PICCOLA
INTRODUZIONE DI SARA
Questa è la mia
seconda fan fiction basata su LOTR; spero che abbiate letto "It loooks
like you", perché è una specie di seguito, cioé ritroverete la coppia
Enid-Legolas, ma il tono del racconto è leggermente diverso.
La prima parte è
abbastanza romantica (per non dire qualcosa in più), specie in certi punti, ma
non temete, ne succederanno di cose! ^___^
Nel testo sono
presenti numerose canzoni; ovviamente ogni diritto appartiene ai loro legittimi
autori, e se le ho usate è solo per amore.
Voglio ringraziare
alcune persone: Beppe, Chico, Daniele, Massimo, Danilo e Sergio per le canzoni
che ci hanno dato e continuano a darci, che m'ispirano nella vita e nella
scrittura. Sempre Nomadi.
In conclusione
ringrazio Ruby e Itsuki, per aver letto in anteprima i miei racconti, ed averli
apprezzati, poi Spike, che non ha letto i miei racconti di LOTR, ma un giorno
lo farà (Sara minacciosa mode-on), e infine tutti i ragazzi del Bluecrow che
occupano un posto speciale nel mio cuore. Un bacione.
Sara
Prologo
She's
anything in the world
That
you cannot explain
But
when she throws me a smile
It's
like fire in the rain...
(She's
a mystery - Bon Jovi)
Il cielo sopra Meduseld
minacciava pioggia, ma gli piaceva; un tempo, quando affrontava lunghi turni di
guardia a cavallo, odiava la pioggia, quell'odore che c'è prima che piova, ma
adesso no, perché il colore del cielo, grigio violaceo, gli ricordava quello
dei suoi occhi.
La guardò, ferma vicino al
bordo del bastione, con i lunghi capelli scuri che rimbalzavano nel vento,
assorta in chissà quale pensiero; adorava quei suoi momenti di astrazione, gli
veniva voglia di esplorare la sua malinconia, immergersi nelle profondità di
quegl'occhi color della pioggia e scoprire i suoi segreti. Il pensiero che le
cose che gli diceva erano solo una minima parte di ciò che aveva dentro di se,
a volte lo preoccupava, ma era così affascinante il suo mistero e così
insondabile la tristezza in fondo ai suoi occhi, che desiderava solo renderla
felice.
Sorrise, pensando a come si
erano conosciuti, e pensare che odiava quel tipo di ricevimenti; lui si sentiva
un rude uomo della pianura, anche ora che era re, si sentiva a suo agio solo
sul cavallo o in compagnia dei suoi fedeli Rohirrim. Era sempre stato meglio
bevendo vino intorno ad un fuoco da campo, a ridere con i compagni, che
salutando nobili e notabili in una sala addobbata, con addosso un vestito
elegante; invece quella volta aveva ceduto alle suppliche di Eowyn,
partecipando alla festa. Ora la ringraziava, perché aveva conosciuto Serena, la
donna dei suoi sogni, l'unica con la quale sognava di dividere il suo trono.
"Serena..." La chiamò
dolcemente, e la sua voce si perse nel vento; lei, però, si voltò e gli
sorrise, con quel suo sorriso malinconico e remoto. Eomer si avvicinò.
"Dimmi, mio re." Gli
disse, voltandosi verso di lui.
"Non senti freddo qui
fuori? Il vento è forte..." Le chiese l'uomo, prendendole le mani.
"No." Rispose lei,
negando col capo. "Amo le manifestazioni della potenza della natura."
Aggiunse sorridendo; lui fece altrettanto.
"Sei certa che in te non
ci sia qualche discendenza elfica?" Domandò Eomer ridendo.
"Penso proprio di
no..." Mormorò lei chinando il capo tristemente.
"Non m’interessa,
comunque." Affermò l'uomo abbracciandola. "Le tue origini non sono
importanti, la splendida persona che
sei è importante..." Aggiunse carezzandole dolcemente i capelli scuri.
"La donna che amo lo è."
"Oh, Eomer..."
Sussurrò la ragazza, posando la testa sulla sua spalla e chiudendo gli occhi.
"Io non merito..." Ma la sua voce era impercettibile.
"Ascolta, amore mio."
La richiamò lui, Serena rialzò il capo per guardarlo negli occhi. "Tra
pochi giorni sarà il mio compleanno, in quell'occasione vorrei annunciare il
nostro fidanzamento..." Lei spalancò gli occhi, sorpresa. "Ma prima,
devo sapere una cosa... Vuoi sposarmi, Serena?" Aggiunse con voce rotta
dall'emozione.
"Eomer, io..."
Balbettò la fanciulla.
"Sì, lo so." La
interruppe lui annuendo. "Ti ho colto di sorpresa, ma non devi rispondere
subito, abbiamo ancora qualche giorno, puoi pensarci." Le disse sorridendo
e continuando a stringerla a se. "Ma spero che accetterai." Mormorò
poi, dolcemente, chinandosi per baciarla.
Gli occhi di Serena vagavano
sul cielo grigio, trafitto dai fulmini, mentre quelli di Eomer erano chiusi; il
re di Rohan le stava dando uno di quei meravigliosi baci che lei aveva imparato
a conoscere, ma ora non poteva, non riusciva a perdersi in esso, come le era
capitato le altre volte...
SAI TRA LE MANI HO STRETTO QUEL GELO
PERCHE' DOMANI RICORDASSI CHE C'ERO
CHE ERO NEL MONDO A FARE A MORSI
L'AMORE
COME OGNI ARSA CREATURA...
(LA ROSA DEL DESERTO - NOMADI)
La luna, però, è traditrice si
sa... ed eccola tornare, abbandonata dall'ennesima nuvola, pronta ad illuminare
quel corpo disteso.
Lo guardò, supino, con le
coperte fino alla vita, il torace nudo che si alza e si abbassa col respiro; i
lunghi capelli biondi scuri sparsi sul cuscino, il bel volto virile, ma dolce.
Ringraziando il cielo i suoi occhi erano pesantemente chiusi, perché non
avrebbe potuto resistere al suo sguardo, a quei grandi occhi verdi da bambino,
che potevano essere pieni di furore guerriero e un attimo dopo osservarti con
tenerezza infinita; gli occhi più belli che avesse mai visto...
Le palpebre del re di Rohan si
fecero più leggere; forse perché l'istinto guerriero lo avvertì di qualcosa, o,
più semplicemente, per una pausa del sonno, fatto sta che i suoi occhi si
aprirono lentamente. Le sue iridi si spalancarono, quando il riflesso della
luna colpì la lama alzata contro di lui, ma lo stupore non era tanto di vedere
che stavano attentando alla sua vita, quanto di scoprire CHI lo stava
facendo...
La sua forte mano strinse il
polso sottile, mentre il pugnale stava calando sul suo corpo, un gemito uscì
dalle labbra dell'aggressore, la lama cadde sulla coperta senza forza.
"Serena?" Chiese
allibito il sovrano; gli occhi verdi fissi sul volto impaurito della fanciulla.
Fu un attimo: lei spostò gli occhi sul pugnale, lo afferrò con la mano libera e
tentò di nuovo di colpire Eomer; lui reagì, caddero a terra, l'uomo era troppo
forte per lei, ma resisteva comunque, tentando di colpirlo. Finché Eomer non le
diede un manrovescio facendola sbattere contro la parete; la ragazza svenne. Il
re di Rohan fissò per un attimo il corpo esanime della donna che amava, poi
prese un lungo respiro.
"Sorella!" Chiamò a
voce alta. "Eowyn, vieni qui!" Insisté; pochi attimi dopo, trafelata,
sopraggiunse la principessa. Vedendo la ragazza a terra, la dama sgranò gli
occhi stupita.
"Che cosa è
successo?" Domandò preoccupata al fratello, che era immobile, gli occhi
vacui, in piedi vicino al letto.
"Ha tentato di
uccidermi..." Rispose Eomer con tono incredulo, indicando il pugnale.
"Cosa?!" Esclamò la
fanciulla, spostando lo sguardo da lui a Serena stesa a terra. "E'... è
morta?" Sussurrò; Eomer sospirò intensamente, non lo sapeva. Eowyn,
allora, si chinò vicino alla ragazza dai capelli scuri, assicurandosi che
respirasse ancora.
"E'... viva... Credo che
abbia sbattuto la testa..." Il fratello, nel frattempo, si era seduto su
una poltrona nei pressi della finestra, fissando l'oscurità.
"Chiama qualcuno, non
voglio toccarla..." Mormorò con rabbia, poi sospirò chiudendo gli occhi e
reclinando la testa sulla spalliera; Eowyn l'osservò preoccupata.
CONTINUA…