressoché nudo.

“Dove vai?” “A cercarti dei pantaloni…” “Prima parliamo.”

Resiste alla tentazione di fare comunque di testa sua, e si siede quieto.

“Ho pensato-” Kakashi accavalla le gambe, gioca con le pieghe dell’asciugamano che copre la sua virilità, allacciato alla sua vita sottile, “-al problema. Sembra che qui sia l’unico a comportarmi da-” ma non prosegue, quando Iruka gli lancia il copione. “Leggi.” E lui obbedisce al comando.

Apre il tomo, dove c’è un segnalibro; scorre le pagine e legge le parole dei suoi compagni… la situazione, mano a mano, comincia ad avere senso compiuto.

Passano diversi minuti, dopo di ‘che l’occhio scoperto di Kakashi si posa sul compagno, il quale lo fissa indifferente. “È così che stanno le cose: credi semplicemente di essere Hatake Kakashi, quando la verità è che sei l’attore che lo interpreta. Non so perché, ma penso che ormai l’unica cosa da fare sia darti tempo, e magari farti vedere da un dottore. Non ho alternative migliori.”

C’è silenzio nella stanza, la consapevolezza di una verità che a nessuno dei due comoda.

Però Kakashi sta ridendo. Ancora. Sotto la maschera nasconde un sorriso.

“Ho pensato… Finchè la magia non finisce, perché non ti trasformi anche tu?”

“Come?...”

“Io ho solo memorie di Kakashi, ora come ora. E tu sei Iruka. Non potresti far finta di essere lui, fino a che, come credi tu, la mia memoria non si ripristina?”

Se non puoi riavere tu il tuo Inoue, sarò io ad avere il mio Iruka.

La proposta attraversa il cervello dell’uomo davanti a lui, fendendo la nebbia dei suoi pensieri, e proiettandosi come un video nella sua mente: c’è l’immagine di un uomo, poi un altro al suo fianco, e stanno…

E stanno…

“No-non credo che sia una soluzione, questa.” Arrossisce. Maledizione, Kishimoto non mi aveva parlato dei sentimenti di Kakashi per Iruka. Non ho nemmeno recitato come se ne fossi a conoscenza!

“Io sì…”

Gli occhi castani si concentrano finalmente sul suo ospite, per la prima volta con la testa completamente libera dai pensieri, e forse… magari… “No, mi spiace. Io non… non sono disposto a-” “Lo sei, invece.” Kakashi fa uno scatto avanti, afferra il bavero della giacca dell’attore. Lo liscia col pollice… e Toshihiko pensa che non ha mai recitato scene di sesso.

“È solo questione di pairing, ok?”

“Cosa?”

“Mettiamo caso che un giorno Kishimoto decida di darmi la soddisfazione di rendere onore al mio amore per Iruka Umino.” Si avvicina, certo di aver colto nel segno. “Tu sarai pronto se verrai chiamato in causa. Ci stai?”

Sa che non sta parlando ad Iruka, ma quel viso così innocente e delicato, così simile al suo… quasi da stare male.

È solo in un mondo diverso, e ha avuto la fortuna di rincontrare il suo amore anche lì. Potrà vivere solo nelle puntate, potrà vivere solo lavorando. D’ora in avanti, lo sa, sarà tutto in salita.

Però… con Iruka al suo fianco…

“Non fa niente se ti manca la cicatrice: me ne farò una ragione. Ma ti prego…”

Uno sguardo. Basta uno sguardo a farlo cedere. Ma uno sguardo così supplichevole che non può essere dato dal desidero di una semplice notte di sesso.

“Non abbandonarmi.”

“Questione di pairing…” ripete allora Toshihiko.

“Questione di pairing.” sussurra Kakashi.

È speranza quella che si accende il lui?

“Canon?”

“Dannatamente Canon.”

Kakashi aspetta solo che Toshihiko annuisca; un solo cenno di Iruka gli basterebbe per entrare finalmente nel mondo di Naruto. Un solo, piccolo frammento del suo mondo, della vita che sente sua… nell’abbraccio caldo del suo amante.

Quell’accenno arriva.

E il Jounin attacca la sua preda.

Toshihiko da sempre è convinto che Kishimoto, il giorno in cui ha creato Hatake, non avesse voglia di lavorare per dargli un volto e delle espressioni… deve tuttavia ricredersi quando fa scivolare la sua maschera, con lenta curiosità, sino a notarne le labbra, dolcemente piegate in un genuino sorriso, mentre lo bacia famelicamente.

Non fa parte, per ora, di questo sentimento. Si impegnerà però a far riaffiorare ancora ed ancora una simile felicità su quel volto giovanile.

Iruka continuerà ad essere l’unico a conoscere il mio vero volto. Sempre.

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Sensei, tanti auguri. Ti voglio bene… e spero che tu abbia capito questa storia perché, cazzo, ci ho messo un sacco a scriverla XP

Perdonami se ci ho messo tanto per farti gli auguri, ma volevo riuscire a finire in tempo il tuo regalo, e… lo sai, è un po’ un periodo da schifo. Non si direbbe quasi che siamo in vacanza.

Questa KakaIru è tutta per te. Spero di aver rievocato qualcosa dei vecchi tempi =P non chiedermi esattamente cosa!

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Voci e Personaggi

Kakashi Hatake = Kazuhiko Inoue

Iruka Umino = Toshihiko Seki

Sasuke Uchiha = Noriaki Sugiyama

Naruto Uzumaki = Junko Takeuchi

Ho usato i nomi dei loro doppiatori, se non si fosse capito XD

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  Note:

Questa storia ha una trama un po’ complicata, lo ammetto… so di essere stata confusionaria e soprattutto avrei dovuto prendermi più tempo >__> ma è andata così.

E sì: sono stata OOC volutamente.

Se recensirete, non siate cattivi.

Grazie comunque per aver letto fin qui. È gratificante…

Auguri Sensei. Sei sempre la meglio, anche se non scrivi XD

Any =)


  
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