Finisce
sempre così quando vengo al campo per allenarmi.
Perdo
la cognizione del tempo, e vorrei rimanere ad inseguire quel boccino per il
resto della mia vita. Soprattutto in giornate come queste... adoro il vento che
mi scompiglia i capelli, adoro questa luce arancio-dorata che fa rilucere il
lago... questa sì che è una vera magia.
Peccato
che sono tremendamente in ritardo! I miei compagni staranno già consumando la
cena, e io sono qui, con tanto fango addosso che mi sento un maialino! Non
capisco perché il terreno da gioco debba sempre essere così bagnato. Ogni volta
che ci si cade addosso è una tragedia bella e buona. Devo fare una doccia più
che veloce al più presto... ho proprio una fame da lupi! Speriamo che ci sia
qualcosa di interessante da mangiare... mi andrebbe volentieri del tacchino
sfrigolante... adesso basta pensare al cibo, però. Se continuo di questo passo
nemmeno il mio manico da scopa con tutta la sua magia sarà in grado di
sollevarmi! Per non parlare dei commenti... so bene quanto possano essere
taglienti le lingue altrui.
Però...
che spettacolo. Non c'è nessuno in giro. C'è talmente silenzio che riesco a
sentire persino le strane piante della Sprite che si
agitano nelle serre... e pensare che sono praticamente dietro il castello. Ah, il
silenzio. Che pace. Credo che non se ne accorgerà nessuno se rimango un altro
po' a godermi tutto questo. Posso sedermi su questo ceppo... sì, ok. Così posso ammirare il lago in tutta la sua grandezza.
Ancora
questi lamenti. Adesso non mi sembrano affatto delle piante irrequiete.
Riflettendoci un momento, sono davvero troppo distanti perché io possa udirle.
Meglio andare a vedere di cosa si tratta... o no? Ultimamente ho fatto troppe
cose sbagliate, non credo che la McGranitt
tollererebbe un'altra bravata. Magari è soltanto qualche animale ferito...
forse Hagrid sta facendo sgranchire le zampe a
qualcuna delle sue strambe creature... in ogni caso, non è affar
mio. Rientro.
Sembra
che questi lamenti provengano proprio dalla direzione delle serre, ma sono
sicuramente più vicini! Comincio a preoccuparmi. Non vorrei che ci sia qualcuno
che si sente male. Darò un'occhiata... la mia bacchetta è nella cappa della
divisa, non corro alcun pericolo. Hermione mi ha
insegnato bene ad usare lo Schiantesimo.
Cammino,
cammino... adesso mi sa che devo girare di qui. Ah, si... questa specie di
porticato conduce al cortile principale. Non è molto trafficato, visto che si
snoda per diversi metri e imboccarlo significa allungare inutilmente strada.
Solitamente ci vengono le coppiette... beh, ammettiamolo, l'ho collaudato
anch'io. Esattamente dopo una partita... dovevo pur consolarmi... anche se a
ripensarci mi viene tanta di quella rabbia!
Ecco,
non vorrei che quelli che sento non siano lamenti e singhiozzi.
Ma...
no, è certo. Qualcuno sta piangendo.
Intravedo
una figura... è uno studente, seduto con le spalle contro il muro. La sua testa
è nascosta fra le braccia e le ginocchia. Non riesco proprio a riconoscerlo.
Oh-oh... ha avvertito la mia presenza. Ha smesso di
singhiozzare, e sembra proprio che se la stia dando a gambe! Si è appena alzato
il cappuccio...
-
Aspetta!-, dico ad alta voce, e l'eco mi risponde di conseguenza.
La
figura si ferma. Barcolla. Si appoggia al muro.
-
Sparisci!-, risponde con una specie di grugnito.
Sussulto.
Riconoscerei quella voce in mezzo a mille altre. Quante volte quella stessa
parola mi è stata ripetuta addosso con la stessa violenza, arroganza,
superiorità. E non posso fare a meno di sorridere.
Ho
assistito a una scena che molti pagherebbero per vedere.
Draco Malfoy che sighiozza come una ragazzina.
Non
resisto... devo dirlo...
-
Cos'è, Malfoy, ti hanno rubato l'orsacchiotto?-, lo
stuzzico con un tono solitamente riservato ai bambini in lacrime, - Oppure
qualcuno ti ha fatto la bua?
Si
volta di scatto, quasi a volermi fulminare con gli occhi. Quegli occhi.
E'
sconvolto; i tratti solitamente rigidi del suo viso sono contratti in spasmi di
dolore. Le guance umide. Lo sguardo è duro, ma è chiaro che qualcosa di più
forte lo stia costringendo a piangere in quel modo.
Non
sembra che sia stato picchiato. Eppure, prima, barcollava...
-
Sparisci!-, mi urla nuovamente, - Sparisci, Weasley,
hai capito?
Non
posso crederci. Non mi ha chiamata "pezzente", "babbanofila", "cacciatrice-dei-miei-stivali".
Quello non è il solito Malfoy.
Qual
evento più lieto vederlo in questo stato!
Con
spavalderia, mi appoggio al mio manico di scopa, - Sai, biondino... non puoi
chiedermi una cosa del genere. Ti rendi conto che è lo spettacolo più bello al
quale abbia mai assistito?
Continua
a fissarmi.
Non
risponde alle mie provocazioni.
-
Sparisci-, ripete, scandendo lentamente le sillabe. Adesso suona solamente come
una supplica.
Credo
che dovrei seguire il suo consiglio, visto che sta succedendo una cosa
assolutamente inaspettata e sgradita. Sto provando pietà per lui. LUI!
La
stessa persona che mi tormenta da quando sono entrata ad Hogwarts,
quell'odioso figlio di papà che non fa altro che
prendersi gioco di me, della mia famiglia, dei miei amici e del mio ragazzo! Ops... del mio ex. Io ed Harry
non stiamo più insieme da parecchi mesi ormai. Ricordo perfettamente la risata
antipatica e insopportabile di Malfoy quando ha
saputo della nostra rottura. Basterebbe solamente questo ricordo a cancellare
ogni traccia di dispiacere nei suoi riguardi, ma... non ci riesco!
Credo
di cominciare a capire quella cosa di cui parlava Hermione...
"istinto materno", mi sembra che si chiami così. In effetti non ho
mai sopportato vedere piangere qualcuno, ma non pensavo che questa cosa valesse
anche per la persona che odio di più al mondo!
Faccio
un passo avanti.
-
Malfoy...
Non
ha mai smesso di singhiozzare, e i suoi occhi continuano a lacrimare.
Sto
per avvicinarmi ancora, e lui si accascia nuovamente contro la parete, nella
stessa posizione che aveva quando l'ho visto per la prima volta.
Piange
come un bambino; piange così intensamente che i suoi singhiozzi lo fanno
sobbalzare.
Basta,
Ginny. La mamma ha sempre detto che nessuno merita di
essere infelice. E poi... la curiosità mi sta divorando.
Mi
avvicino; per la prima volta nella mia vita, mi siedo accanto a Draco Malfoy. Mi chiedo cosa
penserebbero gli altri di una simile decisione... chissà perché, ma ho
l'impressione che Ron mi rinnegherebbe come sangue
del suo sangue.
Temendo
la sua reazione, gli sfioro appena il braccio. Non succede nulla. Adesso gli
poso una mano su una spalla.
Si
gira verso di me. Non c'è disprezzo nei suoi occhi, nè
falsità. Solamente lacrime. Mi guarda in maniera così diretta che mi fa sentire
in imbarazzo.
Cerco
di conservare fino in fondo il mio distacco, - Se è uno scherzo, Malfoy, sappi che è proprio di cattivo gusto.
L'ennesimo
sussulto mi fa capire che è indifeso come una lumaca senza guscio.
-
Beh... allora... se posso esserti d'aiuto... non so... ti senti male?
Respira
profondamente, - Lo sai che sei l'ultima persona a cui chiederei aiuto.
-
Allora immagino che non vuoi nemmeno raccontarmi cosa ti prende. Stai
tranquillo, non andrò a spiattellarlo a tutta la scuola.
Forse!
Malfoy, si stringe le ginocchia al petto, - Vattene, Weasley. Non ha senso tutto questo.
-
Va contro i miei principi abbandonare...
-
Vattene.
Eh,
no, caro il mio signorino! Io cerco di essere accondiscendente e tu mi tratti
così?!
-
Proprio non ci riesci ad essere gentile, eh?-, sbotto, - Cos'è, ti davano
veleno al posto del latte quando eri piccolo?
Mi
alzo di scatto, - Anzi... credo proprio che, oltre alla somiglianza, tu abbia
ereditato la schifosa essenza di Mangiamorte
assassino senza cuore da quel bastardo di tuo pa...
Non
riesco a finire la frase.
Malfoy scatta in piedi e, mentre una mano mi blocca
per la gola, l'altra sfodera la bacchetta dalla cappa, puntandola praticamente
al centro dei miei occhi. Mi sta facendo davvero male... e ho paura. Scalcio,
ma inutilmente, vista la sua forza.
-
Di' un'altra parola su mio padre e ti dimostrerò quanto di lui ho ereditato.
Finita
la frase, mi lascia subito. Mi massaggio la gola dolorante, meditando vendetta.
Ma... Malfoy indietreggia. La bacchetta gli cade
dalla mano. Poggiandosi alla parete, si lascia scivolare, con quell'espressione straziata di pochi minuti fa. Le sue
labbra pronunciano una sola parola, - Padre...
Ho
capito.
Un
brevissimo flashback mi riporta con la mente a stamattina.
Finnigan, entrando con foga nella nostra sala
comune, ha sbattuto l'ultimo numero de La gazzetta del Profeta sul tavolo. In
prima pagina, un titolo che ha provocato in tutti noi sollievo misto a un
sentimento di vendetta consumata:
"Il
bene trionfa ancora".
Sottotitolo:
"Uccisi
cinque Mangiamorte nello scontro di stanotte a Nocturn Alley".
Credo
di aver appena scoperto l'identità di un Mangiamorte
censurato dalla stampa.
Mi
balza il cuore in petto. Non so cosa sto provando.
Lucius Malfoy ha smesso di
tormentarci, di eseguire gli ordini dell'essere più ripugnante che sia mai
nato. Ha smesso di mettere in pericolo le persone che amo. Lucius
Malfoy è morto, e io provo gioia. Una gioia
selvaggia.
D'altra
parte... quello che mi sta fissando è un viso sconvolto, straziato dal dolore.
Era
suo padre. Suo padre. Padre.
Solo
il cielo sa cos'ho provato quando mio padre è stato ridotto in fin di vita, e
guarda caso suo padre era coinvolto. No, per quell'uomo
odioso non provo un briciolo di pietà. Sono felice che sia morto. Sono sicura
che anche il piccolo Malfoy avrebbe trovato
soddisfazione se mio padre non ce l'avesse fatta.
Ma
non riesco ad essere felice nel vederlo così. Non sono affatto felice.
Non
è il solito spaccone rompiscatole insensibile Serpeverde
che ho imparato a conoscere... è totalmente un altro. Lui sta soffrendo. Sta
soffrendo così profondamente da trasmettere il suo dolore con un solo sguardo.
Non
m'importa se poco fa mi ha minacciata; avrei fatto lo stesso.
E
mi dispiace; se avessi saputo, mai e poi mai avrei detto quelle cattiverie, per
quanto le reputi veritiere. Non sono abituata a comportarmi così, no, non l'ho
mai fatto.
Ma
non sapevo...
-
Mi spiace, Malfoy-, dico quasi bisbigliando, - ti
assicuro che l'ultima cosa che volevo fare...
-
...dispiace...
-
Cosa?
Sembra
che stia bisbigliando qualcosa. Rimango in silenzio per ascoltarlo.
-
...mi dispiace...mi dispiace...padre, perdonami...
Ha
ripreso con le lacrime. Comincio a sentirmi male. Gli occhi mi diventano umidi.
Non m'importa di cosa possano pensare gli altri: un figlio ha perso il padre.
E' questa la realtà.
Tento
nuovamente di avvicinarmi. Mi siedo per l'ennesima volta accanto a lui.
-
Senti, Draco-, oso chiamarlo per nome, - per quanto
possa sembrarti strano... ecco... mi dispiace per tuo padre. Davvero, mi
spiace.
Mi
getta uno sguardo che lascia il posto alle parole.
Vorrei
dirgli quanto male mi fa vederlo soffrire a quel modo... ma, dopotutto, cosa
può importargli di una Grifondoro, una Weasley che è oltretutto sporca di fango?! Mi sono
certamente sbagliata, se credevo che potessi instaurare una conversazione con
lui. L'ho pure chiamato per nome!
Che
stupida... mi sento un agnellino che entra nella tana del lupo ferito, un
predatore moribondo che certamente ce l'ha col mondo intero e non esita ad
approfittarsi del povero animaletto.
Stupida,
stupida Ginny.
Facendo
leva sul manico di scopa, mi rimetto in piedi. Lo guardo per l'ultima volta.
Che tristezza... è solo, in un momento come questo. Che razza di amici si
ritrova... ricordo che, dopo la morte di Sirius,
nonostante Harry ci trattasse male e ripeteva di
voler stare da solo, io, Ron ed Hermione
non l'abbiamo abbandonato un attimo. Mio fratello si è persino beccato un pugno
da Harry, eppure non l'ha mai abbandonato. Mai.
Ora
che ci penso, Draco deve essere proprio una persona
sola... mi spiace per lui.
-
Tu...
Mi
irrigidisco, poi mi volto verso di lui. Mi ha forse chiamata?!
-
Si?
Qualche
attimo di silenzio.
-
Sto... sto male, Weasley... mi sembra di impazzire...
sono stato uno stupido, un bambino... avrei dovuto dirgli tante cose...
passavamo poco tempo insieme, ma io... io nonostante tutto... nonostante quello
che faceva... nonostante cos'era... io volevo bene a mio padre.
Si
asciuga le lacrime con una manica, poi si alza.
Siamo
uno di fronte all'altra; credo che mi superi di almeno dieci centimetri.
Vorrei
frenarmi, vorrei scappare, lasciarlo qui, solo, ma non ci riesco! E' più forte
di me...
Toc... lascio cadere a terra il manico di scopa.
Apro
le braccia, mentre sento delle piccole lacrime rigarmi il viso.
Adesso
Draco Malfoy mi sta
abbracciando. O meglio, io lo sto abbracciando.
Mi
sento così ridicola, così piccola... la sua testa bionda è affondata
nell'incavo fra la mia spalla e il mio collo. Lo sento singhiozzare. Lo stringo
più forte. Lui fa lo stesso.
Quanto
tempo è passato? Qualche minuto, senza dubbio. Eppure mi sembra un'eternità.
Non
ricordavo che Draco Malfoy
avesse questo bel profumo... beh, certo, non ho mai avuto occasione di
scoprirlo...
Il
nostro abbraccio si scioglie.
Ci
ritroviamo entrambi con gli occhi rossi e il volto arrossato. Sorridiamo
appena.
E'
un sorriso, non un ghigno.
Una
carezza...
Le
sue mani riescono a fare questo, oltre che picchiare, spingere via, fare
gestacci.
Si
sta avvicinando troppo.
L'ha
fatto.
Mi
ha baciata sulle labbra. Un bacio casto, timido, quasi concesso con timore di
un rifiuto.
Santo
cielo... mi sento strana...
Rimaniamo
a fissarci come due statue, immobili ed impassibili. Lui rompe la staticità
aggiustandosi i capelli.
-
Grazie, Ginny.
Non
so cosa dire, cosa fare. Lui è lì che mi fissa con quell'espressione
indecifrabile... e io me ne sto qui a ricambiare quello sguardo con il viso
avvampato d'imbarazzo.
Riprendo
velocemente il mio manico di scopa, con un movimento goffo ed impacciato.
-
Figurati-, rispondo, trascinando un po' le sillabe.
Devo
scappare! IM-ME-DIA-TA-MEN-TE! Ma... posso lasciarlo qui? Cosa dico?
-
Sarà meglio andare, adesso...
Lui
scuote la testa, - Rimango qui un'altro po'.
-
Vuoi che faccia venire qualcuno dei tuoi amici?
Ancora
una volta i suoi capelli biondi vengono scossi dalla testa, - No. D'altra
parte, quali amici?
Gli
sorrido in maniera forzata. Scatto verso il cortile interno.
-
Ah, Weasley...
Mi
volto un'ultima volta.
Lo
vedo asciugarsi una lacrima scesa in ritardo, - Se racconti a qualcuno quant'è successo, ti uccido...
-
Anch'io-, rispondo alla sua finta minaccia, e anche al suo sorriso, che mai
prima di ora mi è sembrato così bello.