Attraverso
la barriera magica e mi ritrovo sul Binario 9 e 3/4.
L'Espresso di Hogwarts si erge di fronte a me, splendente la prima volta che vi
misi piede.
Avevo undici anni, e pur avendo una famiglia che mi amava non ero felice. Ero
solo, senza amici, e questo treno mi portò verso la luce, accompagnandomi nel
luogo dove avrei incontrato le persone più importanti della mia vita: la Scuola
di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Hogwarts mi ha cambiato la vita.
Sono appena le dieci, e il binario è ancora deserto.
Sono arrivato intenzionalmente in anticipo, per evitare gli studenti e le loro
famiglie.
Nonostante tutto, non ho mai amato la confusione. E poi non mi va di farmi
vedere troppo in giro: so che la gente ancora non si fida di me.
Salgo sul treno ancora deserto e mi sistemo nello scompartimento più remoto e
isolato, esattamente come quel 1° settembre di ventidue anni fa. Non sono poi
cambiato tanto: amo la solitudine.
Appoggio la testa al vetro e fisso lo sguardo sul grigio del cielo: maledetti
Dissennatori. Vorrei sapere che cos'è saltato in testa al Ministro Caramell
quando ha deciso di sguinzagliarli in giro alla ricerca del Nemico Pubblico
Numero Uno. Sappiamo tutti che non è Sirius Black il Nemico Pubblico Numero
Uno. Sappiamo tutti che c'è un essere ben più potente e pericoloso di lui in
giro, un potente Mago Oscuro che mai nessuno riuscirà a rinchiudere ad Azkaban.
Sbadiglio. Mi sono alzato presto per arrivare in anticipo a King's Cross. Prima
di sera non saremo ad Hogwarts, e contando che manca ancora un'ora alla
partenza... non mi farebbe male dormire un po'. Silente ha detto di avermi
trovato un po' sciupato. Forse ha ragione.
Mi rilasso contro il sedile e chiudo gli occhi.
Il treno ha frenato bruscamente. Non possiamo essere già ad Hogwarts. Apro
appena gli occhi, e nel buio improvviso del treno cerco di capire dove ci siamo
fermati.
Non sono più solo nello scompartimento. Sento qualcuno bussare. La porta si
apre. Sono due studenti.
"Hermione, possiamo stare qui con voi?" chiede una ragazza.
"Ginny? Neville? Siete voi?"
E' stata un'altra ragazza a parlare.
"Ho di nuovo perso Oscar" singhiozza il ragazzo appena entrato.
"Oh, Neville, chissenefrega del tuo stupido rospo!" lo interrompe una
quarta voce.
Mi viene da sorridere se penso che saranno tutti miei studenti.
All'improvviso la porta si apre di nuovo, ma dal modo in cui i ragazzi
trattengono il respiro capisco che non era previsto. E poi lo sento.
Anche senza voltarmi a guardare, so che è entrato uno di loro.
L'atmosfera si è fatta improvvisamente cupa, l'aria pesante. Devo intervenire.
Devo difendere questi ragazzi.
Mi alzo, impugnando la bacchetta, sotto lo sguardo esterrefatto di quattro
studenti. No, sono cinque. Il Dissennatore è chino su una figura caduta
bocconi, che si tiene la testa tra le mani.
"Nessuno di noi tiene Sirius Black nascosto sotto il mantello"
sussurro, scandendo ogni sillaba.
Il Dissennatore alza la testa incappucciata, senza indietreggiare. Non voglio
scagliargli un incantesimo, finché posso evitarlo. So che non è solo su questo
treno.
"Sirius Black non è qui" ripeto, a voce più alta, tenendo occhi e
bacchetta fissi su di lui.
L'essere si allontana dal ragazzo e dal treno, insieme al resto della
pattuglia. Appena giunti ad Hogwarts farò rapporto a Silente. Caramell dovrà
rispondere di questa sua trovata geniale.
Rinfodero la bacchetta e mi inginocchio accanto al ragazzo, appoggiandogli una
mano sulla spalla. Raccolgo gli occhiali, caduti un po' più in là. Li osservo,
prima di porgerli a lui. Buffo, mi ricordano quelli che portava James...
Improvvisamente, sento una strana sensazione di vuoto allo stomaco, come se con
un incantesimo mi avessero di colpo svuotato. Il ragazzo si sistema gli
occhiali sul naso, ed è... è...
"Harry. Ti senti bene?"
Non so come stia riuscendo a mantenere la calma.
Lo aiuto a rialzarsi, getto uno sguardo agli altri quattro studenti.
Distribuisco del cioccolato a tutti loro e con una scusa lascio lo
scompartimento.
Abbasso il finestrino e respiro l'aria gelida. La sento arrivare fino in fondo
ai polmoni, donandomi sollievo.
Sapevo che ad Hogwarts avrei incontrato Harry Potter, ma non ero preparato ad
incontrarlo adesso.
Inspiro ancora.
Per un attimo, è stato come tornare ad avere tredici anni.
Se non fossi certo di essere Remus J. Lupin, insegnante di Difesa Contro Le
Arti Oscure, penserei di essere tornato ad essere semplicemente 'Rem'.
In quello scompartimento, insieme al mio bagaglio, c'è il mio passato.
Neville, il ragazzo che ha perso il rospo, è Peter Minus: è semplice, un po' imbranato,
appendice di un gruppo affiatato.
Ginny, la ragazza con i capelli rossi, è Lily Evans: ha l'aria sveglia e gli
occhi vispi, è indipendente e amata.
Hermione, la ragazza con i capelli ricci, è Mary, la migliore amica di Lily: è
seria e ama studiare - lo si capisce dalle dita già macchiate d'inchiostro -,
ma non per questo priva di senso pratico.
Il ragazzo Weasley - non può che essere un Weasley - è Sirius Black: non
possiede la sua bellezza né la sua eleganza, ma ha lo stesso spirito scanzonato
e la stessa aria distratta.
Harry Potter è James: tanto magro da potergli contare le ossa, con quei
riccioli ostinatamente fuori posto, sempre al centro dell'azione.
Scuoto la testa.
No, quei ragazzi non sono il mio passato.
Sono miei studenti
Harry non è James. Non può essere James, perché ha gli occhi di Lily.
Harry non è James.
Gli somiglia, ma non è James. Non può essere James, perché James non
sarebbe mai stato attaccato da un Dissennatore.
Inspiro ancora, e mi preparo a tornare nello scompartimento. Sono stato via
abbastanza a lungo.
Apro la porta e sono ancora tutti lì: Neville, Ginny, Hermione, il ragazzo
Weasley e Harry.
Ben tornato ad Hogwarts, Remus.