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Autore: ignorance    17/06/2010    4 recensioni
« A cosa staresti pensando, esattamente? »
Genere: Generale, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Commenti dell’autrice: un’altra nonsense, credo di star diventando monotona e_e Ma Sirius alle prese con gli aggeggi Babbani è un chicca che non posso risparmiarmi, le idee mi spuntano dalla matita come funghi su una pizza Capricciosa! D: Mi perdonerete comunque, spero Prima o poi, lo giuro, vi farò avere una storia seria su questa deliziosa coppietta, e sono sicura che la odierete più delle mie adorate Demenziali
Ovviamente spero in qualche recensione che rallegri le mie altrimenti tristi giornate :D
Credits: I personaggi –ahimè- non mi appartengono. Ma potete sempre chiedere a mamma Rowling se sarebbe disposta a regalarveli

***


Un Sirius Black crucciato, perso nelle tue turbe mentali da psicopatico –che molto di frequente risultavano potenzialmente distruttive a chiunque nel raggio di chilometri- ed in quei pensieri contorti nei quali nemmeno il fatidico filo di Arianna ti avrebbe potuto portare più lontano di una spanna dall’entrata, stava.
Solo…stava. Nemmeno un esperto contorsionista avrebbe potuto indovinare se fosse seduto, accucciato, appollaiato –o semplicemente stravaccato- su quella poltrona consumata dal suo continuo ondeggiare come una barca mal ancorata in balia di una tempesta –ormonale, si potrebbe dire, come quelle delle adolescenti sballate di tea alla pesca- o se fosse in piedi, appoggiato a quelli che dovevano essere i suoi pensieri geniali, perché non v’era sostegno alcuno all’infuori dei braccioli rosicchiati da chissàchecosa di quella poltrona color topo.
Sappiamo per certo, ed è questa una magra consolazione, che fosse. Il dove fosse, non è dato saperlo ad alcuna mente sana né divina che sia. Probabilmente, potremmo congetturare, in una delle sue solite, ormai quotidiane, inspiegabilmente silenziose e non nominabili altrimenti come seghe mentali.
Le sue labbra tremavano, ormai scorticate dai denti che continuavano a mordicchiarle senza sosta e rese di un deliziosissimo color rosa shocking, paragonabile solo a quei fiocchetti improbabili rintracciabili sulle teste delle vecchie signore un po’ cerebrolese, e umide per il continuo umettarsi; sulla sua fronte comparivano bizzarre rughe d’espressione, e lo sguardo imbronciato, che non stava certo inconsciamente puntato sul sedere di Remus in bella vista davanti a sé, gli conferiva un’aria solenne che nessuno sano di mente mai gli attribuirebbe.
Ma la cosa più strana, il trucco che nemmeno Merlino sarebbe mai riuscito a svelare, era quell’assurda bottiglietta cilindrica che rimaneva in bilico tra le sue dita, ondeggiando e producendo un gradevole sciaquettìo, nei suoi colori sgargianti -i quali abbinamenti, se avessi ingoiato uno Schiopodo Sparacoda vivo e vegeto senza nemmeno cuocerlo un pochino, avrebbero fatto meno male agli occhi- e quelle buffissime scritte stampate in grassetto, come se non si notassero abbastanza.
Sirius continuò a sbatacchiarla piano, svitando il misterioso tappo e facendone emergere uno stecco alla cui estremità spuntava un cerchio puntellato, la cui cavità sembrava riempita di liquido sfavillante, e rimirandolo da ogni angolazione con solennità.
Remus si voltò lentamente, sorridendo comprensivo in direzione della bottiglietta. Il suo sguardo vagò su quell’intreccio di membra che era la figura del compagno, tracciandone vagamente il profilo psicologico –catalogato come “menomato” e “affetto da demenza senile nonostante la giovane età”- e accigliandosi un poco. Come faceva a sembrare una scultura impressionista, se lì in mezzo c’erano solo due braccia e due gambe?
Corrugò la fronte, seguendo i deliri interiori del suddetto decerebrato con malcelato interesse.
« A cosa staresti pensando, esattamente? » tentò, suonando suo malgrado vagamente ironico. Non voleva certo dire che il solo immaginarsi Sirius che si strugge per i problemi dell’universo, cercando magari un modo per rimediare alla fame nel mondo, oltre ad essere improponibile e decisamente ridicolo, sarebbe credibile quanto Severus Piton in calzamaglia rosa, con un sorriso sfavillante stampato in faccia, due ali da putto attaccate alla schiena ed i capelli puliti. No, certo.
Il Gryffindor gli lanciò uno sguardo sapiente, quasi compassionevole. La mente limitata del suo compagno licantropo era un grave problema, si disse. Avrebbe dovuto fargli riconoscere che la sua psiche aveva dei gravi problemi di approccio con le cose nuove che il mondo gli proponeva.
« È complicato » esordì quindi, terribilmente serio, lanciando uno sguardo penetrante alla bottiglietta e picchiettandosi l’indice sulla tempia.
Inutile dire che l’indice che usò non era certo quello libero.
La bottiglietta, prima sul filo del rasoio, ondeggiò pericolosamente e si rovesciò con brutale lentezza sul tappeto.
La moviola non sarebbe sufficiente a descrivere la reazione di Sirius, né tantomeno quella di Remus.
L’uno si lanciò ad un inseguimento disperato, finendo successivamente con il culo per terra ad accarezzare quello che un tempo era stato un bel tappeto pulito, in cerca di qualche residuo di sapone, mentre l’altro si dilettava nell’invenzione di improperi mentali impronunciabili ad alta voce e malediceva il giorno in cui era nato.
Quando la tempesta emotiva di Remus, che si dibatteva tra istinto omicida e manie suicide, fu terminata –il che richiese un tempo considerevolmente ragionevole, se si considera ragionevole l’attesa e il successivo scongelamento delle razze di una seconda Era Glaciale- un gemito strozzato salì flebilmente alle labbra di Sirius.
Come se non avesse proprio nella tasca dei pantaloni una fottutissima bacchetta per riparare al danno fatto, si girò supplichevole verso la sua dolce metà, chiedendo forse più della Maledizione Senza Perdono che gli sarebbe stata indirizzata se Remus Lupin non fosse così schifosamente ragionevole.
Il licantropo stiracchiò le labbra in un sorriso sofferente, tirando fuori la bacchetta e risucchiando il sapone per poi rimetterlo nella sua bottiglietta, raccolta in seguito dalle mani adoranti di Black, che non si degnò nemmeno di socchiudere quella deliziosa boccuccia -che adesso si sbaciucchiava una bottiglietta- per rivolgergli un dovuto e perlomeno gradito “grazie”.
Forse in un impeto di malvagità forzata dallo stress, Remus ricordò la battuta che era stato costretto ad ingoiare alla frase sapiente “è complicato” e sorrise inclemente, rivolgendosi verso quel debosciato del compagno, che si stava praticamente scopando una bottiglietta.
« Scusa se te lo chiedo, Sirius » enfatizzò con ardore, sollevando buffamente un sopracciglio ed arricciando le labbra in una smorfia contrita « Potresti adesso spiegarmi cosa ci vedi di così complicato in una bottiglietta di bolle? »


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Nabucco’s Caramel Shop

E per le precedenti recensioni alla mia storia su questa coppia, devo ringraziare enormemente Adhara, ElseW, AliH, babyme, Lupin_love, TINAX86, e MaBra grazie çVç Davvero, senza di voi le mie giornate trascorrerebbero monotone. Siete una gioia, non vi immaginate quanto. Spero in qualsiasi caso di poter riempire questo spazio nella mia prossima RemusxSirius -che ci sarà a breve, e si spera sarà un po' più seria *coff*- nello stesso modo.
Vostra speranzosa, Nabucco ♥
   
 
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